Gli psicologi servono?

Inviata da Luisa · 24 giu 2024 Autorealizzazione e orientamento personale

Ciao, sono una ragazza di 18 anni.
È da anni che non sto bene psicologicamente e vado da tre anni in terapia da una psicologa, sono andata da uno psichiatra è da una neuro psicologa ma non serve mai a niente. A febbraio sono andata dal medico di base che ha detto che probabilmente ho la depressione e mi ha dato una visita all’ospedale che però è ad ottobre.
Intanto io ora che ho finito la scuola con tanta fatica (sono un anno indietro, ho finito la terza) riesco ad uscire spesso e a socializzare (anche se mi ritrovo sempre a pensare di essere antipatica perché non ho molto di cui parlare con le persone) ma quando sono a casa sto male.
Io per stare male intendo che il mio umore è triste, sono arrabbiata con me stessa e mi voglio fare del male, non appena inizio a fare qualcosa smetto frustrata perché non ci riesco (non riesco a concentrarmi e viene tutto male) mi sento sola e allora inizio a guardare video su Instagram senza neanche tanto guardarli ma lasciarli scorrere e basta… questa è l’unica cosa che mi viene da fare ma dopo sono ancora più arrabbiata con me stessa. A volte pulisco e faccio faccende di casa con la musica e mi piace però non posso stare tutto il giorno con la musica ma non riesco a stare senza…
Inoltre credo di aver capito la causa della maggior parte dei miei problemi però non ne riesco a parlare mai con la psicologa perché lei si fissa sempre su cose per me insignificanti e che non mi portano problemi o cose che so come risolvere da sola. Per esempio finiamo a parlare di amicizie quando io sono a posto da quel punto di vista… non riesco a parlare di cose serie e brutte che provo, forse perché mi vergogno a parlarne con un’adulto o perché lei è sempre sorridente e positiva è non voglio dire cose brutte. Poi la vedo solo una volta ogni due settimane e non c’è neanche il tempo.
Con lo psichiatra ho parlato una volta e non mi ha più ricontattata, alla neuro psicologa ho raccontato già di più però lei partiva dal presupposto che nella mia vita non c’è nulla che non va. Infatti tutti pensano questo: sei bella, sei magra, i tuoi genitori stanno insieme, vai a scuola, hai amici, ma cosa c’è che può andare male?
Alcuni dei miei e amici sanno che non va tutto bene ma loro non possono fare nulla per aiutarmi.
Io studio scienze umane e mi piace la psicologia quindi cerco di capire da sola perché sono così e credo di esserci arrivata, però non c’è una soluzione a tutto questo.
Non ho più fiducia negli psicologi perché mi sembra impossibile che riescano a seguire al 100% un paziente…

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Miglior risposta 25 GIU 2024

Cara Luisa,
grazie per aver condiviso la tua situazione. Capisco quanto possa essere difficile affrontare questi sentimenti e voglio dirti che il tuo coraggio nel cercare aiuto è già un passo importante.
È evidente che hai un profondo desiderio di migliorare il tuo benessere psicologico e che hai fatto molti sforzi per cercare di trovare un professionista che possa aiutarti. La tua esperienza con la psicologa, lo psichiatra e la neuropsicologa è stata frustrante perché senti che non sono riusciti a comprendere la profondità del tuo disagio. È normale sentire che la terapia non stia funzionando come sperato, soprattutto se non riesci a parlare apertamente dei tuoi problemi.
Per quanto riguarda il tuo rapporto con la psicologa, potrebbe essere utile provare a comunicare chiaramente le tue necessità. Potresti scrivere una lettera o un diario dei tuoi pensieri e delle tue emozioni che lei possa leggere durante le sessioni. Questo può aiutare a focalizzare le conversazioni su ciò che per te è davvero importante e può ridurre il disagio nel parlare direttamente di argomenti difficili.
Capisco che possa essere difficile, ma considera l’idea di esprimere alla tua psicologa che senti che gli argomenti trattati nelle sessioni non sono quelli che ti preoccupano di più. La terapia è uno spazio per te e dovresti sentirti libera di guidare le conversazioni verso ciò che ritieni più necessario.
Riguardo al sentirti arrabbiata con te stessa e al desiderio di farti del male, è importante trovare delle strategie per gestire questi momenti. Il fatto che tu riesca a trovare sollievo ascoltando musica e facendo faccende domestiche è positivo. Potresti provare a esplorare altre attività che ti piacciono e che possano distrarti in modo sano, come l’esercizio fisico, la lettura, o hobby creativi.
Mi dispiace che lo psichiatra non ti abbia più contattato. Potrebbe essere utile seguire la visita di ottobre per discutere delle tue opzioni farmacologiche, se necessario. Nel frattempo, continua a cercare il supporto delle persone a te vicine e considera la possibilità di parlare apertamente con i tuoi genitori o con qualcuno di fiducia della tua famiglia. A volte, avere un supporto pratico e emotivo nella propria cerchia familiare può fare una grande differenza.
Ricorda che il tuo percorso è unico e che trovare il giusto supporto può richiedere tempo. Non perdere la speranza e continua a cercare soluzioni che ti facciano sentire meglio. Non sei sola e ci sono risorse e persone pronte ad aiutarti.

