Ho bisogno di aiuto nel superare la paura di morire

Inviata da Anonimo · 9 dic 2020

Salve, sono una ragazza di 20 anni mi trovo qui a scrivere perché tutta questa situazione sta diventando veramente invalidante anche se cerco il più possibile di non far notare come realmente mi sento rispetto a tutta questa storia. Da circa un anno e mezzo vivo la mia vita con la paura di morire alternando periodi in cui si presenta con maggiore frequenza a periodi in cui magari nemmeno ci penso. Non so di preciso quando è nato il tutto, penso che tutto sia partito da una lieve ansia che mi è subentrata (sembrerà assurdo ma è così) dopo aver preso una forte botta alla testa,collo e naso. Dopo aver preso questa botta nella quale ho dovuto portare il collarino per raddrizzare la cervicale che si era leggermente stortata ho iniziato ad avere leggeri attacchi di ansia completamente a caso, questo accadeva 2 anni fa, ai tempi non sapevo cosa fossero perché sono sempre stata bene e non ho mai avuto problemi ne di ansia ne di alcun tipo e ne tanto meno avevo paura della morte, o meglio era un pensiero che non mi passava nemmeno per la testa vivevo la mia vita tranquilla e spensierata come una ragazza normale coi suoi amici e il suo fidanzato. Poi questi episodi sono andati a scemare col tempo, comunque sono stati pochi si possono contare sulle dita di una mano, e da qui ho iniziato ad avvertire tonfi e dolori al petto, anche questa cosa mai avuta. Ovviamente dopo continui tonfi al cuore e mancanza di fiato non avendone mai avuti mi sono preoccupata e ho fatto una visita medica.
In questa visita non mi sono sentita molto considerata e quindi non è che mi ha rassicurato molto anche perché tutti quei fastidi mai avuti continuavo ad averceli, la mia dottoressa mi disse che secondo lei si trattava di ansia generalizzata ma io non le diedi ascolto perché per me la parola ANSIA era sconosciuta, c’è io durante una rampa di scala veramente avvertito colpi al cuore e peso sul petto non si trattava di ansia, soprattutto perché io si ansia apparte quei rari episodi non ne avevo mai avuta, stavo bene e non mi ci trovavo per niente nei sintomi dell’ansia, era in altra cosa. Per farla in breve siccome mi sono già divulgata troppo, ma questo perché vorrei far capire al meglio tutto la situazione perché ultimamente mi sembra di impazzire, dopo quella visita i miei fastidi al petto continuavano a persistere così decisi di fare un altra visita nella quale mi dissero che i miei sintomi erano causa di una sindrome da prolasso della valvola mitrale ma comunque nulla di preoccupante, in effetti leggendo su internet ho letto che questa cosa può provare ansia. Comunque da quei pochissimi episodi di piccoli attacchi di ansia sono passata ad avere una vera e propria fobia per il cuore, che però non mi è nata a caso ma per colpa di tutti i sintomi strani che non avevo mai avuto, credo che chiunque si spaventerebbe ad avere extrasistole al cuore di continuo e pressione al petto. Dopo quella visita decisi di lasciare perdere e di sopportare e provare ad ignorare questi sintomi fisici, ma dentro di me è cresciuta la convinzione di avere qualcosa al cuore perché avendo sintomi anche durante momenti in cui sono completamente rilassata sono tutt’ora convinta di questo, ma passato tempo ci ho fatto l’abitudine anche perché mi vengono a periodi alterni. In quel periodo ero molto spaventata da tutto ciò ma ora passato tempo nonostante la convinzione che ci sia qualcosa che non va, non mi faccio più prendere dall’abitazione e cerco di non pensarci. Dopo questa cosa nasce la paura che ho ancora oggi ovvero quella di prendere un infarto, navigando su Facebook per un periodo mi uscivano diverse notizie di ragazzi giovani morti di infarto, poi mi iniziarono a uscire notizie di alcuni ragazzi morti di infarto durante il sonno e questa cosa penso che mi abbia fatto venire una vera e propria paranoia. Ad oggi ho paura ad addormentarmi, ho fatto un periodo molto lungo nel quale dormivo sempre a casa del mio ragazzo perché mi faceva sentire sicura e tranquilla, finito lavoro cenavo e andavo da lui, questo fino a prima di questo lockdown, e dormire con lui non mi faceva venire alcun tipo di paura o pensiero di morte anche perché essendo stanca dal lavoro e dovendomi alzare alle 6 tutti i giorni non avevo nemmeno il tempo e le forze di tirarmi storie inutili. Ora la situazione si è fatta complicata, sono riuscita ad affrontare la paura di dormire da sola che non avevo mai affrontato dormendo sempre con lui, con il problema che pur dormendo finalmente a casa mia, essendo io a casa da lavoro e lui no tranne il weekend, dal lunedì al venerdì dormo da sola ma non riesco a prendere sonno fino a che non è mattina e sono proprio stanca, è un mese che vado a dormire alle 4.30/5.30 e sento proprio che questa cosa mi fa stare male fisicamente oltre che mentalmente. Non ho preso mai in considerazione uno psicologo sia perché il poco tempo libero che ho voglio passarlo facendo ciò che mi piace, sia perché ho sempre pensato di riuscire a superare questa situazione da sola ma ad oggi posso dire di essere veramente stanca. Non capisco da cosa nasce questa mia paura ed ossessione di morire nel sonno,o meglio, vorrei trovare una soluzione per superarla e riuscire a tornare a condurre una vita normale, perché anche se fingo che va tutto bene, bene non va. Ho queste due paranoie, quella di morire di infarto e quella di morire durante il sonno e vorrei veramente un aiuto per superare tutto ciò.
Chiedo scusa se mi sono divulgata troppo, grazie in anticipo per la pazienza a chi leggerà e risponderà a questo messaggio.

