Ho 30 anni e non mi sento realizzato

Inviata da Paolo · 1 mag 2024 Autorealizzazione e orientamento personale

Ciao a tutti, come già detto ho 30 anni e sin da quando ne avevo 16 ho lavorato come parrucchiere e devo dire che è stata la mia passione per più di un decennio .
Ho cominciato a Napoli, dove sono nato, per poi a 20 anni trasferirmi in Inghilterra, a Londra, dove nel giro di un paio di anni sono diventato un professionista a tutti gli effetti.
Dai 20 ai 25 anni mi sono estremamente impegnato e armato di volontà e coraggio, ho fatto tanti tanti sacrifici per costruire intorno a me una figura professionale solida e l'essere umano che volevo essere.
All'età di 27 anni anni ero all'apice della mia carriera, guadagnavo abbastanza da potermi togliere tutti gli sfizi che volevo, tipo una vacanza ogni 3 mesi, potevo uscire e pagare la cena ad una donna o un amico, insomma, ai tempi ero abbastanza soddisfatto di quello che avevo e quello che stavo costruendo.
Nel novembre 2021 accade qualcosa, una mattina mentre ero in bici per andare a lavoro , un van mi ha investito, facendomi fare un volo di qualche metro.
Io perdo conoscenza per qualche minuto prima di svegliarmi su una barella in autoambulanza, fortunatamente, non mi sono rotto o fratturato niente e cavandomela con qualche ematoma e taglio fui dimesso dall'ospedale stesso quel giorno.
Il mio calvario ha inizio dopo l'incidente poiché ho cominciato ad accusare dolori alla schiena e alla sciatica e questo mi ha portato a fermarmi dal lavorare per 2-3 mesi .
Rientrato a lavoro dopo questo lungo stop ho cominciato ad essere meno produttivo del solito, ad esempio, prima dell'incidente riuscivo a fare 5-6 clienti al giorno e invece dopo l'incidente solo 3 clienti al giorno.
Nonostante avessi dolori fisici, sono subentrati gli attacchi di ansia e di panico perché mi sentivo in colpa di non essere più capace e produttivo come prima, in più ho cominciato ad avere problemi con il manager del salone che in pratica mi disse " o torni produttivo come prima oppure quella lì è la porta" .
Ovviamente , io ho spinto per ritornare ad essere produttivo come una volta ma purtroppo non ci sono riuscito e cosi ho provato a cambiare salone, ma ogni volta che facevo più di 3 clienti al giorno, mi servivano almeno due giorni a casa per lo sforzo sia fisico che mentale.
Oggi sono disoccupato, e ho paura di lavorare nei saloni perché mi ritengo inaffidabile e non abbastanza produttivo per via di tutto questo.
Sto cercando di capire cos'altro mi piacerebbe fare siccome il parrucchiere l'ho sempre fatto con amore, passione e dedizione ma ho un blocco e una paura che è difficile superare.
Dulcis in fundo, oggi verso in una situazione economica pietosa, mi vergogno quasi a dirlo ma devo badare ad ogni centesimo che spendo mentre i miei coetanei mettono su attività e famiglia, io mi sento un fallito.
Scusatemi per la lunghezza del testo e che non è facile raccontare 10 anni in due righi, e sono anche sicuro di aver mancato qualcosa ma in fondo le cose più importanti le ho scritte.
A chi è arrivato fin qui ringrazio per aver letto la mia storia .
Qualsiasi consiglio/opinione è ben accetto.

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Miglior risposta 2 MAG 2024

Buongiorno Paolo
Dalla sua storia sembra che lei abbia un gran senso del lavoro inteso come impegno e sudore, del sacrificio per raggiungere gli obiettivi, volontà e coraggio come quello che ci vuole per lasciare la propria città e spostarsi ripartendo da zero.
Questo potrebbe essere stato sostenibile perché in qualche modo la sua persona era pronta e disponibile ad affrontare tutta la gavetta e l’esperienza fatta lavorativa e umana.

Probabilmente l’incidente è stato qualcosa per il quale lei non era preparato, un imprevisto troppo forte che ha messo in crisi la sua capacità di sostenere la difficoltà, lo stress, la paura che nel corso della sua vita ha sempre trovato il coraggio di affrontare.
Probabilmente inconsapevolmente ha tirato la corda tentando di ritornare come prima, senza prendersi cura della sua parte che era in difficoltà creando questo blocco in cui la sua vita anche lavorativa è venuta meno.
Oggi il suo problema è che è disoccupato e ha paura, non che “è inaffidabile” pensare questo di lei non lo aiuta. Sarebbe necessario un percorso di psicoterapia perché ha bisogno di prendersi cura delle sue difficoltà con l’obiettivo minimo di recuperare il lavoro e l’autonomia economica.
Per l’intelligenza che sembra avere, è un peccato fermarsi ad essere una macchina di produttività.

