Salve, sono un ragazzo di 18 anni. Scrivo per condividere un mio problema ovvero che vivo la mia vita sociale con estrema ansia e difficoltà. Sin da quel che ricordo sono sempre stato un ragazzo parecchio timido e anche dai racconti di mia mamma già a pochi mesi piangevo se venivo preso in braccio da estranei. Ho sempre pensato che il problema della timidezza si sarebbe poi risolto crescendo ed in parte è vero perchè sono migliorato ma in confronto ai miei coetanei mi sento diverso. Al contrario di quello che si possa immaginare a me piacerebbe molto avere una vita sociale attiva ma non ci riesco. Quando devo parlare con un estraneo oppure anche davanti ad un gruppo abbastanza numeroso di persone che conosco mi sale l'ansia, i muscoli della faccia è come se si irrigidissero e talvolta mi tremano anche le labbra e la mia faccia credo assuma un posizione neutra come se le espressioni facciali venissero bloccate. La sensazione che provo penso sia vergogna che risiede nella mia paura di apparire strano nei miei comportamenti. Aggiungo che alla fin fine ho gestito quasi sempre abbastanza bene le situazioni che mi si sono presentate davanti, ad esempio se devo fare una presentazione davanti alla classe, il giorno prima mi viene ansia ma mentre parlo è come se questa sensazione scomparisse gradualmente fino ad arrivare anche a parlare con estrema sicurezza e a sentirmi come invincibile. Credo che ciò sia dovuto al fatto che il mio corpo rilasci l'adrenalina o qualcosa di simile. Un'altra cosa importante da dire è che ho sempre qualcosa di cui mi preoccupo e sono preoccupazioni che vanno avanti anche mesi, se provo a lasciarmi andare e liberare la mente, è come se avessi timore che abbandonarmi alla felicità fosse inutile perchè tanto c'è un determinato problema oppure che tra qualche giorno avrò un impegno che mi genera ansia. Il mio sospetto è di avere una lieve forma di autismo perchè mio padre mi sembra molto simile a me nei comportamenti, ad esempio quando vengono i nostri parenti a mangiare con noi lui non dice niente o parla il meno possibile, la stessa cosa mia nonna paterna. Io ho delle piccole difficoltà nel linguaggio, infatti se devo raccontare qualcosa che ho fatto il discorso non è molto fluido e a volte rischio di perdere il filo o non raccontarlo con l'enfasi che vorrei. Mio padre tende a criticare tutto e tutti e percepisco la sua preferenza per mia sorella maggiore anche se non mi dà fastidio in quanto io non vedo mio padre come una persona che mi ha insegnato qualcosa o che stimo. (nonostante ciò non provo odio per lui ma penso che una persona che mi fosse stata d'esempio mi sarebbe stata utile). Chiaramente il motivo delle mie problematiche escludo sia dovuto solo a questo. Penso che alla radice di questo albero che si è creato ci sia la mia paura, la paura di essere visto come strano, diverso o incapace. Il mio desiderio è di iniziare a vivere e non solamente sopravvivere e adesso che è estate lo percepisco paricolarmente. Avrei altre cose da condividere ma poi il messaggio risulterebbe eccessivamente lungo.
Vi chiedo un parere sulle mie problematiche e se per vostra esperienza è probabile sia autismo o poco probabile o è magari una problematica di iperviglianza del proprio corpo o altro.
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7 AGO 2024
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Gentile user 12445,
da quanto ha scritto non credo che lei sia affetto da qualche forma di autismo ma da semplice ansia sociale correlata ad un basso livello di autostima.
Ovviamente, in un figlio questa condizione non è geneticamente determinata ma certamente influenzata dalla qualità delle interazioni intrafamiliari che insieme ad altri fattori influiscono sullo sviluppo della personalità.
Sotto questo aspetto suo padre non è stato per lei un esempio positivo come sua nonna non lo è stata per suo padre secondo quella che in psicologia è considerata una catena intergenerazionale di competenze/incompetenze emotivo-affettive.
