Paternità e famiglia di orgine

Inviata da Persefone91 · 30 nov -1

Buongiorno, io ed il mio compagno siamo in attesa del nostro primo figlio che arriverà a dicembre. Lui era molto desideroso di questa paternità e ha confermato sin da subito la sua presenza nell'accompagnarmi nella maternità. Ad inquietarmi però rimane il morboso rapporto che ha con la famiglia di origine ed in particolare con suo padre: abbiamo fatto una furente litigata perchè lui pretendeva chiamassi nostro figlio come suo padre, si affida a lui (che non ha nessun tipo di formazione o esperienza specifica, e notoriamente non ha mai cambiato neanche un pannolino) per qualsiasi parere sul bambino o sulla nascita, e anche per il post partum sembra essere tutto concentrato sul far conoscere suo figlio a suo padre, che sarà molto felice, che si commuoverà etc. Ha addirittura avanzato l'ipotesi che la famiglia di origine potesse convivere sotto il nostro stesso tetto per il post partum.

Inutili i discorsi calmi (o accalorati) da parte mia: lui è un uomo che capisce i sentimenti, non i ragionamenti, e non c'è analisi lucida che riesca a portarlo ad entrare in empatia con i miei bisogni. Sembra seguire un sentiero "dogmatico" fatto di frasi fatti come "nessuno ti ama più di un genitore" oppure "non bisogna abbandonare i genitori quando si fanno i figli".
Io di contro vengo da un percorso doloroso di crescita personale dove ho messo in discussione le dinamiche della mia famiglia e i discorsi assoluti sul mio rapporto con loro, senza negare l'affetto reciproco ma imparando a capire quando è il caso di prendere le distanze da loro.

Qualcuno mi ha suggerito che i padri "nascono" insieme ai loro figli e che, una volta che il bambino sarà qui, il mio compagno sarà automaticamente portato a modificare l'atteggiamento anche con i suo genitori, in un percorso che vedrà nuove dinamiche.

E' davvero così che accade?

Ho un po' il timore di ritrovarmi con un neonato tra le braccia ed un padre che non sa dare le giuste priorità; al tempo stesso non so che risorse attivare visto che appunto lui si protegge da qualsiasi esposizione ad altri stimoli (podcast, libri, pareri di amici o di esperti) con un semplicistico "ma la natura è perfetta, sapremo come fare".

So che lui non è introspettivo e non lo sarà mai, ma mi chiedo se questo atteggiamento potrebbe essere una spia di qualche paura recondita in questo cambiamento di vita?

Grazie per il vostro parere

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