Si può fare?

Inviata da Giorgina · 14 ago 2024 Autorealizzazione e orientamento personale

Buongiorno, non vorrei prolungare e ne farvi perdere tempo ma vorrei un parere esterno su una questione.
Sono stata per diversi mesi da uno psicologo, nulla di grave.. era un momento no della mia vita e ho preferito farmi guidare che fare da sola e inoltre fa sempre bene parlare.
Ci passiamo pochi anni di età ( 3 o 4 ), insomma un mese fa ho concluso la terapia in accordo con lui... Lui è sempre stato disponibile anche se io non ne ho mai approfittato, l'ora in quella settimana era la mia e io la sfruttavo ma al di fuori di quell'ora io non mi sono mai permessa di scrivergli o altro, lui ogni tanto mi ha parlato di alcune cose sue, so che non si potrebbe fare però è per fare capire che non mi sembra che da parte sua ci sia stata così tanta indifferenza... Non voglio andare troppo nei dettagli.
Lui poche settimane dopo un mio messaggio per fargli sapere che andava tutto bene, mi ha offerto un caffè nel suo studio per una chiacchierata e che gli farebbe piacere...
Non voglio andare oltre con la fantasia, ma non penso che si faccia con ogni paziente sennò sarebbe una tortura soprattutto per voi... Ora è estate, vacanze e tutto.. la cosa è morta lì, nessun caffè al momento...
Non so cosa fare, se dopo le vacanze magari passare veramente ma così senza un preavviso? Non è da me .. mi piacerebbe conoscerlo, alla fine è un uomo con delle qualità e io non sono più una sua paziente... Eppure nonostante non abbia più 20 anni mi ritrovo come un adolescente che non sa che deve fare e come farlo ...

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Miglior risposta 15 AGO 2024


Buongiorno,
terminare una terapia può lasciare una sensazione di vuoto, soprattutto se il rapporto con il terapeuta è stato positivo e si è instaurata una certa sintonia. Tuttavia, è importante affrontare questa situazione con cautela e chiarezza.
Anche se non è più una sua paziente, il legame che si è creato durante la terapia è stato fondato su un contesto professionale, e ciò rende necessario mantenere un certo rispetto per i confini etici e deontologici che regolano il rapporto terapeuta-paziente. È comprensibile che la proposta di un caffè da parte sua possa aver generato confusione, e per questo è importante chiarire le sue intenzioni, ma anche riflettere su cosa questo significhi per lei.
Le suggerisco di prendersi del tempo per valutare i suoi sentimenti e le sue aspettative. È fondamentale chiedersi cosa desidera veramente da questo incontro e se, a lungo termine, ciò potrebbe complicare il suo percorso di crescita personale. La terapia è uno spazio in cui spesso si sviluppano sentimenti particolari, proprio perché ci si sente compresi e accolti. Tuttavia, è importante capire se ciò che sta provando sia realmente un interesse romantico, o se possa essere una forma di gratitudine o ammirazione per l'aiuto ricevuto.
Se decide di proseguire, le consiglierei di chiarire la situazione apertamente con lui, in modo che entrambi possiate essere consapevoli delle implicazioni e agire di conseguenza, nel pieno rispetto reciproco.
Spero che queste riflessioni possano esserle utili a fare chiarezza. Se dovesse sentire il bisogno di approfondire ulteriormente, sono a disposizione.
Le auguro il meglio per il suo futuro.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Pinella Chionna

Dott.ssa Pinella Chionna Psicologo a Mesagne

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27 AGO 2024

Buongiorno Giorgia,
Come già diversi miei colleghi le hanno scritto, alla conclusione di un percorso di terapia il senso di spaesamento e vuoto è un vissuto fisiologico che (soprattutto nel caso di percorsi positivi) si presenta non solo nel paziente ma anche nel terapeuta.
A fronte di questo, se è passato solo un mese dalla fine della terapia sarebbe opportuno prendersi tempo per consolidare questo spazio che si è creato tra voi: è utile sia da un punto di vista emotivo e relazionale, per evitare il disagio o la confusione che questo caffè potrebbe scaturire (è un incontro informale o è dentro un setting relazionale tra terapeuta e paziente?) sia per motivi di correttezza deontologica dal momento che vi sarebbe a livello simbolico una sovrapposizione tra diversi livelli relazionali.

Sono situazioni molto delicate e difficili, dove non vi è una ricetta di cosa è giusto e sbagliato anche per quanto riguarda il comportamento del professionista. Le indicazioni deontologiche ed etiche, però, suggeriscono che passi un periodo di tempo più lungo prima che sia fruttuoso e non rischioso trasporre un rapporto clinico in un tipo di relazione informale. E questo viene indicato come necessario non tanto per rigidità o moralità ma per tutelare in primis la salute della persona che ha beneficiato del percorso.

Spero di essere stato utile,
Dott. Lorenzo Atti

Dott. Lorenzo Atti Psicologo a Modena

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20 AGO 2024

Buongiorno Giorgina
Piacere Dottoressa Alice Vacca.
Mi pare di capire che non ci siano dati di fatto ma delle percezioni da parte sua, io credo che lei non dovrebbe tornare in psicoterapia dal collega, ma credo che forse lei dovrebbe fare una ricognizione individuale e valutare cosa le servirebbe per stare bene!
Non vorrei essere scontata ma forse le consiglio un nuovo percorso di Psicoterapia per capire la fase nel qui ed ora della sua vita!.
Serena giornata a lei
Dottoressa Alice Vacca