Tuttavia, in questi casi è possibile avere buoni risultati tramite un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale che aiuta a migliorare le abilità sociali e l'assertività.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
3 SET 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentilissimo,
Grazie per aver condiviso con tanta apertura le tue difficoltà e preoccupazioni. Già solo il fatto che tu stia cercando di comprendere meglio te stesso e di migliorare la tua situazione è un passo molto importante e positivo.
Dalle tue parole emerge chiaramente quanto l'ansia sociale e la timidezza abbiano avuto un impatto significativo sulla tua vita, rendendo difficile vivere la tua vita sociale come vorresti. È comprensibile che questa situazione ti crei frustrazione, soprattutto considerando il desiderio di avere una vita sociale più attiva e soddisfacente.
I sintomi che descrivi, come l'ansia nel parlare con gli altri, la sensazione di blocco nelle espressioni facciali e la preoccupazione costante, potrebbero effettivamente far pensare a una personalità evitante o a un'altra forma di disturbo d'ansia sociale. Tuttavia, fare una diagnosi accurata basandosi solo su queste informazioni sarebbe molto difficile.
Detto questo, sarebbe molto utile per te considerare un percorso di psicoterapia. Un terapeuta esperto potrebbe aiutarti a esplorare più a fondo le tue paure e le tue difficoltà, fornendoti strumenti per gestire l'ansia sociale e migliorare la tua qualità di vita. Inoltre, potrebbe essere utile fare una valutazione diagnostica più approfondita per capire meglio le radici delle tue difficoltà e individuare il percorso terapeutico più adatto a te.
Ti incoraggio a non sottovalutare l'importanza del tuo benessere emotivo e psicologico. Lavorare su questi aspetti ora, con l'aiuto di un professionista, potrebbe davvero fare la differenza nel tuo percorso di vita, permettendoti di vivere con maggiore serenità e sicurezza in te stesso.
Ricorda che non sei solo in questa esperienza, e che cercare aiuto è un segno di grande forza e coraggio. Spero che tu possa trovare il supporto di cui hai bisogno per iniziare a vivere pienamente, come desideri.
Cordialmente,
Dott. Cristian Chiappini
2 SET 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentilissimo, grazie per la profonda condivisione! capisco la situazione che descrivi, ed il profondo disagio che dalle tue parole emerge. Credo che ci sia anche un grande desiderio interno di capirsi e conoscersi meglio, in modo da individuare anche delle strategie per fronteggiare questo funzionamento. Un percorso di terapia potrebbe aiutarti ad esplorare e provare a comprendere a fondo quello che hai dentro e che vivi, anche in base all'ambiente familiare e non nel quale sei inserito.
Resto a disposizione!
AV
27 AGO 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno,
Sembra che lei abbia davvero molto da raccontare, così come un grosso desiderio di conoscersi meglio, anche nelle proprie fragilità, al fine di migliorarsi.
Ho l'impressione che grossa parte della sua insicurezza derivi da un aspetto cognitivo, quindi, se l'energia fisica, a volte, le è di aiuto nel superare le ansie sociali, sembra che siano soprattutto determinati pensieri che la ostacolano maggiormente nel vivere con più tranquillità determinate situazioni.
Rispetto a questo, un percorso di psicoterapia individuale le potrebbe essere di aiuto per, innanzitutto, prendere maggiore consapevolezza delle proprie paure e dei propri pensieri; successivamente, la psicoterapia la potrebbe aiutare ad acquisire alcuni strumenti di aiuto per riuscire a raggiungere uno stato di maggiore rilassatezza. Solo vivendo, in questo modo, le situazioni che solitamente le creano ansia, con un maggior grado di tranquillità, è presumibile che lei riuscirà anche ad interiorizzare quelle sicurezze interiori che, ad un parere esterno ed ancora superficiale, sembrano non ancora sufficienti.
