Bambino crisi isteriche .

Inviata da Vitmat · 16 ott 2024 Psicologia infantile

Salve mio figlio da quando ha compiuto tre anni non riesco più a gestirlo nel senso buono, lui è nato e cresciuto come bambino tranquillo pieno di amore e di affetto da parte dei suoi nonni e da noi genitori purtroppo ha subito degli spostamenti di casa da quando ho lasciato la casa che avevo per problemi atroci di muffa per dargli un habitat più pulito che non gli riscontrasse problemi di salute ritornando dai miei in cerca di un altra casa ha incominciato ad avere crisi isteriche .
Ritornare dai miei con tutto l amore verso di me e di mio figlio non è stato facile , da quando aveva una cameretta tutta sua si è ritrovato in una famiglia numerosa
Dallo scherzo dello schiaffetto nella rabbia a noi genitori lancia cose , schiaffi morsi tutto di un più , abbiamo cercato in tutti i modi di rassicurarlo ogni giorno ma la situazione continua a peggiorare , si strascina a terra anche per una semplice sciocchezza urla piange in continuazione e non si fa calmare , anche un semplice dialogo in uno stato tranquillo ti risponde no urlando e ti da lo schiaffetto questo succede solo in casa al di fuori è un angelo anche le maestre lo dicono , è un bambino intelligente educato e maturo non ha mai avuto espressioni aggressive con altre persone o bimbi ascolta non piange non alza le mani se gli prendono un giocattolo lui non fa niente è sempre partecipe ad ogni attività insomma il bambino di sempre un angioletto però al ritorno di casa pure per una sciocchezza tentenna a fare il ribelle , non ascolta e si arrabbia molto spesso
Sto andando in difficoltà lui non è un bambino aggressivo è troppo piccolo per capire L aggressività ma vorrei trovare un modo per dargli la quiete la tranquillità
Questi cambiamenti non sono stati facili per lui lo capisco

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Miglior risposta IERI, 17 OTT 2024

Gentile Vitmat,
Tuo figlio sta affrontando uno stress dovuto ai cambiamenti della vita familiare, e sembra che stia manifestando questo disagio soprattutto in casa, dove si sente più sicuro e libero di esprimere le sue emozioni. Fuori casa, dove ci sono regole e routine più strutturate, probabilmente si sente più contenuto e riesce a mantenere la calma.
Una possibile strada per aiutare tuo figlio potrebbe essere quella di ricreare un senso di stabilità attraverso routine quotidiane costanti proprio perché i bambini trovano conforto nella prevedibilità, e avere orari fissi e rituali potrebbe aiutarlo a sentirsi più sicuro e meno sopraffatto dai cambiamenti.
Inoltre, è importante accogliere le sue emozioni senza reprimere o punire i suoi comportamenti, facendogli capire che è normale sentirsi arrabbiati o frustrati in situazioni difficili, ma che ci sono modi più sani per esprimere queste emozioni. Potresti per esempio educarlo ad esprimere il suo malessere in modo alternativo, aiutandolo a mettere in parole ciò che prova o dandogli un modo sicuro per sfogare la sua rabbia.
Sarebbe anche importante creare per lui uno spazio personale, anche nella casa dei tuoi genitori, dove possa sentirsi al sicuro e avere un po' di autonomia. Un piccolo angolo con i suoi giochi o letture preferite potrebbe offrirgli un senso di controllo in un ambiente che per lui è cambiato molto.
Inoltre potresti spiegargli in modo semplice che i cambiamenti sono difficili anche per te e che insieme riuscirete a superarli.

Un caro saluto,
Dott.ssa Claudia Cianchi

Dott.ssa Claudia Cianchi Psicologo a Roma

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IERI, 17 OTT 2024

Salve, comprendo quanto possa essere difficile la situazione che sta vivendo con suo figlio. È evidente che la sua preoccupazione deriva da un amore profondo e dalla volontà di fornire un ambiente sereno per lui. I cambiamenti nella vita di un bambino, come il trasferimento e il cambiamento di abitazione, possono influenzare notevolmente il suo comportamento.
Il fatto che lui si comporti in modo aggressivo solo a casa potrebbe suggerire che si sente più sicuro di esprimere le sue emozioni in un ambiente familiare, dove sa di poter esplorare i propri sentimenti. È importante lavorare su strategie di comunicazione e gestione delle emozioni, creando spazi di dialogo e rassicurazione.
Potrebbe essere utile stabilire delle routine che diano a suo figlio un senso di stabilità, oltre a momenti di calma e attenzione individuale. A volte, anche piccole attività, come la lettura di una storia insieme o il gioco libero, possono aiutare a rafforzare il legame e a calmarlo.
Se la situazione non migliora, potrebbe essere utile considerare il supporto di un professionista, come uno psicologo , per esplorare ulteriormente il comportamento di suo figlio e trovare strategie adeguate. Lei non è sola in questo percorso, e ci sono risorse disponibili per aiutarla. Cordialmente, dott.ssa Camilla Persico

