Tanti modi di essere famiglia!

La famiglia, qualunque sia la sua organizzazione, è un gruppo di parentela all'interno del quale i membri stabiliscono relazioni

30 LUG 2015 · Tempo di lettura: min.
Tanti modi di essere famiglia!

Lo sviluppo dell'indagine psicologica sulle dinamiche familiari è abbastanza recente. Dagli anni Cinquanta la famiglia diventa oggetto di studio ad opera dei pionieri della terapia familiare. Si pongono le basi per l'analisi dell'interdipendenza tra lo sviluppo individuale e le dinamiche familiari.

La famiglia, qualunque sia la sua organizzazione, è un gruppo di parentela all'interno del quale i membri stabiliscono relazioni, con riferimento a modelli culturali che ne definiscono i rapporti. Carli definisce la famiglia come un sistema caratterizzato da relazioni "di attaccamento" significative per la costruzione identitaria (attraverso fasi di individuazione e differenziazione), la crescita e i cambiamenti di ogni membro. È il luogo di congiunzione tra un piano strettamente individuale e l'ambiente di cui fa parte. "Non vive in un vuoto sociale" (Lasio, 2006; p.8) ma è inserita in una realtà temporale determinata da accadimenti sociali e culturali del presente, ed è il prodotto delle generazioni precedenti. Essa interagisce col contesto nel quale e immersa, è influenzata da esso e a sua volta lo influenza. È definita come "sistema emozionale plurigenerazionale", giacché comprende l'intero sistema emozionale di almeno tre o quattro generazioni. Il sistema familiare, oltre alla capacità di adattarsi ai continui movimenti trasformativi, deve poter conservare una propria stabilità. È per questo motivo che nel corso degli anni deve saper soddisfare due esigenze apparentemente contrapposte tra loro: da una parte, trasformarsi in relazione ai bisogni evolutivi dei singoli componenti; dall'altra, conservare il senso della propria identità e stabilità nel tempo.

Hill e Duvall (1948; cit. in Malagoli Togliatti & Lavadera, 2002; p.48) pur "concettualizzando la famiglia primariamente come un insieme di cicli di vita individuali", ne evidenziarono l'interdipendenza tra i membri. Con il concetto di "ciclo di vita della famiglia", è stato possibile chiarire le peculiarità delle dinamiche familiari nelle diverse fasi di sviluppo. Ogni fase è contraddistinta da compiti evolutivi che a ogni stadio, presuppongono una ridefinizione delle fasi precedenti. Le modalità di passaggio da una fase all'altra, influenzano lo sviluppo dei membri della famiglia.

Il vasto panorama delle realtà familiari

In ambito psicosociale non si parla di famiglia ma di famiglie, poiché, osservando le trasformazioni sociali e culturali avvenute nel corso dei secoli, si possono identificare una molteplicità di modelli familiari. Il variegato panorama delle realtà familiari comprende, ad esempio:

  • Le famiglie ricomposte o ricostituite, ossia le realtà in cui almeno un membro della coppia ha figli nati da un'unione precedente. La complessità strutturale di tale realtà familiare è evidente nella circostanza in cui i coniugi abbiano entrambi alle spalle matrimoni con figli e mettano al mondo, insieme, dei figli
  • Le famiglie monoparentali, nelle quali il genitore single, separato o divorziato, vive con i figli. Secondo Scabini, il termine monoparentale sarebbe appropriato solo con riferimento alle condizioni di vedovanza, giacché, negli altri casi, l'altro genitore esiste anche se non ricopre tale ruolo
  • Le famiglie omogenitoriali, ossia le realtà familiari nate dall'unione di persone dello stesso sesso
  • Le famiglie generate dall'incontro di etnie miste, ossia l'unione di partner appartenenti a gruppi culturali diversi
  • Le famiglie con figli adottivi o affidatari
  • Le realtà familiari allargate, le quali, solitamente annoverano la coppia e altre due generazioni a essa successive

