come convincere una persona a farsi curare

Inviata da Paola · 4 giu 2012 Terapia familiare

Salve, ho 40 anni e fin da quando io ero una bambina mia madre ha sofferto di manie di persecuzione, ha grosse difficoltà a stare in mezzo alla gente, perchè c'è sempre qualcuno che parla male di lei o che le legge in viso i suoi pensieri piu' intimi e poi la diffama. (anche tra le persone piu' vicino a lei). Io non sono in grado di aiutarla e non riesco neanche a convincerla a farsi vedere da qualcuno, perchè è convinta di non averne bisogno. Non ce la faccio più' mi sembra di impazzire .come posso fare? Grazie

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Miglior risposta 19 DIC 2013

ciao carissima,
se vuoi trasmettere qualcosa di positivito alla tua mamma partirei dal benessere...perchè è sentendoci bene innanzitutto con noi stessi che stiamo poi bene con la società.se hai voglia t scrivo due consigli su come educarla nel benessere psichico e fisico.Myriam.

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30 GIU 2017

Buongiorno,
ha mai provato a parlarne con il medico di famiglia? E' possibile che, se indirizzata da lui per ragioni mediche, anche solo per un controllo, prenda familiarità con l'idea di andare dallo psicologo. Ovviamente, solo lei stessa potrà decidere se continuare il percorso di psicoterapia, ma spesso ciò che è difficile è proprio "rompere il ghiaccio" con questa figura professionale.
Per approfondimenti non esiti a contattarmi.
Buona giornata
Dott.ssa Ilaria Albano

Anonimo-167572 Psicologo a Milano

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26 GIU 2017

Gent.ma Paola,
condivido la proposta che altri colleghi le hanno fatto, ovvero di intraprendere lei un percorso di supporto per individuare le migliori strategie per aiutare sua madre.
In alternativa, potrei proporle una nuova metodologia, da poco arrivata in Italia e che, dati scientifici alla mano, risulta decisamente efficace, ovvero la Terapia a Seduta Singola. Un solo incontro con la persona (in questo caso sua madre) per individuare con la stessa l'obiettivo da raggiungere e le modalità per farlo. La TSS funziona come ogni altra seduta, con una durata indicativa di 1 ora (ma, se serve, può durare di più!) e, dopo circa 2 settimane, viene fatto un follow up (telefonico o via mail) che serve a verificare come sta la persona. Obiettivo della TSS è massimizzare le risorse, i punti di forza e le strategie di coping della persona: in questo modo si può raggiungere il più alto livello di benessere nel minor tempo possibile.
Ci pensi, nel caso può trovare su internet l'elenco dei professionisti (ad oggi siamo ancora pochi in Italia) e magari ne trova uno a lei comodo!
Buon tutto!

Cecilia Pecchioli Psicologo a Milano

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27 GEN 2014

Gentile signora Paola,
di solito lo psicoterapeuta di orientamento cognitivo comportamentale si occupa anche di persone che vogliono aiutare altre a curarsi, ma pensano di non aver bisogno di una cura in quanto sono convinte di stare bene. Chi sta male sono sempre gli altri!!
Si tratta per lei, interessata alla salute della mamma, di un percorso di consulenza psicologica per apprendere, strategie pratiche che portino la persona presso lo studio professionale dello psicoterapeuta. Quindi si tratta di iniziare una serie di consulenze ad obiettivo concreto per aiutare praticamente la persona che pensa di non aver bisogno di curarsi
paolo zucconi sessuologo clinico e psicoterapeuta comportamentale a udine

Dr. Paolo G. Zucconi (sessuologia clinica & Psicoterapia) Psicologo a Udine

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5 NOV 2012

Come ti capisco..anche io ho mia madre che sta male cosi' e non so come poter fare. Sto soffrendo tanto, perché vedo che nn e' più lei, che si sta distruggendo.

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4 LUG 2012

Cara Paola, condivido il pensiero dei colleghi che già Le hanno risposto.
Pensi a Lei e a vivere una vita serena indipendentemente dalla mamma; è difficile perchè per star bene abbiamo bisogno di vedere che i nostri genitori stanno bene. Vuol dire che questo sarà il Suo lavoro...