Camilla Persico Psicologo a Carrara

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IERI, 17 OTT 2024

Salve, i cambiamenti, soprattutto se improvvisi possono essere destabilizzanti e portare il bambino a comunicare il suo disagio con comportamenti problematici come quelli che Lei descrive. Inoltre il fatto che suo figlio abbia tre anni lo colloca in una fase del ciclo di vita in cui le emozioni, soprattutto quelle a connotazione negativa come la paura o la rabbia, siano espresse con il corpo. Tuttavia, abbia fiducia nell'indole tranquilla di suo figlio e nel fatto che con il passare del tempo pian piano si adatterà alla nuova situazione di convivenza allargata. Visto che a scuola suo figlio è più indulgente e collaborativo, provi a proporre alle maestre di fare un lavoro sulle emozioni, magari con l'utilizzo di materiale visivo (ad es. emoticon da associare a fotografie di volti) e tangibile, così che possa imparare a comunicare quello che prova in maniera più pacata anche a casa.

Rosa Lacerenza Psicologo a Foggia

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IERI, 17 OTT 2024

Buonasera,

piacere sono la dott.ssa Virginia Babusci.
Comprendo la frustrazione che tutta la famiglia stia vivendo in questo periodo e apprezzo il suo desiderio di dare quiete e tranquillità al suo bimbo e quindi la volontà di essere aiutata.
Sicuramente i cambiamenti da lei riferiti stanno influenzando il processo di adattamento del piccolo.
Data l'età probabilmente ha difficoltà ad esprimere verbalmente tutto ciò che sta vivendo dentro e quindi i vari comportamenti da lei descritti sono il suo modo di "tirare fuori" tutto.
Sarebbe sicuramente utile avere ulteriori informazioni (che sono disposta ad accogliere volentieri) ma nel frattempo si potrebbe tentare di lavorare sulla comunicazione. Questo perché aiuterebbe sia voi che il bimbo nella comprensione del mondo interiore del piccolo stesso. Potreste tentare di parlare con lui attraverso un dialogo con semplici domande; potreste chiedere il perché in quella specifica situazione si sia arrabbiato, cosa il bambino NON ha amato di quella situazione, cosa vorrebbe e utilizzando degli esempi cercare di capire la reale emozione che sta sperimentando.
Il bambino è ancora piccolo, ma può sicuramente iniziare a capire come comunicare i suoi stati d'animo quando ha la sensazione di, mi passi il termine, esplodere perché sicuramente per ora crede che l'unico modo per potersi esprimere siano i comportamenti aggressivi o simili.

Sperando di esserle stata d'aiuto, anche solo in parte, rimango a disposizione.

Dott.ssa Virginia Babusci

Virginia Babusci Psicologo a Fiumicino

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IERI, 17 OTT 2024

Gentile Signora, come avrà potuto constatare il bambino intorno ai tre anni inizia un periodo abbastanza ricco di sviluppo cognitivo, sociale, emotivo che gli permettono interazioni abbastanza approfondite con l'ambiente circostante, sia esterno all'ambito familiare che interno.
La prima impressione che ho avuto da quello che racconta è che nell'ambito familiare il bambino sentendosi più protetto manifesta le sue emozioni di rabbia e aggressività con più libertà.
Certamente a questa età è in grado di provare emozioni di vergogna, orgoglio, possessività, aggressività. Inoltre non bisogna dimenticare che in questa età inizia il lavoro di interiorizzazione delle norme sociali, delle regole che a quanto pare suo figlio osserva educatamente a scuola.
Probabilmente il cambiamento di casa potrebbe entrare in queste reazioni eccessive, ma molto spesso i genitori presi dalla preoccupazione attribuiscono a proprie colpe i disagi dei bambini che potrebbero avere un'altra causa.
In altre parole potrebbe entrarci il cambio di casa ma bisognerebbe capire il punto di vista del bambino, a cosa lo ha associato. Per fare questo bisogna è necessario interagire con lui soprattutto nel gioco e tramite questo individuare le problematiche attuali del bambino.
Cosi su due piedi considerato anche che a questa età cominciano a svilupparsi delle concezioni relative al proprio spazio e al possesso, associando la difficoltà collegata al cambio di casa alla interiorizzazione delle norme comportamentali propria di questa età potrebbero aver creato una crisi collegate ad "eccessive" richieste ambientali. Bisogna allora scoraggiare queste manifestazioni incoraggiando l'espressione delle difficoltà vissute tramite la vicinanza al bambino senza eccessiva ansia.
Un ultima cosa da come riferisce è lei sola che deve gestire il bambino e attualmente anche i nonni. Non che questo sia di per se negativo ma forse proprio questa suo trovarsi sola davanti ad una normale difficoltà di sviluppo che la porta giustamente a chiedere un sostegno per fare in modo che a sua volta lei possa essere da contenimento e sicurezza per suo figlio.
Un cordiale saluto