Rimango a disposizione per un colloquio, per il quale terrei conto della sua reale difficoltà economica.
Dott.ssa Lara Parente

Dott.ssa Lara Parente Psicologo a Caserta

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4 MAG 2024

Gentile Paolo, sarebbe da capire quanto, l'incidente che le è capitato abbia avuto conseguenze oggettive sulla sua prestazione lavorativa, oppure se la causa del suo disagio sia piuttosto riconducibile alla paura causata dall'evento stesso. In altre parole, potrebbe trattarsi di PTSD, ovverosia un disturbo da stress post traumatico , che lei non è riuscito a superare e che è andato ad impattare sulla sua paura di non essere più in grado di raggiungere le performance del passato. Chiaramente, la mia è soltanto un'ipotesi, poiché bisognerebbe conoscere bene la situazione; tuttavia un suggerimento che sicuramente è adeguato ed oltremodo necessario è che lei intraprenda un percorso di psicoterapia ed affronti il problema in modo da comprendere il motivo del suo disagio e riprendere in mano la sua vita professionale e non solo, o come parrucchiere o realizzandosi in altro modo, ma sempre nel rispetto delle sue passioni e aspirazioni più profonde. Le faccio tantissimi auguri e rimango a disposizione per ulteriori informazioni e consigli.
Dott.ssa Daniela Noccioli.

Dottoressa Daniela Noccioli Psicologo a Cascina

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2 MAG 2024

Caro Paolo,
la ringrazio per aver condiviso con noi la sua storia. Credo che ciò che è successo l'incidente, i problemi fisici e i problemi sul lavoro l'abbiano portata ad a costruirsi un'immagine negativa di sè e a considerare solo le sue fragilità e invece a non vedere i suoi punti di forza. Spesso è più ciò che crediamo di noi ad influenzarci piuttosto che le risorse oggettive che abbiamo. Come ci percepiamo influenza il nostro modo di comportarci e le nostre performace/produttività.
Credo inoltre che non si sia dato l'opportunità di elaborare il trauma che ha subito ( mi riferisco all"incidente).
Come vede queste sono le cose con cui nel concreto potrebbe lavorare con uno psicologo per uscire dal tunnel e riprendere una vita serena e soddisfacente.
Resto a disposizione anche online per iniziare un percorso, offrendole la possibilità di effettuare un primo colloquio conoscitivo gratuito.
Un caro saluto
Dott.ssa Vita

Dott.ssa Antonella Vita Psicologo a Padova

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2 MAG 2024

Caro Paolo, da quello che mi arriva mi sento di incoraggiarla a cercare un nuovo lavoro che possa appagarla al pari di quello che faceva prima. Non è colpa sua ma l'incidente le ha causato problemi fisici che la ostacolano. Nel caso volesse poi affrontare anche i temi legati all'ansia e alla sensazione di essere un fallito resto a sua disposizione per un percorso (anche online). Le faccio un grosso in bocca al lupo e le auguro una buona serata.

Dott. Nicola Villani Psicologo a Pavia

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2 MAG 2024

Gentilissimo Paolo,

vorrei esprimere la mia ammirazione per la determinazione e la passione che ha messo nel suo lavoro, è bello quando si riesce a fare di una propria passione anche un punto di sviluppo professionale. È evidente che ha affrontato delle sfide significative, soprattutto dopo l'incidente che ha vissuto, e per questo merita rispetto.

È comprensibile che dopo un evento così traumatico abbia avuto difficoltà fisiche e emotive. Certo, la grinta che ha messo nel suo lavoro è una valida risorsa da tenere stretta.

Quando ci troviamo a doverci re-inventare sul piano della nostra professione, può tornarci molto utile formarsi in settori diversi o acquisire nuove competenze, ma anche esplorare altre passioni o interessi che possono trasformarsi in nuove opportunità di lavoro. D’altra parte, se il mondo della parrucchieria è stato una passione così radicata in lei, forse potrebbe darle ancora qualcosa, se lei da’ a questo mondo un’altra opportunità.

Quando passiamo dei momenti difficili, a volte rischiamo di sorvolare sul coraggio che abbiamo dimostrato nel superare le sfide che ci hanno messo davanti e lo diamo un po’ per scontato. Le auguro di poter riconoscere quel coraggio e di essere gentile con sé stesso mentre esplora nuove strade e prende decisioni per il suo futuro.

Siamo qui qualora desiderasse ricevere il supporto professionale per affrontare questo momento.

Un caro saluto.

Dott. Giorgio Maggiacomo Psicologo a Bologna

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2 MAG 2024

Buongiorno Paolo,
L’incidente che lei ha avuto è stato sicuramente una concausa di questi sintomi che sembrano a tutta prima psicogeni, ovvero di natura essenzialmente psichica. Non è facile rimettersi da un trauma del genere, perché può crearsi un gap ovvero uno spazio temporale in cui la coscienza è interrotta proprio dall’incidente occorso e ciò può produrre uno stato psichico particolare che può voler essere elaborato. Quindi io consiglierei dei colloqui psicologici che esplorino questo ambito traumatico. Penso che le farebbero molto bene. Molti dei sintomi da lei descritti potrebbero rientrare. Poi se vorrà potrà continuare con una psicoterapia.
Buon lavoro
Dott. Pietro Salemme

