Aggressività e rabbia patologica: combatterle con l'assertività

Vi è capitato di aver a che fare con persone che si arrabbiano e diventano aggressive per un nonnulla? L'assertività è una tecnica psicologica che insegna a non dargli potere su di noi

15 SET 2015 · Tempo di lettura: min.
Photo by Gem & Lauris RK

Il bullo della scuola, la fidanzata che perde le staffe, il genitore che non sente ragioni o il collega che alza sempre il tono della voce, a tutti nella vita capita di incontrare una persona aggressiva o che vive perennemente arrabbiata. Il trucco per non farsi sopraffare è la tecnica psicologica dell'assertività, una tecnica che vi farà tirare fuori il meglio degli altri oltre che di voi stessi.

Cos' è la rabbia?

La rabbia è un'emozione, come la tristezza o la gioia che si attiva in seguito all'intervento di diversi stimoli interni od esterni all'individuo. Quando arriva il nostro corpo ci avvisa con i sintomi specifici che sono l'accelerazione del battito cardiaco, l'aumento della tensione muscolare, la sensazione soggettiva di calore e di irrequietezza. Questi sono dovuti all'attivazione del sistema nervoso autonomo e servono a predisporre l'individuo all'azione che , solitamente, è quella dell'attacco-difesa.

A determinare l'intensità e la durata della rabbia però interviene la nostra interpretazione cognitiva ...ossia quello che noi pensiamo quando siamo arrabbiati. Per esempio se una persona distrattamente ci rovescia una bibita sul vestito nuovo potremmo pensare "non lo ha fatto apposta.." oppure "che stupido..ma guarda questo..." vi sarà facile immaginare una diversa intensità di rabbia.

Quindi la rabbia è vista come una risposta emotiva ad uno stimolo che l'individuo considera provocatorio, quando viene vissuto come un ostacolo al perseguimento di un personale obiettivo, oppure quando ritiene di aver subito ingiustamente un torto o un danno.

In poche parole la funzione della rabbia è quella di avvisarci dell'esistenza di una minaccia alla nostra autostima, alla nostra libertà, alla possibilità di essere vittima di un'ingiustizia e la natura prepara il corpo per eliminare questa minaccia.

Perché ci si arrabbia?

Abbiamo detto che molto è determinato dalla percezione che l'individuo ha dell'evento che accade. Una rabbia è tanto più forte tanto più si valuta di aver subito un torto ed esso è ritenuto: intenzionale, malevolo, immotivato e compiuto da una persona che diventa indesiderabile. alcune ricerca hanno dimostrato che ci si arrabbia raramente nei confronti degli oggetti e più di frequente verso le persone, perché attribuiamo loro la consapevolezza e la volontà di arrecarci un danno. per arrabbiarsi meno sarebbe importante consapevolizzare quale danno temiamo, cosa ci turba prima di arrabbiarci...e poi affrontarlo in modo diverso. Facciamo alcuni esempi dei timori che portano un individuo ad arrabbiarsi:

  • Essere trattati male o essere costretti a fare qualcosa contro la propria volontà
  • Essere abbandonati
  • Venire delusi o traditi
  • essere usati senza saperlo
  • Sapere o credere di essere odiati
  • Subire attacchi fisici o verbali
  • Ricevere criticati
  • Sentire di avere fallito o timore del fallimento
  • Pensare all'ingiustizia nel mondo

Spesso è questione di capirsi

È stato dimostrato che le arrabbiature, cui facciano seguito opportune spiegazioni e occasioni di chiarimento, migliorano la qualità delle relazioni perché permettono di ottenere un aumento della comprensione e dell'affiatamento fra le persone coinvolte. Quindi il dialogo è sicuramente una buona medicina, ma ahimè, parlare con chi è arrabbiato non è facile!

Infatti parliamo ora di aggressività che possiamo definire come una modalità di esprimere la rabbia e che è ritenuta eccessiva, dannosa all'altro perché mina in qualche modo la libertà altrui o la dignità altrui; è un modo di sopraffare l'altro. Diverso è l'individuo violento che possiamo vedere come un estremo negativo dell'aggressività.

