Psicologo, psicoterapeuta e psichiatra: quali differenze?

Molte persone non hanno una chiara idea della differenza che esiste tra queste professioni, ma se si sta cercando aiuto da un professionista della salute mentale, è di fondamentale importanz

5 OTT 2021 · Tempo di lettura: min.
Psicologo, psicoterapeuta e psichiatra: quali differenze?

Molte persone non hanno una chiara idea della differenza che esiste tra queste professioni, ma se si sta cercando aiuto da un professionista della salute mentale, è di fondamentale importanza conoscere in cosa differiscono le prestazioni che vengono offerte da queste tre figure professionali.

Nel linguaggio comune infatti i termini psicologo, psichiatra e psicoterapeuta vengono spesso erroneamente utilizzati come interscambiabili e questo avviene perché vi è una scarsa conoscenza delle competenze ed i ruoli relativi ad ogni figura professionale.

Nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi mentali Psicologo, Psicoterapeuta e Psichiatra spesso lavorano congiuntamente, ognuno con le proprie competenze specifiche.

Può accadere anche che la persona consulti inizialmente un medico, più spesso il neurologo o il medico di base, ricevendo poi l'indicazione ad un trattamento psicoterapico. O al contrario, in fase di consulenza psicologica, riceva l'indicazione ad una consulenza medica.

Di seguito proveremo a fare un po' di chiarezza sulle differenze tra psicologo, psicoterapeuta e psichiatra, questo può essere utili a chiunque per aiutare a trovare una risposta alla domanda: A chi rivolgersi quando abbiamo un disagio psicologico?

Lo psicologo

La prima differenza importante è che lo psicologo non è un medico ma un professionista della salute laureato in Psicologia. Dopo la Laurea viene abilitato all'esercizio della professione da un esame di Stato che gli permette di accedere all'iscrizione dell'Albo Professionale. Un dottore in psicologia che non ha effettuato il regolare tirocinio (1 anno) e non ha superato le 4 prove previste per l'esame di stato non è di fatto uno psicologo. Solo dopo aver concluso questi step può infatti iscriversi all'Albo e può quindi esercitare la professione derivante dal proprio titolo.

La professione dello psicologo è regolata da una specifica normativa, il codice deontologico, che ne definisce i doveri ed i limiti. Lo scopo principale del lavoro dello psicologo – differente da quello dello psicoterapeuta e dello psichiatra– è la promozione del benessere della persona. Questa avviene tramite un'attenzione focalizzata al funzionamento della mente, con le sue componenti fisiologiche, psicologiche, personologiche, relazionali e ambientali.

In particolare, lo psicologo opera per migliorare la capacità dell'individuo di comprendere se stesso e gli altri e di comportarsi in maniera consapevole, congrua ed efficace. Può lavorare in ambito clinico, ma anche nelle scuole, nelle aziende, nello sport ecc.

Può svolgere interventi rivolti a un singolo individuo, ad un gruppo, ma anche alla comunità. Il principale strumento di intervento dello psicologo è il colloquio psicologico. Questo può accompagnarsi alla somministrazione di test psicologici con una funzione esclusivamente diagnostica ed orientativa.

Lo psicologo che non sia specializzato e abilitato alla psicoterapia NON può trattare disturbi psicologici o psichiatrici. In ambito clinico può fare diagnosi e suggerire adeguati percorsi di trattamento. Può inoltre offrire consulenza e supporto psicologico a tutti coloro che presentino un disagio o un problema che non comporti i sintomi di un disturbo psicopatologico. In ogni caso lo psicologo non essendo un medico NON può prescrivere farmaci.

Lo psicoterapeuta

La psicoterapia è lo strumento clinico che consente di trattare, attraverso strumenti NON farmacologici, i disturbi psicopatologici. Possono essere abilitati all'esercizio della psicoterapia i laureati in psicologia o medicina che abbiano acquisito una specifica formazione post-lauream di almeno quattro anni, presso scuole di specializzazione universitaria o riconosciute dal MIUR secondo la normativa vigente.

Quello di psicoterapeuta è dunque un titolo aggiuntivo rispetto a quello di psicologo o medico e tale titolo deriva infatti da un percorso di studi di 4 anni di specializzazione post-lauream. Questo prevede anche un tirocinio pratico continuativo e la supervisione da parte di psicoterapeuti esperti.

Nell'ambito della psicoterapia vi sono molti approcci, che prevedono teorie e metodi alquanto diversi tra loro. Dalla terapia sistemico-familiare, all'approccio psicoanalitico fino alla terapia cognitivo comportamentale e cos' via.

