Combattere l'abbandono della pratica sportiva: come ottenerlo?

Spesso chi si accinge a praticare un attività sportiva considera il gesto dell'atleta come un azione conseguibile con un minimo di pratica e d'impegno. Per prevenire l'abbandono, è necessario conoscerne le motivazioni sottostanti.

10 MAG 2024 · Ultima modifica: 13 MAG 2024 · Tempo di lettura: min.
Combattere l'abbandono della pratica sportiva: come ottenerlo?

Spesso chi si accinge a praticare un attività sportiva considera il gesto dell'atleta come un azione conseguibile con un minimo di pratica e d'impegno. Nella fase iniziale ciò che domina e determina l'interesse è il pensiero di poter raggiungere quel livello in cui la complessità di un esecuzione diviene la normale applicazione del proprio talento: il tiro a cucchiaio delcalciatore che fa esultare vincente la propria squadra o la discesa libera dello sciatore a più di 100km/h.

Tutto ciò crea un aspettativa relativamente alle competenze e ciò che si pensa d'acquisire praticando tale attività. L'aspettativa di per sé non ha una valenza negativa in quanto il "miraggio del professionista" può fungere da combustile per il motore della motivazione del soggetto però allo stesso modo se non correttamente calibratapuò fungere da scintilla in un esplosione in cui il risultato è l'abbandono della pratica ed il comburente è il mancato raggiungimento dei risultati.

È possibile combattere le grandi aspettative se si effettua un processo d'educazione dell'individuo in cui si deve dar valore alle sensazioni o ai benefici ottenuti anche nel breve termine come: miglior tono muscolare,maggior forza o resistenza. I benefici e le aspettative sagomano l'impegno del soggetto e la sua costanza nella pratica, affinché "l'atletaemergente" non abbandoni lo sport si deve dar voce al valore di ciò che è stato fatto ( es:"se non fossi andato agli allenamenti, non avrei fatto nulla di costruttivo").

Come contrastare l'abbandono nello sport?

Per prevenire l'abbandono, è necessario conoscerne le motivazioni sottostanti: in primis l'idea di non aver ottenuto i risultati desiderati.Si può contrastare l'effetto negativo di questa motivazione creando un percorso in cui si forniscano informazioni sufficiente riguardo al come avvenga il miglioramento e quindi delle tempistiche necessarie peresso inoltre l'obiettivo può esser personalizzato in relazione alla persona praticante. L'abbandono può esser anche dovuto a causa dell'infelicità derivante dagli scarsi risultati, sentimento proveniente dal mancato rispecchiamento delle proprie illusioni.Per compensare l'infelicita derivante da quelli che il soggetto ritiene esser scarsi risultati si stabilisce un apprendimento graduale e stabile nel tempo (poche competenze per volta di difficoltà crescente).

L'abbandono può derivare anche dal sentimento di responsabilità nei confronti di ciò che non si è raggiunto.Per evitare che il soggetto si senta eccessivamente responsabile per i mancati progressi, si può indurre in esso la consapevolezza dell'impegno ed attraverso il sostegno emotivo far valere la bontà derivante dalle proprieazioni. L'ultimo motivo è quello di non considerarsi in grado di cambiare, essa è il prodotto di una mentalità errata non indirizzata alla crescita ma fissata al risultato. Le seguenti motivazioni sono state documentate in uno studio di Anshel (2014) che ha indagato l'applicazione della psicologia del benessere a diversi esercizi, medicina dello sport e medicina comportamentale per dare una base scientifica al cambiamento d'abitudine. In questa prospettiva lo psicologo come l'allenatore deve far prevalere una mentalità orientata alla crescita predicendo la scelta di obiettivi orientati al compito al contrario di una mentalità al risultato.

Come contrastare l'abbandono nello sport?

Mentalità detta dal fatto che le persone possiedano due tipi di emozioni (Weiner, 1986): le prime correlate direttamente con il risultato: esser felici o meno in relazione al raggiungimento della prova sostenuta; le seconde relative alla cause determinanti la percezione emotiva.Le emozioni correlate all'autostima sono associate ad attribuzioni interne del locus esterno/interno mentre quelle correlate all'aspettativa sono riferite alla stabilità. Effettuare un lavoro sul conseguimento del risultato e sulla soddisfazione di quanto ottenuto potrebbe provocare un aumento dell'autostima ed un minor abbandono.

Ciò significa che al posto di creare metri di paragone insostenibili è meglio render consapevole l'individuo dei propri progressi e di ciò che ha ottenuto, facendoli capire che ha acquisito un abilità e una competenza con l'idea che la pratica sportiva debba esser eseguita per il benessere derivante da essa in quanto è una modalità per accrescere i propri interessi e migliorare la propria identità.

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Scritto da

Dott. Massimo Masserini

Dott. Massimo Masserini Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Sessuologo Clinico e Pedagogista, Psicologo Giuridico e CTP, Neuroricercatore. Svolge attività di libero professionista a Bergamo presso il centro clinico e ricerca MindFit Clinic. Offre sostegno per depression, ansia, panico, etc.

Bibliografia

  • Anshel, Mark. (2014). Applied Health Fitness Psychology. 10.5040/9781492595212.
  • Weiner, B. (1986). Attribution, emotion, and action. In R. M. Sorrentino & E. T. Higgins (Eds.), Handbook of motivation and cognition: Foundations of social behavior (pp. 281–312). Guilford Press.

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