Violenza psicologica: e se la vittima è un uomo?

La stessa cultura che promuove il maschilismo e che causa la violenza di genere, provoca allo stesso tempo altre vittime più silenziose: gli uomini.

25 APR 2017 · Tempo di lettura: min.
Violenza psicologica: e se la vittima è un uomo?

Il ricorso alla violenza è una tendenza che può colpire tutti indipendentemente dal sesso, dalla religione, dal livello sociale o culturale. Lo stesso vale per l'utilizzo della violenza psicologica, ossia quella serie di comportamenti che vengono utilizzati per denigrare e rendere insicura un'altra persona con l'obiettivo di poterla sottomettere.

Negli ultimi anni, si è reso manifesto che la violenza psicologica nei confronti delle donne - che poi fin troppo spesso diventa violenza fisica - è un problema da affrontare rapidamente. Solo contando i femminicidi, in Italia, sono state circa 120 le vittime l'anno scorso (fonte: Eures). Di conseguenza questo genere di violenza fisica e psicologica verso le donne è stata tipizzata come "violenza di genere", per distinguerla da quella comune: colpisce le donne in quanto donne.

È un tema, quello della violenza psicologica nei confronti della donne, che noi di GuidaPsicologi abbiamo affrontato spesso semplicemente perché è un fenomeno che in Italia ha conosciuto negli ultimi anni una crescita allarmante che non può più essere tollerata. Esiste però anche il caso inverso: quello degli uomini che subiscono vessazioni e maltrattamenti. Un fenomeno meno diffuso, meno noto e meno conosciuto, ma non per questo meno degno di essere trattato ed esplicitato. È questa la ragione per cui abbiamo voluto scrivere quest'articolo di approfondimento.

La stessa cultura che promuove il maschilismo e che causa le vittime di cui abbiamo parlato poco fa, ne provoca allo stesso tempo altre più silenziose: gli uomini. Ma in che senso?

La società li vuole forti, sicuri e indipendenti, e proprio per questo, spesso, rimangono in silenzio di fronte alla violenza psicologica che viene esercitata nei loro confronti dalle loro compagne, mogli o madri. Nonostante i numeri possano essere sensibilmente inferiori rispetto ai casi sofferti dalle donne, difficilmente gli uomini raccontano di stare subendo violenza psicologica perché hanno paura di essere ridicolizzati o, in alcuni casi, di non essere creduti. E quando un uomo decide di parlarne, a chi può rivolgersi? In Italia i centri antiviolenza si rivolgono quasi unicamente alle donne. In altri paesi, invece, il discorso della violenza domestica è completamente indipendente dal genere.

Umiliazioni, stalking, soprusi e abusi colpiscono anche gli uomini che, una volta entrati nella pericolosa spirale della violenza psicologica, non riescono a uscirne facilmente. Spesso si tratta di persone con bassa autostima che hanno bisogno dell'approvazione del proprio partner, che si sacrificano enormemente per i propri cari e che probabilmente hanno già vissuto episodi simili personalmente o nella propria famiglia. In più, entrando in questo circolo vizioso, la persona diventa ancor più succube, indifesa e dipendente dal suo carnefice.

Tra le violenze segnalate ci sono imposizioni, mortificazione, cattiverie piccole o grandi, ricatti cui si aggiungono le minacce riguardanti la possibilità di vedere i figli spesso usati come "arma". Poi, a volte, ci sono anche le botte.

Cosa fare?

La miglior soluzione è agire fin da subito, non appena si manifestano i primi segnali della violenza psicologica. Inizialmente si può cercare di chiarire la situazione con il partner ma, se ciò non serve, la decisione adeguata è quella di allontanarsi il prima possibile dalla relazione tossica. Purtroppo non sempre si è coscienti di essere entrati in questo vortice di violenza. Per questo informarmarsi è fondamentale, così come è indispensabile cercare un appoggio esterno: dagli amici alla giustizia, dalla famiglia a uno psicologo.

