Non riesco ad avere il secondo figlio

Inviata da Sara · 7 mag 2024 Autorealizzazione e orientamento personale

Non riesco a rimanere incinta del secondo figlio e ormai i medici non mi hanno lasciato più speranze e per questo ho un fortissimo senso di colpa nei confronti di mio figlio che ha 9 anni e mi chiede un fratellino o una sorellina. Mi sento una mamma a metà e ho paura che mio figlio sviluppi un senso di solitudine che lo farà sempre sentire triste e incompleto rispetto ai suoi amici con fratelli. Sono disperata e oggi notte penso che sto rovinando la vita a mio figlio

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Miglior risposta 8 MAG 2024

Cara Sara,
il momento che sta affrontando non è affatto semplice. Spesso da genitori seppur con le migliori intenzioni, contagiamo i nostri figli con le nostre preoccupazioni. Potrebbe esserle utile affrontare il discorso con suo figlio spiegandole le ragioni per cui, nonostante voi vogliate, il fratellino potrebbe non arrivare.
I bambini sono bravissimi a leggere le emozioni del genitore e se lei non affronta l'argomento rischia che il bambino crei una sua interpretazione di quello che sta succedendo.
Le consiglio di chiedere una consulenza per approfondire e per confrontarsi con un professionista che la aiuterà a trovare le parole giuste per questa delicata comunicazione.
La aspetto volentieri per una consulenza online.
Un caro saluto
Dott.ssa Vita

Dott.ssa Antonella Vita Psicologo a Padova

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14 MAG 2024

Cara Sara,

Immagino lo sconforto che le crea questa situazione che appunto definisce "essere mamma a metà". In realtà, mettere al mondo un solo figlio non dovrebbe essere associato al concetto di genitore manchevole, tanto più se non averne un secondo non dipende da un suo volere. Più che sull'effetto dell'assenza di un possibile fratello, le suggerisco di concentrarsi su questo suo malessere iniziando a chiedersi: Come mai credo che la felicità di mio figlio derivi solo da qualcosa che ora non c'è? Dove ho imparato a sentirmi colpevole/responsabile anche per quello che non dipende in parte o in tutto da me? Come mai crede che suo figlio avrà un senso di solitudine che lo porterà ad essere sempre triste? Cosa significa per lei "solitudine"?
Le consiglio di approfondire queste tematiche all'interno di un percorso psicologico per dar loro il giusto spazio.

Un caro saluto,
Dott.ssa Viviana Ciavatta

Dott.ssa Viviana Ciavatta Psicologo a Monterotondo

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14 MAG 2024

Buongiorno Sara, se non ci sono cause organiche e il sistema riproduttivo tuo e di tuo marito non presentano problemi, in alcuni casi il trattamento con ipnosi attraverso metafore è stato valido. Questo trattamento non è magia ed è indicato comunque all'interno di

Dott. Bonacina Giampiero Psicologo a Valmadrera

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9 MAG 2024

Buonasera signora,

è importante fare un primo distinguo tra il desiderio di un figlio e il desiderio di un fratellino. La voglia che ha suo figlio di avere un fratello vuol dire tante cose, parla di un desiderio di comunità, di vicinanza, di rispecchiamento che però suo figlio potrebbe scoprire di avere con un amico molto più di quanto non lo immagini con un fratello: i bambini, infatti, tendono a dimenticare che i fratelli non si scelgono e che hanno la loro personalità, che può essere anche molto diversa da quella del fratello maggiore. Per i genitori di figli unici l'indicazione è sempre la stessa: munirsi di letto a castello (o cassetto) e aprire la casa agli altri bambini: si potrà scoprire in se stessi una capacità di condivisione con l'altro perfino più profonda di quella di altri che sono cresciuti in famiglie numerose.
Questo per quanto riguarda suo figlio, il cui diritto è di desiderare senz'altro ma che, a 9 anni, non può spingersi più in là. Il suo vissuto invece di "mamma a metà" forse andrebbe approfondito, meriterebbe uno spazio in cui lei possa guardare il suo desiderio di maternità, per scoprirne tutte le sfumature.
Le auguro il meglio e resto a disposizione,
VR

Dott. ssa Viola Rastrelli Psicologo a Milano

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8 MAG 2024

Buongiorno signora
Ci sono tanti figli unici che sono felici.
Come ci sono tanti fratelli che si odiano.
Se fossi in lei non mi farei tanti sensi di colpa, perché non ha un secondo figlio.
Farei dei colloqui con uno psicoterapeuta
Per farsi aiutare.
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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8 MAG 2024

