Buonasera.
Mio figlio a 5 anni e fa il terzo anno di materna. L ho completamente spannolinato con successo sia di giorno che di notte prima di iniziare il primo anno di materna. Da quando ha iniziato il terzo anno ha iniziato a fare la cacca nelle mutandine. Non riusciamo a capire con le maestre il perché di questo atteggiamento. A scuola è sempre sereno e di va volentieri. Questo succede solo a scuola e mai a casa o in giro. All inizio dell anno è successo che un episodio che non so se può essere significativo. Un giorno mente lui era in bagno la classe si è spostata dalla mensa alla classe e lo hanno trovato che piangeva perché pensava che lo avevano abbandonato. Lui va sempre in bagno da solo e sa dove è la mensa e la classe. Purtroppo nonostante le favole sulla cacca e i vari discorsi continua quasi tutti i giorni a fare la cacca addosso. Lui frequenta logopedia e psicomotricità settimanalmente da 3 anni. Grazie per la vostra attenzione.
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IERI, 14 NOV 2024
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Buonasera, la situazione che descrivi sembra legata a un problema emotivo o psicologico, piuttosto che a una regressione fisica o fisiologica nel processo di spannolinamento. È positivo che tuo figlio sia sereno a scuola e che non abbia problemi simili a casa o fuori, ma il fatto che faccia la cacca addosso solo in un ambiente specifico, come la scuola, potrebbe suggerire un legame con un vissuto emotivo legato a quella situazione. L’episodio che hai descritto, in cui si è sentito abbandonato dalla classe, potrebbe essere un fattore scatenante o simbolico. A quell’età, i bambini iniziano a sviluppare una consapevolezza emotiva più profonda, e un’esperienza di separazione o il timore di essere lasciato da solo, anche se momentaneo, potrebbe aver generato ansia che si esprime attraverso il comportamento di fare la cacca nelle mutandine. Il fatto che il problema si presenti solo in un contesto scolastico, dove ci sono più stimoli e situazioni che possono creare ansia, rafforza l’ipotesi di un legame emotivo.
La logopedia e la psicomotricità sono molto utili per lo sviluppo del linguaggio e del corpo, ma potrebbe essere utile anche un approfondimento da parte di uno psicologo infantile. Potrebbe esserci un fattore legato alla gestione delle emozioni o a una difficoltà nel gestire il distacco dai genitori durante la giornata, o anche una forma di ansia scolastica che si manifesta in questo comportamento. Ti consiglio di parlarne ulteriormente con le maestre, cercando di capire se ci sono altri segnali, come la paura del distacco o altre emozioni, che potrebbero emergere in quel contesto. Inoltre, un consulto con uno psicologo infantile potrebbe aiutare a comprendere meglio se ci sono difficoltà emotive che tuo figlio sta vivendo e come affrontarle al meglio.
In bocca al lupo, cordialmente,
Dott.ssa Velia Morati
IERI, 14 NOV 2024
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Cara mamma,
la situazione che descrivi potrebbe essere legata a difficoltà emotive che tuo figlio sta vivendo a scuola, purtroppo non sempre visibili all'esterno, il comportamento che ha manifestato con la cacca potrebbe derivare da una sensazione di ansia, forse legata alla separazione o ad altre dinamiche scolastiche, che lo rendono insicuro, il fatto che sia successo dopo l'episodio in cui ha temuto di essere stato abbandonato dalla classe suggerisce che questo evento abbia avuto un impatto emotivo significativo su di lui.
La scuola, con i suoi cambiamenti e le interazioni con i compagni, potrebbe generare sentimenti di vulnerabilità che, invece, non emergono a casa dove si sente più protetto e sicuro, nonostante sembri sereno e felice di andare a scuola, potrebbe esserci un vissuto emotivo più profondo che non si esprime chiaramente, Il fatto di fare "la cacca addosso" potrebbe essere una risposta a questa insicurezza che non riesce a comunicare in altro modo.
Le favole e le spiegazioni, purtroppo, non sono sempre sufficienti a risolvere ansie che si radicano in emozioni più profonde, in questi casi, sarebbe utile esplorare il suo mondo emotivo attraverso un supporto più diretto, che non solo insegni a controllare il corpo, ma che aiuti anche a comprendere e gestire le sue paure, sarebbe utile confronto con gli insegnanti può anche offrire spunti importanti su come lui vive le relazioni con i compagni o su eventuali esperienze difficili a scuola.
