Terrible two e crisi isteriche di pianto

Inviata da GIUZA · 18 giu 2024 Psicologia infantile

Buonasera,
Mio figlio di due anni e due mesi ultimamente ha dei comportamenti da prepotente e ribelle che non sappiamo proprio come gestire. In pratica urla tantissimo e si vede che e' arrabbiato, questo succede soprattutto quando si sveglia e al pomeriggio dopo l asilo. Lui va solo 3 volte a settimana al nido per 6 ore, dove si trova bene perche fanno tante attivita e si diverte, e tutto il resto del tempo e sempre con me, la sorellina e il papa che lavora da casa. Lo riempiamo di attenzioni ma abbiamo anche la sua sorellina neonata di 3 mesi che ormai ha accettato anche se a volte mostra un po di gelosia.
Per noi genitori e' molto stressante e non sappiamo come gestire questa cosa, soprattutto quando inizia a fare cosi in pubblico.
Abbiamo capito che urlargli o sgridarlo /punirlo peggiora solo le cose, lui parla e si fa capire a volte si e avolte no, quindi a volte proviamo a interpretare / indovinare i suoi bisogni e a distrarlo o ignorare questi capricci.
Un altro momento in cui ci sono questi episodi e di notte, dorme male e si sveglia molte volte e vuole a tutti i costi stare in braccio al padre mentre cammina, se no urla tantissimo.
Quale approccio potremmo utilizzare per gestirlo ? Come dovremmo comportarci ?
Grazie

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Miglior risposta 20 GIU 2024

Buongiorno,
la ringrazio per la condivisione. Sicuramente, data la fase di età in cui si trova e l'arrivo della sorellina, la presenza di capricci è comprensibile; con l'aiuto di un/una terapeuta potrete capire come affrontarli al meglio senza colpevolizzarlo nei momenti in cui ricerca la vostra vicinanza e la vostra attenzione.
Un saluto
Dott.ssa Romina Cantarini

Dott.ssa Romina Cantarini Psicologo a Arzago d'Adda

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30 GIU 2024

I “terribili due“, o in inglese “terrible two”, sono una fase che i bambini attraversano solitamente tra i 18 mesi e i 3 anni. Tutto ad un tratto iniziano ad essere capricciosi, ad avere crisi inconsolabili di pianto e il NO diventa la loro parola preferita. Spesso i genitori pensano che i bambini li vogliano sfidare, che sia solamente una ‘lotta di potere’, ma in verità è il loro modo di esprimere le emozioni in un particolare passaggio evolutivo della vita. I bambini, infatti, in questa fase, scoprono di essere degli individui separati dalla madre e di avere dei desideri e una personalità propria. Iniziano ad essere indipendenti e avviene la prima vera separazione consapevole dalla persona che si prende maggiormente cura di loro (che solitamente coincide con la figura della madre). Ci sono alcune semplici strategie che si possono utilizzare. Come già da voi compreso urlare e sgridarlo il più delle volte ottiene l’effetto contrario. Meglio cercare di Distrarlo per fargli fare qualcosa, inventarsi qualche cosa per distrarlo. In caso di crisi di pianto ininterrotto funziona far concentrare il bambino su qualcosa di piccolo, su un dettaglio molto particolare. Per esempio come sale e scende la cerniera della felpa o come girano le lancette di un orologio. Oppure dargli in mano un oggetto che abbia un potere magico come il fazzoletto o il barattolo della calma. Se riuscite a catturare la sua attenzione smetterà di piangere istantaneamente, senza ricordare nemmeno perchè avesse cominciato. Parlate delle sue emozioni. Come si sente, perchè è arrabbiato, perchè è felice, ovviamente usando parole e concetti per lui comprensibili. Per aiutarlo a parlarne si possono usare anche alcuni libri che trattano l’argomento dal punto di vista dei bambini: ‘Che rabbia’ e ‘I colori delle emozioni’. Lasciargli incanalare la rabbia attraverso un gioco, o un’attività. In questo modo sfogherà la sua voglia di distruzione verso qualcosa di specifico. Se siete al parco potrà correre o urlare. A casa, invece, dove gli spazi sono più limitati si possono usare i giochi musicali o il cuscino dello sfogo, che il bambino userà proprio per sfogarsi. Quando vi rendete conto che sta facendo un grosso capriccio cercate di ignorare fin dove potete; nel caso non si possa ignorare provate le strategie di cui sopra. Dr.ssa Patrizia Garna

