Pareri sul comportamento del mio ragazzo?

Inviata da Cristina · 30 nov -1 Violenza di genere

Salve, sono una ragazza di 28 anni e sono fidanzata con il mio ragazzo da 2 anni.
Ho avuto una prima storia durata 10 anni tra cui 2 di convivenza, poi è finita. Lui mi aveva tradita e lasciata quindi ho preso le mie cose e sono tornata a casa dai miei. Rinata.
Ho conosciuto dopo 5 mesi il mio attuale ragazzo, 31 anni. All'inizio, ovviamente, mi sembrava tutto ok. (Premetto che nel mentre ho fatto un bel po' di psicoterapia con il mio psicologo e dunque sono stata anche molto attenta a quelle che oggi vengono chiamate "Red flags", o campanelli di allarme. Nessuna. Può essere che ci fossero già e che non fossi stata così pronta a riconoscerle.)
Da qualche mese comunque sto notando che il mio ragazzo ha questa difficoltà nel capire le reali ragioni dietro ai comportamenti miei e altrui. (es. Secondo lui, se esprimo la mia opinione è sicuramente perché voglio mettermi contro di lui e quindi si arrabbia e mi tratta male. Oppure, se mi addormento dopo lavoro dopo averlo avvisato che andavo a riposare e non rispondo al telefono, secondo la sua testa, io sarei uscita di nascosto, non esiste altra spiegazione. O ancora, se accedo ai social più del previsto allora è perché sto messaggiando con qualcuno e, sicuramente, è un altro uomo. Secondo la sua testa è per forza un altro.)
Praticamente invece che una relazione sana è diventato un gioco da parte sua dove lui deve scoprire se io ho l'amante. Si è creato questa realtà parallela dove io ho un amante, dove io sono contro di lui,dove io sono cattiva, dove il semplice esporre punti di vista diversi significa per forza che io voglia mettermi contro di lui (è vero che io fornisco punti di vista diversi perché tendo a valutare più opzioni prima di darmi delle risposte, del resto un dialogo è fatto anche di quello, no? Lo faccio anche al fine di spronarlo ad allargare le sue vedute perché credo sia utile avere più punti di vista) ma lui è così. Se a lavoro il capo non può dargli le ferie lui pensa che il capo lo faccia perché ce l'ha con lui. Perché dice che non ha motivo di non concedergliele. Cioè è lui stesso a dire che il suo capo non ha motivi. Non il suo capo.
Se suo padre gli dice che dovrebbe risparmiare come consiglio, lui lo tratta come se gli stesse facendo i conti in tasca e ci litiga.
Io lavoro in una rsa e sono abbastanza brava a comunicare ed ho dovuto imparare a farlo nella maniera più semplice possibile proprio per il tipo di residenti con i quali lavoro. Nessuno, nemmeno le colleghe, ha difficoltà nel capire cosa io dica e perché lo stia dicendo. Mi sentirei, quindi, di escludere che sia un mio problema di espressione. Mi è capitato ovviamente di esprimermi male ed essere fraintesa o di fraintendere, ma con gli opportuni chiarimenti si è sempre risolto tutto banalmente e come è giusto che sia.
Dunque alcune mattine fa, il mio ragazzo mi stava parlando di questa sua collega definendola IMPROPRIAMENTE "un po' Psicopatica" . Al che io, gli ho chiesto testualmente: "Scusa ma è lì da sola tra uomini o ha qualche altra ragazza con cui scambiare due chiacchiere? Magari si sente sola" (è una ragazza giovane che lavora in linea con per lo più uomini e un po' più in là con l'età.)
Ecco, da qui il pasticcio. Stando a lui, ho posto questa domanda appositamente perché io sarei gelosa, e quindi nella sua visione io gli avrei fatto una scenata di gelosia mirata a voler sapere il numero di ragazze che lavorano in quel posto.
Io, che la gelosia la odio, mi sono sentita offesa nell'essere definita tale e mortificata perché ancora una volta le mie reali intenzioni sono state fraintese.
Secondo lui io devo essere per forza gelosa, tant'è che mi ha detto "Io ci ho provato con una, vediamo adesso cosa fai". Io lo ho ascoltato in silenzio perché stavo cercando di capire che diavolo di processi mentali facesse per volere per forza che io fossi gelosa o scaturire in me un certo tipo di reazione. Quale uomo vorrebbe che la sua donna sia gelosa? Ha poi detto che non era vero che ci aveva provato con una ragazza e dice di averlo detto così. Vero o no, è l'ultimo dei miei problemi. Magari fosse solo quella la questione.
Gli avevo detto che secondo me essere gelosi non significa amare e che io non amo in quel modo, ma a sto punto...avrà compreso?
Ho spiegato almeno 15 volte (sì, le conto per rendermi conto) lo scopo di quella domanda e le mie reali intenzioni. È come se parlassi al vento, vengo comunque trattata come quella gelosa ecc. Dopo 12 ORE (e non è la prima volta), mi sono stufata di spiegare e gli ho chiesto cortesemente di uscire da casa mia, e troncare questa relazione per il benessere di entrambi.
Secondo voi ha compreso il motivo per il quale gli ho chiesto di andarsene? No. Ha pensato che io lo stessi cacciando perché ho un altro e quindi il trattamento è stato quello che secondo lui merita una donna che tradisce.
Ha cominciato ad insultarmi, io faccio schifo, io sono il peggio, spera che mi capitino le peggio cose, putt...maledetta tro...voleva scendere per raccontare a mio padre che io avessi un altro. "Così si rende conto di che figlia di m...sei" "La tua famiglia ti odia, tua sorella non ti sopporta. Tua madre ha già capito cosa sei e le colleghe ti odiano" (Non ho alcun problema con nessuna collega. Nemmeno in famiglia.)
