Il ricovero in RSA di una anziano malato: gli effetti sui caregivers

Il "caregiving" risulta essere un momento della vita veramente difficile, stressante e traumatico per le i famigliari coinvolti. Indicazioni in merito.

19 APR 2016 · Tempo di lettura: min.
Il ricovero in RSA di una anziano malato: gli effetti sui caregivers

A partire dal dopoguerra l'evoluzione demografica ha modificato significativamente l'aspettativa media di vita della popolazione: si è così assistito a un progressivo invecchiamento che ha originato un proporzionale aumento della prevalenza di malattie croniche e invalidanti, di natura fisica e cognitiva.

Gli ultra 65enni in Italia rappresentano oggi il 21,7% (2015) dell'intera popolazione di contro al 18,7% del 2002; a partire dal 2002, si è assistito a una costante aumento della popolazione anziana sul territorio italiano contro una diminuzione della popolazione adulta (15/64 anni) e giovane (0/14 anni) che sostanzialmente negli anni indicati è diminuita.

Lo studio di tali rapporti è importante per valutare alcuni impatti sul sistema sociale in generale e, nello specifico, sul sistema sanitario-assistenziale: in questi ultimi anni il peso assistenziale si è sbilanciato significativamente sui famigliari che ricoprono un ruolo sempre più attivo e partecipato nella cura e nella assistenza dell'anziano.

I famigliari o caregivers

I famigliari arrivano spesso impreparati ad affrontare l'evolversi della malattia, misurandosi con impegni assistenziali sempre più complessi e impegnativi; la cura degli anziani è una cura complessa in quanto il quadro clinico dell'anziano si caratterizza da deficit fisici, spesso invalidanti e progressivamente sempre più importanti, deficit cognitivi e anche disturbi comportamentali che aggravano drammaticamente la quotidianità.

L'impegno richiesto al caregiver è particolarmente gravoso da un punto di vista emotivo-psicologico e pratico-organizzativo, economico.

Nella maggior parte dei casi i caregivers svolgono ancora una attività lavorativa oppure sono da poco entrati nella fase del pensionamento, ma ancora molto attivi nell'aiutare figli e nipoti appena nati.

Di fronte alla malattia del proprio caro essi appaiono sempre più disorientati, affaticati, non informati: il ruolo del famigliare (caregiver) è poco riconosciuto istituzionalmente e il sostegno psicologico al caregiver è pressoché assente.

Pochissimi infatti sono i servizi del territorio rivolti al caregiver ove il famigliare possa informarsi, in primo luogo, relativamente alla presenza di servizi e strutture competenti a cui rivolgersi e in secondo luogo relativamente alle caratteristiche della malattia e alle strategie da mettere in atto nella comunicazione e nella relazione con l'anziano.

Il ricovero presso una struttura socio assistenziale come una RSA rappresenta spesso l'ultimo passaggio, deciso dai famigliari a fronte di un peggioramento delle condizioni fisiche e cognitive e di un peso assistenziale non più gestibile a domicilio o con il supporto integrato dei servizi.

L'ingresso dell'anziano e della Sua famiglia in RSA: un evento potenzialmente stressante e traumatico

Il "caregiving" risulta essere un momento della vita veramente difficile, stressante e traumatico per le persone coinvolte.

L'ingresso in RSA di un proprio caro rappresenta a tutti gli effetti un evento stressante e traumatico in quanto destabilizza significativamente "l'intero gruppo famigliare", coinvolgendo più di una generazione (figlie e nipoti).

Molta letteratura evidenzia la difficoltà dei familiari più vicini all'anziano (caregivers) nell'affrontare e nel condividere nel tempo l'esperienza della malattia e del ricovero in RSA. In particolare è stato messo in luce come l'insorgenza della malattia cronica o invalidante trasforma la relazione tra caregiver e anziano in un legame percepito dal caregiver come invasivo, totalmente assorbente e soprattutto unilaterale, tanto da far nascere ripercussioni di varia natura stressante e traumatica, sulle relazioni familiari e sulla salute psicofisica del caregiver stesso.

La ricerca internazionale è concorde nel ritenere che gli effetti più significativi dell'attività di caregiving siano gli elevati livelli di stress e la comparsa di sintomi depressivi a seguito della presa di decisione del ricovero in RSA.

Parola d'ordine: farsi aiutare

È dunque auspicabile una presa in carico del famigliare al fine di sostenerlo e supportarlo nella fatica emotiva e psicologica quotidiana. In alcune RSA sono presenti psicologi e psicoterapeuti disponibili a sostenere e supportare non solo gli anziani ma anche i caregiver. Qualora in queste strutture non siano attivati tali servizi, è bene che il caregiver si possa rivolgere all'esterno (enti pubblici o privati) per essere aiutato.

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Scritto da

Dott.ssa Cristina Fumi

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