Dott. Gabriele Leardi Psicologo a Roma

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IERI, 17 OTT 2024

Buongiorno,
senza forse volerlo, ma credo che la questione più importante emerga già dal Suo scritto, ossia i cambi di casa.
I bambini assorbono più lentamente e a volte più difficilmente dinamiche adulte di normale routine come magari il cambio casa, ancorchè come in questo caso, fatto per migliorare le condizioni di salute. Ma per quanto un genitore si affanni a spiegarlo, a volte i bimbi non comprendono la nostra lingua, ne hanno una loro e finchè non ci si sintonizza su questo si resta distanti, con tutta la frustrazione da parte del bimbo manifestata con gli strumenti a sua disposizione, come lo schiaffo e l'aggressività. Dall'altra parte i genitori vanno in stress, poichè ogni giorno diventa una lotta con un carico emotivo non indifferente.
Vi suggerisco di contattare un/a psicoterapeuta e provare insieme a cercare modi alternativi di approcciarsi a questo bambino che sta dicendo qualcosa per voi attualmente incomprensibile, in modo da attivare un cambiamento nella comunicazione reciproca.
Rimango a disposizione,

Dott.ssa Michela Dicosta

Dott.ssa Michela Dicosta Psicologo a Cassago Brianza

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IERI, 17 OTT 2024

Cara mamma, comprendo bene la sua difficoltà ed il desiderio di ristabilire un equilibrio in primis per suo figlio e poi per tutta la famiglia. I vari cambiamenti avranno generato sicuramente una difficoltà nell'adattamento al nuovo contesto e nella gestione delle emozioni per il suo bambino, ma, mi sento anche di dirle di provare a vivere questo momento di difficoltà come un'opportunità di crescita per entrambi. La vita a volte richiede proprio questo: riuscire ad attraversare i cambiamenti. Lei resti ferma in mezzo a questa tempesta, offra a suo figlio la sua pazienza, provi a costruire dei momenti di scambio e di gioco nella nuova casa, del tempo da trascorrere insieme facendo qualcosa che a lui piace, così da rendere questo nuovo spazio per lui piacevole. Potrebbe anche proporre al bambino un modo creativo per organizzare concretamente la sua stanza ad esempio, il luogo in cui gioca, così da farlo sentire di nuovo a "casa". Vedrà che col tempo, con le sue attenzioni e le sue cure, con lo svolgimento di attività che lo rendono felice, la serenità verrà a ristabilirsi.
Intanto resto a sua disposizione per ulteriori richieste.
Dott.ssa Anna Lucia Marzia

Dott.ssa Annalucia Marzia Psicologo a Roma

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IERI, 17 OTT 2024

Buongiorno Sig.ra,
da quello che racconta, mi sembra che le manifestazioni comportamentali di suo figlio rimandando al trasferimento a casa dei suoi genitori, che per lui ha rappresentato un avvenimento destabilizzante. Data la tenera età, non dispone delle risorse emotive e cognitive necessarie ad un adattamento funzionale.
Può provare a tranquillizzare suo figlio, anche magari ricreando, compatibilmente alle esigenze degli altri familiari, uno spazio che il bambino riconosca come suo, come contenitore sicuro.
In ogni caso, può certamente rivolgersi ad un collega che saprà fornirle tutto il supporto di chi necessita per gestire al meglio la situazione, che è anche per lei fonte di stress.

Saluti
Dottssa Matilde Ragno

Dott.ssa Matilde Ragno Psicologo a Avellino

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IERI, 17 OTT 2024

Gentile Vitmat,
sicuramente il cambio dell'ambiente abitativo avrà destabilizzato e stressato il bambino ed anche voi adulti ma è molto probabile che vi siano altri fattori forse meno visibili che possono aver agito da stressors.
Tra questi vi può essere il clima emotivo familiare per eventuali tensioni più o meno evidenti, la modalità interattiva utilizzata dalle figure di riferimento per sedare le crisi di rabbia e aggressività del bambino, la qualità e quantità del tempo a lui dedicato per il gioco, il temperamento del bambino stesso e tanto altro ancora che riguarda le dinamiche del sistema famiglia.
Il suggerimento è di intervenire indirettamente sul bambino tramite un percorso di psicoterapia ad orientamento sistemico-familiare che coinvolga principalmente i genitori ed eventualmente altri parenti.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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IERI, 17 OTT 2024

Grazie per aver condiviso la tua situazione e le difficoltà che stai affrontando con tuo figlio. Da quello che racconti, sembra che tuo figlio stia reagendo ai cambiamenti significativi nella sua vita, come gli spostamenti di casa e l'adattamento a un ambiente diverso, e questa è una risposta naturale per un bambino della sua età.

Quando i bambini piccoli affrontano cambiamenti importanti nella loro vita, come il trasferimento in una nuova casa o la perdita di un proprio spazio personale, possono sentirsi insicuri o confusi. Le crisi isteriche e il comportamento aggressivo che descrivi potrebbero essere il modo in cui tuo figlio esprime il suo disagio, la sua frustrazione o il bisogno di stabilità e sicurezza. È importante capire che il suo comportamento non è un atto di ribellione intenzionale ma piuttosto una richiesta di aiuto per gestire le sue emozioni.

