Allontanamento da un miglior amico.
Buonasera, sono Mario e ho 16 anni. Sono in preda a un brutto periodo da ormai 5/6 mesi. Scelsi, ai tempi, di allontanarmi dal mio miglior amico perchè notai dei suoi atteggiamenti che non mi garbavano molto, poiché rispondeva sempre male, c’erano continui litigi (anche per colpa mia) e bisognava fare sempre ciò che diceva lui. Ad esempio: non potevo stare attento a una lezione perché se lui mi avesse chiamato io mi sarei dovuto girare subito. Ovviamente quando non lo facevo mi metteva il broncio. Sono comunque cose molto piccole, ma quotidiane, che mi hanno portato ad avercela con lui. Essendo abituato ad “ingoiare” senza mai oppormi, questo mi ha portato ad accumulare tutte queste stupidaggini e a farle diventare una bestia oramai indomabile. Ho applicato questo allontanamento semplicemente parlandogli meno di come facevo un tempo, rifiutando gli inviti a casa sua, rifiutando gli inviti ad accompagnarmi a casa, ma comunque mantenendo un normale rapporto. Io nel frattempo, uscivo e trascorrevo del tempo con la mia vecchia compagnia che mi ha accolto e da lì avvenne un cambiamento (parlando di amicizie). Stavo bene, mi divertivo, e con loro mi distraevo da tutta la situazione scomoda che vivevo ogni giorno. Un giorno organizzammo un calcetto (dove c’era anche lui), e nella scelta delle squadre io non lo scelsi. Lui mi mise il broncio e li per li non gli dissi niente. Fino a che non tornai a casa, dove mi arrivò un messaggio in cui c’è lui che mi dice in poche parole: che non sa che mi sia preso, che un altro po non gli parlo più e che se mi sono rotto i coglioni di lui devo avere le palle di dirglielo. In quel momento mi sentii il mondo cadermi addosso e sul momento gli risposi molto superficialmente “buonanotte va che è meglio” intendendo che stesse esagerando (per evitare comunque la discussione). Però continuò lo stesso e molto liberamente ma poco chiaro, gli dissi che rispondeva sempre male, che litigavamo troppo spesso e che non eravamo capaci di stare insieme. Gli dissi anche che ad allontanarmi era stato lui con i suoi atteggiamenti (cosa che dopo poco mi accorsi non fosse giusta, dato che sono stato io ad allontanarmi) e lui, ora con lucidità mi risulta comprensibile, mi rispose “Ma vaffanculo va”. Ci sta, comunque mi resi conto dopo di aver detto una cavolata. Sta di fatto che la conversazione finisce con il mio messaggio “e insieme non ci sappiamo sta”. Il giorno dopo, con una bella quantità di ansia sulle spalle, andai a scuola. Inizialmente non ci parliamo e lui a laboratorio (usando da tramite gli altri, cosa che ha sempre fatto), ha iniziato a dire le cose che gli avevo detto in chat inducendo a una presa per il culo (scusate il francesismo). In quel momento oltre che ad agire indifferente e a fare un sorrisetto sarcastico non sapevo cosa fare, ero in preda al panico e avevo il cuore in gola. A ricreazione camminammo vicino (non ricordo bene come iniziò la conversazione) e lui mi disse che non chiedevo mai scusa e i miei genitori mi hanno insegnato a non chiedere mai scusa (cosa che mi è rimasta QUA, come sì suol dire). La giornata finisce con noi due che alla fine, come ogni volta, ci mettiamo una pietra sopra e parliamo come se nulla fosse. Io lo assecondavo, a me non era andata giu per niente, ma come sempre me la sono tenuta per me. Il giorno dopo, in classe, agii di nuovo indifferente difronte a lui che continuava ad attirare la mia attenzione con degli insulti e delle prese in giro, con tutto di amico nostro affianco che rideva e che alimentava il fuoco, e dopo l’ennesima caterva di insulti lo “fulminai con gli occhi” (dato che per tutta la perculata non lo guardai in faccia una volta). Da li smise di prendere il giro. Da quei giorni io ho una forte ansia legata a questa persona e paura soprattutto. La mia intenzione sin dall’inizio era quella di finire scuola e di cambiarla per dare inizio ad un allontanamento lento, fisico e naturale. Proprio come successe con il mio miglior amico d’infanzia (con cui non successe nulla, ma per una mia decisione cambiai scuola e le strade si separarono pian piano e naturalmente) cercai solamente di replicare questo avvenimento con questa relazione. Con questo amico di infanzia ho rilegato molto ultimamente, è con lui che parlo di tutte le cose che mi accadono e mi ascolta. Quando successe la cosa del calcetto, lui venne a casa mia a guardare la tv come facevamo i giorni precedenti, e gli raccontai questa cosa con le lacrime agli occhi, perche è stata una cosa talmente tanto pesante che ne avrei dovuto parlare per forza. So che di lui mi posso fidare e mi posso fidare anche dei miei genitori, che durante questo brutto periodo mi hanno aiutato ad elaborare l’accaduto e a renderlo piu “banale”. Questo mi ha legato molto di piu a loro, poiche ogni giorno che ero a scuola tendevo a piangere e pregavo loro di venirmi a prendere (cosa che loro non facevano o per impossibilità o perche sarebbe stato giusto