Voler diventare psicologi ma essere scettici riguardo la psicoterapia
Salve a tutti. La mia domanda potrà, apparentemente, sembrare decontestualizzata, ma rappresenta comunque per me una fonte di disagio. Sono in terapia per disturbi fobici, di ansia e attacchi di panico da circa 7 anni. Ora ho quasi 30 anni ma da poco mi sono iscritto all'università per studiare proprio psicologia, col grande desiderio di diventare psicoterapeuta. Tuttavia, la mia esperienza personale riguardo alla terapia psicologica mi sta facendo venire molti dubbi. Ho cambiato 4/5 terapeuti, perché le sedute, in generale, sembravano sempre basarsi su delle mere "chiacchierate" che iniziavano e finivano lì, senza una vera praticità concreta. Il mio ultimo terapeuta (con cui sto da circa 2 anni) mi ha detto che siamo prossimi alla conclusione definitiva. Il fatto è che ho l'impressione che in tutti questi anni non ho appreso nulla, non mi sento cambiato, mi sento sempre lo stesso, se non qualche leggerissimo miglioramento che però potrebbe rivelarsi temporaneo (come lo è stato nelle precedenti terapie). Mi sembrano sempre miglioramenti apparenti, che fanno diminuire l'ansia ma non la fanno curare. Cioè, è come per dire che se prima avevo l'ansia 9 volte su 10, ora ne ho 3, ma si tratta sempre di una manifestazione d'ansia patologica, ovvero relativa a situazioni non pericolose. Il che significa che, sì, il sollievo c'è, ma rimane appunto un sollievo. Questo non mi fa sentire tranquillo, e non mi fa sentire cambiato. A questo proposito, mi sta sorgendo una frustrazione proprio in merito ai miei progetti di vita: se sulla mia pelle ho vissuto la realtà della psicoterapia come lunga, tortuosa e molto "astratta", come posso intraprendere questo mestiere? Un po' come l'aspirante prete che va in seminario ma inizia ad avere dubbi su Dio. Oltretutto, mi rifaccio anche all'esperienza che sento condividere da tante persone, anche sul web, le quali definiscono il proprio vissuto terapeutico come poco pratico, prettamente teorico, disorientante, estremamente lungo, fatto di tante belle parole fantasiose ma che poi hanno poca incidenza sulla realtà quotidiana. Dunque, sto solo proiettando la mia realtà personale? O effettivamente c'è un fondo di verità su una certa inutilità della psicoterapia? Al di là della letteratura scientifica decantata dai divulgatori (gli studi hanno dimostrato... ricercatori hanno scoperto... la statistica dice...) dove e come ci si può accertare della veridicità ed efficienza di questa scienza? A volte sembra, addirittura, che la terapia sia controproducente, nel senso che ti fa rendere conto di certe difficoltà e problemi che prima non erano evidenti, ammorbandoti ancora di più di ostacoli. Vorrei sottolineare che ne ho provate tante (cognitivo-comportamentale; breve-strategica; psico-dinamica; integrata; emotivo-relazionale). Ma alla fine, sembrano tutte dire le stesse cose, tante parole, tante immaginazioni... a volte ho spesso avuto l'impressione che invece dello psicologo, se avessi avuto davanti un guru, un santone, un vecchio saggio, un monaco, un poeta, un docente di lettere, insomma chiunque fosse stato in grado di ben usare parole e pensieri, non sarebbe cambiato nulla. Sono nella confusione più totale.. Perdonate lo sfogo, e vi ringrazio!