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22 GIU 2012

Gentile Paola,
presso ogni territorio esistono Servizi di salute Mentale,attrezzati a dare risposte in casi analoghi al suo.
E' vero che non è possibile "costringere" nessuno a curarsi,però esistono dei casi in cui è possibile richiedere degli interventi domiciliari.
Sarebbe auspicabile che sua madre accetti la visita,poichè ha degli aspetti persecutori e potrebbe vivere male una visita imposta dall'esterno.
Nella mia esperienza clinica,trovo utile che si ponga la necessità della visita al paziente come un bisogno dell'inviante. (Chiedere a mamma di andare insieme a fare questa visita perchè è Lei ad essere preoccupata)
Usi un approccio sereno,pacato,ma fermo,senza porre il fatto sotto forma di richiesta.
Più il suo approccio sarà direttivo,più mamma si sentirà "contenuta".
Saluti. Dott. ssa Valeria Rinaldini,Dirigente Psicologo ASL-Napoli

Dott.ssa Valeria Rinaldini Psicologo a Napoli

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12 GIU 2012

Salve Paola,
Mi permetta di utilizzare il TU anziché il LEI per evitare confusione con i pronomi. Puoi iniziare a chiedere aiuto ad amici o parenti di cui tua madre ancora si fida, perché le diano attenzione e, sentendosi ascoltata, tua madre può fidarsi ancora di più ed eventualmente accettare anche punti di vista diversi dai propri. Dal canto tuo, potresti rivolgerti ad uno psicologo sia per ottenere sostegno, sia per chiedere a tua madre di accompagnarti alle sedute così da coinvolgerla come sostegno, con la possibilità che tua madre stessa si possa fidare dello specialista e quindi essere lei stessa a chiedere aiuto per chiarire quei dubbi che fino a prima considerava certezze. A questo scopo è preferibile rivolgersi a un centro di terapia familiare. Buona vita. Giovanni Iustulin

Dr. Giovanni Iustulin Psicologo a Udine

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11 GIU 2012

Gentile Paola, purtroppo la sua situazione è difficoltosa, metta in moto le sue risorse, ne parli con pochi parenti stretti o amici intimi molto legati a sua madre. La cosa migliore sarebbe rivolgersi ad uno Psicologo e insieme definire una strategia, una sorta di piano, una modalità di intervento organizzata e pianificata.
Ne cerchi uno nella sua zona, sicuramente ce ne sarà qualcuno che offre un colloquio gratuito e non prende molto.
Abbia molta pazienza e agisca in fretta, il problema di sua madre se non trattato è destinato a peggiorare, ricordi che anche lei soffre, non perda la pazienza e la sensibilità nei suoi confronti.
Cordiali Saluti.
Psicologo Battipaglia Dottor Vito Lupo.

Studio Genesis, Dott. Lupo e coll. Psicologo a Battipaglia

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11 GIU 2012

Gentile Paola, posso solo immaginare il peso che ha rappresentato per lei crescere con una madre con questo genere di problemi. Purtroppo, pur essendo una persona molto sofferente, sua madre ha una struttura tale da non aprirsi al dubbio di avere bisogno dell'altro. Proietta tutto il suo dolore all'esterno e il tentativo di mostrarle questo bisogno rischia di fare rientrare anche lei tra coloro dei quali dubitare. Credo che il primo passo sia che lei, che è portatrice di una sua sofferenza, trovi uno spazio. Qui forse ci sarà modo di ipotizzare possibili interventi anche per sua mamma. Saluti e auguri

Alessandro Degasperi Psicologo a Trento

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11 GIU 2012

Salve Paola,
raramente chi soffre di manie di persecuzione chiede aiuto! Può provare con uno psicoterapeuta breve strategico. Abbiamo delle tecniche che utilizziamo per portare altri in terapia coinvolgendo inizialmente la famiglia. Buon TUTTO!!

Dott.ssa Claudia Riccardi Psicologo a Cecchina

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11 GIU 2012

Cara Paola,
penso che la cosa più utile e pratica da fare in questa situazione, sia trovare un terapeuta al quale spiegare la situazione, alleggerirsi di questo carico emozionale considerevole, trovare con lui una strategia utile, rassicurante, chiara (dato l'ideazione persecutoria)per stimolare sua madre a prendersi cura di sè. Mi chiedo se sia possibile su questo fronte farsi sostenere, aiutare, farsi dare man forte insomma, da amici di famiglia, parenti vicini, persone care...Vi sento sole...Non si dimentichi di se stessa, di preservarsi almeno un pò, per ritrovare forze ed energie utili, per sè e sua madre, eventualmente. Cerchi autonomia anche su questo piano.
un grosso augurio.