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Miglior risposta 9 DIC 2020

Salve anonima, soltanto una psicoterapia potrà fare luce sull'origine del suo malessere e soprattutto potrà aiutarla a superare questo disagio legato alla paura della morte. Tante possono essere state le cause e non necessariamente legate temporalmente all'evento ansia. Cerchi di ritagliarsi del tempo per investire sul suo benessere, credo che i 2 anni appena passati siano stati molto duri e le cose non si sistemano magicamente da sole. Se adesso ha trovato la volontà di cambiare, faccia appello alle sue energie per intraprendere un percorso di cura.

Dott.ssa Sara Nepi Psicologo a Prato

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18 LUG 2024

Buongiorno, credo sia impossibile superare davvero la paura della morte. Insieme al pollice opponibile, la consapevolezza della morte, è ciò che realmente ci distingue dal gatto domestico. Tutto sommato è la presa di coscienza del fatto d'essere vivi e lei ci ha sbattuto la testa. Le toccherà mettersi nella prospettiva di accettarne l'esistenza e tollerarne la presenza valorizzando il tempo che l'esistenza le mette a disposizione.

Tiziana Viol Psicologo a Vittorio Veneto

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31 LUG 2023

Buonasera Anonimo
Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico, con il fine di comprendere se stessa e la problematica che riporta
Cordiali saluti
Alice Noseda

Dott.ssa Alice Noseda Psicologo a Lecco

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27 OTT 2021

Buongiorno.
Sono il dott. Massimiliano Castelvedere, di Brescia. Sono tra quei professionisti che ritengono che il cambiamento personale sia un processo lungo e complicato. Purtroppo non ci sono scorciatoie percorribili e i consigli che uno psicologo potrebbe dare in una chat lasciano il tempo che trovano: non esiste la “bacchetta magica”. Per inquadrare l’eventuale problematica di un paziente serve invece una consulenza approfondita (almeno 4 sedute). A seguire, se nella consulenza si evidenzia un problema significativo, per trattarlo e cercare di risolverlo è necessaria una vera e propria psicoterapia o una psicoanalisi.
È illusorio credere che si possa fare qualcosa scrivendo in una chat, serve solo a perdere tempo e significa che non si è pronti a mettersi in discussione. Se lei è una persona veramente motivata a capirsi e a cambiare, le do la mia disponibilità per fissare un appuntamento (anche online).
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Anonimo-184183 Psicologo a Brescia

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10 DIC 2020

Carissima, le cause per cui prova questo disagio dentro sé sono molteplici: sono le esperienze che ha vissuto che L'hanno segnata: quell'incidente per cui ha portato il collarino, il piccolo problema organico al cuore... Sono tutti eventi che hanno influenzato questa Sua condizione. A questi si aggiungono altri fattori non considerati, come ad esempio, il Suo modo di agire e percepire se stessa in relazione al mondo esterno e a ciò che accade. Ha provato ad ignorare i sintomi fisici, inizialmente, per tutta risposta essi sono aumentati. Perchè? I sintomi ci fanno porre l'attenzione, attraverso il corpo, verso qualcosa che è presente in noi, in forma inconsapevole, e che ci disturba totalmente. Quindi, è molto importante elaborare questi vissuti di malessere legati a circostanze particolari della Sua vita (alcuni possono essere appunto quelli che Lei riporta nella descrizione) e capire come gestirlo, con lo sviluppo di risorse adeguate attraverso cui superarlo, ritrovando quell'equilibrio personale che cerca. In questo modo riuscirà anche a comprendere maggiormente se stessa e i meccanismi Suoi interni, modificandoli laddove si rende conto che possano ostacolare il Suo benessere.
Restando a disposizione, Le auguro tanta buona fortuna e tranquillità.
Dr.ssa Amanda D'Ambra.

Dr.ssa Amanda D'Ambra Psicologo a Torino

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10 DIC 2020

Gentile ragazza,
il trauma alla testa ha probabilmente riattivato paure relativamente all'incolumità fisica e alla morte quale indice di una fragilità psicologica già esistente sebbene non evidente le cui origini sono da indagare in un percorso di psicoterapia.
Questa fragilità, oltre che come ansia di morte viene anche espressa come semplice ansia ipocondriaca per malattia cardiaca che non ha un vero riscontro oggettivo.
Il suggerimento è quello di intraprendere una psicoterapia preferibilmente cognitivo-comportamentale.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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10 DIC 2020

Buongiorno,
dal suo testo emerge un carico di sofferenza che mette al centro della scena il corpo. Abitare il mondo con la percezione di un corpo malato, che pertanto non risulta silente come dovrebbe, non le permette di cogliere i contesti nei quali il pensiero si manifesta, qual è la sua funzione e il suo significato. Mediante un percorso terapeutico potrebbe comprendere in modo più contestualizzato le caratteristiche della sua sintomatologia, facendo sì che il corpo non si riveli un limite alla sua progettazione futura.
Cordialmente
Dott.ssa Marta Brocca

Dott.ssa Marta Brocca Psicologo a Favaro Veneto

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