Soffro di ossessioni e non riesco a uscirne nemmeno con la psicoterapia

Inviata da Gianni · 8 mag 2024 Disturbo ossessivo compulsivo

Salve, soffro di un'ossessione molto strana. Verso i 21 ho lasciato casa perché non tolleravo più la pesantezza di mio padre. Ero arrivato a un punto in cui se stavo fuori da casa avevo benessere, se stavo dentro stavo in allerta che potesse litigare con mia mamma e mi saliva l'ansia. Stavo con le antenne. Poi però feci il pensiero "se poi però torno a casa ristarò male", quindi maturai la credenza che non potevo stare tranquillo se poi mi aspettava quel malessere. E nacque quell'orribile sensazione che mi continua a perseguitare all'età di 28 anni. Lasciata casa stetti meglio ma mi sono portato dietro un disturbo che si è ingigantito specialmente negli ultimi anni. Ad esempio mi nacque la paranoia che mentre lavoravo in un posto vicino ad un ferramenta, potessi incontrarlo e provare ansia, quindi entrai in un loop di mesi orribile in cui il pensiero si riproponeva all'infinito, non consentendomi di stare sereno ma al contrario sempre affaticato e imparanoiato. Di per sé non ho un brutto rapporto con lui e sono in grado di gestire e anche di poter godere della sua compagnia, ma ho questo trauma che ha intaccato la mia sensibilità e il mio lato bambino non regge. Quindi la mia vita è come una galera in cui tutti i collegamenti legati a dove potrei incontrare mio babbo non so gestirli anticipatamente. Non ho problemi a incontrarlo se lo decido sul momento. Ho problemi quando so che potrebbe esserci un'attesa. Ho provato a tornare indietro, a lavorarci ma sono comunque peggiorato e se riesco a superare una paranoia ecco che ne ne sbuca un'altra pronta a tormentarmi, facendomi stare in uno stato infernale in cui non mi sento in grado di condurre una vita normale. Non è un'ansia regolare, è l'ansia di provare ansia, che mi mette in uno stato di chiusura, dolore fisico, malessere. Ho provato di tutto e nulla sembra funzionare, nessun terapeuta sembra riuscire a darmi una soluzione e la cosa mi spaventa perché in questa situazione non mi sento capace di poter avere un futuro. Mi arrangio come posso ma peno di ansia da morire. Dai 27 anni, fino ai quasi 29 anni la cosa è drasticamente peggiorata e non so più cosa fare.

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Miglior risposta 9 MAG 2024

Caro Gianni,
mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo.
Per poterla davvero aiutare però necessiterei di una serie di informazioni per comprendere meglio come funziona il problema che si è costruito. Comprendendo cosa lo mantiene in vita e smantellando perciò tutto ciò che lo sorregge se ne può uscire. Le chiedo perciò di pensare e scrivere tutto ciò che ha fatto per provare a gestire il suo problema che lo ha alimentato o che non ha funzionato ma che nonostante ciò continua a fare.
Se volesse approfindire la aspetto volentieri per una consulenza online
Un caro saluto
Dott.ssa Vita

Dott.ssa Antonella Vita Psicologo a Padova

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9 MAG 2024

Buongiorno Le consiglio una psicoterapia Edmr per superare i traumi che ha avuto.
Dottssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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9 MAG 2024

Non credo che sia un meccanismo ossessivo. Da piccoli, discussioni ripetute e "violente" (anche verbalmente) possono generare un vero e proprio trauma. Alcuni psicologi hanno cercato di classificare le esperienze che, vissute durante l'infanzia e l'adolescenza, possono lasciare traccia, ovviamente in negativo: queste esperienze vengono chiamate ACEs (Adverse Childhood Experiences). In casa viveva uno stress cronico e senso di impotenza, per caso? Quanto erano dure queste discussioni tra papà e mamma? Consideri che la nostra mente lavora per associazioni, dunque la figura inattesa (senza preavviso che innesca la risposta difensiva) di suo padre o di qualcosa che lo ricorda, possono generare ansia.
Le opzioni terapeutiche migliori che mi vengono in mente sono la terapia individuale che lavori sulle risorse e sull'ansia nello specifico e se i suoi genitori sono d'accordo una psicoterapia sistemica.