Dott.ssa Elisa Fagotto Psicologo a Portogruaro

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8 GIU 2012

Buonasera Paola,
certamente non puo' convincere lei sua mamma se è la prima a non voler cambiare la sua condizione attuale e tanto meno sentirsi lei responsabile della non volontà di sua mamma. E' importante prendere consapevolezza che noi scegliamo il nostro destino e la nostra felicità, quindi pensi a lei e alla sua vita. Quando e se sua madre deciderà, agirà!

Dott.ssa Roberta De Bellis Psicologo a Gallarate

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7 GIU 2012

Buongiorno Paola,
per accettare un aiuto e perché questo sia efficace bisogna essere motivati a riceverlo. Da quanto descrive, sua mamma non lo è pertanto le energie che impiega nel tentativo di convincerla si disperdono.
Inoltre, credo che condividere la quotidianità con una persona che ha queste problematiche comporti il perdere di vista la propria vita quindi forse, in questo momento, la cosa migliore potrebbe essere chiedere un aiuto per sé stessa. Condividere con uno specialista ansie e preoccupazioni potrebbe offrirle l'opportunità di trovare un nuovo modo di stare accanto a sua madre, una modalità che non implichi il rinunciare alla sua vita.
Un saluto
dr.ssa Alessia Serra

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6 GIU 2012

Salve Paola,
immagino la difficoltà a sopportare le manie di persecuzione di sua mamma. Non si può convincere nessuno a fare un percorso; lei può esprimere le sue preoccupazioni a sua mamma, può eventualmente non incoraggiare le sue modalità persecutorie (ad esempio non ascoltandole), ma la decisione finale rimane la sua. Non mi è chiaro se vivete insieme... In questo caso credo che sia importante per se stessa farsi aiutare a sostenere la situazione. Nel caso in cui non vivete insieme può ugualmente valutare un aiuto per se' se non ce la fa più. A volte in relazioni così forti come quella tra mamma figlia, si creano dei meccanismi che favoriscono il perpetuarsi di certe modalità; se uno dei due se ne rende conto e modifica la propria partecipazione ad una modalità di relazione non sana, l'intero meccanismo si modifica. Spero di essere stata chiara.
In bocca al lupo!
Dr.ssa Alfonsina Pica, psicologa e psicoterapeuta

Dott.ssa Alfonsina Pica Psicologo a San Miniato

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6 GIU 2012

Cara Paola,
il problema di Sua madre è davvero molto limitante, sia per se stessa che per chi le sta vicino; capisco pertanto la Sua stanchezza e la Sua sensazione di perdere il controllo della situazione.
Potrebbe accompagnare Lei stessa sua madre da uno psichiatra, anche all'asl della sua città e intanto cominciare anche lei un percorso di sostegno psicologico.
Purtroppo, come altri colleghi già Le hanno riferito, non si può costringere una persona a farsi curare, e ciò è particolarmente difficile per le persone come Sua madre. Potrebbe anche lasciare che sia Sua madre ad accompagnare Lei dallo psicologo, e magari fare assieme una terapia familiare.
Rimaniamo a sua disposizione per chiarimenti.
Dott.ssa Marianna Vallone. Roma.

Marianna Vallone Psicologo a Modena

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6 GIU 2012

Carissima, comprendo le sue difficoltà esistenziali e le posso dire che in situazioni analoghe, per mia esperienza, il problema va affrontato contattando uno psicoterapeuta con il quale alleggerire la sua sofferenza e contemporaneamente elaborare la strategia più idonea per motivare sua madre ad una collaborazione.A sua disposizione per ulteriori informazioni.
Dott.ssa Carla Panno-psicoterapeuta - Milano

Dott.ssa Carla Panno Psicologo a Milano

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5 GIU 2012

Carissima Paola, comprendo il suo dolore, l'angoscia e la la sua fatica quotidiana. Purtroppo è vero che Lei non possiede gli strumenti per aiutare sua madre ma sicuramente quelli per aiutare se stessa sì. Se le è possibile le consiglio di affidarsi ad uno psicoterapeuta che possa sostenerla e aiutarla. Riguardo a sua madre posso invece suggerirle di contattare uno psichiatra e chiedere direttamente a lui come affrontare la reticenza di sua madre nei confronti dello specialista. Coraggio! Dott.ssa sabina Orlandini

