Buongiorno, è possibile che una psicologa sia omofoba o comunque non molto aperta verso questi temi? Come faccio a saperlo in anticipo? Non posso più tenere nascosto questo problema con lei, perché è come remare contro il suo lavoro e contro il mio percorso per stare bene. Ora mi sento molto in colpa perchè lei sta cercando di capire cosa ci sia sotto il mio malessere e io fingo di non saperlo, ma in parte so che è dovuto a quel discorso, però al tempo stesso ho veramente troppa paura del suo giudizio. Se reagisse male io ci starei malissimo, cosa dovrei fare?
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25 MAG 2021
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Gentile Marie,
l'interesse principale e la mission di qualsiasi psicoterapeuta è quella di aiutare i propri pazienti a sciogliere i propri conflitti e vivere in maniera più armonica.
Occorrerebbe chiarire innanzitutto se il suo orientamento sessuale è egosintonico o egodistonico e, nel secondo caso, se la distonia è interna a lei stessa o dipende dalla sua paura del giudizio negativo degli altri e quindi potenzialmente anche della sua psicologa.
D'altra parte, se il motivo della sua richiesta di aiuto psicologico deriva prevalentemente da questo disagio non ha senso fare una omissione tanto importante con la conseguenza di ritardare e ostacolare il processo terapeutico.
Pertanto la invito a farsi coraggio e portare in seduta questo tema senza alcun timore potendo verificare fin da subito l'utilità di questa iniziativa.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
27 MAG 2021
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Marie 00,
mi chiedo cosa l'abbia frenata finora nel condividere con la sua terapeuta questa informazione.
Il suggerimento che posso offrirle è quello di aprirsi con lei sia perché lo scopo della nostra professione è quello di affiancare i nostri pazienti nel trovare e raggiungere il benessere, indipendentemente che questo possa essere condiviso da noi a livello personale, sia perché il suo percorso perde il suo significato nel momento in cui in quella stanza lei non può sentirsi libera di essere realmente chi è.
Un caro saluto,
Dott.ssa Francesca Amaducci
Psicologa clinica
26 MAG 2021
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Cara Marie,
oltre ad essere dei professionisti noi psicologi siamo esseri umani e in quanto tali abbiamo dei nostri pensieri, modi di ragionare.
Non bisogna imporre i nostri schemi mentali a voi pazienti e cercare di essere il più neutrali possibile.
Bisogna cercare di aiutarvi a capire qual è la problematica cercando di darvi gli strumenti per aprire la chiave del problema.
Ora il punto non è se il tuo psicologo è omofobo o meno ma cosa tu provi e come ti relazioni con lui sapendo che lo è.
Affinché una terapia psicologica funzioni ti devi fidare e devi sentire e percepire accoglienza,empatia da parte del professionista al quale ti sei affidato.
La qualità della relazione terapeutica è fondamentale per il benessere psicologico.
Se così non fosse le consiglio di cambiare professionista.
Resto a disposizione.
26 MAG 2021
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Marie00,
capisco il suo malessere, Le consiglio di aprirsi e di parlare di questo problema con la collega che la segue. Far finta di non sapere, può peggiorare la situazione e rendere la terapia priva di senso. Le consiglio vivamente di aprirsi totalmente anche su tematiche delicate e di aver fiducia nel professionista e nel lavoro terapeutico.
Spero di essere stato utile, per qualsiasi informazione resto a disposizione.
Un caro saluto
26 MAG 2021
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Cara Marie, penso che la soluzione migliore sia parlare apertamente alla sua psicologa sia del suo orientamento sessuale che della paura di un suo eventuale giudizio. Immagino che possa essere molto difficile, ma vedrà che aprirà canali di comunicazioni efficaci per sbloccarla. Come psicoterapeuti, abbiamo a cuore il benessere del paziente e ascoltiamo senza giudizio: abbiamo le nostre opinioni, ovvio, ma siamo abituati a lasciarle fuori dalla stanza se distraggono la terapia, e portarle dentro se possono essere d'aiuto al paziente. Quindi, la invito a non esitare ulteriorimente! Saluti
26 MAG 2021
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Cara Marie,
il tema di cui parla è molto delicato e può non essere facile da affrontare. Ogni persona ha un suo tempo per fronteggiare le proprie paure e questo tempo va rispettato. Dalle sue parole però emerge chiaramente che tenere nascosto questo elemento così importante per lei non fa altro che amplificare la sua sofferenza. Come le ha già scritto la collega, il codice deontologico esprime chiaramente che lo psicologo è tenuto a rispettare i valori dell'altro, cosa che dovrebbe comunque sorgere spontaneamente da parte di una professione d'aiuto come la nostra. Per questo la invito a non sprecare questa occasione: la stanza del terapeuta è un luogo sicuro in cui poter esplorare le proprie paure con la consapevolezza che l'interesse della persona che le sta di fronte è quello di perseguire il suo benessere. Spero di esserle stata d'aiuto.
Un saluto,
Dott.ssa Jessica Di Tommaso
25 MAG 2021
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Cara Marie,
la sua preoccupazione è assolutamente lecita.
Quello che le posso dire è che la professione di psicologo non è affatto semplice e tra le tante cose che dobbiamo essere in grado di fare c'è proprio l'astensione dal giudizio. L'articolo 4 del nostro codice deontologico parla chiaro: "nell’esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza, all’autodeterminazione ed all’autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall’imporre il suo sistema di valori; non opera discriminazioni in base a religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale, stato socio-economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità".
Possiamo dare una nostra opinione su delle tematiche ma questa non è da considerare come un giudizio nei confronti dell'altro. Soprattutto, le nostre idee non devono in alcun modo essere imposte all'altro o costituire materiale per operare discriminazioni.
Spero di aver risposto al suo dubbio.
Un saluto,
Dott.ssa Diletta Caprara