Spazio LaBel Psicologo a Belluno

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25 GIU 2024

Buonasera, grazie per la sua condivisione.
Credo che possa essere prezioso per voi farvi sostenere da un/una terapeuta che possa aiutarvi a dare senso a quello che sta succedendo. Prima di capire che tipo di approccio usare, penso sia importante individuare il bisogno del bambino, per potervi rispondere al meglio e aiutarlo a gestirlo, in modo da non colpevolizzare lui o voi per quanto sta accadendo, considerando i cambiamenti che state vivendo.
Buon lavoro!
Lucia Orlando

Dott.ssa Lucia Orlando Psicologo a Roma

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25 GIU 2024

Buongiorno Giuza,
è comprensibile che voi genitori vi sentiate stressati da questa situazione.
L’aver individuato le possibilità criticità è già un passo avanti.
Ad oggi, il vostro bambino è in una fase di crescita sia dal punto di vista emotivo che cognitivo andando a sperimentare cose nuove e provando sensazioni ed emozioni a lui sconosciute , la nascita della sorella molto probabilmente ha innescato della gelosia.
Le consiglio di
- portare spesso il bambino al nido non solo per le 6 ore in moto tale che familiarizza sempre più con l’ambiente, con nuove figure adulte e si relaziona con il gruppo dei pari.
- Provare a mettersi nei panni del figlio ed esternare le sue emozioni, spesso i bambini fanno i capricci proprio perché non riescono a esprimere in altro modo quando stanno vivendo/provando
- Creare delle modalità risolutive insieme al bambino es. inventare una canzoncina per cacciare via la rabbia

Oltre a questo, vi invito a chiedere anche supporto a un terapeuta in modo tale che vi possa aiutare nella gestione di questo periodo transitorio ma difficile.
Cordialmente
Dott.ssa Pisani Alessia

Dott.ssa Alessia Pisani Psicologo a Provaglio d'Iseo

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19 GIU 2024

Buonasera innanzitutto porto il bambino dal pediatra per assicurarsi che non vi sia nulla di organico.
Successivamente ci potrebbe essere, la gelosia per la sorellina,
Innanzitutto lo porti tutti i giorni al nido.
Non strillate, non serve a nulla.
A voi genitori vi consiglio dei colloqui con uno psicoterapeuta per comprendere meglio la situazione.
Dottoressa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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19 GIU 2024

Gentile Giuza,
In questo periodo suo figlio sta facendo enormi cambiamenti cognitivi, che richiedono fatica e allenamento, verso i 18 mesi i bambini imparano a riconoscersi allo specchio, a due anni c’è una ‘esplosiaone’ del linguaggio, inizia a lavorare sulla sua identità: se io sono io , allora chi sono? E tutto questo passa, anche, attraverso molti no per comprendere cosa ama , cosa no e cosa lo distingue dagli altri.

Tutto questo coincide per lui con la nascita della sorellina, un enorme lavoro di comprensione cognitiva e lavoro emotivo… mamma e papà mi lasceranno ora che c’è lei? sono sempre al sicuro? Continueranno ad occuparsi di me? Ogni conquista non è ‘per sempre’… il sonno inquieto riflette proprio questo senso di insicurezza.