La logopedia e la psicomotricità che sta seguendo sono importanti, ma sarebbe utile anche un percorso psicologico che aiuti a comprendere le cause di questa ansia, per dargli gli strumenti giusti per affrontarla, nel frattempo, continuare a rafforzare il suo senso di sicurezza e la sua autostima, mostrando comprensione e pazienza, è fondamentale, creare un ambiente in cui possa esprimere liberamente le sue emozioni e preoccupazioni è essenziale per aiutarlo a superare questo momento.
Resto a disposizioni per eventuali dubbi o chiarimenti.
Cordiali Saluti Dott.ssa Jessica Bombino
IERI, 14 NOV 2024
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Buonasera,
Lei scrive: “Non riusciamo a capire con le maestre il perché di questo atteggiamento”. Più che cercare una spiegazione diretta, può essere utile interrogarsi su cosa potrebbe rappresentare per suo figlio questo comportamento, che avviene solo a scuola. Lei racconta anche: “Lo hanno trovato che piangeva perché pensava che lo avevano abbandonato”. Questo episodio potrebbe aver lasciato un segno, e suo figlio, attraverso questo comportamento, potrebbe starle dicendo qualcosa che per lui è difficile esprimere a parole.
Resto a disposizione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Francesca Cisternino
IERI, 14 NOV 2024
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Buonasera,
ciò che può sembrare solo un episodio da nulla, Lei stesso/a lo ha collegato a defecare nelle mutandine, per cui è possibile, come prima interpretazione genitoriale, che lì possa essere successo qualcosa.
Le posso suggerire di far incontrare il figlio con un/a psicologo/a e capire insieme come meglio affrontare tale situazione, sia per vostro figlio, ma anche voi come genitori/famiglia.
Rimango disponibile, qualora decidiate di contattarmi.
Dott.ssa Michela Dicosta
IERI, 14 NOV 2024
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Il comportamento di tuo figlio potrebbe essere una risposta a una sensazione di ansia o insicurezza legata alla scuola, magari scaturita proprio dall’episodio in cui ha temuto di essere lasciato solo. Anche se si muove autonomamente, quella sensazione di “abbandono” può aver creato una lieve ansia da separazione o un disagio che manifesta in questo modo. È positivo che lui vada a scuola sereno e volentieri, ma certe insicurezze possono esprimersi anche solo in alcune situazioni, come appunto il bisogno di andare in bagno, che richiede un certo livello di comfort e sicurezza.
Considerato che sta già facendo logopedia e psicomotricità, potrebbe essere utile parlarne con i professionisti che lo seguono, i quali possono avere strumenti per aiutarlo a lavorare su questa specifica difficoltà. Un piccolo consiglio pratico potrebbe essere quello di collaborare con le maestre affinché lo incoraggino con discrezione a prendersi il tempo necessario per andare in bagno e controllare se si sente a suo agio quando è da solo in quel contesto. Spesso, un periodo di supporto e rassicurazioni mirate può fare una grande differenza per i bambini di questa età.
IERI, 14 NOV 2024
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Buonasera gentile Utente, grazie per aver condiviso la situazione che sta vivendo con suo figlio. Il fatto che suo figlio abbia iniziato a fare la cacca nelle mutandine a scuola, mentre a casa e in altre situazioni non accade, potrebbe essere legato a una serie di fattori emotivi o psicologici legati all'ambiente scolastico. È positivo che lui sia sereno e che frequenti volentieri la scuola, ma talvolta i bambini possono vivere emozioni e preoccupazioni che non sono immediatamente evidenti.
L'episodio che ha descritto, in cui suo figlio pensava di essere stato "abbandonato" dalla classe mentre era in bagno, potrebbe essere stato un momento particolarmente stressante per lui. A questa età, i bambini possono sviluppare un forte bisogno di sicurezza e di rassicurazione, e situazioni che percepiscono come imprevedibili o spaventose (come la separazione improvvisa dalla propria classe) potrebbero manifestarsi in comportamenti come quello che descrive. La paura di essere lasciato indietro o di non appartenere al gruppo potrebbe essere una fonte di ansia per lui.
Inoltre, il fatto che questo comportamento accada principalmente a scuola e non a casa potrebbe indicare che lui associa la cacca a un momento di stress o insicurezza in quell'ambito, purtroppo difficile da spiegare in modo diretto. Questo potrebbe essere legato a qualcosa che avviene a scuola che lo turba, anche se non lo comunica verbalmente.