Sperando di esserle stata d'aiuto,
Dott.ssa Elisa Folliero
27 AGO 2024
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza. Comprendo che le sue difficoltà sociali e le preoccupazioni che ha descritto possano essere fonte di notevole disagio e incertezza. È importante affrontare questi sentimenti e cercare di comprendere meglio le radici delle sue difficoltà per trovare il miglior percorso di aiuto.
Da quanto ha descritto, sembra che lei stia affrontando una serie di problemi che possono includere ansia sociale, difficoltà di comunicazione e preoccupazioni costanti. Ecco alcune riflessioni e suggerimenti che potrebbero aiutarla a chiarire la situazione e a prendere i prossimi passi:
- Ansia Sociale e Timidezza: La difficoltà a interagire con estranei e a parlare in pubblico, come descritto, è spesso associata a forme di ansia sociale. È positivo che, nonostante l’ansia, riesca a gestire le situazioni di presentazione e a sentirsi sicuro mentre parla. Questo indica che lei possiede delle capacità di coping che potrebbero essere potenziate ulteriormente. Potrebbe essere utile esplorare tecniche di gestione dell’ansia, come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), che può aiutare a ridurre i sintomi e migliorare il comfort nelle interazioni sociali.
- Preoccupazioni Costanti: La preoccupazione continua e il timore che abbandonarsi alla felicità possa essere inutile possono essere sintomi di un’ansia generalizzata. È importante affrontare queste preoccupazioni attraverso tecniche di rilassamento e di mindfulness, che possono aiutare a gestire i pensieri intrusivi e a trovare un equilibrio maggiore nella vita quotidiana.
- Difficoltà nel Linguaggio e Autismo: Le difficoltà nel linguaggio e nella comunicazione, insieme a comportamenti che lei ha notato in suo padre e nella sua famiglia, potrebbero essere elementi che la portano a considerare la possibilità di una forma di autismo. Tuttavia, il disturbo dello spettro autistico (ASD) è una condizione complessa e variegata. È fondamentale che una valutazione clinica professionale venga effettuata da uno specialista in neuropsicologia o psichiatria per confermare o escludere una diagnosi di questo tipo. In ogni caso, una diagnosi precisa e un piano di intervento mirato possono fare una grande differenza.
- Supporto e Terapia: Considerare di parlare con un terapeuta o uno psicologo potrebbe offrirle un supporto prezioso. Un professionista esperto potrà aiutarla a esplorare più a fondo le sue preoccupazioni, a identificare eventuali problemi sottostanti e a lavorare su strategie per migliorare la sua vita sociale e il suo benessere emotivo.
- Autocura e Sostegno Sociale: Cercare attività che le piacciono e che le permettano di socializzare in un contesto che le risulti meno stressante può aiutare a costruire gradualmente la sua fiducia in sé. Anche il sostegno di amici fidati o gruppi di supporto può essere utile per sentirsi meno isolato e per condividere esperienze con altri che potrebbero avere vissuto situazioni simili.
La sua determinazione a iniziare a vivere pienamente e non solo a sopravvivere è un passo importante e positivo. Spero che questi suggerimenti le possano offrire qualche indicazione utile e la incoraggio a cercare il supporto professionale per affrontare e superare queste difficoltà.
Resto a disposizione per ulteriori domande o chiarimenti e le auguro tutto il meglio nel suo percorso verso un maggiore benessere.
27 AGO 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Salve,
Fornire una diagnosi a distanza e sulla base di un singolo messaggio sarebbe poco professionale e poco utile per Lei. L'autodiagnosi e' sempre piu' frequente, ma porta spesso ad un aumento dell'ansia ed a una distorsione dell'immagine di se'. L'autismo in particolare dovrebbe essere diagnosticato tramite l'utilizzo di strumenti dedicati ed in un centro specializzato. Le consiglio intanto di considerare un percorso di psicoterapia per affrontare l'ansia sociale e generalizzata che descrive. I sentimenti di vergogna di cui parla hanno radici profonde nella sua storia, la terapia puo' fornire lo spazio sicuro ed il supporto per affrontarli, capire come influenzano ancora oggi il suo modo di pensare a se' e le sue relazioni con altri, sviluppare strumenti per gestirli.
