Brutta situazione
Salve, sono in una brutta situazione. Mi è stato diagnosticato un disturbo bipolare NAS che è registrato sia al CIM, sia nella cartella clinica del medico di base. In realtà io ho sbagliato a non chiarire allo psichiatra che ho incontrato che i miei pensieri suicidi erano dovuti al senso di appartenenza al genere opposto. Questa cosa mi fa soffrire perché anziché ricevere una diagnosi che esprima un quadro completo circa la mia sofferenza ho ricevuto una diagnosi diversa. Mi è stato detto dallo psichiatra che ora è in pensione che s'insospettiscono se vado al CIM a chiedere di valutare se può essere presa in considerazione una disforia di genere anziché un disturbo bipolare (io vorrei perché il trattamento di una disforia di genere permette una remissione sintomatologica se la condizione depressiva è dovuta a essa e va chiaramente trattata diversamente rispetto a un disturbo bipolare).
Mi sento caduto in una brutta situazione. Se avessi saputo che un consulto psichiatrico prescindesse dall'ascolto del paziente e dal trovare una relazione fra le cause dei suoi sintomi e la diagnosi non l'avrei fatto. Che ragione c'era di raccontare la propria sofferenza per ricevere una diagnosi lontana dalla mia situazione?
Capisco che ci sia comunque una condizione depressiva ma questa rientra nel quadro di disforia di genere che mi sembra un quadro molto più vicino al mio problema in generale, piuttosto che il disturbo bipolare NAS, come ha valutato un altro psichiatra. Anche il mio medico di base è d'accordo col secondo psichiatra ma il mio dubbio è che io da qualsiasi medico possa essere visto alla luce della prima diagnosi. Sto vivendo un incubo.
Cosa devo fare?