Educazione sessuale nelle scuole: assolutamente necessaria!
L'educazione affettiva e sessuale merita un posto di rilievo per i ragazzi Italiani. Solo così è possibile promuovere il rispetto per se stessi e per i coetanei.
L'Italia è ancora uno dei pochi paesi europei in cui l'educazione sessuale nelle scuole non è materia curricolare obbligatoria, mentre dal 1955 al 2003 hanno inserito nei programmi scolastici l'educazione sessuale paesi come (in ordine di adesione) la Svezia, la Germania, la Danimarca, la Finlandia, l'Austria, la Repubblica Cieca, il Lussemburgo, la Norvegia, l' Ungheria, l' Islanda, l' Olanda, il Belgio, la Grecia, l' Estonia la Slovacchia, la Francia, la Lettonia, il Portogallo e l'Irlanda.
Le malattie sessualmente trasmissibili sono al terzo posto tra le malattie più diffuse al mondo dopo la malaria e la tubercolosi. Secondo il Sistema di Sorveglianza delle Infezioni sessualmente trasmesse, coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità, in Italia dal 1991 al 2019, ci sono stati 140.874 nuovi casi di malattie sessualmente trasmissibili. L'Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara che 1 adolescente su 20 ne contrae almeno una ogni anno. Tra le più presenti troviamo condilomi, herpes, vaginiti, papilloma virus per poi passare alle note sifilide (in crescente aumento), gonorrea, clamidia, epatite ed HIV. Le fasce d'età più colpite sono quelle tra i 14 e i 25 anni.
Sempre presente il rischio di gravidanze indesiderate e di interruzioni di gravidanza in ragazze minorenni.
Negli ultimi 10 anni, inoltre, si è parlato molto dell'abbassamento dell'età del primo rapporto sessuale. Gli ultimi studi sembrano mostrare una inversione di tendenza, con una età media di circa 15/16 anni. Resta allarmante, però, l'età minima di approcci sessuali che si colloca attorno ai 12 anni.
Spesso si pensa, erroneamente, che evitando di parlare ai giovani di affettività e sessualità, si allontani la loro curiosità. L'Organizzazione Mondiale della Sanità riporta, invece, che proprio attorno ai 10 anni "aumenta l'interesse per la sessualità. Maschi e femmine fanno più fantasie sessuali e sentono e vedono cose di tutti i tipi sui libri, alla TV o su internet, che alimentano la loro curiosità. In questa fase possono esserci i primi passi verso l'amore: maschi e femmine cominciano ad uscire insieme e fanno timidi passi di avvicinamento l'uno l'altra (si tengono per mano, si danno baci sulla guancia, etc.)".
Ma quando inizia l'educazione sessuale?
L'educazione sessuale inizia nel momento del parto. In quel viaggio verso la vita, i bambini fanno esperienza del neurotrasmettitore chiamato ossitocina, il così detto neurotrasmettitore dell'amore. Esso è uno strumento fondamentale per favorire l'attaccamento madre-figlio ed è la stessa sostanza che si sprigiona nel nostro corpo durante un rapporto sessuale. Le carezze e i baci dei genitori, il contatto fisico, le parole sussurrate all'orecchio dei bambini sono i primi insegnamenti affettivo-sessuali che il bambino conosce.
Esiste quindi, una prima educazione implicita che accompagna i bambini sin dalla nascita. Al contatto fisico, si unisce poi quello visivo: il modo in cui i genitori si relazionano tra di loro, come si abbracciano, come si salutano, che idea hanno dell'amore, diventa un bagaglio fondamentale dello sviluppo sessuale di ogni persona.
Ma ad un certo punto emergono domande, dubbi, sul corpo e sulla sessualità, così come la intendiamo noi adulti. A quelle domande, spesso, si risponde in maniera vaga, anche perché desta imbarazzo parlare di sessualità ai propri figli. Ecco, questo imbarazzo viene compreso dai bambini che cercheranno altrove risposte.
Attualmente le risposte si trovano sui social, in internet e non sempre sono risposte adeguate all'età. Emergono allora fenomeni come il sexting, ovvero lo scambio di messaggi, video e foto dal contenuto erotico, scambio che può portare a vissuti di vergogna, umiliazione ed a gesti di abuso e sopruso.
La pornografia libera online, inoltre, fornisce uno sguardo della sessualità molto diverso dalla realtà, una sessualità che, agli occhi di un bambino e di un adolescente, è irraggiungibile, talvolta traumatizzante. Nella pornografia non è contemplata l'affettività.
Ma è proprio l'affettività il motore della sessualità. Allora quando si parla di educazione sessuale si parla di educare alla affettività sana. L'affettività va declinata in primis verso se stessi (l'aver rispetto di sé e del proprio corpo, scegliere se dire si o di no, capire cosa ci fa piacere e cosa ci disturba) e va declinata verso gli altri. Gli altri devono essere presenti nella vita di ognuno come un valore aggiunto, un bene da proteggere e preservare, non un oggetto di soddisfazione personale.
Secondo il Centro Italiano di Sessuologia la sessualità rappresenta il fondamento delle relazioni sociali, è una qualità della persona che si caratterizza come insieme strutturato di elementi anatomici, fisiologici, psicologici e sociali. È una realtà dell'esistere.
Educare alla sessualità significa quindi permettere un cambiamento di conoscenza e di atteggiamenti.
La scuola rappresenta un educatore fondamentale per i nostri giovani. L'educazione scolastica strumenta, infatti, i ragazzi per affrontare i compiti della loro vita. E quale compito più importante delle relazioni esiste? Questi anni di pandemia hanno dimostrato come le distanze sociali siano state motore di disagio soprattutto nei giovani. Certo, perché il rapporto con l'altro è vitale. Allora una buona educazione sessuale può favorire la capacità di stare con gli altri.
Le linee guida europee delineano chiaramente le tematiche da affrontare per ogni fascia d'età, a partire dalla scuola materna, sino alle superiori. Il punto di partenza è un lavoro sulla collaborazione, sulla compartecipazione emotiva, sull'amicizia, aspetti relazionali da potenziare in ogni futuro adulto.
La mancanza di una normativa rispetto all'educazione sessuale in Italia porta, invece, spesso, a limitarla a qualche ora di scienze sull'anatomia umana. Conoscere come siamo fatti e le malattie da cui proteggersi è solo il primo passo per garantirci il benessere. Bisogna trasmettere ai giovani il senso del rispetto per se stessi e per l'altro.
Una completa educazione sessuale nelle scuole permetterebbe di accogliere la sessualità come una parte della propria vita, senza portare a comportamenti sessualizzati estremisti di chiusura o di promiscuità. Permetterebbe ai giovani di decidere per il benessere del loro corpo, li renderebbe consapevoli e liberi di scegliere se avere o meno ad un approccio sessuale.
Darebbe loro gli strumenti per riconoscere gesti abusanti e per reagire con maggiore consapevolezza chiedendo tempestivamente aiuto. Al contempo, permetterebbe di non essere agenti di abuso sugli altri, che acquistano nel nostro mondo interiore un posto di stima e non di sudditanza.
Dott.ssa Silvia Brocca
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