Aggressività bambina 2 anni e mezzo verso il papà

Inviata da Molly · 22 ott 2024 Psicologia infantile

Buongiorno,
Chiedo un vostro consiglio per il rapporto tra mia figlia di 2 anni e mezzo e mio marito.
Mio marito viaggia per lavoro e 2 settimane al mese siamo a casa solo io e mia figlia. I viaggi di lavoro non sono tutti i mesi ma da quando è nata nostra figlia si è comunque mosso spesso.
Hanno sempre avuto un bel rapporto, lei è sempre stata volentieri con il suo papà ma da 1 anno a questa parte la nostra bimba ha sviluppato una sorta di aggressività verso il papà.
Ovviamente è nella fase del no, ha ragione lei, vuole tutto per sé etc ma se con me ha un normale atteggiamento da quasi 3 enne con il papà passa alle mani.
Se mio marito la riprende per un comportamento sbagliato, oppure le dice di no per una determinato oggetto richiesto, insomma la contraddice, si becca una bella sberla in faccia, o un pugno sulla gamba, o gli viene tirata la barba.
Con me non ha mai alzato le mani, nemmeno una volta mentre con lui giornalmente ci sono scontri perché per ogni minima contraddizione viene picchiato.
La reazione inizialmente era parlare con lei, farle capire che non è un buon comportamento, ora però non sta più funzionando e soprattutto capisco che la frustrazione di mio marito sta crescendo e la risposta alla botta è sgridare verbalmente la bambina.
Non so come comportarmi, con lei parlo sempre del suo papà, soprattutto quando è in viaggio, lo coinvolgo sempre in tutto e lui personalmente stravede per lei e farebbe la qualunque cosa. È sempre stato molto presente (cambio pannolino, messa a nanna, biberon, corsi in piscina, ogni attività spericolata ed entusiasmante che gli veniva in mente) e lo è tutt’ora ma non riesce ‘ad arrivare’ a lei perché la bambina lo sblocca sul nascere.
Vuole solo me, anche solo per soffiarsi il naso o per un bicchiere d’acqua..
Non capisco se sono io a sbagliare approccio o se siamo troppo attaccate (perché riconosco che essendo spesso sole siamo piuttosto legate)
Vorrei aiutarli a ritrovare il rapporto che avevano.
Grazie per l’aiuto

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Miglior risposta IERI, 23 OTT 2024

Gentile Molly,
Grazie per aver condiviso con noi i suoi timori.
Le reazioni della bambina, da come le descrive lei, sembrano essere espressione della frustrazione di una figlia che vede il padre essere assente per giorni. Questo non vuol dire affatto che non abbiano un rapporto, o sia sbagliato: tenga presente che, soprattutto quando si è piccoli e non si hanno comunicazioni sovrastrutturali o linguistiche adeguate, l’unico modo per esprimersi è la fisicità.
Tranquillizzi suo marito a riguardo!

D’altro canto, i giorni che suo marito riesce a trascorrere con voi, cercate di organizzare delle attività significative che possano suggellare ancor di più il vostro amore familiare. Potreste pensare di fare qualcosa che alla bambina piace coinvolgendovi anche voi.
Oppure potreste pensare di scambiarvi un oggetto (una collana, una maglietta…), come simbolo del vostro rapporto e per rassicurarla quando non siete tutti e 3 insieme.
Questo la aiuterebbe a gestire la frustrazione del distacco che vive ogni volta che il padre parte.

Se aveste bisogno di parlarne ancora o di trovare delle soluzioni specifiche per voi, sarò lieta di aiutarvi.
Un caro saluto,
Dott.ssa Claudia Cianchi

Dott.ssa Claudia Cianchi Psicologo a Roma

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IERI, 23 OTT 2024

Cara Molly, è possibile che sua figlia senta di sperimentare con lei un rapporto privilegiato e non tolleri bene le "intrusioni" del padre. Lei parla di un'assenza fisica e prolungata di suo marito che sicuramente potrebbe impattare, tuttavia si può essere assenti nella presenza e presenti nell'assenza. Con ciò intendo dire che forse suo marito (o la rappresentazione mentale di un "terzo" sui generis che sia nella relazione oltre a sé e sua figlia) dovrebbe essere presente dentro di lei e non prevedere necessariamente la presenza fisica di suo marito. Ciò dovrebbe aiutare sia lei che sua figlia a separarvi gradualmente di più, portando beneficio ad entrambe e soprattutto a sua figlia nel corso del suo sviluppo. Immagino che la situazione sia comunque più complessa e articolata di così, non credo con le informazioni attualmente in mio possesso di poterle dare risposte più esplicative di così. Resto comunque a disposizione per qualsiasi altro dubbio o chiarimento.
Un caro saluto.

