salve, a tutti, lo so il titolo a questa richiesta è molto forte, ma ormai è così che mi sento. Ho 37 anni, ho una patologia cronica, quindi a vita. Non riesco a relazionarmi, i pochi "amici" che avevo, oramai ognuno ha preso la sua strada. Non riesco ad instaurare nuove amicizie, tanto meno riesco a relazionarmi con una ragazza, neanche ad avere coraggio ad avvinarmi per la troppa timidezza, timore, la paura che possa rifiutarmi. Ormai la mia vita è casa, e malattia cronica. Non mi resta più nulla, senonché aspettare la fine.
Vi chiedo scusa per questo messaggio, richiesta, ma è come mi sento, esattamente.
Risposta inviata
A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo
C’è stato un errore
Per favore, provaci di nuovo più tardi.
Prenota subito un appuntamento online a 44€
Ricevi assistenza psicologica in meno di 72 ore con professionisti iscritti all’ordine e scegliendo l'orario più adatto alle tue esigenze.
Miglior risposta
20 GIU 2024
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Salve Robbick, ci sono momenti nella vita in cui si ha l'impressione che non abbia più senso vivere e fare nuove esperienze. E quando ci sono malattie invalidanti diventa più difficile superarli. Sono momenti in cui i pensieri si non fanno altro che riproporre credenze che sono state integrate nel corso del tempo e che si sono cristallizzate. Ma le credenze come dice il termine sono qualcosa che NOI "crediamo" e non è detto che questo qualcosa corrisponda a verità. Considerato che, come dici, la tua vita è solo casa e malattia cronica, io ti invito a fare un tentativo per far entrare in questa tua routine, lo spazio per instaurare una relazione terapeutica. Già il fatto di vedere una persona diversa e darsi una regola per rispettare gli appuntamenti sarebbe un primo passo che ti farebbe stare meglio. E in questo spazio protetto potresti affrontare il tema delle relazioni amicali o di coppia e della tua paura del rifiuto. Pensaci seriamente e non ti arrendere. Un caro saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
4 LUG 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno,
la malattia cronica da gestire è sicuramente un ostacolo importante, ma occorre capire se sia insormontabile e se non ci siano altri fattori, magari derivati o amplificati dalla malattia ma non esattamente coincidenti, che concorrono ad impedire il lavoro verso ciò che lei identifica molto correttamente dalla sua prima parola: l’autorealizzazione.
Quanto soddisfacimento potrebbe produrre per sé se riuscisse a trovare una via per diminuire timidezza, timore, paura del rifiuto ?
La invito a considerare la possibilità che anche rimanendo a casa è possibile “muoversi” per aumentare la competenza individuale alla propria soddisfazione con l’aiuto di un altro. Un percorso di psicoanalisi, gestibile tranquillamente on line se lei è impossibilitato ad uscire, potrebbe attivare una forza in campo, il suo pensiero, che senza inibizioni può avviare percorsi di ricerca di relazioni ancora soddisfacenti.
22 GIU 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno, è stato molto coraggioso a scrivere e questo suo atto è significativo perché comunica la sua volontà di reagire. Non la butti via, la usi per intraprendere un percorso di supporto psicologico teso a riacquisire sicurezza in se stesso, affrontare il suo vissuto nei confronti della sua diagnosi e individuare competenze e punti di efficacia che probabilmente non pensa di avere.
Resto a disposizione.
Cordialmente,
dott.ssa Chiara Slavazza
21 GIU 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Robbyck ,
la invito a vedere e onorare il coraggio che ha avuto nello scrivere e condividere come si sente , le suggerirei di iniziare da qui , visto che sta chiedendo aiuto , e' gia un primo passo importante .
Valuti di potersi fare accompagnare da un terapeuta a sua scelta in un percorso di psicoterapia che la sostenga in questo momento di sfiducia, per poter ritrovare un "ancora" alla quale inizialmente aggrapparsi per poi farsi accompagnare a ritrovare fiducia e coraggio e lavorare su di sè e sul suo stato emotivo .
Proprio dal momento in cui si vede solo il buio pesto può imparare a scorgere la luce dentro e fuori di se.
Qualora decidesse di intraprendere un percorso con me ad approccio integrale , oppure per approfondimenti sono disponibile anche online .
Cordialmente .
Dr.ssa Alessandra Petrachi
20 GIU 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile utente, le consiglio di intraprendere un percorso personale per far si che la sua vita continui a essere colorata come merita. Sono a disposizione
20 GIU 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno
Nessuna necessità di scusarsi, ci mancherebbe... è il nostro lavoro.
Non si capisce qual è il tipo e il grado di invalidità a cui la costringe la sua malattia, ma non è importante saperlo in questa sede.
È importante piuttosto che lei non lasci tutto questo suo dolore libero di imperversare, le consiglio di rivolgersi ad un professionista.
A disposizione
20 GIU 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno
Penso che il suo problema , sia la poca autostima in sé stesso.
Ed io trauma nell'avere una patologia cronica.
Le consiglio dei colloqui con uno psicoterapeuta
Dottoressa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma
20 GIU 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Salve,
le consiglio di intraprendere un percorso psicologico attraverso il quale poter approfondire il vissuto doloroso che riporta e riscoprire le sue risorse interne per affrontare le difficoltà relazionali che in questo momento sta vivendo.
Rimango a disposizione anche online
Dott.ssa Francesca Ravagli
20 GIU 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Non ho ben capito se la sua patologia cronica rende autosufficiente o meno.
Tuttavia capita che quando sia una disabilità una patologia cronica si abbia paura a relazionarsi con gli altri, anche con persone dell’altro Sesso, per paura del rifiuto.
Tuttavia spesso queste paure mi mando una motivazione oggettiva ma sono semplicemente una nostra credenza.
Diamo per scontato che le persone a causa della nostra situazione di salute fisica ci rifiutino.
Tuttavia il credere non è verità assoluta potrebbe darsi che non sia così. A Volte sì a volte no!
Anche se abbiamo queste Paure siamo noi che decidiamo se darle ascolto oppure no.
Noi non sappiamo come gli altri potrebbero reagire però se non proviamo neanche lo sapremo.
Questo è solo uno spunto di riflessione.
Un percorso psicologico potrebbe aiutarla Ad affrontare la sua situazione.
20 GIU 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Non deve chiedere scusa per un'emozione, una sensazione che sta provando.
Dalle sue parole riesco a cogliere solo una profonda sofferenza e una più o meno velata rassegnazione. Ma non deve abbandonare la voglia di vivere, di sorridere, di amare,di godere. Se la sua vita è sospesa deve chiedere aiuto, deve rivolgersi ad un professionista per riscoprire il piacere di una relazione, fare i conti con la difficoltà, essere sostenuto e poter tornare alla vita.
Mi scriva se pensa che le possa essere d'aiuto.
DE