In generale nell' aggressivo possono esserci sia intenzioni "buone", ossia non malevole che puntano a ristabilire un equilibrio, a difendersi e di ottenere qualcosa di utile dall'altro oppure intenzioni malevole che mirano a rompere o peggiorare i rapporti con l'altra persona, che vogliono vendicarsi per un torto subito ed esprimere odio e disapprovazione.

La persona aggressiva la si riconosce poiché spesso viola i diritti altrui per trarne vantaggio, raggiunge i suoi obiettivi a spese degli altri, si intromette nelle scelte altrui, è esplosiva, imprevedibilmente ostile e irata.

Una modalità ritenuta molto efficace per comunicare con l'aggressivo viene chiamata in psicologia assertività ossia la capacità di:

  • Comunicare i nostri pensieri, opinioni, emozioni nel rispetto dell'altro.
  • Raggiungere i propri obiettivi senza offendere gli altri.
  • Esprimersi in modo chiaro ed autonomo.
  • Decidere per se stessa.
  • Per riuscire a reagire e comunicare con una persona aggressiva è importante avere consapevolezza di cosa questo muove in noi, quali sono le emozioni e i blocchi.

Ma di cosa abbiamo davvero paura?

Se temiamo che ci aggredisca o ci ferisca possiamo chiederci:

  • Il danno che mi procura è oggettivo, fisico, o solo immaginato?
  • Se anche succedesse come potrei affrontarlo?
  • Ma sono sicuro che questa persona ha questo potere o sono io a conferirglielo?

Questo punto è molto importante! Infatti, in molti casi, si tratta di conferire agli altri eccessivo potere ed importanza.

Le personalità remissive tendono a mettere l'altro sempre al di sopra, a sopprimere i loro bisogni per soddisfare quelli dell'altro. Chi si ritrova in questo profilo potrebbe lavorare sulla propria autostima, sul proprio diritto ad essere sereni, sul diritto di libertà.

È sano e fondamentale avere ben chiari i propri bisogni e darsi "il diritto di esprimerli e di realizzarli".

A volte basta solo un po' di coraggio in più, un po' di accettazione sul rischio che l'altro possa rifiutarci o ferirci, bastano tre regole generali e fondamentali:

  • Darsi il diritto di dire
  • Darsi il diritto di fermare l'altro
  • Darsi il diritto di interrompere il rapporto se dannoso

Esistono poi specifici training assertivi che insegnano come poter esprimere se stessi in modo efficace e rispettoso.

9 regole d'oro per la comunicazione assertiva

  • Formulare frasi in prima persona perché si parla di se stessi; usare verbi del tipo: "io penso", "io credo", "io voglio"; quando parliamo delle nostre esperienze interiori, idee, sensazioni ed emozioni è importante essere chiari e aperti. Lo scopo è di aiutare a conoscersi meglio e farci capire meglio dagli altri.
  • Utilizzare spesso frasi d'incoraggiamento, supporto e apertura "cosa ne pensi?", "tu come la vedi?".
  • Cerca di capire l'altro, non parlare d'intenzioni presunte, chiedi se non sei sicuro "..quando hai detto x cosa intendevi?", "..quando hai sbattuto la porta io ho pensato che era a causa mia ..è vero?".
  • Se fai una critica parla di comportamenti avvenuti, non generalizzare.
  • Non criticare direttamente la persona ma un comportamento "Quando dici questo sembri uno che vuole vendicarsi", "Quando fai x mi offendi molto".
  • Se hai sbagliato ammetti l'errore e mostrati disponibile al cambiamento.
  • Non rispondere in modo aggressivo, con il risultato di rinforzare lo stile aggressivo dell'altro.
  • Dopo una critica chiedere di chiarine il contenuto attraverso ripetute domande che richiedono all'altro una crescente chiarezza; lo scopo è di chiarire gli elementi su cui vi è disaccordo.
  • Ripetere il proprio punto di vista senza cambiare le parole e la qualità dell'eloquio proprio come un disco rotto, è una forma di difesa efficace quando l'interlocutore pretende di farci cambiare opinione oppure di manipolarci.