Lo psicoterapeuta – a differenza dello psicologo – è dunque il professionista indicato nella cura dei disturbi psicopatologici.

Psichiatra e psicoterapeuta lavorano su facce diverse della stessa medaglia, il disagio psichico, ciascuno con le proprie competenze. In un'ottica di integrazione mente e corpo, meglio ancora se psichiatra e psicoterapeuta lavorano in stretta collaborazione, occupandosi l'uno di ristabilire l'equilibrio fisiologico, l'altro di ristabilire l'equilibrio psicologico, rintracciando i significati profondi della sofferenza attuale.

Lo psichiatra

Nell'ordinamento italiano lo psichiatra è un laureato in medicina e chirurgia con specializzazione in psichiatria. Quindi è prima di tutto un medico: può prescrivere farmaci generici e/o psicofarmaci e richiedere e valutare esami clinici.

La psichiatria è la branca specialistica della medicina che si occupa dello studio, della prevenzione, della cura e della riabilitazione dei disturbi mentali e dei comportamenti patologici. Lo psichiatra è naturalmente in grado di porre diagnosi riguardo a tutti i disturbi psicopatologici. Valuta la sintomatologia e il decorso clinico e propone una cura che può indirizzarsi verso un intervento farmacologico e/o psicoterapeutico.

Lo psichiatra, essendo un medico specialista in psichiatria, avrà un approccio organicistico alla malattia mentale, intesa come derivante da un funzionamento anomalo a livello fisiologico del sistema nervoso.

A chi rivolgersi?

In presenza di un disagio soggettivo che non comporta una vera e propria sintomatologia, può essere utile rivolgersi inizialmente allo psicologo con cui valutare la natura della problematica presentata. Potremo così trovare preziose indicazioni sull'opportunità o meno di una consulenza psicologica, di una vera e propria psicoterapia e/o di una consulenza psichiatrica. Queste ultime due si richiedono qualora il disagio si configuri come un disturbo psichico con sintomi più o meno severi.

Quando un disturbo psichico influisce negativamente sul funzionamento della persona, per esempio a livello relazionale, sociale o lavorativo, l'intervento del medico psichiatra può aiutare. L'impostazione di un trattamento farmacologico può essere infatti molto utile sia per alleviare il grado di sofferenza, che per ristabilire le condizioni necessarie e sufficienti per il lavoro psicoterapeutico.

Allo stesso modo, l'intervento dello psicoterapeuta mira a ridurre la sofferenza del paziente agendo sui meccanismi psichici e comportamentali sottostanti al problema. Psichiatra e psicoterapeuta possono collaborare durante il percorso riabilitativo, occupandosi l'uno di ristabilire l'equilibrio fisiologico, l'altro di ristabilire l'equilibrio psicologico.

 

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Scritto da

Studio Lego

Bibliografia

  • Peruzzi P., Viaro M., Mosconi A. (1994) Psicoeducazione sistemica. Terapia Familiare, 45: 9-28.
  • Rizzolatti, G., Fadiga, L., Gallese V., Fogassi L. 1996. Premotor cortex and the recognition of motor actions. In Cogn. Brain Res. 3:131-141.
  • Pagani M et al. – Pre- intra- and post-treatment EEG imaging of EMDR – Methodology and preliminary results from a single case.
  • Journal of EMDR Practice and Research 2011; 5(2): 42-56 e Nardo D. et al.
  • Grey matter changes in posterior cingulate and limbic cortex in PTSD are associated with trauma load and EMDR outcome. Journal of Psychiatry Research 2010; 44: 477-485.

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Commenti 3
  • Enrico Orsenigo