Alcuni suggerimenti che potrebbero aiutare a ristabilire un senso di sicurezza e tranquillità per lui sono:

Routine e prevedibilità: I bambini si sentono più al sicuro quando sanno cosa aspettarsi. Creare una routine giornaliera prevedibile può aiutarlo a sentirsi più stabile e meno ansioso.

Ascolto e validazione delle emozioni: Anche se può essere difficile, cerca di ascoltare il suo disagio senza giudicarlo. Valida le sue emozioni dicendogli che capisci che è arrabbiato o triste e che è normale sentirsi così a volte. Spesso i bambini si calmano di più quando si sentono compresi.

Gestione delle emozioni attraverso il gioco: Il gioco può essere un modo efficace per i bambini di elaborare le loro emozioni. Prova a creare situazioni di gioco che gli permettano di esprimere la rabbia o la frustrazione in modo sicuro, come giochi con cuscini, storie immaginarie o attività artistiche.

Pazienza e calma: Quando manifesta un comportamento difficile, cerca di rimanere calmo e di non reagire con rabbia o frustrazione. I bambini tendono a rispondere alle nostre emozioni, e mantenere una presenza calma può aiutarlo a ritrovare la tranquillità.

Parola d'ordine di transizione: Può essere utile usare una parola o una frase speciale per aiutarlo a passare da un'emozione forte a uno stato più tranquillo. Può essere una parola buffa o un rituale che fate insieme, come respirare profondamente.

Coinvolgimento in decisioni semplici: Dagli una sensazione di controllo permettendogli di fare scelte semplici come quale gioco fare, quale vestito indossare o cosa mangiare per merenda. Questo può aiutarlo a sentirsi più sicuro e meno sopraffatto.

Infine, è importante ricordare che è normale che il comportamento dei bambini cambi quando attraversano periodi di transizione. Se le difficoltà continuano o se senti di aver bisogno di supporto, potrebbe essere utile consultare un collega, che possa offrire una terapia personalizzata.

Sei un genitore attento e amorevole, e il fatto che tu stia cercando di capire come aiutare tuo figlio mostra quanto ti importa del suo benessere. Con il tempo e il supporto, è probabile che lui riesca a superare queste difficoltà e a trovare di nuovo la sua serenità.

Dott.ssa Maria Giuseppina Quintieri Psicologo a Pescara

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IERI, 17 OTT 2024

Cara Vitmat, i tre anni sono un'età di per sé molto particolare, i bambini iniziano a comprendere cosa succede intorno a loro e spesso vengono investiti da queste forti emozioni che non sanno ancora come gestire. Il fatto che lo faccia solo in casa può indicare diverse cose: ad esempio che sta vivendo un disagio in quel particolare contesto e sente di poter esprimere la sua rabbia e frustrazione con voi. Deve essere stato un cambiamento molto difficile, la prevedibilità e un ambiente familiare sono elementi essenziali per lo sviluppo di un bambino. Quando inizia ad arrabbiarsi così forte non serve a molto cercare di parlagli e farlo ragionare, è importante invece che lui sperimenti un contenimento fermo ma allo stesso tempo affettivo, come ad esempio dargli il tempo di esprimersi e se necessario contenerlo fisicamente per evitare che si faccia male o lo faccia ad altri, ma soprattutto lasciare lo spazio a questa rabbia per venire fuori anche se è molto dura vederlo così. Lui a bisogno di imparare da voi come si gestiscono le emozioni, non ha bisogno di capirla l'aggressività, ha bisogno di imparare a gestirla. Quando risponde d'impulso in maniera aggressiva, ma non è ancora in preda alle emozioni, insieme a un "NO" può mostragli modi alternativi di esprimersi. Inoltre può cercare di osservare se ci sono delle situazioni che lo fanno maggiormente arrabbiare, ad esempio troppi stimoli sensoriali o il rientro da scuola o qualche altro cambiamento.

Voi genitori come state? come le gestite le emozioni? Anche queste sono domande importanti da farsi perchè i bambini sono estremamente sensibili agli stati emotivi dei propri genitori. Bisogna capire cosa vi sta comunicando vostro figlio con questa rabbia e se il disagio persiste potrebbe esservi utile rivolgervi a un professionista che faccia sostegno alla genitorialità. A volte è molto difficile trovare un linguaggio comune con i bambini e un buon interprete potrebbe aiutarvi.

