Non sono capace di vivere

Inviata da Pikko · 15 mag 2024 Autorealizzazione e orientamento personale

Andrea, 23
Tutto è iniziato quando avevo 9 anni, cominciai a stare malissimo mentre ero a scuola, avevo fortissimi attacchi di ansia (che altri altri non sapevo spiegare, dicevo solo: ho paura di stare male) che mi hanno portato a ritirarmi da scuola e chiudermi nella mia cameretta. Mi mandarono da una persona che sarebbe diventato il mio primo psicoterapeuta, una costante nella mia vita. Successivamente iniziai le medie e per quasi tutti i 3 anni andò bene, finché pochi mesi prima dell'esame che avrebbe portato ad accedere alle superiori cominciai a stare male: provavo una fortissima ansia, questa volta si trasformò nella paura di esporsi, di essere giudicato... Iniziai la seconda terapia, con una donna. Mi ritirati ancora da scuola e mi feci bocciare, non mi sentivo in grado di affrontare ne l'esame, ne tanto meno le superiori. In tutto ciò entrarono nella vita di famiglia gli assistenti sociali.
Rifeci la terza frequentando poco la scuola, e cominciai ad uscire, farmi nuovi amici.. Gli scappati di casa, quelli con dei "problemi". Mi ci trovavo bene con loro, non ero solo io strano e diverso.
Mi fecero passare all'esame e iniziai le superiori, indirizzo scelto un po' a casaccio, con poco interesse. Non studiavo quasi mai e verso metà anno ricominciai a provare disagio e qui mollai, non ci provai neanche ad affrontare la situazione, ero stanco.
Quindi mi trovavo a gironzolare notte e giorno con i miei nuovi amici scappati di casa facendo le prime esperienze. Fuggí da qualsiasi istituzione e responsabilità, mi divertivo e basta. Questo continuò così fino ai 17/18 anni, quando scopri di poter provare disagio anche fuori dalle istituzioni. Mi accorsi di essere un ragazzo timido e fragile, caratteristiche che non si allineano molto bene con l'ambiente di "strada" quindi potete immaginare cosa ho passato, la dove comanda e detta legge il più forte. Resomi conto di essere in difficoltà ancora una volta tenta di trovare una soluzione, la più stupida, bere. Cominciai a bere, quando c'era da fare serata e anche in settimana, era una cosa usuale, incoraggiata e accettata tra noi. Bevevo sempre di più, sentivo di aver trovato la soluzione ai miei problemi. Sono finito al sert (per pochissimo tempo) per questo motivo. Bevevo ma il disagio non passava, mi sentivo totalmente inadeguato a quello ambiente, ero fragile, timido e insicuro, ma questo ancora non lo sapevo. Continuavo a cercare di ostentare qualcosa che non ero. Finché una notte, mentre giocavo alla PlayStation mi accorsi di ciò che ero: fragile, timido, impaurito, smarrito e insicuro. E da quel momento, che ricordo ancora, cominciai a cadere. Mi ritirati piano piano dalla vita, completamente. Mi rinchiusi in casa e caddi in una profonda depressione, ero completamente disorientato e esausto. Non ce la facevo più.
Ovviamente iniziai la mia terza psicoterapia, che durò 3 anni. Il mio ritiro sociale 2.
Mi ero fermato, la vita scorreva. Rimasi tanto indietro... Li qualcosa cambiò, si formò in me la personalità che ho ora: fobico sociale, estremamente pauroso e senza desideri. oppure probabilmente si cristallizó quel che già c'era.
