Tra tempo ed emozione: la perdita e l’esperienza del lutto

La morte, un paradosso che amplifica l'emotività, viene affrontata in terapia come "distacco". Il modello di Worden propone quattro compiti per elaborare il lutto, facilitando l'adattamento attivo e la reintegrazione della perdita nella vita emotiva.

26 GIU 2024 · Ultima modifica: 1 LUG 2024 · Tempo di lettura: min.
Tra tempo ed emozione: la perdita e l’esperienza del lutto

La morte è l'unica certezza della vita, ma è anche l'unica cosa di cui non possiamo sapere nulla con certezza, come sosteneva il filosofo Kierkegaard nel suo "Diario" del 1909. Il concetto stesso della morte è, di per sé, un paradosso che disorienta il pensiero logico amplificando la risonanza dei vissuti emotivi.

Cos’è il distacco dal dolore?

In terapia, è spesso preferibile parlare di "distacco" piuttosto che di morte, poiché questo termine permette di assimilare la morte fisica ad altri tipi di separazione. Risulta utile inoltre fare una distinzione tra assenza e mancanza: con la prima si intende la mancata esperienza della relazione mentre la seconda fa riferimento alla perdita dell'esperienza relazionale precedentemente fatta e il distacco può avere a che fare con entrambi.

Il distacco può coinvolgere entrambe queste dimensioni e la distinzione tra assenza e mancanza diventa cruciale quando si considera l'impatto del lutto sull'intero sistema di relazioni in cui una persona vive: il cordoglio, che letteralmente significa "cuore che duole", richiede di essere condiviso, ritualizzato, partecipato per evitare l'isolamento e la solitudine verso cui la sofferenza richiamerebbe. I rituali simbolici, variabili a seconda delle culture e delle religioni, sono fondamentali non solo per dire addio alla persona cara, ma ancor di più per permettere l'espressione esplicita del dolore di chi rimane.

Mentre l'esperienza della perdita può richiamare un senso di collettività, il dolore può spingere verso l'isolamento e la perdita di relazione con gli altri. Frasi come "Nessuno può capire cosa provo", "Dicono che dovrei provare a distrarmi", o "Non posso farmi vedere così" sono comuni tra chi vive il lutto. Il lutto, infatti, è un'esperienza che si vive e che spesso crea una ferita, uno strappo nella cronologia psicologica di un individuo.

Il tempo del dolore

L'esperienza della morte può creare una frattura tra passato, presente e futuro, rischiando di bloccare il naturale ciclo vitale di una persona in un tempo sospeso, dove tutto sembra immobilizzarsi.

Adottare una visione circolare, in cui ogni elemento influenza e viene influenzato dagli altri all'interno del proprio sistema di appartenenza, può aiutare a comprendere e superare la stasi che inevitabilmente colpisce la linearità del pensiero di fronte alla morte. Questa prospettiva permette di vedere il lutto come un processo interconnesso, facilitando il fluire della vita nonostante la perdita.

Secondo Bassoli, Mariotti e Vandelli (1981) il tempo condensato può essere descritto come una particolare struttura temporale che sovrintende e regola gli apprendimenti e gli eventi del tempo esistenziale. In questo tempo, avvenimenti consapevoli e inconsapevoli, cruciali per l'individuo, si verificano in frazioni di tempo estremamente dense, paragonabili alla densità dei buchi neri nell'universo.

In sostanza, nel tempo condensato si definiscono le relazioni o si minacciano definizioni di relazioni, con informazioni che, una volta comprese, porteranno a cambiamenti significativi.

Questi eventi rappresentano le nascite e le morti, sia psicologiche che reali, e l'ingresso di nuovi elementi cruciali per la strutturazione vitale. Nel tempo esistenziale, si assiste alla strutturazione e all'apprendimento di vivere secondo le regole stabilite dai cambiamenti avvenuti nel "fulmine" del tempo condensato.

La formazione della personalità è in continuo equilibrio tra il tempo condensato e il tempo esistenziale; si può supporre che i tempi esistenziali siano fondamentali per consolidare e rendere effettivi i cambiamenti avvenuti nei tempi condensati. Se la morte quindi rappresenta un tempo condensato, l'esperienza del lutto e la sua elaborazione si svolgono nel tempo esistenziale della vita di ciascuno di noi.

