Bullismo cosa fare?
Una breve presentazione del Bullismo e del Cyberbullismo: definizioni, storia, leggi per cominciare ad essere informati sul bullismo e cyberbullismo.
La necessità di legiferare su fenomeni di aggressione alla libertà personale e alla privacy, soprattutto dei minori, risale all'episodio di cronaca che, nel 2013, ha coinvolto Carolina Picchio, una studentessa di quattordici anni. Tale avvenimento ha avuto una risonanza mondiale ed ha scosso le coscienze del mondo adulto che si è strutturato a favore di azioni volte ad arginare fenomeni di violenza tra i giovani.
Per "cyberbullismo" si intende: "qualunque forma di «pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d'identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali a danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo" (Legge 29 maggio 2017).
Sono diverse, purtroppo, le storie di cronaca di bullismo e cyberbullismo che coinvolgono minorenni. Le vittime di abusi verbali, fisici o morali, subiscono delle conseguenze che sono alla stregua di traumi veri e propri per i quali si possono instaurare problematiche, o disturbi di carattere psicofisiologico. Anche gli autori delle azioni incriminate hanno una sorte simile per le conseguenze sia legali, sia morali che il loro agire può determinare.
Un terzo attore, che ha un ruolo importante nei fatti di bullismo e cyberbullismo, è rappresentato dagli ignari, o più o meno coinvolti spettatori. L'agire a sostegno degli atti di bullismo, come anche il non agire contro tali atti, determina delle conseguenze a sfavore della vittima di bullismo e mina le fondamenta della coscienza sociale del gruppo coinvolto.
L'obiettivo di chi agisce il bullismo, o il cyberbullismo, è di infliggere danni ad una vittima generalmente incapace di difendersi. Le modalità utilizzate possono essere così suddivise:
Bullismo fisico:
- atti aggressivi fisici diretti;
- danneggiamento della proprietà altrui;
- furto o sottrazione di oggetti.
Bullismo verbale:
- manifesto
- nascosto
Bullismo relazionale:
- sociale
- manipolativo
Cyberbullismo:
- Diffusione di calunnie e pettegolezzi agiti attraverso forme di comunicazione elettroniche
Si parla di dispetti e scherzi poco gentili, di aggressioni verbali o fisiche, di prese in giro più o meno plateali, dell'utilizzo di sms, messaggi, foto, video, e-mail, chat rooms, instant messaging, siti web e telefonate di disturbo.
Negli ultimi anni i fenomeni di bullismo e cyberbullismo hanno assunto dimensioni considerevoli e hanno ingaggiato dinamiche sempre più sofisticate traendo facili esempi soprattutto dai social media utilizzati indiscriminatamente e senza controllo adeguato da parte degli adulti di riferimento.
Che ci sia e debba essere libertà di espressione è sancito anche dalla Costituzione Italiana (Art. 21.). Tale libertà è tutelata in gran parte del mondo attraverso tante altre regolamentazioni. Ciò non toglie che una mancata educazione alla comunicazione assertiva spesso faccia sì che un commento personale si configuri di più come una critica distruttiva piuttosto che una personale opinione. Questo avviene sia nel mondo reale, sia nel mondo virtuale, sia tra i grandi, sia tra i più piccoli.
A volte, da parte degli adulti, si può riscontrare un atteggiamento di giustificazione in merito ad alcuni atti di bullismo, come se fossero azioni annoverabili a "ragazzate". Il confine, però, è molto sottile e senza una formazione adeguata, senza una conoscenza specifica su come agire nei confronti di incomprensioni verbali, o sfide fisiche si rischia di non avere chiaro quando si deve intervenire come difensori di vere vittime di bullismo e quando attivare delle azioni di correzione nei confronti di chi agisce gli atti di bullismo.
In ambito scolastico, la "sanzione giusta" prevista dovrebbe essere equa, ragionevole e proporzionata alla gravità dell'infrazione disciplinare commessa dando credito al "principio educativo fondamentale della comunità scolastica rappresentato dal contributo allo sviluppo di giovani personalità orientate alla legalità, nel rispetto di regole di convivenza democratica e dei doveri come responsabilizzazione dello studente all'interno della comunità di cui è parte" (Il Ministro Della Pubblica Istruzione).
La prevenzione e il contrasto efficace al bullismo e tutti gli atti di violenza fisica, o psicologica di cui sono protagonisti una parte di bambini e adolescenti, punta alla sinergia tra insegnati, dirigenti, personale tecnico e ausiliario che insieme rappresentano la struttura sociale e educativa della scuola nonché le famiglie in un ampio progetto di prevenzione del bullismo e cyberbullismo.Le informazioni pubblicate da GuidaPsicologi.it non sostituiscono in nessun caso la relazione tra paziente e professionista. GuidaPsicologi.it non fa apologia di nessun trattamento specifico, prodotto commerciale o servizio.
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