Psicologia e disabilità

La narrazione di sé come preludio all’accettazione della disabilità. Il potersi raccontare in contesti adeguati , protetti , dove la fiducia nell'altro è la chiave della relazione.

16 LUG 2021 · Tempo di lettura: min.
Psicologia e disabilità

Quando si parla di disabilità inevitabilmente si affrontano argomenti inerenti i limiti che la stessa determina, le difficoltà che incontra, gli sforzi immani e spesso inevitabili che procura, la diffidenza e la ritrosia che può generare .

La disabilità spesso è stata portata in primo piano nella nostra società per "denunce estreme" di natura sociale e culturale, per le barriere imposte ed i diritti negati , mettendo in ombra la parte legata alla vicenda umana, nascondendo in maniera imbarazzante l'emotività generata da storie speciali ed eccezionali.

Emotività: deriva dal latino ex=fuori e movere =muovere , ossia portare fuori, smuovere, farci accomunare emotivamente ed umanamente da storie non comuni, questo è il principio guida verso l'accettazione dell'altro chiunque esso sia.

Per far si che questo accada ci si deve poter Raccontare. La narrazione di Sé , dal valore terapeutico già noto, diventa narrazione del "diverso da sé". La disabilità già azzerata dallo sport , così come molti testimoniano, può avere un nuovo sbocco terapeutico e di crescita nella narrazione.

Il potersi raccontare in contesti adeguati, protetti, dove la fiducia nell'altro è la chiave della relazione, diventa il filo rosso che comunica prima di tutto a se stessi e poi agli altri il piacere della propria esistenza al di là dell'ostacolo fattivo. Narrare di sé diviene necessario per scandagliare abissi mai sondati alla ricerca di preziosi elementi da portare a galla e poter condividere con chi, similmente, attraversa mari tempestosi, senza riuscire a trovare bussole attraverso cui orientarsi.

Con l'ausilio psicologico, l'Io narrante riesce ad esprimersi al meglio, a raccontarsi nei percorsi tortuosi vissuti, ad esprimere emotivamente se stesso liberandosi ed alleggerendo il carico psicologico accumulato nel tempo. La narrazione , portando alla scoperta di parti di sé inesplorate, può quindi diventare un ausilio importante in grado di accrescere e accelerare i processi di accettazione della propria disabilità.

La storia di Cristina ci insegna questo

Cristina è una giovane donna sposata e mamma , gestisce una salone come Hairstylist e vive le sue giornate freneticamente come tutte le donne "in carriera".

In un giorno qualsiasi colta improvvisamente da malore finisce in ospedale, le viene riscontrata un' anomalia renale che le procura tre arresti cardiaci e fa saltare inevitabilmente quel sottile ponte che ci lega con l'altrove.

Ma lei " vede la luce" e riesce a tornare.

Al ritorno però niente sarà più come prima.

Un' improvvisa setticemia la pervade e di nuovo lei si trova ad un bivio.

Ora la scelta è sua. Vivere senza gambe e mani oppure morire.

Cristina fa una scelta d'amore . Vuole vivere per i suoi figli.

Le scelte d'amore fanno gioire e soffrire ma non deludono mai .

Cristina riprende la sua "Unica Vita" e decide di viverla appieno.

Faticosamente si rimette in piedi con le protesi e rinizia a cercare la propria autonomia .

Incontro Cristina, di nuovo attiva, presso il suo salone, sono da tempo una sua cliente, lei non mi taglia più i capelli, ma il suo sorriso continua ad avvolgermi.

La narrazione della sua storia diventa una sfida fortissima che come Psicologa voglio affrontare.

Insieme viviamo un percorso terapeutico e narrativo che consente ad entrambe di affrontare un processo trasformativo.

Cristina sente che nella narrazione di sé emergono forti elementi emotivi , esondano lacrime e sorrisi, affiorano ricordi del passato più recente e di quello più remoto.

È un'esperienza trasformativa importante che la aiuta a superare il dolore del cambiamento e a trasformarlo nell'accettazione della propria diversità.

Il viaggio di Cristina è il viaggio che tutti noi compiamo nella nostra vita ma per sentirci veramente integrati è fondamentale fare anche un altro viaggio, quello dentro se stessi.

Cristina attraverso la narrazione psicologica ha potuto iniziare questo processo integrativo entusiasmante.

Oggi questa esperienza possiamo leggerla, perchè la sua Psicobiografia è su tutti gli scaffali delle librerie e negli store o line, pronta a ricordarci che la vita è un viaggio di sola andata , carico di ostacoli da superare e di soddisfazioni da ottenere, di difficoltà e delusioni ma anche di desiderio e felicità ed è proprio questo a renderla UNICA.

 

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Scritto da

Dott.ssa Valeria Sassu

Bibliografia

  • Psicoterapeuta ed autrice con Cristina Pisanu del libro
  • "La mia unica vita la mia vita unica" ed. Scatole Parlanti . 2020

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