Un caro saluto,
dott.ssa Francesca Calvano
24 AGO 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Ciao user12445,
mi sembra che tu sia molto preoccupato di come appari, come se dovessi essere perfetto o comunque come se le cose che dici o che fai dovessero soddisfare le tue aspettative (forse un po' ideali).
Il rapporto con tuo papà, anche se tu lo ritieni secondario, sicuramente è stato fondamentale per costruire la tua fiducia in te stesso. Sai, quando siamo piccoli, è la fiducia dei genitori a guidarci verso la nostra autonomia, è la loro fiducia che ci spinge a provare a fare le cose. Sono loro che ci aiutano a dare un nome alle emozioni, che ci insegnano a gestirle, e a gestire le frustrazioni.
Approfondisci con qualche colloquio la tua storia personale, e vedrai che troverai delle risposte al tuo sentirti insicuro nel mondo.
Dott.ssa Valentina Borsari
12 AGO 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno, per una analisi più approfondita potrebbe rivolgersi a un terapeuta caldo ed empatico che può aiutarla a scardinare i vari lati del suo problema. Sono disponibile! un grande abbraccio!
7 AGO 2024
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buongiorno hai descritto molto bene le tue problematiche e ciò che senti dentro di te, e questo riflette una grande capacità di introspezione, ma anche, come hai giustamente detto, "iper-vigilanza", cioè un essere sempre concentrato su di te che non ti consente di rilassarti e di godere delle esperienze della vita. Compresa l'ansia assai comune e fisiologica che descrivi di fronte al dover parlare davanti agli altri. Sapessi a quante persone capita! Per te si risolve e finisci con parlare poi tranquillamente una volta fatto il primo passo. Io credo che tu sia solo una persona molto sensibile e questa sensibilità ti porti a non distrarti mai dalle tue emozioni. Ho anche la sensazione che tu abbia già esplorato a fondo i tuoi sintomi su internet. Posso capire la curiosità ma le diagnosi "self made" non sono attendibili e non fanno altro che amplificare dubbi e incertezze. Posso dirti che è molto difficile poter fare una diagnosi e valutare i tuoi dubbi sul disturbo di autismo in questo modo. Dovrai necessariamente iniziare un percorso terapeutico che consenta al professionista di compiere un'anamnesi adeguata. Prendi una decisione in merito. Un caro saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
7 AGO 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Salve,
Non sembrerebbe trattarsi di autismo, mentre sembrerebbe esservi una scarsa conoscenza del proprio mondo emotivo interno. Questa non conoscenza potrebbe portare ad un bisogno di controllare e controllarsi, andando a scapito dell’espressività emotiva e della capacità di comunicare. Collegata a questa sarebbe una scarsa autostima derivante da un’assenza di autovalidazione ovvero di feedback sul piano della self-efficacy. Un confronto con uno psicoterapeuta sarebbe molto opportuno, potendo intervenire su una sorta di micro fobia sociale. Un piccolo lavoro quindi in tal senso sarebbe risolutorio.
Dott. Pietro Salemme
7 AGO 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buonasera
Penso che il suo problema sia l'ansia, un'ansia generalizzata davanti alle cose nuove o persone nuove.
Consiglio dei colloqui con uno psicoterapeuta
Per superare tale problematica
Dottoressa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma
7 AGO 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno, un approfondimento attraverso colloqui clinici ed eventualmente usufruendo della valutazione testistica, la aiuterebbe a fare chiarezza rispetto alle sue problematiche.
Resto disponibile ad essere contattata,
Dott.ssa Ilaria De Mola
7 AGO 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Caro,
Esporsi sulla base di pochi elementi potrebbe essere non solo poco corrispondente al vero, ma anche inutile se non dannoso.
Sarebbe sempre opportuno consultare un professionista della salute mentale con cui avere un vero e proprio colloquio che permetta di esplorare la tua storia (vissuti, schemi, pensieri e credenze).
Potrebbe anche trattarsi di una forma di estrema ipervigilanza legata ad una problematica ansiosa ma ti consiglio di valutare un percorso.