Dott. Pietro Salemme Psicologo a Roma

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2 MAG 2024

Buon pomeriggio Paolo,

Grazie per aver condiviso la sua storia qui.
Talvolta i tentativi che vengono messi in atto per risolvere un problema non fanno altro che complicarlo.
Servirebbero sicuramente ulteriori elementi da analizzare per comprendere bene la situazione, ma è come se avesse vissuto un'esperienza traumatica (l'incidente) che ha segnato una linea di demarcazione tra un prima e un dopo. Da lì, si è instaurato il meccanismo dell'ansia che tutt'ora l'accompagna, ma anche la paura di non riuscire a fare ciò che ama così tanto, ovvero la tua professione. Non deve essere presa con leggerezza nemmeno la sensazione di fallimento che nutre.
Sappia che scegliere di intraprendere un percorso terapeutico potrebbe essere la chiave di blocco, per ritornare a vivere, liberandosi
definitivamente dall'ansia che la mantiene in trappola.

Resto a disposizione.
Un caro Saluto,
Dott.ssa Gloria Casella

Gloria Casella Psicologo a Patti

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2 MAG 2024

Ciao. Innanzitutto complimenti per tutto quello che hai costruito e sei riuscito a realizzare .
L’incidente è stato un evento che sicuramente ha smosso qualcosa in te e ti ha procurato la permanenza di dolori fisici.
Forse è stata una possibilità che ti sta permettendo di ridefinire te stesso e la tua vita, ponendo in te nuove domande possibilmente da condividere in un percorso di psicoterapia del profondo.
Alcune volte è importante fermarsi , accettare le mancanze che si hanno e riconoscerle come parte integranti della nostra maturazione. Questa situazione ti sta portando a fare esperienza di un te diverso ma anche pronto a creare una nuova realtà nella quale puoi stare molto bene , in cui ti muovi verso il tuo desiderio.
Credo che le domande che ti poni siano importanti tanto da darti la possibilità di dare loro parole per raggiungere nuovi significati . I periodi passano , si trasformano sulla scia del nostro desiderio , l’importante è avere spazio per la creazione di qualcosa di nuovo.

Dottoressa Camilla Guccione Psicologo a Roma

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2 MAG 2024

Caro Paolo,
innanzitutto grazie per aver condiviso qua la sua storia.
Non ho ben capito se ciò che le impedisce di svolgere il suo lavoro come prima è più uno stato fisico (dovuto all’incidente) o uno stato mentale.
Ciò che le posso dire è che le emozioni, tutto ciò che noi proviamo dipende da come pensiamo e interpretiamo una situazione. Perciò se ho standard molto/troppo alti, difficili da raggiungere ogni volta che non li raggiungerò penserò di essere un fallito e il mio umore si abbasserà, oltre al fatto, nel suo caso, di un aumento dell’ansia.
Siamo portati a dare per veri al 100% i primi pensieri/interpretazioni che diamo ad una situazione, ma non è così, spesso sono errori di ragionamento che ci fanno stare male.
In questo caso servirebbe andare a vagliare la veridicità dei suoi pensieri oltre che ad imparare delle tecniche di rilassamento per abbassare lo stato ansioso.
Spero di averle dato uno spunto di riflessione,
Dott.ssa Giada Valmonte

Dott.ssa Giada Valmonte Psicologo a Genova

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2 MAG 2024

Gentile Paolo, purtroppo i sentimenti e le ansie che descrive sono comuni ai pazienti che soffrono di dolore cronico: piano piano si inizia a rinunciare sempre a più cose, dal lavoro alle attività piacevoli, sia per il dolore che per la paura di averlo e, conseguentemente, di dover stare a riposo i giorni successivi.
Quello che spesso faccio con i miei pazienti è distinguere tra il dolore effettivo ("puro", fisico) e quello sporco, ossia quello generato dai pensieri e dalle ansie relative al dolore (es. non essere più produttivo). Ciò che sicuramente le gioverebbe è un percorso psicologico, preferibilmente ad indirizzo cognitivo-comportamentale per la gestione dell'ansia, o anche un percorso di mindfulness e Acceptance and Commitment Therapy per la gestione del dolore cronico. C'è un libro molto utile, chiamato "Ritrovare la forza" di Dahl e Lundgren, che nasce come manuale di auto-aiuto per questo genere di problematiche e si basa sull'Acceptance and Commitment Therapy.
Rimango a disposizione,
Cordiali Saluti
Dott.ssa Francesca Gastaldo

Dott.ssa Francesca Gastaldo Psicologo a Milano

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2 MAG 2024

Salve! Ho letto con interesse la sua storia, mi chiedevo quanto della sua "improduttività" fosse dovuta ad un malessere fisico dovuto all' incidente e quanto al malessere psicologico dato dalla percezione di "non essere produttivi". Perché da un lato è vero che se la vita ci riserva spiacevoli imprevisti dobbiamo trovare la forza di essere resilienti e sopravvivere alle conseguenze, dall' altra parte se siamo noi stessi ad identificarci e a darci valore solo nel segno della "produttività", il danno all' autostima può generare conseguenze psicologiche più "invalidanti" dei dolori fisici. Le auguro il meglio!

Dott. Gianmario Galano Psicologo a Salerno

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