Andrea Bertamino Psicologo a Caserta

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IERI, 23 OTT 2024

Buongiorno gentile Molly, comprendo che la situazione che sta vivendo con sua figlia e suo marito sia fonte di preoccupazione e frustrazione per entrambi. È difficile vedere un comportamento aggressivo emergere in una fase così delicata della crescita, soprattutto quando si tratta di una relazione così importante come quella tra padre e figlia.

Il comportamento di sua figlia può essere in parte legato alla sua età. I bambini di 2-3 anni attraversano una fase di sviluppo in cui imparano a gestire le proprie emozioni, spesso attraverso manifestazioni fisiche. La "fase del no" e l'espressione della volontà sono normali, ma il comportamento aggressivo che descrive verso il papà potrebbe avere diverse spiegazioni.

Un elemento a cui prestare attenzione potrebbe essere il fatto che la presenza intermittente di suo marito potrebbe essere un elemento che crea confusione emotiva nella bambina. Anche se sa che il papà tornerà, l’assenza potrebbe farle vivere un senso di frustrazione o di abbandono. Potrebbe esprimere questi sentimenti attraverso l'aggressività, quasi come se volesse punirlo per essere andato via o per non essere sempre presente.

Risulta naturale che sua figlia, trascorrendo molto tempo da sola con lei, sviluppi un forte attaccamento. Questo non è necessariamente sbagliato, ma potrebbe aver creato una "preferenza" che si manifesta nel voler fare tutto con la mamma. La richiesta di attenzioni esclusive verso di lei, unita all’aggressività verso il papà, potrebbe essere il modo in cui cerca di mantenere il controllo sulla situazione.

Sarà importante che entrambi manteniate un approccio coerente e paziente. Le reazioni fisiche, come sberle o pugni, richiedono un intervento deciso ma calmo. Quando sua figlia alza le mani, è importante farle capire che questo comportamento non è accettabile, ma senza alzare la voce o reagire con aggressività verbale. Potreste provare a utilizzare un linguaggio chiaro e fermo, spiegando con poche parole che fare male agli altri non è mai una soluzione. Frasi come "Non si colpisce, fare male non è giusto" accompagnate da una pausa breve di riflessione (time-out) potrebbero essere utili.

Potrebbe essere utile per suo marito reintrodursi gradualmente in alcune attività con la bambina, in modo che lei riacquisti fiducia e si senta di nuovo a proprio agio con lui. Potrebbe iniziare con attività che lei ama fare, come leggere insieme un libro, giocare o fare una passeggiata. L'obiettivo è creare momenti positivi in cui si ricostruisce il loro legame. Allo stesso tempo, cercate di ridurre gradualmente la "dipendenza" da lei, facendo in modo che alcune piccole richieste quotidiane (come il bicchiere d'acqua) possano essere soddisfatte anche dal papà.

La routine è fondamentale per i bambini, soprattutto quando ci sono assenze frequenti di uno dei genitori. Potrebbe essere utile introdurre rituali che coinvolgano il papà, anche quando è lontano, come una videochiamata alla sera prima della nanna o una "caccia al tesoro" che lui può organizzare anche a distanza. Questo potrebbe aiutare la bambina a sentirlo più presente e a diminuire il senso di disconnessione.

Come genitori è importante che voi siate un modello di comportamento positivo. Quando ci sono situazioni di stress o tensione, cercate di mantenere un tono pacato, mostrando come gestire le emozioni senza ricorrere alla rabbia o all’aggressività. I bambini imparano molto osservando come i genitori reagiscono ai conflitti.

È un percorso che richiede tempo, pazienza e comprensione, ma con il giusto supporto e l'approccio adatto, il rapporto tra suo marito e vostra figlia può ritrovare la serenità. Se la situazione dovesse persistere o intensificarsi, potrebbe essere utile consultare un professionista dell'infanzia che possa fornirvi ulteriori strumenti per affrontare al meglio questo momento delicato.

Spero che queste indicazioni possano offrirle qualche spunto utile, se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino

Dott. Luca Vocino Psicologo a Bergamo

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IERI, 23 OTT 2024

Buongiorno,

Capisco perfettamente la tua preoccupazione e la complessità della situazione. È naturale che tu sia preoccupata per il rapporto tra tua figlia e tuo marito, e per le reazioni aggressive della bambina.

Comprendere il comportamento della bambina

Innanzitutto, è importante ricordare che i bambini di 2 anni e mezzo stanno attraversando una fase di sviluppo molto particolare. Sono in piena esplorazione del mondo, stanno scoprendo i propri limiti e testando le reazioni degli adulti. L'aggressività, in questo caso, può essere un modo per esprimere frustrazione, rabbia o semplicemente per affermare la propria individualità.