Resto a disposizione
Un caro saluto
Dott.ssa Irene Fortuna

Dott.ssa Irene Fortuna Psicologo a Firenze

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IERI, 17 OTT 2024

Gentile mamma, i bambini utilizzano il loro linguaggio per esprimere sé stessi ed è importante riuscire a sintonizzarsi con quello che ci trasmettono. Dalla sua storia, sembra emergere un disagio che determina queste “crisi” e queste esplosioni di aggressività. Di fronte queste manifestazioni emotive è importante che, sia lei che le persone che sono vicine a suo figlio, manteniate la calma e cerchiate di contenerlo. Senza che la situazione degeneri in un clima di maggiore tensione. Informi la scuola di questo momento delicato, cercando supporto, attraverso una osservazione più attenta del suo comportamento e dello stato d’animo. Un altro strumento che può utilizzare sono le favole. Ci sono diversi libri che aiutano bambini e genitori a confrontarsi con le emozioni, in particolare quelle così dette “negative”. Può esserle di aiuto inoltre, il confronto con uno psicoterapeuta dell’età evolutiva. Una figura che possa incontrarvi ed aiutarla a leggere e sostenere suo figlio nella regolazione delle emozioni. Un caro saluto Dott.ssa Giulia Buscemi

Giulia Buscemi Psicologo a Palermo

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IERI, 17 OTT 2024

Gentile signora, un trasferimento è senz'altro un fattore che può aver destabilizzato il bambino ma non è l'unico elemento da considerare. I 3 anni sono un'età di grandi cambiamenti in cui sono frequenti crisi di rabbia proprio per il maggiore bisogno di contrasto con le figure di riferimento. Questo insieme anche ad altri elementi che solo in un contesto di consulenza si possono approfondire, possono aver messo a dura prova lei e il bambino e magari anche altre figure. Se comunque sta riconoscendo di far fatica nella gestione del bambino, un aiuto specifico con uno psicologo infantile può senz'altro esserle utile per fare ordine in quello che sente e pensa e poter quindi individuare il percorso giusto per riuscire a contenere questa forte emotività.
Se ha piacere di parlare con me sono a disposizione per consulenze online.
Saluti
Serena Costa psicologa dell'infanzia e blogger di Connettiti alla psicologia dei bambini

Dott.ssa Serena Costa Psicologo a Giovo

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IERI, 17 OTT 2024

Buongiorno Vitmat,
Grazie per aver condiviso questa parte così difficile e frustrante della sua vita qui con noi. Mi spiace per la situazione che sta vivendo.

Come ha detto anche lei, certamente alcuni cambiamenti, come i traslochi, hanno un impatto importante nella vita degli stesso adulti, figuriamoci su quella di un bimbo di tre anni che non ha le competenze per contestualizzare. Se ciò che racconta avviene all’interno esclusivamente di casa e non in spazi esterni all’ambiente familiare (a scuola è “un angelo”) probabilmente il piccolo sta comunicando un disagio nell’ambiente in cui vive. L’età che ha non gli permette di esprimere ciò che sente e più verosimilmente lo fa con le modalità da lei descritte. Il mio consiglio è quello di cercare di osservare se ci sono stati altri cambiamenti, non solo in suo figlio o nel trasloco, ma anche nella vostra famiglia, se è un momento difficile per voi o conflittuale.

Quando i bambini fanno i così detti “capricci” stanno avendo delle vere e proprie crisi emotive, ovvero il loro cervello non è in grado di gestire le emozioni con le competenze che ha un adulto. In questo le persone attorno a lui sono fondamentali: sarebbe importante quando ha questi momenti non reprimerli, non alzare il conflitto ancora di più, ma piuttosto accoglierli. Far capire al bambino che lei è lì, che capisce quello sta provando e far sentire al piccolo la sua vicinanza, chiaramente sempre avendo a mente che questo non vuol dire non mettere confini.

Le consiglio comunque se dovesse averne bisogno di rivolgersi ad un professionista che possa guidarvi in questa fase con vostro figlio.

Spero di averle dato qualche spunto,
Dott.ssa Giorgia Tanda.

Dott.ssa Giorgia Tanda Psicologo a Roma

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IERI, 17 OTT 2024

Buongiorno Vitmat, sembra in effetti molto stressante la situazione in cui si trova. Tuttavia più che all'età anagrafica di suo figlio, presterei attenzione a tutto ciò che ha descritto in seguito perché probabilmente non sono i tre anni in sé quanto il cambiamento che il bambino ha vissuto e che, probabilmente, gli sta causando turbamento. Ha provato a parlare con il bambino rispetto a cosa gli causa queste crisi? Potrebbe usare dei giochi fatti insieme, dei disegni, delle piccole recite. Magari potrebbe soffrire del "sovraffollamento", della perdita della routine, delle sue cose, potrebbero essere tante cose ma sono solo ipotesi fino a quando, con modalità appropriati all'età, non se ne discute direttamente con lui ☺️
Infine, per quanto riguarda l'aggressività non credo sia qualcosa che intenzionalmente usa contro di voi ma penso che potrebbe essere, piuttosto, una reazione emotiva a qualcosa che non sa esprimere diversamente.
Non abbia timore di parlare con il suo bambino, potrebbe anzi aiutarlo a sentirsi visto e accudito e a sentirla più vicina ☺️