Chiuso in casa, senza mai mettere fuori il naso per il terrore che provavo a farmi vedere da qualcuno successe che conobbi una ragazza su internet, che per un più o meno grave difetto fisico condivideva le mie stesse paure. Cominciammo a sentirci tutti i giorni, dopo 6 mesi ci vedemmo, avevo 18 anni. E la nostra relazione inizió e fu stupenda. Cresce mo tantissimo insieme, ci facevamo forza per affrontare le nostre insicurezze, ogni giorno crescevamo un po' di più, arrivammo perfino a viaggiare alla estero, io che non scendevo a prendere lanposta. Finché dovetti conoscere la sua famiglia, dopo 1 anno e mezzo di relazione (si dopo così tanto, la cosa mi terrorizzava) e a loro non piacqui. Non piacevo, non ero capace di socializzare, di stare in famiglia, ero così timido ed immaturo,tutto si doveva fare alle mie condizioni per i miei "problemi". Lei mi lasciò dopo 2 anni di relazione, i più belli della mia vita. Io caddi pesantemente, ma cercai di riconquistare terreno, lei era la cosa più bella che mi fosse mai capitata e la mia unica ragione di vita.
Mi rimboccai le maniche e cominciai ad uscire con qualche amico/a, mi feci qualche ragazzo per dimostrare a me stesso quanto fossi figo, mi trovai il mio primo lavoro e ovviamente iniziai una nuova terapia. Volevo riconquistarla, volevo dimostrarle quanto ero capace, ma non bastó. In realtà ero disperato, e lei lo sentiva, sentiva il mio bisogno. Non ritornammo insieme e io caddi.
A seguito delle mie incapacità relazionali e di entrare in intimità, condito con l'abuso di alcool per socializzare persi tutte quelle nuove amicizie.
Lultima terapia iniziò 2 anni fa, quando iniziai il lavoro.
Sono stati molto pesanti questi due anni, sono stato molto solo, come lo sono ora, ho avuto molta paura e non riesco a stare bene.
Il mio problema principale è l'ansia sociale, è molto forte in me. C'è lho dappertutto, a comprare le sigarette per esempio, ad andare in farmacia, dovunque. Non riesco a combatterla, forse perché non ne ho la motivazione.
Vi scrivo perché appunto l'ho persa, non so più cosa fare della mia vita e forse non lho mai saputo. In questi due anni di terapia cognitivo comportamentale sono riuscito a farmi la patente(wow) e a tenermi un banale lavoro da operaio. Per il resto niente, ho riprovato ad uscire con altri gruppi ma è sempre finita male, mi sentivo costantemente inadeguato, immaturo e strano. Loro erano capaci di socializzare, di stare in un rapporto. Io no.
Ora mi ritrovo da solo, in un limbo, fatto di depressione, ansia e nessun desiderio. Non so cosa voglio e forse non voglio più niente. Non riesco a trarre godimento dalla vita, per me è tutto così pauroso e pesante.
Ho pensieri ossessivi sul perché sia così strano e diverso, mi deprimo perché non ho quello che hanno gli altri.
La mia terapeuta continua a propormi di esposizione: palestra, sport di gruppo etc... Ma io rifiuto sempre tutto, penso di essere totalmente incapace ad affrontare una situazione sociale di questo tipo senza una forte motivazione. So che se avessi una forte motivazione riuscirei a venir fuori da tutto, l'intelligenza ce l'ho. Ma quello che mi manca è un motivo, e a farlo per me stesso e basta non riesco, non mi si addice, non mi amo abbastanza.
Penso di lasciare la terapia, non ha senso spendere soldi per non riuscire a sfruttare il suo aiuto. Nel caso la lasciassi sarà l'ultima.
Non ho più speranza, sono da sempre solo e non riesco a farmi degli degli affetti. Sono sempre schivo, pauroso e sfuggente all'intimità.
Ho girato psicoterapeuti e psichiatri, in percorsi anche lunghi ma nessuno è mai riuscito a "guarirmi", penso che la mia vita sarà uno schifo, come lo è stata nei miei primi 23 anni, eccetto i due di relazione.
Sono troppo debole per questo mondo.

