Partner confuso dopo crisi di coppia

Inviata da Beatrice · 30 nov -1

Sono una ragazza di 29 anni e sto con il mio fidanzato di 28 anni da circa 1 anno e mezzo. La nostra è iniziata come la storia della vita, una bella storia piena di amore, presenza e tanto rispetto, come un po’ tutti gli inizi, ma sulla quale stavamo già costruendo dei progetti di vita insieme.
Viviamo in due paesi a circa 40 min di distanza e lavoriamo nella stessa città anche se negli ultimi mesi (da maggio) mi sono spostata in un altro ospedale (sono un medico in formazione specialistica e sono andata in rete formativa, tra un mese rientro nella prima sede).
Vivendo in paesi diversi abbiamo organizzato la nostra routine sul passare il weekend insieme a casa mia o a casa sua tutte le settimane, dato che in settimana risulta difficile vedersi da quando ho cambiato sede.
I primi di Agosto, dopo un weekend passato da me, ci salutiamo per andare a lavoro ma lo percepisco strano. Gli chiedo cosa non andasse e improvvisamente esplode nei miei confronti, dicendomi che era scoppiato perché io ero troppo nervosa (le ferie ancora lontane e lo stress lavorativo accumulato mi rendevano un po’ più nervosa, lo ammetto) e a volte troppo gelosa e che voleva parlarmi di persona facendomi intendere che avremmo chiuso il rapporto.
Ci vediamo di persona e inizia a stilare una lista di cose passate successe: qualche litigio più importante dovuto alla mia gelosia, qualche serata in cui io ero più stanca e mi mostravo più nervosa, il fatto che non fossi mai andata a condividere uno sport con lui per mancanza di tempo e di forze, il fatto che i litigi con me lo facessero soffrire molto e lo rendessero molto nervoso.
Mi dice che lui si è annullato per me (senza che io glielo abbia chiesto) per darmi più sicurezze possibili ma che dopo un anno non ha comunque percepito fiducia nei suoi confronti.
Dopo quella conversazione mi chiede di stare da solo per un po’ per capire che fare, per sbollire, perché non se la sente di continuare immediatamente come se non fosse successo nulla. Passano solo 3 giorni senza sentirci nè vederci e ricominciamo a sentirci: gli dico che ho riflettuto molto, che in effetti ho quel lato di carattere da smussare perché è come se mi sentissi insicura in relazione (è un ragazzo che non mi ha mai dato motivi per dubitare), come se mi sentissi facilmente sostituibile, come se potessi perdere facilmente la persona amata (forse dovuto a un trauma passato in cui da un giorno all’altro si chiuse una relazione di quasi 7 anni). Lui mi dice che non è mai troppo tardi, che però ha paura che una persona non possa cambiare, che mi ha sempre pensata e sta molto male.
Dopo qualche altro giorno passato solo a sentirci gli propongo di vederci per poterne parlare di persona.
Gli dico che ho usato anche io questi giorni per riflettere sul nostro rapporto e sui nostri caratteri e che appunto so di dover lavorare e migliorare quel lato insicuro che porta a litigi e mancanze di fiducia basate sul nulla ma ho anche messo alla luce un suo difetto: la mancata comunicazione.
È un ragazzo che odia il litigio e il confronto e lo evita quanto più possibile. Il problema è che questo lo ha portato ad accumulare episodi che non lo rendevano felice senza mai parlarne prima e ad esplodere.
Io l’ho sempre invogliato a riprendere i suoi hobby ma lui mi diceva di no, che preferiva passare del tempo con me, gli ho sempre chiesto più volte se i programmi fatti per il weekend gli andassero bene e faceva decidere a me. Ha messo, forse, sempre i miei bisogni prima dei suoi accumulando frustrazione. Gli ho fatto capire che se io amo una persona voglio che sia felice e non farei mai qualcosa per non soddisfarlo.

Dopo questa lunghissima conversazione lo percepisco ancora incerto e infatti mi dice “io non ho ancora preso una decisione definitiva, non so cosa fare, sono confuso” e io gli rispondo “io non ce la faccio più a stare in questa situazione in bilico perché mi fa stare troppo male, quindi se non sei in grado di decidere lo faccio io e chiudiamo il rapporto”. La sua faccia in quel momento era terrorizzata “mi stai lasciando?! Ma io non volevo lasciarti!”.
Da qui decidiamo di comune accordo di riprovare a vederci anche perché dopo circa 10 giorni saremmo dovuti partire per due vacanze già prenotate, una con la mia famiglia, una con la sua.
Le prime uscite vanno onestamente male, lui è freddo e distaccato, sembriamo estranei, l’aria è strana e tesa. Gli parlo per capire che fare delle vacanze e lui mi parla di un blocco che sente nei miei confronti. Parla di un blocco emotivo che non lo rende affettuoso, non sa come comportarsi, ha paura di non riprovare emozioni e sentimenti passati, che questa situazione abbia potuto creare una cicatrice insanabile, che si sente un problema perché sente che io sono più sbloccata ma che ci proverà e ce la metterà tutta. Dice che la sua paura più grande è che dovremo lasciarci se quel blocco non va via.
Io provo a rincuorarlo dicendogli che dopo quello che è successo anche io mi sento confusa, anche io ho percepito quelle uscite come lontane dal nostro essere (anche perché eravamo ad un punto di relazione diverso, nel weekend era praticamente convivenza e invece ci siamo ritrovati a fare delle uscite di qualche ora), che dobbiamo avere un po’ di pazienza.
Decidiamo insieme di partire per le vacanze.
La prima, con la mia famiglia, va un po’ meglio, sento un avvicinamento affettivo, dormiamo insieme abbracciati, stiamo un po’ meglio. La seconda, con la sua famiglia e terminata solo qualche giorno fa, va decisamente meglio: ci teniamo per mano per strada, baci e abbracci di continuo, dimostrazioni di affetto, mi chiama con un vecchio nomignolo, dolcezza nei modi di fare, dormire sempre abbracciati, ma senza intimità.
Dopo il rientro, nel weekend siamo usciti insieme e abbiamo passato delle belle serate ma sembra ancora bloccato, non c’è stato ancora un passo verso l’intimità nè il ritorno a passare i weekend a dormire insieme cosa che penso ci avrebbe aiutati a ristabilire un avvicinamento emotivo perché durante i viaggi è stata proprio la vicinanza quotidiana a migliorare il rapporto.
Ora, io non penso voglia lasciarmi e vedo che si sta impegnando a progettare uscite, ad organizzare quando vederci, ad invitarmi ad eventi familiari che si terranno il mese prossimo. Ma, ovviamente, mi manca qualcosa: mi manca una parola di affetto, mi mancano i complimenti che mi faceva sempre, mi manca l’intimità.
Sto cercando di capire se è già il caso di parlargliene anche per evitare che in questa situazione il mio sentimento vada in crisi. Magari potrei chiedergli come si è sentito dopo le vacanze e capire in che direzione stiamo andando, anche se ho paura che una conversazione di questo tipo possa farlo chiudere o possa farci fare dei passi indietro.
In questo periodo non abbiamo avuto litigi o situazioni pesanti, infatti anche quando c’era qualcosa che a me non stava bene gliel’ho comunicato in maniera molto tranquilla (sto tanto lavorando su questo aspetto) e con una comunicazione assertiva.

È normale dopo una crisi di coppia essere in questa situazione dopo circa un mese? Come dovrei comportami con un partner bloccato e confuso?
Vi ringrazio in anticipo.

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