Dott.ssa Ilaria Francomano Psicologo a Verona

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IERI, 17 OTT 2024

Buongiorno,
comprendo bene la preoccupazione che lei ha in questo momento e la difficoltà nel rapportarsi al suo bambino e ai cambiamenti che ha visto nel suo temperamento.
Lei racconta di aver cambiato casa e che questo potrebbe aver avuto un’influenza sulle emozioni del suo bambino: dalla sua casa tranquilla si è trovato in un ambiente molto più caotico.
Questo potrebbe essere un fattore influenzante, certamente, ma bisogna tenere anche presente che a partire dai due anni i bambini sperimentano nuovi modi di richiamare l’attenzione dell’altro, di comunicare, è come se mettessero “alla prova” la stabilità delle loro relazioni con atteggiamenti e comportamenti che prima non avevano.
Inoltre hanno bisogno di iniziare a socializzare con i pari, con altri bambini, uscendo dall’ambiente domestico.
Mancano alcune informazioni: il bambino va all’asilo? Ha rapporti esterni con altri bambini ?
Come potrebbe descrivere il rapporto tra i nonni e il bambino (essendo i nonni le “novità” introdotte nel suo ambiente di vita) ? Voi genitori siete sereni in questo momento o è successo qualcosa negli ultimi tempi?

Il bambino a tre anni potrebbe iniziare ad utilizzare l’aggressività per richiamare l’attenzione o esprimere un malessere, perché non conosce altro modo per esprimerlo e perché in qualche modo vuole capire quanto i genitori siano figure “affidabili”, “sicure”, “calme”, “stabili”.

Un consiglio che, intanto, posso darle è di rimanere per quanto possibile calmi e sereni mentre il bambino è agitato.
Non bisogna urlare come lui, non bisogna sgridarlo, ma bisogna trasmettergli fermezza e calma.
Utile è portare il bambino in un ambiente sereno e silenzioso, parlargli con fermezza e cercare di spiegargli con calma il PERCHÉ delle cose ( ad esempio: non possiamo comprare questo giocattolo perché ….”) e di capire come si sente.
Deve vedere i genitori come un porto sicuro, che gli dà si dei limiti e dei confini, ma cercando di comprenderlo e di parlare con lui (il bambino di tre anni comprende ed il dialogo è fondamentale).

Dobbiamo dedicargli tempo, non soffermandoci sullo spegnere o rimproverare il suo modo di comportarsi, ma capendo che quello è il suo modo di comunicare qualcosa.
I bambini assorbono tutto quello che sentono dall’esterno, sono a volte il riflesso dei nostri malesseri o problemi.
Cerchi anche di riflettere su come voi genitori state in questo momento, se siete sereni o se è cambiato qualcosa nelle vostre vite.

Resto disponibile, anche online.

Stefania Capriglia

Stefania Capriglia Psicologo a Tricase

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IERI, 17 OTT 2024

Capisco perfettamente la tua preoccupazione e la difficoltà che stai affrontando. È comprensibile che tu sia preoccupata per il cambiamento di comportamento di tuo figlio, soprattutto considerando il contesto dei traslochi e del passaggio a un ambiente familiare più numeroso.

È importante sottolineare che il comportamento di tuo figlio è una reazione comprensibile a una serie di cambiamenti significativi. I bambini, soprattutto a quell'età, possono reagire in modo intenso a situazioni di stress e incertezza.

Ecco alcune riflessioni e possibili approcci:

Il ruolo dei traslochi: I traslochi, anche se fatti con buone intenzioni, possono essere molto destabilizzanti per un bambino. La perdita della familiarità con gli spazi, la rottura delle routine e il dover condividere lo spazio con altri possono generare ansia e frustrazione.
L'impatto dell'ambiente familiare: Il passaggio da una situazione più individuale a una più familiare, anche se affettuosa, può essere fonte di competizione per le attenzioni e di frustrazione per la perdita di autonomia.
La comunicazione: È fondamentale cercare di comunicare con tuo figlio in modo chiaro e semplice, cercando di capire cosa lo preoccupa o lo fa arrabbiare. A volte, i bambini non hanno le parole per esprimere i loro sentimenti, quindi è importante creare uno spazio sicuro dove possano farlo.
La coerenza: È importante mantenere delle regole chiare e coerenti, in modo che il bambino si senta sicuro e protetto.
La pazienza: I cambiamenti comportamentali richiedono tempo. È importante essere pazienti e costanti nel cercare di migliorare la situazione.
Il supporto professionale: Considera la possibilità di rivolgerti a un professionista, come un pediatra o uno psicologo dell'infanzia. Loro possono offrirti consigli più specifici e aiutarti a capire meglio le esigenze di tuo figlio.
Alcuni consigli pratici:

Crea dei momenti di qualità: Dedica del tempo ogni giorno a delle attività piacevoli e rilassanti insieme a tuo figlio, come leggere un libro, giocare o fare una passeggiata.
Insegnagli a gestire le emozioni: Spiegagli che è normale provare rabbia o frustrazione, ma che ci sono modi sani per esprimerle.
Fissa dei limiti chiari: Stabilisci delle regole chiare e coerenti, e spiega le conseguenze delle sue azioni.
Lodalo quando si comporta bene: Riconosci e premia i suoi comportamenti positivi.
Sii un modello: I bambini imparano osservando gli adulti. Cerca di mostrare un comportamento calmo e controllato, anche nelle situazioni più difficili.
Ricorda: non sei sola in questa situazione. Molti genitori si trovano ad affrontare sfide simili. Cercare aiuto e supporto è un segno di forza, non di debolezza.