E poi spintoni, spintoni contro al muro, mani al collo, sono stata presa per le spalle più volte e poi per i polsi, buttata sul divano così tante volte che oltre ai lividi per essere stata stretta, credo di essermi fatta male alle costole a causa dei movimenti ripetuti, improvvisi e violenti.
In tutto questo ammetto che anche io un ceffone glielo ho dato, quando mi stringeva per le caviglie ho provato a calciarlo via e l'ho colpito all'orecchio. Ha detto che mi avrebbe denunciata.
Mi ha spinta mentre ero girata di spalle a lui al solo fine di farmi cadere e farmi male, prendeva i miei vestiti (chiariamo che ero in casa mia, nella mia stanza e con i miei genitori al piano di sotto) e li sollevava guardandoli con disprezzo e disgusto (era una normale t-shirt bianca tinta unita e non so cosa ci abbia visto di scandaloso), prendeva i suoi regali nella mia stanza e li buttava nel cestino della spazzatura (dove tra l'altro ho dentro solo carta e quindi erano pure recuperabili, un gesto fatto solo simbolicamente al fine di cosa?) o tentava di romperli e poi non li rompeva veramente.
Insomma, una serie di riti che, secondo me, dovrebbero essere letti da un esperto e che spero non nascondano una certa nota di cattiveria in più e quindi non solo un raptus di aggressività fisica.
Prendeva a calci anche le sue cose presenti nella mia stanza e in più colpiva sé stesso in volto, ripetutamente.
Mi ributtava sul divano per non farmi uscire dalla stanza poi si buttava su di me premendo la mia testa contro i cuscini e continuando a dirmi parolacce. Mi schiacciava col suo corpo. Ho sentito dolore, io che di solito prendo botte accidentali e non sento mai niente.
Poi apriva fb e cercava il mio vecchio psicologo, apriva la chat e mi faceva vedere che gli avrebbe scritto per parlare di me e dei miei problemi. In tutto questo io lo osservavo senza fare nulla. Non ho avuto paura, solo preoccupazione per la sua sanità mentale.
Poi sono riuscita a scendere e ad andare da mio padre ed ho fatto finta di niente volevo solo non essere sola perché alla fine sono umana e sono un mucchio di ossa e già mi aveva fatto male. Il mio ragazzo si è calmato. E stamattina, ha detto di amarmi.
Non mi sento di dirgli, ora che è via da casa mia e sono oggettivamente al sicuro, che non gli credo o di sindacare...causerebbe altre situazioni di quel tipo.
Ovviamente questo non è amore né l'amore che avrei voluto e meritato dopo la fine della mia precedente storia.
Ovviamente sono consapevole che sto correndo anche un rischio, non voglio denunciarlo anche se non è la prima volta che a seguito di mie richieste di lasciarci o lasciare casa mia fa cose così (appostamenti sotto casa con pretese di aprirgli la porta pur non essendo stato invitato, chiamate, messaggi intimidatori ecc) ma mai così violento. Io vorrei capire se lui è consapevole di non comprendere correttamente i motivi per i quali qualcuno si comporta in determinati modi e se questa cosa abbia un nome, se sia una malattia o un leggero ritardo mentale, e se con la dovuta psicoterapia si possa risolvere. O sono di fronte ad una sorta di manipolatore che appositamente e consapevolmente finge di non capire?
Altri ragionamenti li comprende. Si prende cura di sé stesso, capisce le cose basiche, logiche ed esplicite ed evidenti. Le cose che invece possono avere diverse motivazioni e richiedono uno sforzo di apertura mentale maggiore se le spiega nella maniera peggiore (e offensiva verso di me e nel mio caso) e si comporta di conseguenza.
È sbagliato se penso che cercando di risolvere questo suo "filtrare" male ogni cosa possa risolvere anche gli scatti di aggressività che ha?
Non ha molti hobby, videogiochi, allenamento, guarda serie tv. Da che sappia io ha diversi amici con cui chatta, li vede solo in occasioni di tornei di videogiochi o se c'è qualche evento particolare, ma comunque li vede sporadicamente e io non li conosco e non so che tipo di rapporto abbiano e se con loro nascano queste discussioni nello stesso modo.
So che da bambino è stato bullizzato, parliamo di ragazzini che addirittura gli urinavano addosso, e una delle cose che lo faceva soffrire era appunto il fatto che questi ragazzi si ritrovassero a casa insieme e a lui venisse chiesto invece di andarsene. Non ha mai parlato con uno psicologo.
Potrei averlo triggerato chiedendogli di andarsene, anzi, sicuramente...ma non posso sacrificare la mia vita per i suoi traumi. Anche io ne ho, eppure per me lui è libero di scegliere. È libero di essere purché non sia come l'altra mattina, quello non è sano.
Ps. Quando dico che lui è a casa mia si intende che passa i weekend qui o viene a trovarmi, noi non viviamo insieme.
PPs. Lui soffre di LES. Prende farmaci per il contenimento della sintomatologia e non mi risulta possano recare danni al cervello stordimento o scompensi, non mi risulta che dai suoi ultimi esami sia stato evidenziato un calo cognitivo, o danni a livello del sistema nervoso.
È sempre sotto controllo e in questo periodo la malattia non è "attiva", cioè è stabile, da almeno un anno e lui fisicamente dice di stare bene. Qualche macchia sporadica sulla pelle che poi se ne va quasi subito, e nulla più.
Vi ringrazio per l'attenzione e scusate la lunghezza di questa richiesta, è molto difficile da spiegare in poche parole, per me.

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