Ti auguro il meglio nel tuo percorso!

Dott.ssa Jessica Pierobon

Dott.ssa Jessica Pierobon Psicologo a Torino

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30 GIU 2024

Buon pomeriggio Luisa,
il malessere che prova, che é dovuto (come scrive) al rapporto con sé stessa, dipende dal fatto del non aver chiare quali sono le sue attitudini, abilità, obiettivi e propensioni verso interessi che la possano appagare. Trovare un campo nel quale esprimersi é forse il primo passo per iniziare a reagire a questo stato di cose, che dura da tempo e che non trova risposte. Avere due incontri mensili con la psicologa possono servire se lei, in questa sede, porta appunto quelle che sente come problematiche, cause e pensieri che la portano al basso tono dell'umore. Anzi dovrebbe sentirsi a proprio agio nel parlarle di cose serie e brutte, inoltre ha 18 anni per cui ufficialmente rientra nel "mondo adulto", e può parlare alla pari. Sono proprio queste cose che devono essere messe al centro del dialogo terapeutico. Le propongo di fare una scaletta delle cose che lei vuole affrontare perché la turbano, la mostra alla professionista e cominciate a parlarne, superando anche la sua vergogna, perché é in questa sede che si possono trovare risposte e azioni da agire nel merito. La musica può diventare (come già é) un veicolo emotivo che la assorbe totalmente per cui è, probabilmente, un suo talento . Cerchi uno strumento che la coinvolga particolarmente ( piano, chitarra, tastiere, canto, violino ecc.) e inizi a praticarlo cercando un/a professionista che la metta a proprio agio e le trasmetta i primi rudimenti. Un modo per percepire cosa le é consono é il trovare un campo nel quale lei perda la cognizione del tempo. Disegni qualunque cosa, anche senza senso, con matite o pennarelli colorati, altre cose invece solo in nero. Scriva anche i pensieri che la turbano e tutto ciò lo porta nell'incontro psicologico. Se questo non basta per far cambiare i discorsi sui quali verte l'incontro, valuti se continuare il rapporto.
La socialità é buona per cui una parte importante dei propri stati d'animo è appagata. Il contributo che lei porta nella relazione amicale soddisfa le aspettative, per cui non risulta antipatica ( anche se lei non se ne capacita)
Le auguro una brillante scoperta delle proprie qualità e di viversele, uscendo così dal malessere che prova.
Cordialmente
Dott. Giancarlo Mellano

Dott. Giancarlo Mellano Psicologo a Padova

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25 GIU 2024

Cara Luisa,
l'esito di un percorso psicologico dipende da molteplici fattori tra cui la presenza di una fiducia tra paziente e professionista, così come essere motivati al cambiamento. È inoltre fondamentale se viene seguita da più figure che si occupano della salute mentale che queste si interfaccino e che procedano nella stessa direzione.
Sarebbe utile sapere inoltre che tipo di percorso sta facendo adesso.
Le evidenze scientifiche ci dicono che ci sono approcci più efficaci rispetto ad altri per il trattamento dei disturbi del tono dell'umore.
La aspetto volentieri per un primo colloquio conoscitivo onlinr gratuito.
Un caro saluto
Dott.ssa Vita

