Ho mentito a mia madre sulla laurea e non so cosa fare
Inviata da Alice.96 · 1 apr 2021
Salve, ho 24 anni e sono iscritta all'università di matematica da ben 5 anni.. in questi anni ho dovuto affrontare vari problemi di ansia e depressione senza mai però parlarne con mia madre, perché non abbiamo mai avuto un buon rapporto ed è sempre stata molto esigente per quanto riguarda l'università e gli studi. Sono ancora indietro di due anni con gli esami perché ogni volta mi blocco e non riesco a darli, ma il problema è che mia madre pensa/vuole che mi laurei a settembre perché pensa che mi manchino pochi esami, ma non ce la farò mai... ho anche pensato di farla finita.. ho già sofferto di autolesionismo e quando penso a tutto questo problema voglio solo farmi del male..
Non riesco dirlo a mia madre perché ho paura della sua reazione, potrebbe arrabbiarsi tantissimo e impedirmi di uscire o di vedere il mio ragazzo, ma lui è l'unica cosa che non mi fa compiere gesti impulsivi. Non so cosa fare.. e so che ho bisogno di un percorso di terapia, ma il problema che ho ora è urgente e non si risolverebbe..
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2 APR 2021
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Alice cara, buona sera!
Innanzitutto lei pensi che nella vita c'è sempre una via di uscita ai problemi, c'è sempre una scelta o un'alternativa.
Il problema che descrive è più comune di quanto può immaginare, capita spesso di sentire storie di ragazzi che, schiacciati dalle aspettative della famiglia, non riescono a dare gli esami mentendo ai genitori, agli amici, a volte anche a sè stessi ...
Ora comprendo il suo forte stato di tensione e lo stress dal quale si sente sopraffatta, ma nulla di tutto questo vale la sua vita.
Sono felice di leggere che il suo ragazzo le sta vicino e che la aiuta, è per lei in questo momento una risorsa sulla quale può contare.
Lei ha il diritto di non soddisfare le aspettative di sua madre, ha il diritto di esistere, di essere rispettata, di essere amata a prescindere da quello fa, o dai risultati che ottiene, o dalle prestazioni che fornisce ... di questo ne sia sempre certa, e chi lega il suo valore di persona a risultati/prestazioni/obiettivi sbaglia!
E ha anche un altro diritto, quello alla disobbedienza, quando chi le sta intorno la costringe in qualche modo e le impedisce di essere sè stessa, di esprimere i suoi bisogni, di chiedere aiuto per le sue difficoltà.
Da quello che scrive capisco che gli studi in matematica non la rendono felice, che ha difficoltà ad affrontarli, dice di aver anche affrontato una depressione, l'autolesionismo, ma ha sempre tenuto tutto per sè.
Cosa succederebbe se sua madre sapesse di tutta la sua sofferenza? Se sapesse che per la figlia il suicidio è un'alternativa rispetto al dialogo con lei?
E se sua madre si arrabbiasse, e la mettesse in "punizione" lei non ha più 5 anni, ne ha 25 può ribattere, può far valere le sue ragioni, può manifestare la sua volontà, può proporsi a sua madre con consapevolezza, da adulta, può avere con sua madre un dialogo alla pari ... come la fa sentire questa possibilità?
Se non si sente di affrontare una discussione, può scegliere di scriverle una lettera dove farle presente la situazione e tutte le sofferenze che patisce a causa del suo atteggiamento rigido e pretenzioso, chieda magari al suo ragazzo di stare con lei nei momenti di confronto con sua madre per non sentirsi sola e sopraffatta.
Soprattutto, se ora si sente troppo fragile per affrontare l'argomento studio, si conceda qualche settimana/mese per tranquillizzarsi, magari con l'aiuto di un professionista che la possa supportare nel momento. Sul lungo periodo il suo proposito di intraprendere una psicoterapia è una scelta saggia, ed è un primo passo di amore verso sè stessa, e di riscatto.
Se avesse necessità di un ulteriore approfondimento sono a sua disposizione.
Le auguro ogni bene, Alice!
2 APR 2021
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Alice,
potrebbe rivolgersi al servizio di counseling e sostegno psicologico della sua Università in modo da potervi accedere in tempi brevi e affrontare con loro questa sua impasse per riuscire a parlare più apertamente con sua madre di questi vissuti dolorosi, senza il timore di punizioni (ormai ha 24 anni) ma proponendo una maggiore vicinanza emotiva.
Resto a disposizione e le auguro buon cammino
Dott.ssa Elisa Andriolo
2 APR 2021
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Cara Alice, lei stessa è consapevole di aver bisogno di un aiuto in questo momento. Non esiti a parlare a sua madre (o magari a suo padre, se presente) di questa situazione, vedrà che sarà sicuramente meglio che rimanere bloccata come si trova in questo momento. Se può darle forza, può chiedere al suo fidanzato di aiutarla in questo senso. Le consiglio anche di contattare uno psicoterapeuta nella sua zona, perchè è l'unico modo per risolvere il problema che ha, inerente all'ansia, alla sensazione di impotenza, all'autolesionismo, non tanto al dover parlare a sua madre. Rimango disponibile per ulteriori evenienze. Saluti
1 APR 2021
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Alice,
sono convinto che anche lei sa bene che il problema non si risolve con atti di autolesionismo.
Invece, la modalità che le può sembrare più difficile e cioè parlare con sua madre e informarla di come è realmente la sua situazione universitaria. è in realtà la più semplice.
Lei non dovrebbe fare altro che ripetere a sua madre le stesse cose che ha scritto su questo sito :
a) che a causa di ansia e depressione è rimasta indietro con gli esami e non l'ha informata prima perchè spaventata da una possibile reazione;
b) che avrebbe bisogno di aiuto psicologico.
Il suo timore, poi, che sua madre non la farebbe più uscire di casa è davvero poco realistico.
Infine, lei non accenna a suo padre...
Se con suo padre ha un rapporto migliore, potrebbe essere per lei più agevole confidarsi con lui e chiedergli di mediare in questa delicata circostanza.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).