Adolescente manie omicide

Inviata da Gianluca · 13 apr 2023 Autorealizzazione e orientamento personale

Salve, mio fratello di quasi 17 anni da circa un anno ha delle manie omicide. È stato un crescendo di eventi che lo ha portato poco tempo fa ad uccidere e sventrare dei topi, mentre invece ieri sera abbiamo trovato dei coltelli da cucina nascosti da lui. È un soggetto che non ha dei ritardi, ma comunque è bordeline tra il lieve ritardo e la “normalità”. Alterna momenti di lucidità dove si rende conto di avere un problema, a momenti di totale menefreghismo riguardo ciò che fa. È in cura da uno psicologo ed uno psichiatra. Recentemente gli sono state prescritte delle pillole (che non so a cosa servano di preciso), ma rifiuta la cura. Fa finta di prenderle e poi le nasconde o le butta. Abbiamo trovato spesso pillole nascoste in giro. Cosa bisogna fare in questi casi? Cosa si rischia? Grazie in anticipo.

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Miglior risposta 14 APR 2023

Caro Gianluca,
Grazie per la tua condivisione. Immagino quanto possa turbarti il problema di tuo fratello in quanto lo vivi quotidianamente e probabilmente ti sentirai di oscillare tra la preoccupazione per lui e la paura per la vostra incolumità. Sarebbe auspicabile un percorso adeguato alla gravità delle sue manifestazioni e, da come riporti, lo sta già facendo. È importante fare presente, magari allo psicologo, che il ragazzino non è sempre disposto ad assumere farmaci. In questo modo, lo psicologo potrebbe lavorare sull'adeguamento del bambino alla terapia farmacologica. In questi casi, la collaborazione tra le diverse figure professionali che lo seguono è importantissima. Non sono solita sbilanciarmi sulla base di resoconti brevi, ma immagino che tuo fratello abbia un disturbo della condotta, il quale solitamente insorge proprio nella tarda infanzia o nell'adolescenza. Se tempestivamente preso in carico, la condotta di tuo fratello potrebbe di gran lunga migliorare in età adulta. Consiglio a te e alla tua famiglia di interfacciarsi attivamente con i diversi professionisti e intensificare la collaborazione, cercando di adeguare il più possibile l'intervento al livello di gravità delle manifestazioni. I tuoi genitori come vivono la situazione? Com'è il clima familiare generale?
Resto a disposizione.
Fabiana

Dott.ssa Fabiana Navarro Psicologo a Centurano

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16 APR 2023

Gentile Gianluca,
molto probabilmente suo fratello ha un disturbo della condotta che, se non trattato, può evolvere negli anni verso un disturbo antisociale con potenziale pericolo per gli altri e per se stesso.
Il rifiuto dei farmaci o una cattiva compliance è un ulteriore elemento di preoccupazione ed è necessario informare sia lo psichiatra che lo psicologo che lo hanno in cura. Il primo potrebbe sostituire alle compresse le gocce o le iniezioni a rilascio prolungato, il secondo potrebbe motivare il ragazzo ad accettare la cura farmacologica che gli è stata prescritta.
Sarebbe anche importante una psicoterapia familiare per migliorare le interazioni con lui per non farlo sentire emotivamente emarginato o escluso.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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14 APR 2023

Buon pomeriggio. Credo dovreste parlare con i terapeuti che lo seguono. Il rifiuto dei farmaci è sinonimo di un rifiuto di migliorare e di farsi aiutare, forse perché non comprende bene la sua situazione e soprattutto le conseguenze delle sue azioni. È una situazione molto delicata e, forse, un lavoro in sinergia con chi lo sta aiutando può essere un bene.
Spero di esserti stata utile. Un abbraccio.

Giuliana Gaeta Psicologo a Roma

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14 APR 2023

Buongiorno
Se fossi in voi avviserei lo psichiatra e lo psicologo. E potreste darle voi i farmaci così siete sicuri che li prende.
mentre lo psichiatra e lo psicologo li devono motivare alla cura.
il fatto che non vuole prendere i farmaci, vuol dire che non è consapevole del suo stato.
Il fatto che lui uccida gli animali , fa parte di una aggressività repressa. Le sarebbe utile la tecnica DBT che è un trattamento cognitivo comportamentale per condotte parasucidarie, aggressività e suicidarie
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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14 APR 2023

Buongiorno, sarebbe utile avere più informazioni riguardo al caso.
In primis con quale diagnosi gli è stata prescritta la terapia psicofarmacologica. Poi, non in ordine d'imoortanza, se vi sono state esperienze traumatizzanti nella vita del ragazzo. Inoltre quale orientamento segue lo psicologo che lo ha incarico.
Cordiali saluti

Dott. Samuel Amerikanos Occhi Psicologo a Torino

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14 APR 2023

Salve.
I segnali che sta mostrando suo fratello sono molto gravi e pericolosi.
È urgente intervenire in quanto la prognosi di questi segnali è decisamente infausta.
Vi sono seri pericoli per voi e per gli altri, potrebbero aprirsi anche questioni relative a responsabilità sotto il punto di vista giuridico in futuro.

