Sindrome di Otello: quando la gelosia diventa patologica
Come possiamo scoprire che la nostra gelosia ci sta causando il caos? Come possiamo affrontare la gelosia malsana? Scopri l'importanza di gestire la gelosia.
La gelosia, questo sentimento rappresenta qualcosa di molto più complesso rispetto alle semplici emozioni primarie; infatti, richiede un'elaborazione complessa e articolata, che non sempre il soggetto è in grado di compiere in autonomia.
Cosa succede quando la gelosia da sana diventa patologica?
“Il mostro dagli occhi verdi", “ Il sale dell'amore", “La malattia dell'anima", o ancora “L'abbaiar di cani che attira i ladri", questi detti rappresentano i modi più comuni e conosciuti per definire quel sentimento presente in quasi tutte le relazioni: la gelosia. Questo sentimento rappresenta qualcosa di molto più complesso rispetto alle semplici emozioni primarie; infatti, richiede un'elaborazione complessa e articolata, che non sempre il soggetto è in grado di compiere in autonomia o, addirittura, è in grado di vedere.
Di per sé si tratta di un sentimento che tutti abbiamo provato nella nostra vita almeno una volta; lo si può definire quell'elemento che caratterizza una relazione, poiché consente di tenere vivo l'interesse dell'altro e contribuisce al buon funzionamento del rapporto amoroso. Tuttavia, nel momento in cui diventa incontrollabile, fagocitante e morboso, può annientare ogni cosa. Si può affermare che si tratta di un sentimento costituito dall'intreccio di ansia, paura, rabbia e insicurezza fino ad arrivare, in casi estremi, all'odio.
Quando iniziamo una nuova relazione romantica è abbastanza normale provare quell'inquietudine di fondo, la natura stessa della psiche umana lo rende quasi inevitabile e la gelosia è proprio alimentata da quell'insicurezza interiore e dal bisogno di continue conferme da parte dell'ambiente esterno. L'individuo che non è in grado di percepire il suo valore in modo diretto e autonomo, lo ricerca attraverso gli altri e attraverso ciò che pensa di possedere, come il proprio partner. Il paradosso di questa situazione deriva dal fatto che la bassa autostima e la scarsa immagine di sé, portano il soggetto a pensare di non meritare ciò che ha e a vivere nel timore di perdere le persone e le cose che per lui contano di più, sviluppando di conseguenza un atteggiamento compulsivo e di controllo. Quando la gelosia inizia ad assumere tratti autodistruttivi dà origine a quella che viene definita sindrome di Otello.
Cos'è la sindrome di Otello?
La sindrome di Otello, prende il nome da un famoso personaggio della tragedia shakespeariana, dove il protagonista viene descritto come un giovane nobile e fiero, ma allo stesso tempo dilaniato dalle incertezze. La gelosia ossessiva, il sospetto e il tormento logorante sulla fedeltà della moglie divampano rapidamente, così l'amore passionale diventa rabbia distruttiva, fino ad arrivare al gesto estremo al fine di calmare il suo tormento psicologico.
Questa sindrome è nota anche come gelosia ossessiva, delirante o paranoia alcolica, ed è una condizione che può insorgere spontaneamente o in concomitanza con altri disturbi mentali; è stata diagnosticata per la prima volta negli anni '50 dallo psichiatra John Todd. Si tratta quindi di loop mentali molto pericolosi che si autoalimentano all'infinito; il tratto principe è la condizione farneticante di essere traditi dal proprio partner, nonostante l'assenza totale di prove o ragioni concrete per tale convinzione. Questi soggetti vivono una realtà distorta in cui sono costantemente condizionati dai loro pensieri ossessivi di infedeltà e inganno. Questa convinzione può assumere tratti molto pericolosi dato che può sfociare in violenza psicologia, fisica, stalking, limitazioni della libertà personale del compagno e minacce.
Spesso la gelosia ossessiva ha radici molto profonde e nasce da esperienze passate di tradimento, o un'infanzia segnata da mancanza di affetto con dinamiche familiari disfunzionali. Infatti, tali vissuti portano i soggetti a mettere in atto costantemente degli schemi mal adattivi, alimentando così la convinzione che i propri bisogni di cura, amore e accettazione rimarranno per sempre insoddisfatti, facendoli sentire inadeguati e non amabili. Questo circolo vizioso porta alla dipendenza affettiva, poiché l'individuo tenderà ad aggrapparsi sempre di più al partner nel tentativo di proteggere e controllare la relazione, al fine di annientare sempre di più l'unicità dei singoli e focalizzandosi solo sulla realtà di coppia, minando, quindi, la fiducia reciproca e le relazioni sociali fuori dal rapporto.
A fronte di ciò sdrammatizzare e far finta che non ci sia un problema non è la soluzione corretta da adottare; infatti, se sottovalutata la situazione può solo che peggiorare fino ad arrivare ad essere ingestibile e incontrollabile. Il primo passo, ovviamente, è quello di riconoscere il problema, così da non trasformarsi in un vero e proprio Otello shakespeariano. Affrontare le proprie insicurezze e paure più profonde richiede coraggio, ma come molte situazioni scomode della vita anche questa si può superare; bisogna solo imparare a guardarsi dentro, fare un passo alla volta e avere la forza di chiedere aiuto prima di perdere sé stessi.
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