Dott. Alessandro Cancellieri Psicologo a Genova

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IERI, 17 OTT 2024

Salve, grazie per la sua condivisione.
Prima di tutto, è importante capire che i bambini piccoli stanno ancora imparando a gestire le emozioni e possono esprimere frustrazione in modi diversi a seconda dell'ambiente. Da quel che racconta, ci sono stati dei fattori in casa che potrebbero aver influenzato il comportamento del bambino, come ad esempio la presenza di stress e i cambiamenti recenti dovuti al trasloco. è probabile che suo figlio, non avendo ancora la possibilità di esprimere a parole ciò che prova, lo faccia in questo modo. Potrebbe essere utile aiutarlo a trovare modi alternativi per esprimere le sue emozioni, ad esempio attraverso il gioco.
Il fatto che a scuola non manifesti lo stesso atteggiamento potrebbe indicare che si sente più a suo agio in quel contesto. Potrebbe allora valere la pena parlare con gli insegnanti per avere una visione più ampia del suo comportamento.
Infine, se la situazione non migliora, la inviterei a consultare un* professionista per esplorare ulteriormente le cause e le possibili strategie di intervento.

Dott.ssa Claudia Pino

Dott.ssa Claudia Pino Psicologo a Pisa

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IERI, 17 OTT 2024

Buongiorno Vitmat,
intanto ti ringrazio per aver condiviso questa situazione di disagio. Come hai già ben colto le reazioni del bambino potrebbero essere correlata al cambio di abitazione. Non è facile per nessuno cambiare casa, uscire dalla propria zona di confort e ritrovarsi in un ambiente nuovo che ci pone necessariamente di fronte ad un adattamento. Può sembrare banale ma nei bambini è tutto nuovo, sono in continuo mutamento e forse il trasloco è avvenuto in un periodo in cui suo figlio è particolarmente sensibile ai cambiamenti. Spesso i bambini utilizzano ciò che possono per manifestare il malessere, nella maggior parte dei casi il loro mezzo di comunicazione principale è il corpo in quanto non hanno ancora sviluppato la capacità di comunicare tramite la parola.
Dal suo racconto credo che l'ascolto attivo e la comprensione dei suoi comportamenti sia la strada migliore per far sì che questi non continuino a manifestarsi. La collaborazione con la scuola è necessaria, fonte importante di informazioni e mediatore in caso di difficoltà. Provi a chiedere alla maestre se notano dei comportamenti di tensione che non permettono al bambino di tirare fuori le sue emozioni. Potrebbe succedere che spesso la tensione trattenuta durante la giornata cerchi una via di fuga e di sfogo e suo figlio la ritrova in casa, scaricando tutto ciò che durante la giornata non è riuscito a fare.
Spero di esserle stata utile.
Continui ad amarlo come sta facendo, mostrando preoccupazione e chiedendo aiuto. Ciò di cui ha davvero bisogno un bambino è sempre l'amore da parte dei suoi genitori e dall'ambiente che lo circonda!

Dott.ssa Barbara Rubini

Barbara Rubini Psicologo a Terni

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IERI, 17 OTT 2024

Gentile Vitmat
senz'altro il trasferimento può aver destabilizzato un pochino il bimbo ma in realtà non è l'unico fattore da considerare. L'irritabilità e le crisi di rabbia possono essere collegate anche a tante altre cose che se vuole può spiegare meglio in consulenza. Le consiglio di contattare uno psicologo infantile per fare un po' di ordine in quello che sente e pensa per poi capire quali passi compiere per calmare il suo bambino.
Se ha piacere di parlare con me, sono a disposizione anche online.
Saluti
Serena Costa psicologa dell'infanzia e blogger di Connettiti alla Psicologia dei bambini

Dott.ssa Serena Costa Psicologo a Giovo

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IERI, 17 OTT 2024

Buongiorno signora
Il bambino si sente non stabilizzato.
Si trova in difficoltà perché ha cambiato casa
La sua risposta comportamentale e una sua risposta di disagio.
Si rivolga ad uno psicoterapeuta, per farsi aiutare ad avere una buona relazione con suo figlio.
Dottoressa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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IERI, 17 OTT 2024

