5 APR 2021
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Salve Alm, ho letto il suo messaggio e cercato di immedesimarmi nella sua situazione. L'ansia intensa e gli attacchi di panico spaventano molto, si vivono tanti sintomi fisici di angoscia, scatta a volte il blocco che è una delle manifestazioni di fuga (stile di comportamento passivo) nel meccanismo di reattività alla minaccia. Il momento storico che stiamo vivendo da più di un anno con la pandemia ha davvero minato l'equilibrio psico-fisico di tanti di noi, da bambini piccoli ad adulti ed anche il completo sconvolgimento dei nostri stili di vita e relazioni sociali incide fortemente nel far emergere stati di ansia, rabbia, depressione. Tuttavia le faccio i miei complimenti per le risorse personali che ha tirato fuori dall'estate scorsa per uscire, sembra da sola, dal momento più critico che ha vissuto, anche prendendo di petto la sua paura di guidare. Quello che può iniziare a fare è cominciare a non considerare la sua ansia come un nemico da combattere ma al contrario come un amico che è arrivato per segnalare qualcosa, per reclamare spazio ed attenzioni. Bisogna ascoltarlo ed osservare il suo contesto attuale di vita, familiare, sociale in cui si inquadra. Sarebbe utile anche comprendere meglio la sua storia intergenerazionale (la storia della sua famiglia a partire dalla generazione dei nonni) per comprendere come il suo modo di vedere il mondo, le sue credenze e i tratti della sua personalità possano avere avuto un'influenza all'interno di questa storia più allargata. La sua età è tipica di chi si affaccia sempre più alla vita fuori casa e di chi deve fare i conti con la propria crescita identitaria, chi sta cercando di capire chi è e dove vuole andare ed è un processo assolutamente non facile, lungo, che può spaventare, specie in tempi di incertezze dilaganti circa il futuro.
Se vuole sperimentare qualche esercizio di Mindfulness per provare a ridurre lo stress e l'ansia, specie nel momento in cui sente l'emergere delle sue sensazioni fisiche sgradevoli, può aiutarsi in vari modi. Può cominciare con assumere da seduta una posizione eretta, ma non rigida con la schiena, senza incrociare le caviglie o accavallare le gambe ma appoggiando bene i piedi a terra, le mani appoggiate sulle cosce, braccia e spalle che scaricano il peso verso il basso, il più possibile rilassate, occhi socchiusi o chiusi. Cominci col prestare attenzione per alcuni momenti sui suoi punti di appoggio (glutei, piedi), sulle sensazioni fisiche che sente istante dopo istante e poi quando si sente pronta, porti l'attenzione sulle sensazioni del suo respiro naturale scegliendo un punto del corpo tra le narici (aria che entra e che esce dal naso), il torace o l'addome che si espandono e si ritraggono ogni volta che inspira ed espira. Se si sentirà ansiosa avrà probabilmente un respiro corto, affannoso e alto, ma non si preoccupi, respiro dopo respiro porti solo l'attenzione alle sensazioni fisiche che sente, qualunque esse siano, senza volerle modificare. Già qualche minuto di attenzione al suo respiro potrebbe aiutarla. Se la mente va lontana da quelle sensazioni non si preoccupi, è normale, provi solo a lasciare andare quelle distrazioni e tornare nuovamente sulle sensazioni del suo respiro. Questo esercizio di meditazione può farlo anche supina, sdraiata sul divano, sul letto o su un materassino. In quel caso l'attenzione iniziale sarà a tutte le sensazioni del corpo nei punti di contatto alla superficie e respirerà lungo tutto il corpo provando a lasciare andare le tensioni muscolari ogni volta che espira. Altra possibilità di meditazione in movimento è con la camminata: l'attenzione a partire dalla posizione eretta, andrà ad ogni passo che esegue, in particolare alle sensazioni fisiche di contatto della pianta del piede con il pavimento, a partire dal tallone, poi parte centrale del piede e infine la punta, rallentando la sua normale andatura. Scelga un tratto in cui camminare avanti e indietro.
Dice che i suoi genitori sottovalutano il suo malessere e non ritengono che a lei serva uno psicologo ma lei, se si rivolge a noi professionisti attraverso questo sito, dimostra il contrario, che ha voglia di stare meglio e che ha necessità ora di chiedere aiuto. Le consiglio di parlare meglio con i suoi genitori per far capire loro le sue esigenze di adesso, per aiutarli a comprendere di cosa ha bisogno in questo momento e che anche se finora ce l'ha fatta da sola, tutto questo è molto impegnativo per lei e vorrebbe poter contare anche su un sostegno esterno. Se le risorse familiari per un percorso privato non sono sostenibili può sempre contattare il Consultorio Familiare della sua città oppure il servizio adolescenti sempre del suo Consultorio territoriale dell'ASUR.
Spero di esserle stata un po' utile, se vuole resto disponibile anche online. Le faccio i miei migliori in bocca al lupo.
Cordiali saluti,
dott.ssa Raffaella Ramazzotti
psicologa, psicoterapeuta, istruttrice Mindfulness