Dott.ssa Antonella Vita Psicologo a Padova

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25 GIU 2024

Ciao Luisa,
Dal tuo racconto mi sembra di capire che in te ci sia una grande confusione,
rispecchiata dalle persone che ti stanno a fianco non sapendo come aiutarti.
Il percorso psicologico di sè prevede momenti alti e bassi, come ogni relazione e sarebbe opportuno che di questo dubbi ne parlassi con la tua psicologa.
Sono sicura che, lavorandoci insieme, questi nodi si scioglieranno e tornerai a sentirti compresa e accolta.

Fare terapia è come aspettare una piantina che cresce e fiorisce: si ha bisogno del tempo giusto!

Dott.ssa Claudia Platano

Dottoressa Claudia Platano Psicologo a Fano

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25 GIU 2024

Cara Luisa,
comprendo la tua sfiducia e la mancanza di fiducia molto spesso mette a dura prova la relazione tra psicologo e paziente.
Spesso ciò che mette alla prova è il “non detto”, ciò che il paziente continua a pensare ma non riesce ad esplicitare, quindi la terapia va avanti un po’ per inerzia e un po’ superficialmente.
Dire alla tua psicologa quello che senti può essere difficile, ma potresti magari a dirle cosa senti che non va tra voi, questo potrebbe aiutarti.
Potresti anche prendere in considerazione un cambiamento.

Un caro saluto,
Resto a disposizione,
Dott.ssa Alice Piovan

Dott.ssa Alice Piovan Psicologo a Vigevano

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25 GIU 2024

Salve Luisa,
Penso che lei sia nel giusto quando si lamenta della scarsa frequenza in terapia. Due volte al mese sono davvero poche per cercare di capire cosa non va. C’è bisogno di tempo e di spazio per potersi conoscere e per conoscersi col terapeuta. Lo spazio della parola poi necessita di essere libero e senza limiti se non quelli che riguardano il poter anche ascoltare oltre che raccontare. La libertà nel dialogo è l’ingrediente fondamentale per orientarsi nella comprensione di sé e trovare vie alternative che possano farci sentire meglio dentro.
Perché non intraprende una psicoterapia strutturata una volta a settimana o anche due inizialmente? Se lo/la psicoterapeuta fosse di formazione psicoanalitica sarebbe preferibile, per consentire una narrazione libera e aperta all’ascolto di sè.
Dott. Pietro Salemme

Dott. Pietro Salemme Psicologo a Roma

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25 GIU 2024

Buongiorno Luisa, grazie per la tua condivisione. Penso che tutte queste difficoltà che senti nel parlare di quello che ti preoccupa di più dovresti portarlo dentro la stanza di terapia. È il tuo spazio e lo devi sfruttare più che puoi. Cosa c'è dietro questo blocco che hai nel raccontare i tuoi problemi? Forse hai difficoltà ad affidarti agli altri e nel raccontarti non ti esponi più di tanto per paura di non essere compresa.
Inoltre, cosa intendi con il seguire al 100% un paziente? Di cosa senti di avere bisogno?
Se percepisci di non avere un buon feeling con la tua psicologa attuale, ti consiglio di parlarne con lei, ed eventualmente pensare di iniziare un percorso con un altro/ altra professionista.

Ti auguro una buona giornata
Dottoressa Cristina Asero

Dottoressa Cristina Asero Psicologo a Catania

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25 GIU 2024

Credo che possa dire alla terapeuta che ci sono cose delle quali vorrebbe parlare, ma che ha difficoltà a farlo. Anche se non riuscirete ad entrare subito nel merito dei contenuti potrete comunque analizzare i pensieri e le emozioni che determinano le resistenze sue e quelle della terapeuta.
Mi sembra già un ottimo modo di analizzare il processo intorno a questi contenuti dolorosi.