Susanna Mattoccia Psicologo a Roma

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9 MAG 2024

Buongiorno Gianni.
Percepisco molta sofferenza e malessere nelle tue parole e mi dispiace per questo.
Descrivi la tua problematica come "l'ansia di avere l'ansia": è una cosa molto comune, che presentano moltissimi pazienti... e dice molto sulla sofferenza che provi. Anche se ti sembra di impazzire, non è così: il tuo stato costante d'allarme, costellato da infinite e ripetute preoccupazioni è sintomo di un disagio che probabilmente deve essere indagato e compreso ancora meglio.
A me piace sempre dire che l'ansia è "un'amica"; capisco che inizialmente questa frase stoni molto al paziente, che in realtà si vorrebbe liberare da quest'ultima il più in fretta possibile. Ma l'ansia ci porta un messaggio, cerca di farci capire, anche e soprattutto mettendoci paura, quanto stiamo male; ci sta dicendo che stiamo guardando il problema dalla parte "sbagliata" o da una parte in cui non troveremo grandi significati e/o soluzioni.
L'ansia non è una nemica: ci vuole bene e vuole che torniamo a funzionare al meglio delle nostre possibilità.
Accettarlo però non è semplice e capisco che quello che sto dicendo può non essere compreso fin da subito.
A tutto c'è una soluzione, sempre. Non c'è nulla che non si possa risolvere.
Nelle ultime righe della tua richiesta dici che "nessun terapeuta sembra darti una soluzione": i terapeuti non danno soluzioni, ma creano assieme (proprio come in un gioco di squadra) al paziente la strategia più funzionale per affrontare tutto: cucita perfettamente su misura per te!
Il futuro ti sta aspettando; adesso però è il momento di affrontare il passato una volta per tutte con occhi diversi e strategie alternative.
Non smettere di provarci, sei pieno di voglia di cambiare; questa è una grandissima risorsa, per niente scontata!
Buona fortuna!

Dott.ssa Benedetta Micheletti Psicologo a Lunata

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9 MAG 2024

Buongiorno Gianni,
Come chiaramente racconta il suo malessere e collegato al tema del rapporto con suo padre.
Ha trovato una via d'uscita cercando di contenere l'ansia come meglio ha potuto lasciando l'ambiente familiare ,ma è come se stesse fuggendo a un tema molto caldo e che le causa sofferenza .
Sarebbe interessante poter approfondire alcuni aspetti che riguradano il suo malessere e il rapporto con suo padre per poter essere accompagnato da un terapeuta a stare a contatto con cio' che riguarda la sua sofferenza , e fare un lavoro terapeutico integrale e trasformativo su tutti i livelli che le consenta di poter vivere serenamente e libero da questo pesante bagaglio che si porta in questo momento della sua vita .
La invito a poter valutare un percorso terapeutico con approccio integrale che lavori nel profondo e che la accompagni a esplorare il suo malessere anche fisico , perche il corpo e' un grande campanello d'allarme che ci richiama ad essere pronti per una trasformazione interiore in consapevolezza.
Pe ulteriori approfondimenti e info non esiti a contattarmi
Sono disponibile anche online .
Cordialmente .
Dr.ssa Alessandra Petrachi


Dott.ssa Alessandra Petrachi Psicologo a Rimini

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9 MAG 2024

Buongiorno,
ho letto attentamente la sua problematica e la sua richiesta d'aiuto.
Lei ha definito il suo problema come disturbo ossessivo compulsivo ma al di la della diagnosi che andrebbe ovviamente indagata e confrontata con sistemi di classificazione e ed eventualmente test, bisognerebbe cercare di andare oltre.
Mi piacerebbe sapere che tipo di terapie lei ha gia' affrontato e quali sono stati gli strumenti proposti.
Ritengo importante indagare il rapporto che lei ha con suo padre e il significato di questo rapporto e ovviamente la sua storia personale. A volte intorno agli eventi o situazioni del nostro quotidiano costruiamo attorno appunto delle credenze patogene che ci procurano malessere e ci impediscono un benessere.
E' importante poi sottolinerare quanto lei ha descritto proprio esattamente come funziona il meccanismo dell'ansia, che ricordiamo essere un'emozione di tutti, spesso nostra alleata in quanto ci ha permesso in modo adattivo di arrivare proprio fino ad oggi superando gli ostacoli e i pericoli che si incontrano normalmente nella nostra vita.
E' pero' importante anche comprendere il meccanismo dell'evitamento che spesso si mette in atto per non confrontarsi con questa emozione ma che porta come conseguenza ad un consolidamento dell'emozione negativa e sempre piu' ad un suo ingigantimento ed una graduale e crescente riduzione della zona di confort.
Non confrontarsi con le emozioni negative e riuscire a tollerare quelle sensazioni che ricordiamo essere sempre momentanee, ci toglie spazio di autonomia e ci confina sempre in spazi sempre piu' piccoli, mantenendo e alimentando la problematica.
Se ne vuole parlare resto a disposizione.
Cordiali saluti,
Federico Ciccarelli

Dott. Federico Ciccarelli Psicologo a Roma

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