Possibili cause del comportamento

Gelosia: Potrebbe esserci una certa gelosia nei confronti del padre, soprattutto dopo un periodo prolungato in cui è stata molto presente la figura materna.
Difficoltà a gestire le emozioni: A questa età, i bambini non hanno ancora gli strumenti per gestire le emozioni forti come la rabbia o la frustrazione.
Test dei limiti: Come detto prima, i bambini testano continuamente i limiti per capire fino a che punto possono spingersi.
Cambiamenti nella dinamica familiare: I frequenti viaggi del padre potrebbero aver destabilizzato un po' la bambina, creando una certa insicurezza.
Cosa puoi fare

Parla con tuo marito: È fondamentale che tu e tuo marito siate uniti e allineati nell'affrontare questa situazione. Parlate apertamente dei vostri sentimenti e delle vostre preoccupazioni, cercando di trovare un modo per collaborare.
Mantieni la calma: Quando si verificano degli episodi di aggressività, cerca di mantenere la calma. Reagire con rabbia o urlando potrebbe peggiorare la situazione.
Stabilisci dei limiti chiari: Sia tu che tuo marito dovete stabilire dei limiti chiari e coerenti. Quando la bambina si comporta in modo aggressivo, è importante spiegargli che non è un comportamento accettabile e proporre delle alternative.
Incoraggia i momenti positivi: Cercate di creare dei momenti piacevoli e rilassanti insieme alla bambina, in cui il padre possa interagire con lei in modo giocoso e affettuoso.
Valorizza il ruolo del padre: Parlane spesso con tua figlia, sottolineando l'importanza del padre nella sua vita e le cose belle che fanno insieme.
Consulta un professionista: Se la situazione non migliora, potrebbe essere utile consultare un pediatra o uno psicologo dell'infanzia. Un professionista può fornire ulteriori consigli e strumenti per gestire la situazione.
Alcuni consigli specifici per tuo marito:

Mantieni la calma: Anche se è difficile, è importante che tuo marito mantenga la calma di fronte alle aggressioni della bambina.
Offri delle alternative: Invece di dire "no", potrebbe proporre delle alternative. Ad esempio, invece di togliere un giocattolo, potrebbe proporre di giocarci insieme per un po'.
Valorizza i momenti positivi: Anche i più piccoli gesti di affetto e di collaborazione vanno valorizzati e lodati.
Ricorda: Ogni bambino è diverso e ha i suoi tempi. Con pazienza, costanza e un approccio positivo, riuscirete a superare questo momento difficile e a rafforzare il legame tra la bambina e il padre.

Dott. Alessandro Cancellieri Psicologo a Genova

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IERI, 23 OTT 2024

Buongiorno,

La situazione che descrivi è certamente complessa e comprensibilmente frustrante sia per te che per tuo marito. È bello sapere che ci tenete entrambi a migliorare il rapporto tra padre e figlia. Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarvi:

Riconoscere le Fasi Sviluppo: È normale che i bambini attraversino fasi di affetto o ostilità verso i genitori, specialmente in una fase in cui stanno sviluppando la loro autonomia. La tua bambina sta esplorando i suoi limiti e le sue emozioni, e il papà potrebbe essere il "bersaglio" delle sue frustrazioni.

Routine Affettive con il Papà: Quando tuo marito è a casa, è importante che lui contribuisca a creare momenti positivi insieme alla bambina. Potreste stabilire delle piccole routine quotidiane in cui solo papà e figlia trascorrono del tempo insieme, come leggere un libro, giocare a un gioco o fare una passeggiata. Questo può aiutarli a riannodare il loro legame.

Feedback Positivo: Ogni volta che tua figlia interagisce con suo padre in modo positivo, lodala. Questo rinforzo positivo può incoraggiarla a comportarsi meglio con lui. Ad esempio, se la bambina ascolta o risponde bene a papà, il riconoscimento di questo comportamento da parte tua potrebbe motivarla ulteriormente.

Comunicazione e Coerenza: È fondamentale che tu e tuo marito siate sulla stessa lunghezza d'onda riguardo alle regole e alle conseguenze. Discutete le strategie che intendete adottare insieme per affrontare il comportamento di vostra figlia. Ad esempio, se vengono messi in atto dei limiti, sia tu che tuo marito dovete sostenerli simultaneamente.

Sostegno Emotivo: Quando la tua bambina si comporta in modo aggressivo, invece di reagire con sgridate, prova a aiutarla ad esprimere le sue emozioni. Chiedile come si sente e parlale di alternative per esprimere la sua frustrazione (ad esempio, colpire un cuscino o usare parole per spiegare ciò che prova).

