nostro figlio ha quattro anni e mezzo e quando frequenta la scuola ha problemi nell' andare in bagno a fare la "popò", non lo dice, la trattiene (questo succede anche a casa ma noi ce ne accorgiamo e lo portiamo in bagno) e di conseguenza sporca diverse paia di mutandine al giorno.
Noi sappiamo che lo stimolo lo sente, a volte è lui (a casa) che ci chiede di andare in bagno, cerchiamo di parlargli, lui promette ma poi siamo sempre da punto e a capo.
Come dovremmo comportarci?
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9 OTT 2012
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Buongiorno Antonio,
"lei dice quando frequenta la scuola (ma anche a casa)", mi chiedo "anche a casa" da quando frequenta la scuola o da prima? quanti anni ha inoltre suo figlio?
Ad ogni modo questa problematica riguarda molti bambini e tale problematica ha sempre una valenza che si colloca all'interno della relazione con la madre e a sua volta la relazione con la madre è strettamente legata alla relazione che la madre ha con il marito e viceversa.
Pertanto dopo le adeguate viste pediatriche il mio consiglio è quello di rivolgersi ad un terapeuta familiare competente.
Cordiali saluti
Dott. Luca Altieri
9 OTT 2012
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Buongiorno Antonio, sarebbe bene che le maestre, immagino che in famiglia venga fatto, rinforzassero, gratificassero, il bimbo quando le avverte che sente lo stimolo. Solo associando stimolo e gratificazione si avrà un deciso cambiamento. Cordialmente Paolo Cignozzi
3 OTT 2012
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Gent. sig. Antonio.
I bambini utilizzano il corpo e i suoi "prodotti" per esprimere disagi, difficoltà, fermate evolutive. A volte è sufficiente una consulenza per sbloccare la situazione e comprendere cosa accade. Vi consiglierei di rivolgervi ad uno specialista di bimbi che possa ascoltarvi e ascoltare il vostro bambino.
Cordialmente.
3 OTT 2012
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Gentile papà,
sono del parere di aspettare qualche tempo prima di intervenire sul problema.
La maturazione fisiologica degli sfinteri uretrale-anale è avvenuta già da qualche tempo e, come lei stesso afferma , è consapevole del fatto che suo figlio sente gli stimoli.
Ora, premesso che non ci siano problemi organici, dobbiamo tuttavia tenere in considerazione i risvolti psicologici che tale tappa dello sviluppo infantile ha comportato.
In altre parole, il trattenere e l'evacuare si gioca tanto sulla tazza del water quanto sulla relazione con le figure di accudimento. Con ciò voglio dire che nell'igiene fisica di tutti i bambini sono implicate le dinamiche psico-affettive e con ciò i sentimenti di ambivalenza verso tali figure.
In questo senso mi viene da pensare che l'"oppositività" manifestata, in altri termini "il suo promettere ma poi siamo sempre punto a capo", è anche il suo modo di negoziare le regole e gli serve in questo momento per la formazione del suo carattere.
Rimango a sua completa disposizione per ogni necessità, cordialmente
3 OTT 2012
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Salve Antonio, posso immaginare la vostra preoccupazione di genitori. Talvolta accade che i Bambini di questa età manifestino un disagio nell'acquisire il pieno controllo degli sfinteri, sopratutto nell'evacuazione. Nella mia esperienza posso assicurare che la maggior parte di essi si risolvano attraverso un percorso psicoeducativo, occorre rivolgersi ad uno psicologo esperto in psicologia evolutiva.
3 OTT 2012
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Gentile Antonio, sarebbe opportuno che andaste da uno psicologo per potere fare una anamnesi adeguata e che permetta allo specialista di conoscere lo sviluppo del bambino e le vicissitudini che sono intercorse durante la sua vita.
Cordiali saluti.
2 OTT 2012
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Gentile Antonio, comprendo la vostra preoccupazione e il desiderio di trovare una soluzione al più presto; in situazioni simili può darsi che il vostro bambino esprima con questo sintomo un disagio che prova e che non riesce ad esprimere in altro modo. Diventa quindi molto importante capire che motivazione abbia il sintomo e che cosa stia cercando di comunicarvi. Le consiglio di rivolgersi ad un professionista della sua zona, che si occupi di bambini, con cui poter affrontare e risolvere la problematica attuale. Un cordiale saluto, dott.ssa Lucia Mantovani, Milano
2 OTT 2012
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Caro Antonio,
sarebbe importante capire com'è avvenuto lo svezzamento del pannolino: quando è stato tolto, se in maniera graduale o improvvisa, magari con l'entrata alla scuola materna, come è stato vissuto dal bambino, ecc.
Spesso i bambini "usano" il loro corpo, in particolare i loro bisogni primari, per comunicarci un qualche disagio interno: regrediscono, facendo la pipì o la "popò" addosso, si succhiano il pollice, rifiutano i cibi...
Il mio consiglio è quello di non dare troppa importanza all'accaduto, o meglio non sgridarlo, ma accogliere la sua difficoltà, magari con il supporto di uno psicoterapeuta infantile, che vi possa aiutare in tal senso.
Cordialmente
Dr.ssa Valentina Segato
1 OTT 2012
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Buongiorno, con queste informazioni è difficile dare una "formula magica" che possa aiutare vostro figlio! le consiglio di rivolgersi a uno specialista vicino a casa, indicativamente di orientamento comportamentale, che possa aiutarvi in questo senso.