lasciarmi da solo). Nonostante io ami alla follia i miei genitori, questo mi ha fatto capire ancora di piu quanto io abbia bisogno di loro e di quanto loro siano disponibili per qualsiasi cosa. In quel periodo io caddi in una sorta di depressione, tendevo sempre a piangere. Ma andiamo avanti. Durante l’estate mi divertii molto, passai la maggior parte del tempo con i miei amici, ma soprattutto fui lontano da lui (e ciò mi rendeva libero e quando ripensavo alle cose brutte passate non mi toccavano proprio). Come dissi prima, io avevo in progetto di cambiare scuola, ma non riuscii per via delle materie da recuperare per cambiarla che erano improponibili (ne erano 5 di cui due lingue). Fatto sta che lui alla fine si fece bocciare e per questo non saremmo stati in classe insieme, e questo mi faceva stare bene. Fino a che non ritornò l’ansia che avevo un tempo e che mi portava via la felicità per giornate intere. Tornai a tornare a casa a piangere come un disperato ogni giorno, fino a quando non mi decisi di parlargliene privatamente dal vivo: lo invitai nel mio paesino a fare una passeggiata e lui accettò. Solo che il giorno prima ebbi uno dei miei crolli emotivi e mia madre, vedendomi per l’ennesima volta il quello stato, prese la macchina e mi portò a casa di lui. Lui si mostrò molto disponibile e mi disse “Certo, ti aspetto. Cos’è successo?”. Andai lì da lui e gli parlai in condizioni pietose, ero in pieno pianto e tremavo. Lui mi ascoltava e mi assecondava per qualsiasi cosa dicessi. Io in quel momento ero andato per chiedere scusa di tutte quelle discussioni che ci furono (al di fuori del periodo in cui mi stessi allontanando) e di cui mi resi conto grazie al mio rimuginare (cosa che vorrei smettere di fare). Lui nel mentre mi disse “Non importa, per me rimarrai sempre il mio migliore amico”. Lì gli dissi che da quei giorni in cui mi sono sentito soppresso, umiliato e deriso, per me non è piu lo stesso rapporto di una volta, anche se ci provai, non ebbe lo stesso risultato di un tempo. Gli dissi che sono tornato alla mia vecchia compagnia con cui mi sono sempre trovato bene, e lo vedevo che lacrimava anche se era buio poiche era sera. Mi scusai anche per il fatto che l’abbia ignorato tutto quel tempo senza dirgli nulla. Fatto sta che ci lasciamo con un’abbraccio in cui lui mi sussurra “scusa” piangendo. Da lì mi sentii libero, veramente assai leggero. Tornai a casa, mi docciai, ma piano piano ritornò la stessa sensazione di prima, anche se lieve. Da lì lui mi chiede il sabato di uscire, anche se io non voglio gli dico di si, e esce tranquillamente con il mio gruppo, cosa che mi da alquanto fastidio. Tutto questo per dire che mi sono reso conto che ho una tendenza al rimuginare notevole. Da lì mi sono sorti tantissimi dubbi: sul fatto che non volessi veramente mai chiedere scusa, sul fatto che abbia rovinato un’amicizia per delle stupidaggini e la colpa è solo la mia, sul fatto che io abbia evitato la questione tutto questo tempo solo perche avevo la coscienza sporca, sul fatto che sia una persona ipocrita che parla alle spalle (con il mio amico di infanzia) e sul fatto che sia o meno un “senza palle”. Sono reduce da un rapporto in cui eravamo solo io e lui, in cui ci rinchiudevamo in camera i sabato sera. E forse questo mi fa pensare che sotto sotto ero stanco di stare a combattere con una persona che avesse cosi tanta voglia di litigare (poiché ha sempre fatto ironia sul fatto che gli manca litigare come una volta o perché minacciava di poter litigare per una piccolezza). Ma nonostante ciò è sempre stato attaccato a me, altri lo perculavano perche dicevano che era il mio cane (perche faceva quello che facevo io e se lo facevo io, da solo non faceva niente) e ovviamente io lo difendevo (come giusto che sia). Ora mi ritrovo a dover cambiare scuola per non vederlo tutti i giorni dato che mi aspetta dove scendo con il cotral. Perche vederlo mi da un senso di pericolo. Negli ultimi giorni mi chiese di nuovo di andare a casa sua e io gli dissi di no, mi mise il broncio e non mi volle salutare perche ogni volta gli dico che “non mi va”, e nonostante io gli abbia fatto un discorso in cui dicevo che il rapporto non era piu lo stesso, pare che non sia stato tanto ben recepito il messaggio. Inutile dire che quando tornai a casa ebbi uno dei miei famosissimi crolli emotivi. Ci sono stati tanti altri disguidi che non sto qui a dire senno non finisco piu. Scrivo questa richiesta solo per sentire diverse campane da persone competenti in merito. Io attualmente sto facendo un percorso dalla psicologa per questo mio disagio che continuo ad affrontare ogni giorno. Capisco di essere stata e di essere ancora adesso una persona evitante, ma non capisco se questo faccia di me una brutta persona e perche secondo voi abbia appreso da questa esperienza questa dote dell’”overthinking” che mi porta a pensare a tante cosa del passato senza realmente dare una reale conclusione. Grazie mille in anticipo per le risposte