Lo schema tradizionale che prevede un padre, una madre e uno o più figli, raffigura esclusivamente una delle tante realtà familiari possibili. La pluralità dei modelli familiari non rappresenta un attacco al modello tradizionale. Ognuno è libero di rispecchiarsi nel modello che preferisce, senza che ciò rappresenti un discredito per gli altri. Escludere le alternative al modello tradizionale, ha come conseguenza la violazione di una molteplicità di diritti. La tendenza a ridurre la molteplicità delle realtà familiari, all'unità, si origina dalla necessità di costruire un quadro stabile nella descrizione di famiglia, dovuto in gran parte all'esigenza di spiegare un quadro ricco di contenuti. L'analisi dei cambiamenti avvenuti nel tempo, sia nella struttura che nelle dinamiche familiari, è fuorviata dal preconcetto che designa come privilegiato il proprio modello familiare.

Con le nuove realtà familiari scompare il presupposto che per decenni ha contraddistinto la famiglia tradizionale, ritenere cioè che la genitorialità fosse necessariamente legata alla procreazione e alla filiazione. Storicamente, la famiglia tradizionale, è stata descritta come l'insieme di individui uniti dal progetto di trasmettere beni e proprietà nel corso delle generazioni. Per secoli il matrimonio è stato celebrato per combinare beni e patrimoni, Stati e Imperi. Le donne erano subordinate agli uomini, rappresentandone spesso una proprietà. Mentre in passato il matrimonio ha rappresentato l'unione di gruppi familiari, attualmente è considerato primariamente come un accordo tra individui che si scelgono, indipendentemente dalle famiglie di origine. Si assiste a un passaggio alla "famiglia fusionale" definita sulla base dell'importanza attribuita ai legami intimi.

Due prospettive allo studio delle famiglie

La ricerca sulla famiglia, come tutta la ricerca scientifica, è una pratica sociale condotta da soggetti appartenenti a un determinato contesto culturale e, in quanto tale, essa è anche espressione di ideologie, stereotipi, rappresentazioni sociali e linguaggi costruiti e ricostruiti, anche attraverso la ricerca in quel contesto. Nonostante la dichiarata consapevolezza, da parte dei ricercatori, circa la molteplicità di forme che la famiglia può assumere, l'oggetto d'indagine psicologica è rimasto a lungo e nella stragrande maggioranza dei casi, la famiglia nucleare composta di coppia coniugale e figli. Ciò ha finito col realizzare un parametro di riferimento, che definisse il grado di diversità accettabile nel concetto di normalità. Il binomio normalità/diversità rimanda alla necessità di evitare ogni stigmatizzazione, ma anche ogni semplificazione. Da queste considerazioni, si traccia una prospettiva di studio della "famiglia normale" che si propone di non attribuire alle famiglie caratteristiche intrinseche e non le valuta unicamente sulla base della loro struttura. Le famiglie normali vengono concettualizzate nei termini dei processi fondamentali che sono propri di ogni sistema; tali processi riguardano l'integrazione, la stabilità e la crescita dell'unità familiare in relazione sia ai sistemi individuali sia al sistema sociale. Le difficoltà che si possono riscontrare nello studio della famiglia dipendono dal suo essere luogo di congiunzione tra il piano individuale e il piano sociale.

Attraverso la prospettiva pluralista fondata sul "modello della differenza", è stato possibile studiare le specificità delle differenti realtà familiari. Di contro, il limite della prospettiva normativa è da ritenersi il fatto di considerare le variegate realtà familiari esistenti come devianti rispetto alla famiglia tradizionale. Lo stereotipo culturale che prevede come unica realtà familiare possibile quella tradizionale, nasce da regole generali poste dalla società che ne definisce la struttura ideale. Pertanto, le realtà familiari che contravvengono a questo standard, sono vissute come destabilizzanti e devianti. Appare dunque necessario un approccio di tipo emico (dall'interno), attraverso il quale considerare primariamente il significato che gli individui attribuiscono alla propria realtà familiare.

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Scritto da

Anonimo-149648

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