    Spett. le guida psicologi, Vi segnalo alcuni errori nell'articolo qui sopra scritto da Studio Lego. Ecco di seguito: "Lo psicoterapeuta – a differenza dello psicologo – è dunque il professionista indicato nella cura dei disturbi psicopatologici." Mi potete indicare nella legge 56/89 e nel codice deontologico degli psicologi italiani dove si trova quanto andate dicendo? Altro passaggio:" Lo psicologo che non sia specializzato e abilitato alla psicoterapia NON può trattare disturbi psicologici o psichiatrici. In ambito clinico può fare diagnosi e suggerire adeguati percorsi di trattamento. Può inoltre offrire consulenza e supporto psicologico a tutti coloro che presentino un disagio o un problema che non comporti i sintomi di un disturbo psicopatologico". Mi potete segnalare sempre nella legge e nel codice dove viene evidenziato che lo psicologo non può trattare disturbi psicologici o psichiatrici? il codice deontologico è codice deontologico dello psicologo, non esiste la professione di psicoterapeuta, esiste solo il titolo professionale: non si può essere denunciati per abuso di professione di psicoterapeuta, ma solo per abuso di professione di psicologo o medico. Per quanto riguarda “cura” e “psicopatologia”, l’articolo 1 della legge 56/89 parla chiaro: La professione di psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito. Nel momento in cui la parola diagnosi è nella stessa lista qui sopra insieme alla parola abilitazione-riabilitazione, cosa si intende secondo voi? Ancora: nel momento in cui è presente la parola diagnosi, tale diagnosi, con che tipo di strumento o letteratura scientifica viene effettuata? Se la risposta a cui pervenite anche voi è “ogni tipo di strumento teorico-operativo della psicologia; ogni tipo di manuale scientificamente validato come il dsm-5, allora la questione della psicopatologia è una questione risolta. Il fatto che il cnop esprime tali posizioni, non le esclude per lo psicologo non psicoterapeuta: o forse il cnop ha segnalato che cura e psicopatologia non sono compiti dello psicologo non psicoterapeuta, altrimenti, nelle scienze umane, troppo spesso le deduzioni non valgono. Se il cnop si è espresso in questo modo, apertamente e con precisione, allora vi invito a segnalarmi l’articolo. Ricordo che anche il cnop fa riferimento alla legge 56/89 e al codice deontologico degli psicologi italiani: non può fare altrimenti. Altrimenti, se dobbiamo interpretare, lo psicologo specializzato in psicoterapia sistemica non può condurre un incontro avendo in mente la teoria e l’operatività cognitivo-comportamentale, e ciò è chiaramente falso, per una ragione ovvia e di legge: lo psicologo con specializzazione in psicoterapia sistemica è anzitutto uno psicologo e quindi si attiene all’articolo 1, di nuovo, della legge 56/89: La professione di psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito. Tenendosi nelle soglie indicate dall’articolo 5 del codice deontologico degli psicologi: Lo psicologo è tenuto a mantenere un livello adeguato di preparazione e aggiornamento professionale, con particolare riguardo ai settori nei quali opera. La violazione dell’obbligo di formazione continua, determina un illecito disciplinare che è sanzionato sulla base di quanto stabilito dall’ordinamento professionale. Riconosce i limiti della propria competenza e usa, pertanto solo strumenti teorico – pratici per i quali ha acquisito adeguata competenza e, ove necessario, formale autorizzazione. Lo psicologo impiega metodologie delle quali è in grado di indicare le fonti e riferimenti scientifici, e non suscita, nelle attese del cliente e/o utente, aspettative infondate. Per quanto riguarda gli invii, lo psicologo può inviare o a un collega psicologo con specializzazione in psicoterapia o a un altro collega psicologo non psicoterapeuta. Giacché il lavoro dello psicologo è un lavoro terapeutico, e questo non lo dico io ma il codice deontologico ancora una volta, all’articolo 27: Lo psicologo valuta ed eventualmente propone l’interruzione del rapporto terapeutico quando constata che il paziente non trae alcun beneficio dalla cura e non è ragionevolmente prevedibile che ne trarrà dal proseguimento della cura stessa.Se richiesto, fornisce al paziente le informazioni necessarie a ricercare altri e più adatti interventi. Cordialmente, dott. Enrico Orsenigo n°11526 Ordine degli Psicologi del Veneto

  • Elisa Bonfanti

    Nell'articolo c'è un'imprecisione: lo Psicologo, secondo il codice deontologico, può curare oltre che diagnosticare e può trattare i disturbi psicologici al pari di uno Psicoterapeuta. La differenza è che lo Psicoterapeuta lo fa seguendo uno specifico modello teorico legato alla scuola seguita, lo Psicologo secondo uno o più modelli teorici sui quali si è preparato attraverso corsi e altra formazione.

  • martina rizzo

    Articolo da rivedere. Presente affermazioni che considero deontoloficamente scorrette e false. Chi ha scritto questo articolo dovrebbe indicare le fonti giuridiche da cui ha tratto, erroneamente, la conclusione che uno psicologo non psicoterapeuta non possa trattare la psicopatologia nei limiti delle sue competenze e delle attività indicate nell'articolo 1 della L. 56/89. Mi auguro che questo articolo venga immediatamente corretto.

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