L'attacco di panico: sintomi e strategie per fronteggiarlo

L’attacco di panico è un’improvvisa sensazione di paura molto intensa o di ansia invalidante tale da innescare nel soggetto il timore di perdere il controllo o di morire. Per tale ragione

3 APR 2019 · Tempo di lettura: min.
L'attacco di panico: sintomi e strategie per fronteggiarlo

Prima di parlare di attacchi di panico, sembra opportuno fare una precisazione: l'attacco di panico è un'esperienza comune per milioni di persone nel mondo che, per quanto possa essere spaventosa, non minaccia in alcun modo la vita di una persona e può essere gestito con successo.

L'attacco di panico è un'improvvisa sensazione di paura molto intensa o di ansia invalidante tale da innescare nel soggetto il timore di perdere il controllo o di morire. Per tale ragione è importante sviluppare strategie per fronteggiare i sintomi dell'attacco di panico per chi ne soffre. Tra le cause dell'attacco di panico ci sono sicuramente lo stress e l'ansia, o disfunzioni cardiache.

Sebbene l'intensità dei sintomi raggiunga il suo massimo in dieci minuti, gli effetti possono persistere più a lungo. Di solito, non c'è un pericolo reale o una causa apparente che innesca l'attacco di panico. Può succedere anche mentre si sta dormendo. Si tratta di una reazione eccessiva dell'amigdala, quella parte del nostro cervello considerata il centro delle emozioni e in particolare della paura.

Quali sono i sintomi dell'attacco di panico?

  • Battito accelerato
  • Difficoltà a respirare
  • Sensazione di soffocamento
  • Aumento della sudorazione
  • Sensazione di formicolio o addormentamento degli arti
  • Sensazione di minaccia imminente
  • Sensazione di perdita di controllo
  • Dolori al petto
  • Paura di morire
  • Paura di impazzire
  • Tremore
  • Nausea
  • Confusione e sensazione di svenimento
  • Sensazione di distacco dalla realtà (derealizzazione, depersonalizzazione)
  • Brividi o sensazione di calore

Le cause dell'attacco di panico

Per quanto le ragioni non siano proprio chiare, esistono fattori biologici, genetici, psicologici e ambientali combinati che rendono un individuo più predisposto. Gli attacchi di panico possono essere causati da un'ipersensibilizzazione verso stimoli fobici o una reazione eccessiva dell'amigdala, quell'area del cervello considerata il centro dell'emozione paura. A seguito di un attacco di panico l'amigdala fornisce una risposta elevata di stress quando vige un'esposizione a situazioni di vita stressanti. L'attacco di panico si verifica a seguito di un aumento smisurato di adrenalina da parte del corpo dinanzi ad un pericolo percepito o a una minaccia percepita.

Psicoeducazione: cosa accade durante un attacco di panico? 

Una volta esclusa la possibilità che i sintomi possano essere riconducibili ad altre cause organiche (disfunzioni cardiache, respiratorie etc.) con uno specialista, il primo passo è quello di imparare a riconoscere i segnali di allarme.

Cosa accade durante un attacco di panico? L'adrenalina è un ormone coinvolto nella risposta di attacco-fuga. Il rilascio improvviso di questo ormone prepara il corpo a scappare da un pericolo o a prepararsi per un attacco producendo un incremento del battito cardiaco. A questo verranno associati forti emozioni disturbanti e sproporzionate rispetto al reale pericolo. In situazioni "normali", quando il sistema nervoso risponde ad uno stimolo di paura, i livelli di adrenalina si abbassano una volta che la fonte di minaccia è stata eliminata. Nel caso dell'attacco di panico questo non si verifica, può essere richiesta un'ora o anche più per riprendersi dai sintomi. Il fatto che non vi sia spesso una causa reale ad una reazione emotiva così forte può incutere nel soggetto pensieri come "sto morendo", "sto impazzendo" e questo aumenta i sintomi come in un circolo vizioso.

Strategie per fronteggiare l'attacco di panico

Imparare a gestire la respirazione è il primo passo per controllare un attacco di panico. Bisogna farlo, inspirando e espirando lentamente, questo previene l'iperventilazione e la formazione di diossido di carbonio nel corpo:

  • fai dei respiri regolari, lenti con il naso e poi tira fuori l'aria dalla bocca tenendo le labbra socchiuse;
  • respira per cinque secondi, trattieni il respiro per un secondo e poi butta lentamente fuori per 4 secondi;
  • fai pausa per due secondi, poi riprendi;
  • ripeti questa sequenza più volte fino a che non senti che il corpo si sta rilassando.

Rilassamento muscolare

Questa tecnica prevede la contrazione di alcuni gruppi di muscoli e decontrazione di altri. Questo crea un abbassamento generale della tensione che può influire positivamente sulla riduzione della sintomatologia. Comincia dai piedi, fino ad arrivare alla testa. Contrai i muscoli mentre fai un bel respiro, trattieni per alcuni secondi e decontrai quando butti l'aria fuori. Fallo contraendo un solo gruppo di muscoli alla volta.

La terapia cognitiva-comportamentale

La terapia cognitivo-comportamentale è funzionale ad aiutare il paziente a gestire gli attacchi di panico attraverso il lavoro sui pensieri negativi, irrealistici, catastrofici del paziente e i processi di rimuginio che costituiscono dei grossi fattori di mantenimento della sintomatologia.

Mindfulness

La mindfulness si concentra sull'accettazione dei propri pensieri. È un intervento di tipo cognitivo-comportamentale di terza ondata che si pone come obiettivo lo stare nel momento presente senza analizzare eccessivamente gli aspetti stressanti della vita. La mindfulness integra tecniche di rilassamento e tecniche di meditazione.

Esercizio fisico

Fare regolarmente attività fisica è importante per il mantenimento del benessere fisico e mentale. L'esercizio fisico ha un ruolo significativo per la gestione dello stress e incoraggia il corpo a produrre endorfine, sostanze naturali che riducono la sensazione di dolore fisico e aumentano quella di benessere. Altri benefici sono l'aumento del senso di autoefficacia e di sicurezza, acerrimi nemici dell'ansia.

Farmaci

I farmaci non dovrebbero mai essere il primo modo per gestire gli attacchi di panico. Solo se le altre strategie non hanno funzionato, si consiglia di ricorrere ad essi. Farmaci comuni sono le benzodiazepine, o gli inibitori della ricaptazione della serotonina. La riduzione della sintomatologia dell'attacco di panico dipende maggiormente dalla possibilità di avere una rete di supporto rassicurante piuttosto che dal trattamento farmacologico.

Articolo della dottoressa Maria Teresa Caputo, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Campania

PUBBLICITÀ

Scritto da

Dott.ssa Maria Teresa Caputo

La dott.ssa è Psicologa e Psicoterapeuta ad indirizzo Cognitivo-Comportamentale, iscritta all'ordine degli Psicologi della Regione Campania. Svolge la professione privatamente occupandosi di disturbi d’ansia, depressione, disturbo ossessivo compulsivo, lutto nell’ età evolutiva e nell’età adulta.

Consulta i nostri migliori professionisti specializzati in attacchi di panico
Lascia un commento

PUBBLICITÀ

ultimi articoli su attacchi di panico

PUBBLICITÀ