Cara mamma, comprendo profondamente la sua preoccupazione riguardo al comportamento di suo figlio. È evidente che la situazione di spostamento e l’adattamento a un nuovo ambiente, insieme al passaggio da una casa a un’altra, possano aver avuto un impatto significativo su di lui.
La sua descrizione di un bambino amato e ben educato all’esterno, ma che manifesta comportamenti difficili in casa, suggerisce che il piccolo possa sentirsi insicuro o sopraffatto dalle nuove dinamiche familiari. Il fatto che esprima la sua frustrazione in questo modo potrebbe essere un segno che sta cercando di elaborare le sue emozioni e il suo stress.
È importante creare uno spazio sicuro per lui, dove possa esprimere le sue emozioni senza paura di essere giudicato. Potrebbe essere utile dedicare momenti di qualità solo per lui, dove possa sentirsi al centro dell’attenzione e ricevere conforto. Stabilire routine prevedibili e rassicuranti può anche aiutarlo a sentirsi più sicuro.
Inoltre, potrebbe essere utile esplorare tecniche di gestione della rabbia e del conflitto, sia per lei che per suo figlio, per affrontare insieme questi momenti difficili.
Rimanere pazienti e comprensivi nei confronti di suo figlio, mentre si navigano questi cambiamenti, è fondamentale. La sua attitudine di voler aiutare e comprendere già rappresenta un grande passo nella direzione giusta.
Resto a Sua disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dr.ssa Carta Diamante

Dtt.ssa Diamante Carta Psicologo a Milazzo

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IERI, 17 OTT 2024

Gentilissima,
tre anni sono un’età importante, si va in cerca della propria “identità” e ci si ribella al l’autorità genitoriale. Inoltre le emozioni si fanno sempre più intense e il cervello è ancora immaturo per riconoscere e gestirle nella maniera adeguata. Considerato anche il grande cambiamento che c’è stato non deve essere facile né per voi né per il piccolo. Il modo che hanno per ribellarsi e per esprimere la rabbia e’ proprio quello da lei descritto. Ci sono delle strategie che voi genitori potete mettere in atto per gestire le varie situazioni. Intanto le chiedo come gestite queste crisi “isteriche”? Cosa fate durante e dopo? Il papà che non viene menzionato e’ presente? Se si avete tenete la stessa linea educativa nei confronti del bambino quando si verificano questi episodi? E i nonni?
E’ importante trovate un modo comune per rispondere a tali episodi e insegnare al bambino dei modi più funzionali di scaricare l’emozione.
Saluti.
Dottoressa Nike Valentini

NIKE VALENTINI Psicologo a Alba Adriatica

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IERI, 17 OTT 2024

Gentile Signora,
gli spostamenti di casa, specialmente per un bambino così piccolo come suo figlio, possono essere vissuti come destabilizzanti. Anche il passaggio da uno spazio tutto suo, in cui aveva la sua intimità e routine, a una casa condivisa con una famiglia numerosa può rappresentare un cambiamento significativo per lui, generando un senso di insicurezza e disorientamento.
Questa instabilità potrebbe aver contribuito a scatenare in lui delle reazioni emotive intense come quelle che sta osservando, incluse le crisi di rabbia e i comportamenti oppositivi. È importante sottolineare che queste manifestazioni in casa possono essere il suo modo di esprimere la frustrazione e il disagio accumulati, specie in un contesto che percepisce come più sicuro e familiare. Al di fuori, come evidenzia il suo comportamento "da angelo", potrebbe essere più facile per lui contenere queste emozioni.
I bambini traggono grande sicurezza da una routine prevedibile, soprattutto in momenti di transizione. Cerchi di mantenere costanti alcuni momenti della giornata (come il risveglio, i pasti e il momento della nanna), creando un ambiente stabile e prevedibile per suo figlio.
Anche se è ancora molto piccolo, cercare di parlare con suo figlio delle sue emozioni può aiutarlo a sviluppare una maggiore consapevolezza e capacità di espressione. Usi frasi semplici come "Capisco che sei arrabbiato, vuoi dirmi cosa ti fa sentire così?" o "So che questi cambiamenti sono difficili, ma io sono qui per aiutarti".
È evidente che suo figlio sta attraversando un momento difficile. Continuate a mostrargli amore e rassicurazione, evitando punizioni rigide. Cercate di usare un tono calmo e di proporre alternative comportamentali quando mostra aggressività.
È essenziale continuare a porre dei limiti chiari, ma con dolcezza e coerenza. Anche se in casa lui sembra più ribelle, è importante che sappia quali sono i comportamenti accettabili e quali no.
Consideri l'idea di coinvolgere un professionista per una consulenza specifica. Un intervento psicologico mirato, come la terapia familiare, potrebbe essere utile per esplorare più a fondo la causa delle sue reazioni e fornire a lei e alla sua famiglia strumenti per gestire meglio il tutto.
Comprendo quanto possa essere difficile questa situazione per lei, ma con il giusto supporto e qualche accorgimento, sarà possibile aiutare suo figlio a ritrovare quella tranquillità di cui ha bisogno.
Resto a sua disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordialmente,
Dott.ssa Pinella Chionna

Dott.ssa Pinella Chionna Psicologo a Mesagne

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