L'elaborazione del lutto secondo il modello di Worden

L'elaborazione del lutto secondo il modello di Worden

Il modello del lutto di William Worden, sviluppato nel 1991, è conosciuto come il "Modello dei Compiti del Lutto" e offre un approccio pratico per comprendere e affrontare il processo di lutto. A differenza dei modelli basati su fasi o stadi, Worden propone quattro compiti che una persona in lutto può affrontare per cercare di adattarsi alla perdita. Questi compiti non sono sequenziali e possono sovrapporsi nel tempo:

  • Accettare la realtà della perdita. Il primo compito consiste nel riconoscere e accettare la realtà della perdita. Questo significa comprendere che la persona amata non tornerà e che la perdita è definitiva. Spesso, subito dopo la perdita, c'è una tendenza a negare la realtà, sia in modo cosciente che inconscio. Affrontare questo compito implica il passaggio dalla negazione della perdita alla sua accettazione, compito che può essere svolto partecipando al funerale, pensando concretamente a tutto ciò che non sarà più possibile fare insieme, usando il passato quando si parla della persona scomparsa e accettando quello che è successo così come le dinamiche che hanno preceduto la morte.
  • Elaborare il dolore del lutto. Il secondo compito è affrontare e lavorare attraverso il dolore emotivo e fisico del lutto. È essenziale permettersi di provare e esprimere le emozioni legate alla perdita, che possono includere tristezza, rabbia, senso di colpa e disperazione. Solo attraverso l'espressione e la condivisione della sofferenza si può accedere alla possibilità di sentirsi accolti e compresi.
  • Adattarsi ad un ambiente senza la persona deceduta. Il terzo compito implica adattarsi a una vita senza la persona amata.Ritirare e reinvestire le proprie emozioni su nuovi oggetti d'amore, trovare un posto adeguato per la persona scomparsa nel sistema emozionale familiare. Questo può implicare il riadattamento degli spazi fisici della casa o di qualsiasi altro luogo condiviso con la persona e anche degli spazi mentali, assegnando nuove responsabilità e compiti ad altri.
  • Reinserire la persona deceduta nella propria vita emotiva e andare avanti. L'ultimo compito riguarda il trovare un modo per mantenere una connessione con la persona deceduta mentre si continua a vivere. Questo non significa dimenticare la persona amata, ma piuttosto trovare un posto per il ricordo che permetta di guardare al futuro. È un processo di riconciliazione che consente di investire nuovamente nelle relazioni.

Il modello di Worden enfatizza l'importanza dell'adattamento attivo, promuovendo la visione dell'esperienza della perdita come un processo attivo, che può aiutare nel riassetto della linea temporale sdoppiata dal distacco. Ogni individuo affronta questi compiti in modo unico e il tempo necessario per completare ogni compito varia da persona a persona. L'approccio di Worden offre una struttura che può aiutare le persone in lutto a comprendere e compiere il loro percorso di guarigione.

In sintesi, affrontare il lutto richiede un equilibrio tra l'accettazione del dolore e l'azione attiva per integrare la perdita nella propria vita. Ogni individuo percorre questo cammino in modo unico, e comprendere i diversi aspetti e modelli del lutto può fornire preziosi strumenti per il processo di guarigione.

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Scritto da

Dott.ssa Francesca Bertacchi

Bibliografia

  • Bassoli F., Mariotti M., Vandelli P. (1981). Funzione del Tempo in una metodica terapica territoriale: Analisi di un caso, in Finalità della psicoterapia. Atti del XVI convegno di Psicoterapia Medica 
  • Firenze 1980, Bologna: Ed.Patron. in Bassoli, F. (2020). Il disegno sistemico della casa: una tecnica trasformativa in psicoterapia relazionale. Terapia familiare: rivista interdisciplinare di ricerca ed intervento relazionale: 122, 1, 2020, 25-43.
  • Di Caro, S. (2017). La psicoterapia del distacco. Dinamiche intrapsichiche, funzionamenti familiari e trattamento del lutto in terapia relazionale. (Bi)sogno di psicoterapia.

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