Dott. Lelio Bizzarri Psicologo a Roma

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25 GIU 2024

Buongiorno Luisa,
La ringrazio per la condivisione e accolgo l'enorme sofferenza che sta vivendo.

Un percorso psicologico e/o psicoterapeutico può darle gli strumenti utili affinché lei riesca a gestire e comprendere i suoi stati d'animo, non può darle risposte esterne.

È sicura che le sue non siano solo resistenze, che possono tranquillamente esserci, per difendersi dal dolore che proverebbe affrontando determinati temi? O è sicura che Lei si sia messa in una posizione di ascolto e di aiuto verso se stessa, che è una cosa fondamentale affinché un percorso dia i suoi frutti?

Resto a disposizione per qualsiasi cosa,
saluti,
Dott.ssa Veronica Bartolini

Dottoressa Veronica Bartolini Psicologo a Perugia

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25 GIU 2024

Buongiorno Luisa,
temo che la domanda "gli psicologi servono?", posta in questi termini, possa servire a poco.. piuttosto chiedi a te stessa, in tutta onestà, se il percorso che stai affrontando stia dando dei miglioramenti o meno; ad esempio se oggi stai meglio rispetto a quando hai iniziato le sedute con la psicologa. In caso negativo, affronta l'argomento con la tua psicologa, e valutate insieme di rivedere le modalità, ad esempio incrementando il numero di sedute, se pensi che due al mese siano poche, oppure affrontando quegli argomenti che tu stessa hai indicato come problematici.. in fondo gli psicologi servono proprio a questo!

Ludovico Pino Psicologo a Torino

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25 GIU 2024

Io però ci terapeutici sono Tanti. Alcuni più adatti a risolvere una tipologia di problemi, altri un’altra tipologia.

Se lei non riesce a parlare con la sua psicologa oppure avete una visione troppo diversa del problema le consiglio di cambiare psicoterapeuta magari di un altro orientamento Psicoterapeutico.

Capita che uno/una Psicoterapeuta è riuscita a risolvere una problematica che un suo collega precedentemente non Riuscita a risolvere perché affrontava il problema in un altro modo.

Se non si trova bene con la sua psicologa le consiglio di cambiare psicoterapeuta e cercarne un’altra Che utilizza un altro approccio psicoterapeutico


Resto a disposizione

Dott. Luca Ferretti Psicologo a Ponsacco

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25 GIU 2024

Gentile Luisa,
lo psicologo può aiutarti nel tuo percorso di crescita ma non può sostituirti.
Il rapporto deve essere basato sulla fiducia e sulla sincerità, anche la tua sensazione di vergogna va esplorata in terapia. Se non ti fidi e affidi a lui la relazione terapeutica non può funzionare. Se ritieni che qualcosa non ti sia utile basta dirlo, probabilmente ha una motivazione se ti parla di alcuni argomenti.
Ognuno di noi percepisce la realtà in base alla sua rappresentazione interna, ciò che apparentemente potrebbe sembrare perfetto per alcuni, non lo è per altri.
Dovrebbe evitare di fermarsi sul giudizio degli altri o peggio autogiudicarsi in modo critico, ognuno di noi ha luci e ombre che dobbiamo imparare ad integrare.
Sono a disposizione, anche online, per un consulto.
Un cordiale saluto
Daniela Rega

Dott.ssa Daniela Rega Psicologo a Rimini

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25 GIU 2024

Buongiorno Luisa,

il problema è che talvolta uno psicologo può non essere adatto alla persona che si rivolge a lui/lei per svariate motivazioni.
La persona a sua volta non può pretendere e/o idealizzare la figura dello psicologo che non ha poteri magici per risolvere o sbloccare qualsiasi problema. A volte ci vuole tempo e soprattutto ci vuole impegno e motivazione interna alla persona per affrontare problemi e difficoltà.
Detto questo se sono anni che si rivolge ad un professionista e non vede miglioramenti né si sente tranquilla nell’esprimersi dovrebbe prendere in considerazione l’idea di far presente la situazione. Il professionista dovrebbe in teoria suggerire di interrompere il percorso e suggerirle altri psicologi e/o figure.
Nessuno la vincola in eterno ad uno psicologo/a, e questo traspare anche dal codice deontologico e dal consenso informato che viene presentato all’inizio di qualsiasi consulenza o terapia.
Restando a disposizione,
Auguro una buona giornata
Dr.ssa Valentina Ciavarra