Dott.ssa Alice Vacca Psicologo a Quartu Sant'Elena

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19 AGO 2024

Buonasera Giorgia,
come dice, il rapporto con il terapeuta si é concluso positivamente, ed é bene che rimanga tale, almeno per un tempo ragionevole,non certo settimane o mesi. Lei in questo professionista ha riversato tutto il suo vissuto e per contro ha conosciuto, di lui,principalmente l'aspetto professionale. Questo rende un eventuale incontro extra professionale non equilibrato e rischioso per quanto riguarda lei e le sue eventuali aspettative o strascichi emozionali verso lo psicologo, irrisolti. Deve esserne ben chiara la motivazione , per fare in modo che non ci siano equivoci di sorta. Occorre piena consapevolezza sulla portata di questo invito. Che non vi sia un cercare un'altra modalità di relazione diversa da quella avuta, poiché può sussistere il rischio che quest'incontro possa generare emozioni o sentimenti che la porterebbero ad una turbolenza emotiva della quale non ha certo bisogno dopo tutto il lavoro fatto. Ci pensi bene, considerando i rischi proiettivi che quest'invito può comportare per lei. Fatto questo, se il professionista la invita nuovamente, gli faccia presente, tramite mail o a voce se la chiama, che questa iniziativa , la turba e disorienta,e vorrebbe rassicurazioni in proposito. Se é per un controllo del lavoro svolto, questo é già avvenuto quando gli ha scritto il messaggio. Occorre tempo prima di poter trasformare il rapporto terapeutico in altro,amicale o sentimentale. Questo per consolidare pienamente il lavoro svolto da entrambi.
Un cordiale saluto e buona valutazione.
dott. Giancarlo Mellano

Dott. Giancarlo Mellano Psicologo a Padova

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16 AGO 2024

Gentile utente, il rapporto paziente-terapeuta delicato in cui bisogna rispettare i ruoli, altrimenti si rischia di incappare in situazioni come la sua in cui non si sa cosa fare. Il terapeuta è un professionista che sta lì ad aiutarla, non è ne un amico ne un familiare ne un conoscente con cui chiacchierare e prendersi un caffè a tempo perso. Se sente che c'è qualcosa nel rapporto con il suo psicologo che può alterare il normale equilibrio tra paziente e terapeuta la invito a farglielo presente e a discuterne con lui. Spero di esserle stato d'aiuto.

Distinti saluti, dr. Morgione Massimo

Dottor Massimo Morgione Psicologo a Torino

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15 AGO 2024

Buongiorno,
grazie per aver condiviso questa situazione, che è delicata e comprensibile. Posso immaginare che ci sia un mix di emozioni e riflessioni coinvolte. È sempre positivo affrontare questi dubbi in modo consapevole.
Prima di tutto, va detto che il rapporto terapeutico è molto particolare. Anche se la terapia è conclusa, rimane un vincolo professionale e deontologico che rende complesso un cambiamento del tipo di relazione, soprattutto nell'immediato. Gli psicologi, come saprai, sono tenuti a rispettare determinati confini etici, e questi esistono per proteggere entrambe le parti, considerando la natura stessa del rapporto terapeutico che si è costruito nel tempo.
Riguardo al caffè che ti ha proposto, potrebbe essere stato un gesto gentile e disinteressato, magari per mantenere un contatto leggero e non terapeutico dopo il vostro percorso. Tuttavia, il contesto rimane importante. Quando una relazione terapeutica si chiude, è buona prassi lasciare un tempo sufficiente per "decantare" quell'esperienza, permettendo che i ruoli tornino a essere chiari e distinti. Questo periodo di pausa serve anche per proteggere il paziente da possibili confusioni emotive, soprattutto se durante la terapia si è sviluppato un certo grado di legame personale.
Ti consiglio di riflettere attentamente su cosa significhi per te questo invito. Sei interessata a sviluppare una relazione al di fuori di quella terapeutica? Oppure questo invito ti ha semplicemente portato a fantasticare su qualcosa di più? In entrambi i casi, potrebbe essere utile considerare i rischi e i benefici, non solo per te ma anche per lui e per la vostra dinamica passata.
Se, dopo averci riflettuto, senti che desideri mantenere un contatto più informale, potresti scrivergli, magari ringraziandolo per l’invito al caffè e chiedendo se per lui è ancora un’idea valida. Tuttavia, il mio consiglio è di procedere con cautela e rispettando i confini che questo tipo di relazione richiede, affinché sia chiaro per entrambi ciò che cercate e aspettate.

Resto a disposizione.

Dott.ssa Jessica Pierobon

Dott.ssa Jessica Pierobon Psicologo a Torino

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15 AGO 2024

Il fatto che lo psicologo a volte possa raccontare fatti personali è Un modo Des’ree che in psicologia si chiama autoalertura Imposta utile in terapia perché Aiuta a A creare un buon rapporto col paziente a livello di Terapia .
(Non è obbligatorio farlo dipende da Situazione A situazioni da terapeuta a terapeuta. Comunque è una cosa che può capitare che succede diciamo non è una cosa strana di per se stessa.
Poi è chiaro dipende cosa Viene raccontato)

Non conoscendo la persona e la situazione È impossibile dire se la sua richiesta di fare una chiacchierata e prendere un caffè nel suo studio lo fa con un doppio fine.
Tuttavia lei nel dubbio può Tranquillamente rifiutare l’invito.

Dott. Luca Ferretti Psicologo a Ponsacco

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15 AGO 2024

No!! Non è normale. Il nostro codice deontologico ci impedisce di avere rapporti intimi con pazienti anche dopo il percorso. Eventualmente devono passare anni.
Le consiglio di non cedere a questa tentazione. Sarebbe fallimentare e pericolosa per la sua salite mentale.

Cordialmente

Dott.ssa Barbara Durand Psicologo a Torino

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