Come faccio a uscire di casa?

Inviata da Miriam · 10 mar 2016 Depressione

Cercherò di essere sintetica perché sinceramente ci sono una serie di motivi per cui non riesco a uscire di casa.
1-da quando ero piccola ho sempre passato molto tempo (troppo) con me stessa a immaginare storie, diciamo che soddisfo tutti i requisiti per avere questo disturbo del Maladaptive daydreaming
2- mi vergogno di apparire in pubblico perché mi sento grassa.
Ora non è che io sia grassa sul serio, peso 58 chili e sono alta 1.60, il problema è che per quanto io mi ripeta che fisicamente sto bene, mi sento grassa. Probabilmente perché quando sono passata in pochi mesi dalla 38 alla 42 quando avevo 15 anni (l'età in cui ho iniziato a mostrare sintomi di depressione) mia nonna e mia mamma mi davano della culona.
3- Mi hanno diagnosticato una depressione che sicuramente mi porto dietro dall'adolescenza, problema di cui non si è accorto nessuno poiché non ho problemi a socializzare, a essere divertente ed a mantenermi in contatto con le persone, e indosso una maschera che mi fa apparire normale agli altri,.
Però se si tratta di aprirmi e discutere di qualsiasi cosa che mi coinvolge emozionalmente non riesco a farlo con nessuno.
4-Il problema del dover essere decentemente vestita. Sarà per la depressione ma seriamente, svegliarmi e vestirmi è un problema. Vestirmi per stare a casa ci riesco, ma vestirmi per uscire mi manda in crisi.
Quando avevo 15 anni, mia madre mi fece una sfuriata perché non voleva comprassi troppi vestiti, allora decisi che mi sarei arrangiata con quello che avevo, da allora ho sempre mantenuto un guardaroba limitato, e inoltre, dato che mi vengono attacchi di fame alle tre di notte non credo che la 42 mi andrà ancora per molto.
5- Ultimo ma non meno importante: la depressione. Ho seri problemi a controllare le mie emozioni, ho certi pensieri che mi fanno stare male, la difesa che attuo è l'immaginazione, pianificare un libro, fare un disegno con l'occhio della mente, pensare a un luogo felice. Ora se sono triste in casa posso permettermelo, fuori no, credo di soffrire anche di attacchi di panico perché a volte ho difficoltà a respirare, è come se avessi un peso sul torace e mi vengono le lacrime agli occhi, è una sorta di combinazione tra le emozioni ansia/tristezza, ma potrebbe anche essere solo la depressione.
Inoltre, sempre per la depressione credo, non sono motivata a fare niente, neanche a mantenere un piano di studio/scrittura di libri regolare.
Non lavoro, sono studentessa universitaria non frequentante non motivata a fare ne l'una ne l'altra cosa.

La cosa drammatica/buffa è che nessuno si rende conto di quanto io soffra e abbia difficoltà a vivere normalmente, perché lo nascondo, ma per esempio i miei genitori e fratelli che vivono con me, a vedere che non esco mai, che non voglio vedere nessuno, che per tipo un anno ho passato le mie giornate a casa in pigiama, che non faccio praticamente niente...beh mi sembra strano che due calcoli non se li sono fatti, anche se va sottolineato che i miei fratelli, non escono molto di casa nemmeno loro.

Ora devo seguire un corso (esterno all'università) non devo fare assenze o non verrò ammessa all'esame finale, si parla di uscire un pomeriggio a settimana ma ho mancato le ultime 2 lezioni facendo 10 ore di assenza,sono permesse al massimo 30 ore di assenza.
Qualcuno mi può consigliare una strategia per essere trovare un modo per essere sempre presente alle lezioni?

Ora la priorità è questa, ma confido che piano piano se inizio ad uscire una volta a settimana, poi due, poi tre, mi riabituerò ad una routine normale.

PS per chi se lo sta chiedendo, lo psicologo che mi ha diagnosticato la depressione l'ho piantato in asso perché mi stava antipaticissimo.

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Miglior risposta 11 MAR 2016

Cara Miriam
dai, secondo me hai fatto anche bene ad allontanarti dalla psicoterapia essendo che lo psicologo "ti stava antipaticissimo" (parole tue), però, ciò non toglie che puoi trovare uno psicologo simpatico che si occupi di te.
Quindi contatta un nuovo psicologo e preparati nuovamente ad affrontare un percorso di psicoterapia.
Per farlo dovrai anche uscire di casa e, in qualche modo, vestirti!
Insomma cara Miriam voglio dirti di non arrenderti di fronte a queste difficoltà, qui le cose sono solo una: devi affrontare questi problemi e riprendere la vita normale di una ragazza della tua età.
Come tu hai ben descritto i sintomi di cui soffri sono tanti e stanno rovinando la tua giovinezza, tu soffri molto in silensio per non disturbare e coinvolgere altri ma anche questo non è del tutto giusto, devi iniziare ad affermare le tue esigenze.
Hai diritto ad essere aiutata e a stare bene.
Rifletti su queste mie parole.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci psicologa psicoterapeuta.

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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12 MAR 2016

Cara Miriam,
indossare una maschera sociale ( = esibire un falso Sé ) può essere forse utile dal punto di vista lavorativo ma non risolve alla radice il tuo malessere e la tua depressione né, a questo scopo, è sufficiente il tuo rifugiarti nelle fantasie.
Se nascondi le tue vere emozioni anche ai tuoi stretti familiari, non devi poi meravigliarti e criticarli per il fatto che non si accorgono della tua sofferenza e quindi non fanno nulla per confortarti o aiutarti.
Piuttosto dovresti chiederti se è veramente la cosa migliore indossare la famosa maschera nell'illusione di funzionare meglio o non è preferibile attrezzarti per vivere senza dissociarti e risolvere i tuoi problemi di ansia, attacchi di panico, abulìa, depressione e disturbi del comportamento alimentare.
Questi problemi giustificano ampiamente la richiesta di psicoterapia ed in realtà, col piantare in asso lo psicologo (che ti è diventato antipatico quando ti ha restituito la diagnosi di depressione) hai piantato in asso te stessa.
La strategia dell'esposizione graduale nelle uscite da casa può essere una buona cosa ma certamente da sola non è sufficiente per cui ti esorto a riprendere la psicoterapia con un bravo terapeuta che ti aiuti a vivere meglio, simpatico o antipatico che sia!
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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10 MAR 2016

Gentile Miriam,
tutto ciò che descrivi fa trasparire la tua sofferenza e immagino quanto possa essere doloroso sentirti incompresa dalla tua famiglia.
In effetti, ciò i cui parli ha a che fare con la depressione, che insieme agli altri disturbi di cui soffri, (quali ansia, disordini alimentari...) sono problematiche che è molto difficile affrontare da soli, o con dei semplici "consigli" che io o i colleghi ti possiamo fornire on-line. Sicuramente l'esposizione graduale di cui tu parli alla fine del tuo messaggio (imparare ad uscire poco alla volta, aumentando sempre di più e gradualmente la tua esposizione alla situazione temuta) potrà aiutarti ad affrontare la necessità di frequenza al corso, ma difficilmente credo che così si risolveranno anche le altre questioni.
Ti invito a chiedere un supporto ad uno psicologo ed eventualmente intraprendere una psicoterapia, affinché i tuoi problemi possano essere affrontati e risolti a 360 gradi.
Buona giornata
Dott.ssa Angela Beatrice Marino

Dott.ssa Angela Beatrice Marino Psicologo a Arese

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