Dott.ssa Valentina Ciavarra Psicologo a Brescia

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25 GIU 2024

Ciao Luisa,
dal tuo racconto sembra che non ti sia realmente sentita compresa e sostenuta e che gli adulti intorno a te, nel tentativo di aiutarti, abbiano tracciato delle direzioni che non sono importanti per te. La psicologia è una cura relazionale e per questo la sua riuscita dipende dal feeling che si instaura tra le persone e dalla libertà del paziente di riuscire a svelarsi.
Il consiglio è di parlarne alla tua psicologa così come hai scritto qui in questo forum e provare a risolvere. Se sentirai che neanche questo ha senso, potrai rivolgerti a qualcun altro scelto da te.
Fidati del tuo istinto e abbi cura di te

Una Stanza per Sé: servizi per il benessere psicologico Psicologo a Oria

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25 GIU 2024

Ciao Luisa
Poni una domanda importante. Ovviamente qui tutti pensiamo che la psicologia serva a qualcosa, altrimenti non faremmo questo lavoro, ma ci sono da fare dei distinguo.
Primo, non tutte le persone sono per così dire adatte a fare un percorso psicologico, ma non credo proprio che sia il tuo caso. Secondo, non tutte le coppie terapeutiche sono ben funzionanti. Terzo, la terapia psicologia prevede che il paziente si prenda cura del proprio percorso tanto quanto e anzi più del dottore, a differenza di ciò che succede nella medicina organica.
Proprio per questo motivo ti consiglierei di parlarne chiaramente e apertamente con la tua psicologa, negli stessi termini in cui hai parlato qui. È un tuo diritto e un tuo dovere.
Per esempio sono d accordo con te rispetto alla positività spesso forzata e iperbuonista che a volte usano gli psicologi. Puoi parlargliene.
A disposizione

Dott. Giacomo Sillari

Dott. Giacomo Sillari Psicologo a Siena

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25 GIU 2024

Cara Luisa, mi spiace davvero molto per la situazione che stai vivendo e per la sofferenza che ne deriva.
Per quanto riguarda i colloqui con la psicologa, ti suggerisco di parlarne apertamente con lei che sarà sicuramente disponibile al dialogo e anche di provare a parlare anche di ciò che ti fa stare male, della rabbia che provi ecc perché si tratta di un tuo spazio quell'ora. Ti faccio un grande in bocca al lupo.
Dott. Ssa Giada Abbas

Dott.ssa Giada Abbas Psicologo a Bari

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25 GIU 2024

Carissima Luisa, mi spiace proprio per questo stallo e sfiducia che sta provando. Il medico credo che abbia fatto bene ad inviarla ma se lei non riesce a raccontare le cose cambiare non so se servirà.
Bisogna che lei racconti senza indugi quello che sta vivendo sia alla neuropsichiatra che alla sua psicologa. Le assicuro che il sorriso di un professionista serve ad accogliere ma non c'è aspettativa che anche lei sorrida. Inoltre, visto che chiede aiuto, ci sarà pure un motivo. Può accadere che quando intorno a noi tutti si siano sempre aspettati che tutto andasse bene si abbia soffocato i nostri desideri, le nostre incertezze.
Ha raccontato dei suoi vissuti? La invito a farlo davvero se non vuole consolidare questo vissuto che nessuno la può aiutare e lasciarsi andare al chiedere aiuto che, avvolte, può esser difficile. Si può aver timore di essere aiutati, sentirsi inadeguati, voler risolvere tutto da sole ma il chieder aiuto fa parte di un tema importante: quello dell'accettare di ricevere e riconoscere che tutto da sole non è possibile a volte. Le faccio I miei migliori auguri e ovviamente rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento ci sia bisogno. Anche on line.
Un caro saluto
Silvia Chiavacci

Dott.ssa Silvia Chiavacci Psicologo a Firenze

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