Se non si è in grado di far cessare la violenza, anche se il rapporto è stato troncato, è necessario chiedere aiuto a un avvocato preferibilmente specializzato in questo tema e denunciare. Indispensabile anche in questa fase l'appoggio di amici e familiari per trovare la forza di andare avanti e non arrendersi. Possono essere d'aiuto anche i servizi sociali o le associazioni che in Italia si occupano di questo tipo di violenza, come il Centro Ankyra di Milano, o ancora le associazioni che si occupano indistintamente di tutti i tipi di violenza domestica.

Nelle varie fasi di questo percorso può essere fondamentale l'aiuto di uno psicologo, sia per capire che si è vittime di violenza psicologica, sia per cercare di uscirne ritrovando le risorse per poter ripartire.

Se vuoi ricevere maggiori informazioni sul tema, puoi consultare il nostro elenco di professionisti esperti in violenza domestica.

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Commenti 15
  • Pierpaolo Carnevali

    Convivo con una donna ucraina da molti anni, purtroppo beve ed ha a volte un umore isterico

  • Rosy Raimondo

    Come aiutare un familiare uomo vittima della moglie?

  • John Paul Jones

    A parte dire di rivolgersi ad uno psicologo senza specificare come potrebbe aiutarti, questo articolo, scritto così, ne è chiaro, ne si capisce cosa fare.

  • Agostino rlaminio

    queste sofferenze e chi le vive non sono assolutamente portati all'attenzione.Facciamo in modo che la sofferenza,la violenza di non ha confini.

  • Agostino rlaminio

    Facciamolo emergere questo problema, È giusto catturare l'attenzione su questo problema che anche se non uccide il corpo uccide certamente la vita e la dignità di queste persone.Non abbiamo paura la violenza va condannata a PRESCINDERE.

  • Gianluca Marino

    Salve mi scuso ma non sono d'accordo sul meno diffuso perché se per una donna è difficile parlare di violenza casalinga figuriamoci un uomo che dovrebbe fare anche i conti con lo scherno degli altri uomini. Distinti saluti

  • Andrea Tax

    Buongiorno faccio richiesta di un centro Antiviolenza nel Comune di Roma per un mio caro amico d’infanzia. Grazie

  • salvatore arras

    Quando ci sono figli piccoli è difficile allontanarsi il prima possibile dalla situazione tossica , quando vi sono due bambini piccoli , la stessa perdura da 10 anni , con oramai frequenza elevatasi a 360 giorni l'anno per tutte le ore che trascorro in casa .

  • juan cruzado

    Buongiorno, mi potete dire dove c'è un centro in zona padova, perché io sono sottoposto a una violenza pisiologica da mia moglie,insulti urli minaci umiliazione, non rispetta che ce mia figlia , lei fa costante provocazione con insulti a me ed alla mia famiglia , e arrivata a spingetemi con insulto.ripetendo toccami che ti distruggo la vita ,fa provocazione al oddio ,ha creato un ambiente tossico per me i miei figli Avrei necessità di parlare con voi, sono vittima di maltrattamenti psicologici.

  • Alfredo Bianco

    Sono convinto che, al di là delle statistiche, ciò che è stato prospettato sopra è il modo anche costituzionalmente appropriato di affrontare il tema della violenza di coppia: perché prima che un uomo, magari sotto l'effetto dell'alcool o degli stupefacenti, trasformi la sua rabbia, che non sa esprimere con parole, in violenza fisica, non può non esservi stato una sorta di stalking anche da parte della sua partner. Una sottilissima violenza psicologica basata su etichettature, che intenzionalmente o non, abbassano la fiducia del maschio in se stesso: 'non sei buono a nulla', 'sei una nullità', ' fai false promesse', e sul piano erotico ' sei un bluff', 'non sai far godere una donna', 'due minuti ed è fatta', ' ma lo sai che esiste il clitoride?', 'e quello sarebbe il tuo c. ?'.'Fatti fare una protesi' ecc. Cose del genere castrano il maschio producendo una enorme quantità di rabbia o depressione per il ' lutto del pene'. Se a cose del genere si aggiunge la perdita inaspettata del lavoro e la disoccupazione e se la partner è una donna bella, la violenza incombe...


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