Ritrovarsi: Se possibile, crea occasioni in cui tu e tuo marito potete 'riunire' la bambina e il padre, come attività da fare tutti insieme. Questi momenti possono aiutare a ricostruire la connessione tra di loro e ad alleviare l’attenzione da te.

Contatto Fisico Flessibile: Incoraggia tuo marito a essere dolce e paziente, accettando eventuali rifiuti o respingimenti iniziali da parte della bambina. A volte i bambini piccoli hanno bisogno di un po' più di tempo per sentirsi a loro agio. Un gesto affettuoso come un abbraccio o una carezza dolce mentre legge una storia può aiutare.

Cercare un Aiuto Professionale: Se la situazione non migliora e gli scontri diventano più frequenti, potrebbe essere utile considerare un aiuto professionale, come un terapeuta infantile, per esplorare ulteriormente i dinamismi familiari.

Infine, è importante che sia tu che tuo marito vi prendiate cura di voi stessi, poiché una buona gestione dello stress da parte degli adulti può fare una grande differenza nelle dinamiche familiari. Spero che questi suggerimenti possano essere di aiuto. Buona fortuna!

Dott. Fabrizio Toti Psicologo a Todi

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IERI, 23 OTT 2024

Buongiorno,

Capisco perfettamente la tua preoccupazione e la complessità della situazione. È naturale che tu sia preoccupata per il rapporto tra tua figlia e tuo marito, e per il comportamento aggressivo della bambina.

Analizziamo insieme la situazione:

Fase del "no": È assolutamente normale che a 2 anni e mezzo tua figlia stia sperimentando la fase del "no", affermando la propria indipendenza e testando i limiti.
Aggressività verso il padre: Questo comportamento potrebbe essere legato a diversi fattori:
Gelosia: Potrebbe esserci una sottostante gelosia verso il padre, soprattutto considerando la tua forte relazione con la bambina.
Mancanza di continuità: La frequente assenza del padre potrebbe creare una certa difficoltà nel costruire un rapporto stabile e continuativo.
Differenze educative: Potrebbero esserci piccole differenze nel modo in cui tu e tuo marito affrontate certe situazioni, creando confusione nella bambina.
Frustrazione: La bambina potrebbe essere frustrata nel non riuscire a comunicare efficacemente i suoi bisogni e desideri, soprattutto se si sente sopraffatta dalle emozioni.
Cosa puoi fare:

Dialogo aperto con tuo marito: È fondamentale che tu e tuo marito parliate apertamente e onestamente della situazione, cercando di capire le reciproche prospettive e di trovare un approccio comune.
Consistenza educativa: Cercate di essere il più possibile coerenti nelle regole e nelle richieste, evitando di contraddirvi davanti alla bambina.
Valorizzare il ruolo del padre: Continua a parlare positivamente del padre anche quando è assente e coinvolgilo attivamente nella vita della bambina, anche a distanza (es. videochiamate, messaggi vocali).
Insegnare a gestire le emozioni: Aiuta tua figlia a riconoscere e gestire le proprie emozioni, spiegandole che è normale arrabbiarsi ma che esistono modi più costruttivi per esprimere la rabbia (es. disegno, gioco).
Ricercare l'aiuto di un professionista: Se la situazione non migliora, potresti valutare la possibilità di consultare un pediatra, uno psicologo dell'infanzia o un mediatore familiare.
Consigli specifici per gestire gli episodi di aggressività:

Mantenere la calma: Quando si verificano degli episodi di aggressività, cerca di mantenere la calma e di non reagire in modo impulsivo.
Porre dei limiti chiari: Spiega alla bambina in modo semplice e diretto che il suo comportamento non è accettabile e che non può far male a nessuno.
Offrire delle alternative: Quando la bambina si arrabbia, proponile delle attività alternative per scaricare la tensione (es. giocare con la plastilina, fare un disegno).
Valorizzare i comportamenti positivi: Quando la bambina si comporta bene, lodala e premiala per rafforzare i comportamenti desiderati.
Ricorda:

È normale che ci siano dei momenti di difficoltà nella relazione tra genitori e figli.
Ogni bambino è diverso e ha i propri tempi di sviluppo.
L'amore e la pazienza sono gli ingredienti fondamentali per costruire un rapporto sano e duraturo.

Dott. Alessandro Cancellieri Psicologo a Genova

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IERI, 23 OTT 2024

Buongiorno
Probabilmente la bimba soffre della mancanza del padre.
Si potrebbe sentire abbandonata, sarebbe utile che suo marito faccia delle cose con la bimba sport, giochi e qualche volta lei e sua figlia potreste accompagnare suo marito
Le consiglio dei colloqui con uno psicoterapeuta
Dottoressa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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