Mi piacerebbe sapere voi cosa ne pensiate e quali consigli vi sentite di potermi dare. Il mio problema è la mia incapacità di godermi la vita, non ho un motivo per vivere.
Grazie

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Miglior risposta 16 MAG 2024

Caro Andrea,

La sua narrazione è intensa e piena di dettagli che mostrano quanto lei abbia sofferto, ma anche quanto lei si sia messo in gioco nel corso degli anni.

Comprendo quanto possa essere frustrante e demoralizzante sentire che, nonostante vari tentativi di terapia, non ci siano stati progressi significativi. A volte c'è bisogno di molto tempo per rispondere alla domanda che lei pone, su come godersi la vita.

L'ansia sociale che descrive sembra essere un ostacolo significativo per lei, influenzando profondamente la sua capacità di interagire con il mondo. La sua terapeuta le propone l'esposizione graduale come metodo per affrontare l'ansia sociale, e questo è un approccio che può essere molto efficace, ma che richiede tempo, pazienza e una forte motivazione.

A volte, piccoli obiettivi personali possono diventare la base per costruire una motivazione più grande, che lei al momento sente di non avere. Potrebbe essere utile lavorare su questo aspetto con la sua terapeuta, cercando di identificare anche i più piccoli interessi o aspirazioni che possano essere coltivati nel tempo.
La sua esperienza con la terapia cognitivo-comportamentale e il conseguimento della patente sono risultati significativi. Anche se sembrano piccoli traguardi, rappresentano progressi reali e concreti. Continuare a costruire su questi successi, anche minimi, può aiutarla a recuperare un senso di competenza e di fiducia in sé stesso.

Si legge che lei prova il desiderio di lasciare la terapia quando sente di non ottenere i risultati sperati. Tuttavia, vorrei incoraggiarla a discutere apertamente di queste preoccupazioni con la sua terapeuta. Potrebbe essere utile esplorare se ci sono altre modalità terapeutiche o approcci che potrebbero essere più adatti a lei. A volte, trovare il giusto terapeuta o metodo può fare una grande differenza.

Cordialmente,
Dott.ssa Diana Sala

Dott.ssa Diana Sala Psicologo a Milano

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16 MAG 2024

Buongiorno Andrea,
ho letto la sua richiesta d'aiuto e devo dire che sono rimasta molto colpita dal fatto che nonostante le difficoltà che ha affrontato, in soli 23 anni è riuscito a rialzarsi molte volte. Questo mi porta alla sua richiesta di consigli, rispetto al fatto che sente di non avere più un motivo per vivere, forse dovuto alla mancanza di motivazione.
Io mi chiedo se lei sia veramente consapevole del fatto che ogni volta che è ripartito aveva sempre una motivazione nuova, come una fidanzata o il conseguire un diploma o la patente e molto probabilmente tante altre motivazioni di cui non si rendeva conto.
Secondo lei è possibile che il momento di abbattimento che sta vivendo non sia dovuto da una carenza di motivazione, ma dal fatto che questo periodo sia stato più faticoso degli altri?
Porti queste riflessioni dalla sua terapeuta e non si dia per vinto nel continuare il suo percorso.
Resto a disposizione per ogni chiarimento,
un caro saluto,
dott.ssa Bianchi Eugenia

Eugenia Bianchi Psicologo a Pordenone

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16 MAG 2024

Gent.mo Andrea,
chi è che può arrivare ad un affermazione così definitiva come "sono troppo debole per questo mondo". A 23 anni si è in fase di rafforzamento se penso ai miei di 23 anni le assicuro che oggi sono una persona diversa. Dunque la domanda potrebbe essere, posto che mi sento debole in questo momento cosa potrei fare per rafforzarmi?
Un cordiale saluto e in bocca al lupo
EG