Un caro saluto.
Fabiana Navarro
Psicologa
7 AGO 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Carissimo una diagnosi a distanza non è possibile, sia perche mancano elementi sia perche deontologicamente non ci è permesso.
Posso dirle che piangere a pochi mesi perche si va in braccio ad altri che non sono le figure di riferimento è un comportamento del tutto normale.
Ogni sintomo che lei descrive può essere ascritto a molteplici dimensioni incluso lo spettro, ma anche se fosse non sarebbe necessariamente sufficiente a ‘giustificare’ il suo malessere.
Quello che posso consigliare è un percorso di diagnosi e di supporto.
Sono disponibile ad approfondire in studio a Torino ed Online.
7 AGO 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno,
leggendo le sue parole mi arriva la sua solida convinzione di essere strano, incapace, inadeguato e diverso, una convinzione che sembra portarsi dietro da moltissimo tempo. A partire da questa convinzione, a mio parere, nascono tutte le sue paure e le sue difficoltà nelle relazioni sociali. E' evidente che di fronte agli altri si sente costantemente giudicato in maniera negativa e attribuisce agli altri l'idea che la considerino inadeguato (sicuramente una sua idea su se stesso che proietta sugli altri). Da qui nasce il suo comportamento goffo che si manifesta con un linguaggio poco fluido e con il ritiro sociale. Mi balza all'occhio la sua difficoltà a godere dei momenti positivi, a stare nella gioia, come se non si potesse mai permettere di lasciarsi andare ai momenti belli che vive e che puntualmente si rovina pensando ai problemi e al negativo.
A mio parere e da quello che racconta, qui l'autismo non c'entra niente. Penso abbia bisogno di imparare a sentite il suo valore e a percepire le sue risorse interne, che sicuramente sono molte. Bellissimo il suo desiderio di andare verso gli altri, di stare in relazione. Invidiabile al sua capacità di stare a contatto con le sensazioni che vive quando si trova in difficoltà: non tutti riescono a prenderne consapevolezza spontaneamente; sensazioni legate alla paura che vive quando si trova davanti agli altri, allo scoperto.
Sono sicura che, lavorando su di sé e magari cercando un supporto psicologico, potrà venire fuori tutta l'energia positiva che ha dentro di sé.
7 AGO 2024
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Lei afferma di avere paura che gli altri vedranno dei comportamenti strani in lei quando parla con loro
Questa paura è dato da qualcosa di oggettivo oppure è una paura basata sulla paura stessa?
Spesso l’ansia è basata su una paura di qualcosa che potrebbe succedere e se succedesse accadrebbe qualcosa Di “catastrofico“
Spesso le nostre paure non sono basate sul rischio oggettivi ma sul pensiero che potrebbe accadere
I nostri pensieri non sono verità assolute ma semplicemente pensieri.
Spesso senza nemmeno accorgersene ragioniamo con la logica del “lo Penso Perché è vero, è vero perché lo penso”.
Questa logica è assolutamente disfunzionale e soprattutto falsa.
“Il fatto che noi crediamo che gli altri vedano qualcosa di strano i nostri comportamenti non significa che questo sia vero”
Tuttavia noi lo crediamo automaticamente tale per il fatto che lo crediamo te.
Dei consigli intraprende un percorso terapeutico Che l’aiuti ad affrontare l’ansia e i pensieri disfunzionali ad Essa connessi
7 AGO 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Ciao.
E' importante accettare le emozioni e le sensazioni contrastanti che ti abitano
e iniziare pianin pianino a fare chiarezza e sbrogliare la matassa di pensieri e preoccupazioni che ti assillano.
E' necessario iniziare con calma, ma da un tema che ti sta a cuore, con serenità.
Affidati ad un terapeuta con cui potrai aprirti e condividere le ansie e le paure e che ti aiuterà a
fare quei piccoli passi che ti faranno stare meglio.