Dott.ssa Sabina Orlandini Psicologo a Torino

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5 GIU 2012

Gentile Paola, dalle sue parole emerge la sua comprensibile preoccupazione e stanchezza, purtroppo le persone con i disturbi simili a quelli di sua madre difficilmente capiranno di avere bisogno di aiuto poichè semplicemente diffidano di tutti e tutto, infatti, credono realmente a ciò che percepiscono, per cui sarebbe difficile fare intraprendere una terapia psicologica a sua madre, se è convinta delle sue percezioni. L'unica cosa che lei può fare è assecondare sua madre senza assillarla con le sue preoccupazioni, ciò vale comunque fino a quando i sintomi non diventano pericolosi sia per sua madre che per chi la circonda, poichè il quel caso si deve procedere con un trattamento farmacologico forzato; ad ogni modo, mi sento di consigliarle di farsi seguire da uno psicologo, il quale la saprà sollevare dal peso che lei porta!
Cordiali Saluti!

Dott.ssa Angela Virone Psicologo a Agrigento

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5 GIU 2012

credo che sia importante che lei inizi a parlare con uno psicologo che potrà delucidarla sul come affrontare certe dinamiche. cordialmente Dott.ssa Eva Scardone

Dr.ssa Eva Scardone Psicologo a Marcianise

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4 GIU 2012

Cara Paola, non e' possibile convincere qualcuno a farsi aiutare, il primo passo per la guarigione e' proprio la presa di consapevolezza di avere un problema. Sicuramente la vita e la convivenza con una persona con un delirio persecutorio e' estremamente dolorosa e difficile e per questo oltre che per trovare il modo di stare vicino a sua madre le proporrei di valutare l ipotesi di intraprendere un percorso terapeutico. Cordiali saluti.

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4 GIU 2012

Salve Paola, non si può convincere una persona a farsi curare...solo se comincia a diventare pericolosa per sè o per gli altri è possibile fare un trattamento sanitario obbligatorio. L'unica cosa che può fare è cercare di star bene lei. Non so se vive con sua madre, ma certamente può imparare a mettere una sorta di diaframma tra lei e sua madre per evitare di essere costantemente fagocitata dai suoi discorsi. Non si tratta di una cosa semplice, ma è quanto può fare. Possiamo intervenire sulla nostra vita e sul nostro modo di relazionarci, oltre esiste il libero arbitrio dell'altro, che può anche scegliere di continuare a soffrire. buona giornata

Simona Rosati Psicologo a Roma

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4 GIU 2012

Cara Paola,
ha detto bene: lei non può aiutare sua mamma, non ne ha le competenze ed è troppo coinvolta affettivamente. L'unica cosa che può fare è quella di continuare a manifestare la sua preoccupazione per quello che sta succedendo, riportando a sua madre le situazioni, le perplessità, la sensazione di impotenza. Effettivamente, per la problematica che descrive, sicuramente sua mamma sarà reticente, sospettosa e avrà difficoltà a fidarsi ( è proprio la componente fondamentale del problema) ma non c'è nulla di male o di rischioso a fare un colloquio con un professionista, una persona esperta che potrà capirla sicuramente meglio ed ha le capacità per aiutarla. Potrebbe farle leggere a sua madre la sua richiesta su questo sito con le rispettive risposte poprio per rendere ancor più tangibile la preoccupazione che la attanaglia. Se avesse bisogno, non esiti. Cordiali saluti. Dott.ssa Francesca Zoppi

Dott.ssa Francesca Zoppi Psicologa Psicoterapeuta Psicologo a Verona

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4 GIU 2012

Cara signora Paola, capisco la sua fatica ...oggi però che è grande potrebbe iniziare a consultare uno psicologo per allegerirsi del suo carico di sofferenza: inizierà così a vivere più serenamente lei. Via via troverà la strategia, assieme al suo ipotetico terapeuta, per parlare anche con sua madre diversamente, ed esserle d'aiuto.
Un caro saluto!
dott.ssa Giovanna Ferro - psicologa psicoterapeuta - Savona

Dott.ssa Giovanna Ferro Psicologo a Savona

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