Chi si prende cura di chi si prende cura?
Per chi lavora nel sociale è particolarmente difficile non lasciarsi assorbire da disagi emotivi e relazionali altrui.
Gli psicologi (e soprattutto gli psicoterapeuti) che lavorano con la sofferenza altrui, sanno bene che essere strumenti di identificazione e risonanza comoporta farsi carico (sulla propria pelle, è proprio il caso di dire) del mondo emotivo di chi cerca aiuto, con grosse implicazioni sulla propria sfera emotiva.
Per questo lo psicoterapeuta spesso (non per tutti gli orientamenti è uguale) deve affronatre un suo percorso di terapia personale perchè solo conoscendo la sua interiorità può adeguatamente riconoscersi e sostenere l'altro. I gruppi di supervisione offrono l'aiuto necessario per confrontarsi con i colleghi e poter continuare a "lavorare" su sè per l'altro.
Le classi di esercizi bioenrgetici possono essere un utile spazio (non consueto per certi terapeuti ma ben conosciuto dagli analisti bioenergetici) per viversi nel mondo del non verbale, per trovare, attraverso l'ascolto delle proprie sensazioni un profondo contatto nutriente con se stessi.
Le classi di esercizi bioenergetici possono essere dunque lo strumento per chi si prende cura degli altri per prendersi cura di sè, sperimentando attivamente l'importanza dell'ascolto di sè (anche nel silenzio), del rallentamento dei ritmi corporei e dell'uso di tecniche che promuovono maggior integrazione tra mente e corpo.
Prendersi cura di sè per i professionisti della salute mentale è un dovere e un diritto; scegliere un percorso di benessere e approfondimento della consapevolezza personale diventa un modo per continuare a "sostenersi" e "sostenere" l'altro con efficacia.
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