Buongiorno Sara,
ciò che mi arriva dalle sue parole è che lei abbia maturato un'ossessione nei confronti del suo problema, ciò non fa bene a lei e nemmeno al suo bimbo che penso percepisca questo disagio.
Sentirsi in colpa non ha senso perché mi sembra di capire che lei abbia fatto di tutto per dare a suo figlio un fratellino, pertanto non è una colpa che può attribuire a se stessa; inoltre essere figlio unico non è necessariamente un handicap, i figli unici crescono bene come coloro che hanno fratelli o sorelle, l'importante è che si sentano amati e compresi.
Un'ultima considerazione: provi, magari con l'aiuto di un terapeuta, ad allontanare da sé questa ossessione ed, a meno che non ci siano problemi fisici (ovaie, spermatozoi ecc) non è detto che il bimbo o la bimba arrivino. La mente è molto più potente di quanto ci immaginiamo e può condizionare anche il nostro corpo lo dico per esperienza di una mia paziente .
Auguri e cari saluti.
Dott.ssa Cristina Zinnari

Dott.ssa Cristina Zinnari Psicologo a Genova

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8 MAG 2024

Buongiorno Sara, quando non riusciamo a realizzare un progetto di vita come quello di avere un figlio ci sentiamo impotenti e purtroppo rimaniamo intrappolati nel senso di colpa, è una sconfitta che fa male. La vita purtroppo non è sempre generosa, ma se ci pensa un figlio glielo ha donato, c'è chi deve fare i conti con il fatto di non averne alcuno. Lei è un mamma per intero non esistono mamme a metà e da mamma si dedicherà a suo figlio che in questo momento risente molto del suo stato d'animo. Sta a lei non far pesare a suo figlio di non avere fratelli, di essere felice della sua famiglia e lo farà egregiamente facendolo sentire sicuro di se anche senza fratelli....mi raccomando non si lasci travolgere da questo senso di colpa, guardi quello che ha non quello che non ha avuto e lo valorizzi al meglio per se e per il bambino che altro non aspetta che lei., la sua luce della giornata. Se lo goda in pieno perchè il tempo passa più velocemente di quando ci possiamo rendere conto e dopo il senso di colpa potrebbe raddoppiare....non ho avuto il secondo figlio e mi son persa del tempo prezioso che quello che ho...Se non dovesse riuscirci da sola mi contatti pure in modo da trovare quell'equilibrio che le necessita per ripartire.
Un saluto.
Marina

Dott.ssa Marina Brusadelli Psicologo a Cisano Bergamasco

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8 MAG 2024

Gentile Sara, il suo senso di colpa è molto comune nelle donne che hanno un solo figlio, mi sento pertanto di rassicurarla dicendole che è una condizione normale che può essere affrontata e risolta.
Dalle righe che ha scritto mi sembra di capire che da parte sua era presente (e lo è ancora) il desiderio di avere un secondo genito a prescindere dalle richieste di suo figlio.
Reputo quindi opportuno dover affrontare la questione sotto due piani differenti ma sovrapposti: il senso di colpa e l'impossibilità di realizzare un desiderio.
Capita quasi sempre che, ad una certa età, i figli unici chiedano ai loro genitori di avere un fratellino perché si confrontano con amici e compagni di classe che ne hanno e la curiosità di sperimentare una condizione diversa da quella in cui si trovano è molto forte. Questa curiosità è la stessa che porta a chiedere un animale domestico o un particolare gioco nuovo perché "l'ho visto a casa di Luca, mamma, è davvero fantastico, devo averne uno anche io!". Ci sono moltissimi figli unici adulti che non hanno nessun senso di inferiorità rispetto ad adulti con fratelli/sorelle. E' improbabile che suo figlio sviluppi questo forte senso di solitudine che la spaventa tanto e non avrà motivo di sentirsi incompleto se i suoi genitori saranno presenti nella sua vita partecipandone attivamente e permettendogli di sviluppare la sua personalità ed identità in maniera integra. Affinché questo accada, però, è importante non caricare le sue piccole spalle di pesi e responsabilità che non gli appartengono e che non sarebbe pronto a gestire.
Qui entra in gioco il piano dell'impossibilità di realizzare il desiderio di avere un secondo figlio. Mi permetto di farle notare in che modo, anche nello scrivere, sembra voler mascherare questo forte desiderio con la richiesta di un fratellino/sorellina da parte di suo figlio: "non riesco a rimanere incinta" -> "ho un fortissimo senso di colpa nei confronti di mio figlio"; "mi sento una mamma a metà" -> "ho paura che mio figlio [...] si senta triste e incompleto". Le pressioni sociali, anche quelle involontarie come la richiesta innocente di suo figlio, non fanno che aumentare il forte senso di colpa che una donna prova verso se stessa per l'impossibilità di concepire. La invito a concentrarci per un attimo solo su se stessa e sul senso di progettualità che questa mancata gravidanza ha distrutto. La colpa di quello che sta affrontando non è certo la sua, ma capisco che il senso di impotenza nei confronti della natura e il rendersi conto di non poter controllare nemmeno il proprio corpo sia una sensazione straziante. Il desiderio irrealizzato in questo caso è doppio: il suo e quello di suo figlio. Di conseguenza è doppio anche il suo senso di colpa. Per non far sentire suo figlio triste ed incompleto deve prima riuscire a non sentircisi lei come madre. Non è meno mamma di una donna che ha due figli. Non è una mamma a metà, non esistono le mamme a meta. Lei è una mamma che ama suo figlio al massimo e proprio per questo deve accettare quello che sta vivendo riscoprendo la possibilità di progettare il suo futuro e quello della sua famiglia con un solo figlio. Rimetta lui al centro e trovi in lui la forza e la gioia per affrontare le notti e i giorni, altrimenti rischia di non farlo sentire abbastanza per renderla felice e completa.
Forza!
Dr.ssa Giulia Servidei