Tutto questo avviene con in cervello ancora molto immaturo, ed dotato di una piccola piccola finestra di tolleranza…

Il lavoro dei genitori in questa fase è enorme: siete voi il suo regolatore emotivo, siete voi che giorno dopo giorno lo ‘allenate’ a gestire gli stress, e dell’esperienza che fa oggi molto inciderà sulle sue capacita da adulto.
Quindi molto bene che lei abbia già individuato delle criticità e che abbia scritto qui come primo passo nella richiesta di aiuto.

Sono disposta ad accompagnarla/vi per imparare come gestire l’emotività e le frustrazioni del bambino.

Questo periodo richiede da parte vostra molta energia, avere uno spazio di accoglienza empatica, supportivo e di psico educazione è una fondamentale risorsa.

Se avete piacere sono disponibile online o in studio a Torino.

Vi suggerisco anche la lettura di D.Siegel, disciplina senza lacrime..

Un cordiale salito

Dott.ssa Barbara Durand

Dott.ssa Barbara Durand Psicologo a Torino

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19 GIU 2024

Gentile Giuza,
è assolutamente comprensibile che voi genitori vi sentiate stressati in queste circostanze. Probabilmente il bambino sperimenta tante emozioni, per lui parzialmente nuove, che non capisce come esternare e gestire. Per iniziare si potrebbe trovare un modo per aiutare il bambino a esternare queste emozioni. In generale è utile:
- mettersi nei panni del bambino per cercare di capire il suo stato d'animo in quel momento,
- esplicitare a voce l'emozione che pensate il bambino stia provando, a titolo di esempio “Capisco che sei molto arrabbiato, se urli non riesco a capirti, prova a spiegarmi senza urlare?",
- esprimere interesse e attenzione per la situazione di disagio che mostra il bambino e cercare di portarlo ad una soluzione. Ignorare il momento di difficoltà potrebbe determinare l'esito opposto a quello che vorreste ottenere.
Se siete a casa potreste utilizzare un foglio bianco chiedendogli “ Fammi vedere quanto sei arrabbiato/triste/preoccupato. Disegna come ti senti”. Gli scarabocchi e le linee tracciate sul foglio dovrebbero aiutarlo ad esternare la sua rabbia/tristezza/preoccupazione concentrandosi su un'azione specifica (il disegno, se utile, potrà essere mantenuto anche quando il bambino sarà più grande).
Per le problematiche specifiche del sonno bisognerebbe comprendere come mai dorme male e in quale stato emotivo si addormenta.
Resto a disposizione per qualsiasi ulteriore informazione,

Dott.ssa Michela Teodoro

Dott.ssa Michela Teodoro Psicologo a Rovereto

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19 GIU 2024

Buongiorno signora
Questo intensificarsi delle crisi potrebbe essere dovuto sia all'età, sia al nuovo cambio in famiglia visto che c'è una sorellina da 3 mesi.
Non è una situazione facile ma senz'altro si supererà con accoglienza ed empatia.
Se ha piacere trova dei contenuti gratuiti sul tema gelosia sul mio blog. E se volesse un aiuto più specifico può contattare uno psicologo infantile. Se vuole sono a disposizione.
Saluti
Serena Costa psicologa dell'infanzia e blogger di Connettiti alla psicologia dei bambini

Dott.ssa Serena Costa Psicologo a Giovo

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19 GIU 2024

Salve!
Vorrei rassicurarla sul fatto che è normale che in una fase così delicata di crescita un bambino si esprima attraverso gli unici mezzi che ha a disposizione, in primis il pianto e le urla. Sicuramente sgridarlo non migliora le cose perché se non comprendete il suo bisogno lui non comprenderà la vostra punizione. Un metodo iniziale efficace è la regola del “time out”.
Vi suggerisco un percorso di parent training per poter acquisire delle competenze profonde per gestire le situazioni più difficili e complesse.
Rimango a disposizione
Cordialmente
Dott.ssa Covini Sofia

Dott.ssa Sofia Covini Psicologo a Milano

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