Mi contatti per un consulto in privato in maniera tale da vedere nel dettaglio la situazione e poter agire per il bene di suo fratello e la vostra famiglia nel breve termine.
Nel frattempo le mando un caloroso saluto.
GV.
Nel frattempo le auguro

Dott. Giovanni Volpi Psicologo a Perugia

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14 APR 2023

Buongiorno Gianluca, posto che ci dice poco nel suo racconto circa quali comportamenti indicano manie omicide in suo fratello e quali eventi lo hanno portato ad assumere questi comportamenti, sicuramente è possibile dire che gli atti di violenza e la crudeltà sugli animali è un comportamento correlato al disturbo della condotta che si manifesta in età infantile ed adolescenziale e che, se non trattato, può esitare in un disturbo antisociale di personalità caratterizzato da mancanza di rispetto dei diritti altrui, delle regole e in comportamenti violenti ed attività illecite.
Non so a che età ha manifestato crudeltà sugli animali, di solito questi comportamenti esordiscono in età infantile. Ad ogni modo questi comportamenti sono legati al fatto che il bambino cresce in un contesto scarsamente attento alle emozioni ed all'affettività, nonché è oggetto di violenze fisiche o psicologiche, in famiglia o in qualche altro contesto, come la scuola.
I comportamenti violenti vengono messi in atto in risposta ad emozioni prevaricanti di paura o rabbia che il ragazzo riversa su soggetti indifesi come gli animali. E' un meccanismo di regolazione delle emozioni primitivo, come si suol dire in termini tecnici, in quanto non c'è una comprensione di ciò che prova o di ciò che ha provocato le emozioni, ma si arriva ad uno sfogo comportamentale di esse in maniera impulsiva e compulsiva. Il lavoro da fare in terapia è quello di aiutare il ragazzo a collegare eventi, pensieri ed emozioni in modo da mentalizzare i processi che lo portano a compiere le azioni problematiche.
E' inoltre importante aiutarlo a sviluppare empatia verso gli animali e gli altri: per far ciò è necessario che le persone che lo circondano esprimano i loro sentimenti, le paure e le ansie, così come le emozioni positive che vi induce un comportamento positivo. E' fondamentale che quando parlate delle vostre emozioni lo facciate in maniera autentica e congruente, cioè ciò che dite deve corrispondere all'espressione del viso, al tono di voce e alla gestualità.
Infine, è necessario comprendere se ci sono o ci sono state violenze subite dal ragazzo. E' importante che esse vengano interrotte immediatamente se sono ancora in atto, così come è necessario lavorare sui sentimenti di paura, rabbia, impotenza e umiliazione.
Infine, rispetto alla terapia farmacologica è importante che informiate subito lo psichiatra che non la sta assumendo correttamente: questi può valutare se adottare farmaci per iniezione a lento rilascio. Sicuramente la situazione è piuttosto seria e bisogna intervenire attraverso un trattamento specifico e ben mirato.

Dott. Lelio Bizzarri Psicologo a Roma

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14 APR 2023

Buongiorno Gianluca,

Ti ringrazio per quanto hai condiviso e immagino che non sia facile per te convivere con questo tipo di preoccupazione. E' molto importante che tuo fratello segua la terapia farmacologica prescritta e che ne capisca la ratio in modo che ci sia anche da parte sua più collaborazione. In questo potrebbe aiutarlo una terapia. Sarebbe molto importante una valutazione ed una diagnosi accurata che metta in evidenza la natura di questi comportamenti aggressivi che sono frequenti quando si inizia a strutturare una personalità antisociale. Puoi contattare i servizi presenti sul tuo territorio come i centri di salute mentale ed eventualmente riparlarne con lo psichiatra che ha prescritto la terapia. Inoltre consiglio anche a te a e ai tuoi familiari un percorso psicologico per comprendere come relazionarvi in modo funzionale con lui è limitare queste crisi.
Spero di esserti stata d'aiuto.
Dr.ssa Livia Costa

Dott.ssa Livia Costa Psicologo a Pescara

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14 APR 2023

Salve, mi dispiace sentire che tuo fratello sta attraversando una situazione così difficile e preoccupante. È positivo sapere che sta già seguendo un percorso con uno psicologo e uno psichiatra, ma sembra che ci sia ancora molto lavoro da fare per aiutarlo ad affrontare le sue manie omicide. Le manie omicide sono un sintomo molto serio e richiedono un'attenzione immediata. Il rifiuto del trattamento potrebbe comportare un rischio per la sua sicurezza e per quella degli altri, quindi è importante che la sua famiglia e i professionisti coinvolti lavorino insieme per trovare il modo migliore per affrontare questa situazione.

Dott.ssa Nicoleta Senni Pop-Span Psicologo a Asti

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14 APR 2023

Ciao Gianluca, il caso di tuo fratello mi sembra abbastanza complesso, tanto che voi a casa non potete prendervervene carico, perché personalità così non sono gestibili e tra le mura domestiche.
Mi mancano due dati fondamentali:
- l'età di tuo fratello, perché se minorenne non può decidere lui se prendere o meno dei farmaci ma sono i genitori ancora responsabili per lui,
- il tipo di farmaci che dovrebbe assumere per comprendere di che tipo di disturbo si tratti precisamente.
In ogni caso credo che i tuoi genitori debbano chiedere un colloquio con psicologo e psichiatra di tuo fratello per capire quale sia la diagnosi precisa e come comportarsi di fronte a questi atteggiamenti.
Credo anche che, sia importante affacciarsi al Servizio Sanitario Nazionale che può sostenere lui e voi in questa difficoltà.
Infine, ma non per importanza, penso che abbia bisogno di un percorso psicoterapeutico affiancato ai farmaci, quello psicologico non credo basti.

Dott.ssa Valeria Montella Psicologo a Sesto Fiorentino

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