Dr.ssa Giulia Servidei Psicologo a Ciampino

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8 MAG 2024

Cara Sara,

sarebbe importante che intraprendessi un percorso psicoterapeutico per approfondire gli aspetti personali che ti portano a pensare di "rovinare" la vita a tuo figlio per il fatto di non dargli un fratellino e che per questo saresti "una donna a meta'".
Infatti, la solitudine che temi possa sperimentare tuo figlio, potrebbe benissimo essere compensata da nuove relazioni in altri contesti, come a scuola e in attivita' sportive. Tuttavia, e' necessario approfondire i significati che tu per prima attribuisci a un rapporto fraterno, eventualmente vissuto o meno nella tua famiglia d'origine.
Sono a disposizione per qualsiasi approfondimento, anche online.

Dott.ssa Francesca Orefice

Dott.ssa Francesca Orefice Psicologo a Bologna

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8 MAG 2024

Buongiorno Sara,
La sua ansia di non poter dare un fratello o sorella a suo figlio sembra essere diventata padrona di tutto il campo esistenziale. Quando l’ansia inizia ad avere questi contorni, bisogna cercare di arginarla attraverso una ridefinizione del proprio contesto di vita e del proprio momento del ciclo di vita. Essere madre di un bambino di 9 anni è una cosa bellissima in sè e sicuramente suo figlio è contento di questa sua posizione esistenziale in seno alla famiglia. L’importante è non trasmettere al bambino i propri stati d’animo poiché i bambini tendono ad identificarsi con gli stati emotivi dei genitori. Che i figli unici siano tristi e soli è anche uno stereotipo comune e non corrisponde alla realtà del vivere come figli unici. Ogni uomo o donna ha provato e prova la solitudine, che è condizione umana, anche opportuna per creare spazi riflessivi. Essere madre di figlio unico non è un peccato di fronte a nessuno, essere madre va insieme all’essere donna e soggetto con i propri desideri e i propri mondi. Inoltre essere genitore riguarda la creatività e la possibilità di creare progetti innumerevoli in questo cammino che si chiama vita. Potrebbe giovarle un percorso di confronto psicoterapeutico per capire la fase che sta attraversando, facendo pulizia del senso di colpa che giganteggia nelle sue parole e di cui potrebbe sbarazzarsi alleggerendosi non poco.
Dott. Pietro Salemme

Dott. Pietro Salemme Psicologo a Roma

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8 MAG 2024

Gentile Sara, mi spiace per il suo dolore, vorrei poterle dire che lei non è una mamma a metà,che suo figlio crescerà altrettanto bene e soddisfatto anche da figlio unico.
Ma lo psicologo cosi come non da consigli nemmeno è l’amico che consola, ma un professionista che creando una relazione di cooperazione sostiene il cliente ad attraversare i suoi lutti, perché questa situazione che sta vivendo è a tutti gli effetti un lutto.
Non ci sono parole che possano alleviare il suo dolore, ma con più probabilità lei necessita di un buon ascolto non giudicante che le permetta di dirsi le cose che la faranno un po per volta stare meglio, e stando meglio lei, starà meglio anche chi vive con lei.


La saluto cordialmente
Dott.ssa Barbara Durand
Ricevo Online ed a Torino

Dott.ssa Barbara Durand Psicologo a Torino

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