Se ti serve, sono a tua disposizione per un colloquio online.
dr. Angelo Alessio
Psicoterapeuta, esperto in sessuologia
7 AGO 2024
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Carissimo User grazie per aver descritto in modo dettagliato e puntuale la tua situazione e per averla condivisa qui.
Da quello che descrivi sembrerebbe un problema di ansia sociale trasmesso anche dalla tua famiglia di origine. L’ansia è un emozione secondaria e il modo in cui la sperimentiamo può essere appreso dalle figure genitoriali.
La paura di essere visto come strano o incapace è al centro dell’ansia sociale. Questa paura può portare a evitare situazioni sociali o a sentirsi estremamente a disagio in esse. Lavorare su questo aspetto può aiutarti a migliorare la tua qualità di vita.
La rigidità muscolare, il tremore delle labbra e la difficoltà nell’esprimere emozioni facciali sono sintomi tipici di questo tipo di ansia. Tuttavia, il fatto che tu riesca a gestire queste situazioni è un segno positivo. Dimostra che hai la capacità di superare l'ansia iniziale e di adattarti.
Il fatto di avere sempre qualcosa di cui preoccuparsi può essere legato a una predisposizione all’ansia generalizzata. Questa condizione spesso porta a preoccuparsi costantemente di molte cose, anche quando non ci sono minacce immediate.
Il tuo sospetto di avere una lieve forma di autismo è comprensibile, specialmente se noti comportamenti simili in tuo padre e tua nonna. Tuttavia, l’autismo è una condizione complessa che richiede una valutazione professionale. Alcuni segnali che potrebbero indicare un disturbo dello spettro autistico includono difficoltà significative nella comunicazione sociale, interessi ristretti e comportamenti ripetitivi, ma la diagnosi deve essere fatta da uno specialista.
Ti invito a consultare uno psicologo o uno psichiatra che possa aiutarti a ottenere una diagnosi chiara e a sviluppare strategie per gestire l’ansia e migliorare le tue abilità sociali.
Le tue difficoltà sono reali e importanti, ma il fatto che tu sia consapevole di esse e desideri migliorare è un grande passo avanti. Non esitare a cercare aiuto professionale per esplorare le tue preoccupazioni e trovare strategie per vivere una vita più soddisfacente e meno stressante.
Resto a disposizione
Cordialmente
Dott.ssa Gabriella Sciacca
6 AGO 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Salve user12445,
la modalità che lei descrive è in realtà molto comune e io prima di attribuire una diagnosi così importante proverei, attraverso un percorso, a valutare quali sono le credenze di base che determinano un certo tipo di pensieri e comportamenti.
6 AGO 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile user12445, la sua analisi, molto dettagliata, descrive una situazione che merita sicuramente un approfondimento. Molti degli aspetti che cita fanno pensare ad una neurodiversità. Oggi non parliamo più soltanto di autismo ma di disturbi dello spettro autistico, perche queste condizioni si manifestano in molti modi e non possono essere considerate strettamente patologiche. Parliamo, più precisamente, di persone neurodiverse, nel senso di persone la cui mente funziona in modo diverso da quello della maggior parte della popolazione. Non consideriamo queste condizioni "patologie" a meno che non impediscano una normale vita lavorativa e sociale ed esistono diversi percorsi che possono aiutare a ottenere competenze sociali in grado da superare le difficoltà che queste condizioni, più comuni di quanto si pensi, che una volta giustificavamo con "timidezza", introversione o ansia, comportano. Per questo motivo è importante, prima possibile, intraprendere un percorso di diagnosi o comunque iniziare a lavorare sugli aspetti più difficili di questa condizione per raggiungere al più presto una vita sociale soddisfacente. La invito quindi a consultare uno psicologo per ottenere una diagnosi di massima e delle indicazioni su come procedere, per approfondire la sua condizione, escludere altre problematiche che potrebbero motivare gli aspetti disfunzionali da lei descritti e darle indicazioni su come intraprendere un percorso, verso il miglioramento. Naturalmente sono disponibile nel mio studio o online per assiterla in caso lo desideri. Un saluto