Dott. Eliseo Ghisu Psicologo a Quartu Sant'Elena

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16 MAG 2024

Salve Picco, scrive di non essere capace di vivere dopo tutto questo racconto di vita?....lei ha già vinto ed è stato capace di arrivare sino a noi e di chiedere comunque ancora dei consigli...tutto questo si può fare solo con tanta motivazione, solo che lei non ha ancora dato un nome a questa motivazione. Il suo racconto è un elenco di qualità ed abilità che lei ha ma che non sa come usare, è stato capace sempre e comunque di rialzarsi, mi creda....non è da poco e non è da tutti....è vero che ha già provato con percorsi diversi ma non sarebbe nè il primo nè l'ultimo che dopo ripetuti tentativi trova il percorso più adatto per poter cresce e migliorare. Del resto ogni professionista ha la sua impostazione, il suo metodo ed il suo modo per approcciarsi al paziente e quindi deve trovare quello che meglio le si adatta. Ne parli con la psicoterapista del fatto che non sta trovando quello che cerca da questo percorso, spesso non ne abbiamo il coraggio ma è necessario anche per avere il massimo beneficio, Nell'eventualità che la situazione non si sblocchi mi contatti pure senza impegno in modo da poterle dare qualche consiglio sul da farsi.
Un saluto.
Marina

Dott.ssa Marina Brusadelli Psicologo a Cisano Bergamasco

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16 MAG 2024

Ciao! Ho letto con molto interesse la tua storia e mi sento di dirti innanzitutto che nonostante tutto hai solo 23 anni e una vita davanti in cui può cambiare davvero tanto. Mi sembra che il fattore comune che tiene insieme tutto il tuo racconto sia immagine che hai di te, che ha bisogno sempre di rispecchiarsi in qualcuno/qualcosa per acquisire un valore. E invece forse sarebbe utile concentrarti a trovare in te un valore "intrinseco"; che non significa amare sé stessi sempre e comunque (retorica alla quale non credo molto), ma imparare a perdonarsi, a fare ironia sui propri difetti, a voler bene i propri limiti e a gioire anche delle piccole soddisfazioni. Sarà un lavoro lungo e faticoso ma vedrai che poi le cose belle verranno da sé, perché non avranno il peso di dimostrarti quanto vali ma avranno un valore intrinseco anch'esse.
Spero di esserti stato d'aiuto.
Saluti
Dott. Gianmario Galano

Dott. Gianmario Galano Psicologo a Salerno

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16 MAG 2024

Buongiorno Andrea,
Nelle sue parole sento motivazione e voglia di riscatto ma mi chiedo, in tutti questi anni di terapia ha mai capito realmente da dove derivano i suoi blocchi e "l'incapacità di godersi la vita"?
Un caro saluto, Annette

Annette Aversano Psicologo a Ischia

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16 MAG 2024

Gentile Andrea,
Lei ha vissuto questi suoi anni con molta forza e coraggio e infatti è riuscito a superare in più momenti gli ostacoli frapposti. Da come scrive si percepisce una sua sensibilità molto alta e questo indica la presenza di un mondo interiore molto ricco. Che lei soffra di ansia sociale, non è questo un blocco impossibile da superare. Sembra invece che lei si sia abbattuto e sia entrato in un giro depressivo che può sicuramente arginare. Sembra che lei si senta inadeguato, ma in realtà possegga molti strumenti per essere in grado di rispondere alle situazioni complesse della vita. A volte il complesso è più semplice del semplice. Io credo che lei dovrebbe intraprendere una terapia dialogica che si metta in ascolto dell’ inconscio tramite analisi di sogni e fantasie. Infatti da ciò che racconta, non emergono altri dati di vita familiare e d’infanzia, forse una maggiore riflessione su questo dovrebbe pur esserci, poiché forse in altra origine è da ricercarsi la motivazione allo sviluppo di tante paure. Per quel che riguarda il numero delle terapie, non si preoccupi perché gli incontri importanti sono pochi ma da quei pochi si trae nutrimento psichico prezioso che può dare la svolta ai passaggi esistenziali. Coraggio dunque! La strada è interessante e lei ha molte risorse per intraprenderla. Un caro saluto.
Dott. Pietro Salemme

Dott. Pietro Salemme Psicologo a Roma

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