Emozioni autentiche e parassite: conosci le differenze?

Le emozioni autentiche sono quelle realmente provate in una determinata occasione. Quelle "parassite" (inautentiche) sono quelle che "vanno a coprire" quelle autentiche e non sono funzionali

14 LUG 2022 · Tempo di lettura: min.
Emozioni autentiche e parassite: conosci le differenze?

"Nella mia famiglia non si litigava mai. La rabbia era tabù! La mia mamma andava in ansia appena si alzava la voce e subito ci diceva: non litigherete mica, eh!".

Ci sono persone a cui è stato insegnato ad evitare la rabbia, mentre potevano più facilmente permettersi di essere tristi o impaurite. Per altri invece la tristezza era vietata: "Non c'è bisogno di piangere! Le bambine che piangono sono brutte!".

Di conseguenza ognuno di noi ha un rapporto diverso con ogni emozione: c'è chi vive a braccetto con la paura ma difficilmente si concede la tristezza, chi piange di dolore ma non esprime quasi mai la rabbia, e così via. In quasi tutte le famiglie ci sono delle emozioni che possono circolare più liberamente di altre. Ci sono emozioni più o meno permesse, ed altre invece più o meno vietate.

Per questo motivo a volte capita di sostituire un'emozione con un'altra. Se mi permetto la rabbia ma non il dolore, potrei perdere le staffe per una perdita, anziché provare tristezza, questa emozione però non è funzionale ad elaborare quella perdita e superare il lutto.

L'etimologia della parola emozione è da ricondursi al latino "emovère" ( ex = fuori + movere = muovere), e significa letteralmente " portare fuori", smuovere. Da ciò posso dire che le emozioni sono presenti da dentro di noi e si manifestano all'esterno.

"Tutte le emozioni sono, essenzialmente, impulsi ad agire; in altre parole, piani d'azione dei quali ci ha dotato l'evoluzione per gestire in tempo reale le emergenze della vita".

In Analisi Transazionale si parla di emozioni autentiche ed emozioni parassita.

  1. Le emozioni autentiche sono quelle realmente provate in una determinata occasione.
  2. Quelle "parassite" (inautentiche) sono quelle che "vanno a coprire" quelle autentiche, si tratta di emozioni "apprese e incoraggiate" durante l'infanzia o anche semplicemente emozioni che ci permettevano di essere visti.

Le emozioni inautentiche sono "inadatte quale mezzo adulto di risoluzione dei problemi" (Stewart I., Joines V. Pag.267). Accade così che una persona possa "imparare" a sperimentare, sentire ed esprimere una emozione prevalente in tutte le circostanze in cui si senta a disagio, coprendo l'emozione autentica.

Quando proviamo una qualsiasi emozione possiamo domandarci se sia effettivamente adeguata e funzionale al qui ed ora di quella specifica situazione. Occorre mettersi in ascolto del proprio mondo emotivo, quello che racchiude il Bambino che siamo stati, da cui affondiamo le radici. Comprendere se quel che si prova si rivela utile e funzionale al qui e ora e se il modo in cui automaticamente si reagisce nelle diverse occasioni permette una risoluzione costruttiva oppure no. In quel caso va recuperato tutto quel potenziale emotivo represso e taciuto per tanto tempo.

Bisogna creare il luogo e lo spazio per ascoltare l'anima e le emozioni che vi albergano, uno di questi luoghi é proprio la stanza della terapia, in cui non si guarda l'orologio, ma si é sintonizzati solo sul tempo di chi ascolta e di chi viene ascoltato.

 

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Bibliografia

  • Goleman D. (1995) Intelligenza emotiva, Ed. Rizzoli
  • Moiso C. & Novellino, M. (1982). Stati dell'Io. Roma: Astrolabio
  • Berne, E. (1961). Analisi transazionale e psicoterapia. Roma: Astrolabio, 1971.
  • Stewart e Joines (1987) "L'analisi transazionale" Milano: Garzanti, 1990

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