Lo psicoterapeuta puo'avere delle preferenze su alcuni pazienti

Inviata da Lidia · 4 lug 2013 Orientamento professionale

Salve
sono in terapia da quasi 8 mesi ,sto facendo un percorso di psicoterapia analitica,ho incontrato una psicoterapeuta con la quale e'nata un'empatia sin da subito.
piu' volte nel corso di questi mesi ho scorto nei suoi occhi tanta emozione suscitata dalle mie parole.credo si sia manifestato un attaccamento affettivo da ambedue le parti faccio un po'di fatica a mantenere "le distanze" ,mi capita di pensarla spesso ed anche al di fuori del contesto terapeutico sento a volte l esigenza di chiamata anche solo per sapere come sta ma non lo faccio perche'so che non sarebbe produttivo ai fini della terapia stessa.
Ultimamente a seguito di una seduta molto toccante per gli argomenti trattati,la mia terapeuta si e' emozionata tanto e mi ha confessato che nonostante passano tante storie e persone dal suo studio ,con me e'diverso,sente anche lei un coinvolgimento emotivo non indifferente e poi mi ha fatto i complimenti per la bella persona che sono.
sono stata felice e spiazzata e mi chiedevo in che modo lo psicoterapeuta gestisce queste emozioni ?
seppure sente un attaccamento diverso verso alcune persone ,deve cmq mantenere la neutrality'? e poi ancora ..al di fuori delle sedute anche gli psicologi pensano ai loro pazienti o ad alcuni in particolare?
vi sarei grata qualora mi rispondeste.
Grazie .

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Miglior risposta 7 LUG 2013

Una relazione è fatta sempre da due persone. E il terapeuta è una persona. Quindi ascolta, prova, empatizza, sente, pensa. E il sentire riguardo ai suoi pazienti, le sue "persone" non si esaurisce certo nello spazio confinato della terapia.
Impara a gestire e non farsi travolgere (il che renderebbe impossibile il lavoro terapeutico) con un lavoro continuo su se stesso. La terapia personale e le supervisioni.
Non so se ha visto "in treatment", la serie televisiva sul mondo della terapia. La lascio con le parole del dott.Mari, interpretato da Sergio Castellitto: " non posso aiutare una persona che non amo. In ogni paziente trovo qualcosa che me lo fa amare, altrimenti non potrei aiutarlo."
Un caro saluto.
dott. Oscar Travino

Dott. Oscar Travino Psicologo a San Giorgio a Cremano

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8 LUG 2013

Prima di essere psicoterapeuta il professionista è comunque una persona come tutte le altre ed è del tutto normale che abbia particolari risonanze emotive con alcuni pazienti che per tanti motivi possono fungere da "specchio" a parti "non risolte" o comunque a echi interiori che poi si manifestano con "preferenze" più o meno consapevoli. Il percorso professionale dello psicoterapeuta prevede un percorso personale di terapia proprio per cercare di conoscere le proprie dinamiche interiori ed evitare nell'ambito terapeutico di confondere "ciò che è proprio con ciò che non lo è". Lo psicoterapeuta dovrebbe saper gestire (in quanto esperto delle relazioni umane) situazioni ed eventi emotivi che prendendo atto nel lavoro con il paziente possono finire per destabilizzare anzichè agevolare il percorso di crescita e di aiuto.

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7 LUG 2013

Gentile signora Lidia,
ritengo che se lei si trova in un ambito terapeutico con un percorso di orientamento psicoanalitico è importante parli delle sue emozioni ed eventuali pensieri espressi qui al suo terapeuta che saprà meglio comprendere quanto riferito e quindi trovare una spiegazione funzionale all'interno della cornice terapeutica. Conviene parlarne direttamente, senza ritegno: fa parte del rapporto terapeutico in cui è preferibile non ci siano dubbi.
dr paolo zucconi psicoterapeuta e sessuologo comportamentale a udine

Dr. Paolo G. Zucconi (sessuologia clinica & Psicoterapia) Psicologo a Udine

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7 LUG 2013

Cara lidia,
nei confronti del terapeuta è possibile provare sentimenti che si provavano (nell'infanzia) nei confronti delle figure di riferimento...questo fenomeno è denominato transfert. E' sempre utile affrontare e parlare di tutto ciò con il terapeuta.

Cordiali saluti.

Dr. Antonio Cisternino

Anonimo-128762 Psicologo a Torino

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7 LUG 2013

Cara Lidia, iniziare a recuperare la fiducia in se stessi, grazie ad una persona competente e "umana", può scatenare sentimenti diversificati nei confronti di questa (riconoscenza, affetto, amore, bisogno di vicinanza ecc.). Se però questi sentimenti vengono vissuti con ansia, con preoccupazione e prepotentemente allora possono avere a che fare con il transfert o con lo sviluppo di una dipendenza verso l'oggetto per noi generatore di benessere. In questo caso è utile parlarne con la terapeuta. Vedrà che la aiuterà a ricollocare le emozioni nella giusta dimensione, senza svilirle o negarle. Un caro saluto. Dott.ssa S. Orlandini

Dott.ssa Sabina Orlandini Psicologo a Torino

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4 LUG 2013

buongiorno Lidia
il terapeuta pensa e riflette sulle sedute anche dopo che si sono concluse. è anche vero che il rapporto tra psicologo-paziente deve mantenere sempre una giusta distanza per essere funzionale alla riuscita della terapia.

cordiali saluti
dott.ssa Manuela Vecera

Dott.ssa Manuela Vecera Psicologo a Torino

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4 LUG 2013

Salve Dott.ssa ,grazie infinite per la sua celere risposta .Volevo
Chiederle se e'normale sentire la mancanza di questa terapista ,pensarla spesso ,attendere con ansia gli incontri e mi spaventa il fatto di non riuscire a staccarmi quando Sara'ora.credo questo percorso crei una dipendenza psicologica non indifferente e mi preoccupa il fatto di dovere in qualche modo dipendere da qualcuno.ho intrapreso questa strada perche'da piu'di un anno soffro di panico e ansia generalizzata e scavando a fondo ho individuato delle situazioni imputabili alla mia infanzia,così',via via ,passo dopo passo la tensione si sta smorzando ,ho notato dei cambiamenti in me e sono fiduciosa circa la buona riuscita del percorso.

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4 LUG 2013

Gentile Lidia, non è affatto strano che un professionista provi empatia ed affetto per un paziente anche se non parlerei tout court di "preferenza". Si tratta pur sempre di un rapporto tra persone e per di più intimo. Le emozioni riportate dal paziente possono toccare ed emozionare il terapeuta che, in ogni caso, deve essere deodontologicamente in grado di elaborarle e restituirle in modo produttivo. Cordiali saluti. Dott.ssa S.Orlandini

Dott.ssa Sabina Orlandini Psicologo a Torino

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4 LUG 2013

Certo cara Lidia che il terapeuta deve mantenere la neutralità e il distacco necessario ai fini della buona riuscita della terapia, anche se è pur vero che il terapeuta è anch'esso un essere umano e può affezionarsi alla storia di un paziente, ma questo non deve sfociare in amicizia fuori e dentro lo studio e che vada oltre la professionalità, altrimenti il lavoro viene reso vano!

Dott.ssa Angela Virone Psicologo a Agrigento

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