Il danno psichico: cos'è e la sua valutazione
Cosa si intende per danno psichico? Quando e come viene valutato?
Il danno biologico di tipo psichico è la lesione dell'andamento psicologico di una persona. Proprio come è possibile che una parte del corpo si ammali, allo stesso modo è probabile che anche "l'organo" psichico patisca un danno, non solo da un punto di vista fisiologico ma anche per quanto concerne il suo funzionamento, la sua stabilità e il suo equilibrio.
Per esempio, in caso di richiesta di perizia, è possibile che lo psicologo debba accertarsi della presenza di danni psichici per permettere alla vittima di richiedere un eventuale risarcimento. Cosa s'intende per danno psichico?
Secondo la legge, il danno psichico rientra nei cosiddetti "danni non patrimoniali" e, secondo quanto afferma l'art. 2043 del Codice Civile: "Qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno".
Cosa provoca il danno psichico?
Il danno psichico viene provocato da un trauma che a sua volta è causato da un fatto illecito di cui è stata vittima la persona che soffre il disturbo. In un processo, infatti, è indispensabile confermare o meno la relazione fra trauma e fatto illecito ai fini di un eventuale risarcimento o di una condanna. La vittima in questione, però, non doveva già soffrire del disturbo precedentemente all'illecito subito.
L'eventuale esistenza del danno psichico dev'essere confermata da uno psicologo che, per poter effettuare una perizia, viene appositamente ingaggiato dal giudice (consulenza tecnica d'ufficio) o da una delle parti (consulenza tecnica di parte). Per consulenza o perizia psicologica, infatti, s'intende una dichiarazione, scritta o verbale, dello psicologo in cui esibisce i risultati dello studio psicologico eseguito sulla persona. Accertare un danno psichico, dunque, è fondamentale per le indagini.
Se viene accertato che il danno psichico è direttamente collegabile con l'illecito, la vittima può richiedere un risarcimento. Fra i casi più comuni in cui si ottiene un risarcimento troviamo il danno da mobbing e quello da violenza sessuale.
Nel primo caso, ad esempio, la pressione eseguita dal datore di lavoro può causare disturbi d'ansia o dell'umore. Nel caso della violenza sessuale, questo illecito può compromettere in parte o del tutto la vita sessuale della parte lesa.
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