L'idea di lavorare attraverso favole e discorsi è utile, ma potrebbe essere necessario anche un approccio più mirato per comprendere meglio ciò che potrebbe turbarlo. Le sessioni di logopedia e psicomotricità che frequenta settimanalmente sono sicuramente utili per il suo sviluppo, ma potrebbe essere anche il caso di considerare l'eventualità di un supporto psicologico per aiutarlo a gestire eventuali emozioni o paure che potrebbero manifestarsi sotto forma di questo comportamento.
Le consiglio di approfondire la situazione con le maestre, magari cercando di avere più informazioni sui momenti precisi in cui si verifica l'incidente e se ci sono cambiamenti o situazioni particolari che possano scatenare il comportamento. A volte può essere utile anche coinvolgere un esperto in psicologia infantile che possa osservare e guidare sia lei che le maestre nell'affrontare il problema con maggiore consapevolezza.
In ogni caso, la cosa importante è che, pur avendo incontrato questa difficoltà, suo figlio ha una routine familiare stabile e un ambiente che lo sostiene. Continuare a rassicurarlo e cercare di comprendere le sue paure senza giudicare potrebbe aiutarlo a superare questo momento in modo graduale.
IERI, 14 NOV 2024
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Buongiorno signora
Potrebbe anche essere che l'origine di questa difficoltà sia stata quell'episodio. Potrebbe essere utile chiedergli se si era spaventato quel giorno e se ora fa la cacca nelle mutande perché ha paura che andando in bagno risucceda. Per ulteriori indicazioni avrei bisogno di conoscere meglio la situazione.
Può scrivermi in privato se vuole oppure seguirmi sul mio blog dove ho una sezione dedicata a difficoltà con cacca e pipì.
Saluti
Serena Costa psicologa dell'infanzia e blogger di Connettiti alla psicologia dei bambini
IERI, 14 NOV 2024
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Buongiorno Raftiz, innanzitutto volevo complimentarmi per l'attenzione che dimostra nei confronti del suo bambino e la capacità di osservarlo anche nelle difficoltà con conseguente ricerca d'aiuto.
In effetti, mi verrebbe da consigliarle di valutare un percorso per le due motivazioni che giustamente sottolinea nel messaggio, ovvero:
- il fatto che l'evento da lei attenzionato si verifichi solo a scuola e mai in altri contesti;
- il pianto conseguente al pensiero dell'essere stato abbandonato, anche se non ho capito bene se con "all'inizio" intende all'inizio della vicenda.
Per quest'ultimo punto nello specifico mi verrebbe da chiederle: è un pensiero che uscito, anch'esso, legato solo al contesto scolastico o ha manifestato anche in altri ambiti questa tipologia di pensieri?
IERI, 14 NOV 2024
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Buongiorno Raftiz,
Capisco la preoccupazione e lo smarrimento dato da un comportamento problematico che si presenta solo in un contesto così specifico. Innanzitutto partiamo da alcuni fatti positivi: tuo figlio ha imparato ad andare al bagno! Infatti, come riporti, in quasi tutti i contesti mantiene un comportamento adeguato nei confronti dei bisogni fisiologici.
Per analizzare il problema bisogna partire dal fatto che i bambini sono molto competenti, e sanno comunicare perfettamente i loro disagi anche se lo fanno con dei propri linguaggi specifici. In questo caso tuo figlio sta utilizzando, per comunicare, un linguaggio particolare ma che probabilmente è il più utile e diretto che lui abbia trovato nel ventaglio delle sue possibilità. Sarebbe utile quindi capire che tipo di disagio si cela dietro questo suo bisogno di esternarlo. Potresti cominciare con il chiederti se durante il periodo in cui ha cominciato a non trattenersi più sia successo qualcosa di particolare, a casa o a scuola o in altri contesti, che potrebbe aver preoccupato sia lui che qualche membro della famiglia, in quanto spesso i bambini si sintonizzano con i genitori ed esternano "sintomi" perchè percepiscono tristezza o irrequietezza ad esempio in uno dei genitori. Potresti quindi cominciare con il chiederti se dentro di te sia cambiato qualcosa nel corso del tempo, sia in rapporto a tuo figlio ma non solo. Un'altro punto è quello della necessità di un intervento logopedico e di psicomotricità? per cosa si sono rivelati necessari questi percorsi? I suoi problemi precedenti potrebbero avere un legame col problema attuale?
Spero che questi punti di riflessione possano essere utili,