Se le difficoltà persistono e la comunicazione assertiva non è sufficiente, significa che ci sono blocchi psicologici che richiedono attenzioni specifiche. È consigliabile rivolgersi ad uno psicoterapeuta che possa aiutare.

Dott.ssa Ernesta Zanotti, psicologa e psicoterapeuta

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Scritto da

Dott.ssa Ernesta Zanotti

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Commenti 7
  • Mario Rossi

    che banalità. lei non ha mai avuto a che fare con persone che hanno in casa una persona con sbalzi di umore, condanne a "fucilazione" per sciocchezze, tragedie per inezie, attacchi ai sentimenti e all'esistenza della persona a cui viene rivolta contro la rabbia, parole oscene e amorali vuotate così fuori per niente in reazioni sproporzionate a cose accadute di poco conto o insignificanti. Provi ad avere a che fare con persone che si trovano in questa situazione e vedrà dei buchi neri, occhi inespressivi e senza sentimenti, malesseri generalizzati.

  • Vale

    Salve, mi sto trovando in una situazione lavorativa un po’ particolare. Ho dovuto lasciare del materiale al mio capo, per un lavoro, a condizione che non appena non sarebbe più servito mi sarebbe stato restituito. Sono andata a prendere il tutto, però mi è stato detto che al momento non lo trova più, per me non aveva solo un valore monetario … In questo caso come posso affrontarlo?

  • Vioricaflorentina

    Temo di tutto e tutti e cosi sono destinata a essere infelice. Il cervello si e distaccato di me. Non riesco a concentrarmi, non mi trovo le parole e mi isolo per non farmi vedere così.cosa succede?grazie

  • Aida hila

    Salve io ho 32 anni e tanti mi dicono la maniera come mi comporto ho il tono che fa pensare che sono aggressiva mi arrabbio subito non riesco a calmarmi. Sarà che ho avuto troppa violenza fisica nella vita e questo mi fa essere così vorrei cambiare essere più tranquilla ma non riesco cosa devo fare

  • mm

    Nessun accenno alla rabbia nei confronti di fatti che non si posspno modificare ma che vengono fatti subire? Esempio: la prepotenza e arroganza delle istituzioni, che organizzano eventi senza fregarsene del benessere dei residenti, costretti a subire rumori, odori e disagi a non finire solo perché così le tasche dei politici si possano riempire (le casse del comune è una barzelletta); il capufficio che ti minaccia più o meno esplicitamente, tenendoti in scacco e costringendoti a stare sul filo, se non vuoi proprio cedere e farti mettere sotto del tutto; coloro che trovano come unico modo di apparire in maniera decente il trovare i difetti negli altri e usarli al negativo per esaltare se stessi; coloro che se fregano di tutto e si beano della propria ignoranza, quasi fosse un pregio, facendo patire il prossimo a causa del loro egoismo cieco e becero; potrei continuare con n mila fattori sociali. A me sono questi a far arrabbiare e sì è ormai un malessere costante, ci sto male nel profondo. Come la mancanza di rispetto di chi in piena notte passa per strada strombazzando e svegliando tutti.. Questa gente mi fa infuriare anche perché so che non è possibile fermarla in alcun modo, men che meno con le maniere forti.

  • Elisa rais

    Rileggendo il mio commento ho notato degli errori gravi di ortografia che mi fanno vergognare un po’ me ne scuso saluti.

  • Elisa rais

    Buongiorno dottoressa l’articolo è molto interessante..e ho trovato Parecchi spunti da adottare... generalmente passo per una persona aggressiva che si adira per tutto.. ma il più delle volte il mio tono cresce in intensità quando mi appassiona alla discussione ho quando quasi al 100% ho ragione sull’argomento trattato... quello che veramente mi rende aggressiva è quando mi dicono stai calma e sopratutto quando chi lo dice ha il tono ‘aggressivo’ Quanto il mio e ancora quando l’oggetto della discussione si sposta sul Mio comportamento... allora li mi parte l’embolo.. mi adoro perdo completamente la calma per poi rimanerci molto male per poi piangere e sentirmi la solita arronza da compatire e essere presa per quasi pazza.. e sopratutto mi sento nuda nei miei comportamenti .. Non so se sono riuscita a spiegarmi Grazie mille saluti

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