Salve, scriviamo per chiedere supporto, perché siamo molto preoccupate per un nostro caro amico di 22 anni, che chiameremo Luca.
Luca vive in un contesto famigliare molto tossico da quando è nato, con la madre alcolizzata e un padre incapace di assumersi le sue responsabilità. Ad esempio nei momenti in cui la madre, non lucida a causa dell'alcol, minacciava di suicidarsi con delle pillole, il padre diceva a Luca di andare a togliergliele dalle mani.
In molti contesti il nostro amico non ha ricevuto le cure necessarie e basilari. Dai vestiti che non gli venivano lavati quando era piccolo, al mangiare a cui lui doveva provvedere da solo.
Luca prima abitava vicino a noi e quando succedevano delle cose aveva la possibilità di uscire di casa e farsi una passeggiata. Il padre, però, ha da qualche anno preso la decisione di trasferirsi fuori città, in un paesino in campagna mal collegato. A causa di questo Luca si è sentito ancora più isolato e solo, iniziando a passare settimane chiuso in casa a letto. Le uniche uscite che si concede sono con noi, sono sempre più sporadiche, circa quattro volte al mese, e tendono a diminuire.
Da ormai un anno va da uno psicologo che vede regolarmente e che gli ha da poco consigliato di consultare uno psichiatra che, riscontrando varie problematiche tra cui l'agorafobia, ha deciso di prescrivergli l'assunzione di Sertralina e, quindici giorni prima dell'assunzione di quest'ultima, qualche goccia di Xanax. Luca però è molto spaventato dalla terapia e sembra indeciso nel volerle prendere. Il problema è che però non riesce a proseguire negli studi ne a fare cose più comuni come prendere l'autobus e guidare, il che lo isola ancora di più. Allo stesso tempo non è intenzionato ad uscire di casa e, anzi, quando si tira fuori l'argomento risulta infastidito e si chiude ancora di più in se stesso. La nostra preoccupazione nasce proprio dal fatto che noi a settembre ci trasferiremo in una regione confinante, non troppo lontana da non vederlo più ma abbastanza da lasciarlo solo anche per un mese o due. Noi vorremmo che venisse con noi perché essendo le sue più care amiche, le uniche persone che sanno la sua situazione , non gli ricapiterà a breve di aver un'occasione concreta di uscire di casa, cosa che pensiamo potrebbe aiutarlo molto. Capiamo anche che sia un passo importante e spaventoso e nel caso in cui lui fosse convinto di rimanere in casa con i suoi genitori vorremmo cercare di parlargli per convincerlo dell'importanza nel proseguimento della terapia con lo psicologo e l'inizio di quella farmacologica.
Noi abbiamo anche pensato di contattare la sorella maggiore (che è uscita di casa e che adesso ha una famiglia) oppure il suo psicologo per parlargli almeno della possibilità per Luca di venire a vivere con noi in quanto Luca non ha mai accennato con lo psicologo e tantomeno con la famiglia di questa possibilità. Luca sembra titubante anche per via della sua situazione economica perché sembrava i genitori non volessero nemmeno pagargli lo psicologo.
Non vogliamo con il nostro atteggiamento turbarlo o causare un allontanamento, ma allo stesso tempo rimanere con le mani in mano ci preoccupa, soprattutto perché abbiamo visto un peggioramento negli ultimi mesi.
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1 LUG 2024
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Buongiorno Tina, sono rimasta molto colpita dalla sollecitudine che mostrate nei confronti di Luca. Vi fa onore e spero che serva ad aiutarlo. Perchè tutto deve partire da lui e solo da lui. Ogni decisione, ogni riflessione sulla situazione drammatica che sta vivendo e con cui convive da tanti anni, deve essere frutto di un suo desiderio di cambiarla.
A voi forse sembra impossibile che Luca voglia continuare così, ma dovete valutare anche un aspetto di "abitudine".
Ebbene sì, ci si abitua anche a stare male.
Quella è la realtà che si conosce e si finisce con considerarla parte del proprio mondo. In un certo senso è "rassicurante".
La cosa positiva è che lui abbia iniziato un percorso con uno psicologo e in questo potete fare le vostra parte cercando di convincerlo a proseguire. Quanto alla vostra idea di convincerlo a venire ad vivere con voi,è evidente che uscire da quell'ambiente potrebbe solo fargli del bene, ma è altrettanto evidente che se non c'è in lui questa spinta verso un cambiamento così radicale a nulla potranno i consigli vostri, della sorella o dello psicologo.
Inoltre, avete considerato che Luca possa sentirsi responsabile o fattore di equilibrio in quella situazione familiare disastrata?
Che possa aver timore di andarsene e di quello che la madre potrebbe fare?
L'unica cosa che potrebbe aiutarlo è continuare il suo percorso e gradualmente fare piccoli passi nella direzione di una maggiore indipendenza.
In bocca al lupo per tutto.Spero che ci sia uno sbocco positivo e che possiate avere un'influenza altrettanto positiva. Un caro saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
2 LUG 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Tina,
è lodevole da parte sua e delle altre sue amiche la volontà di aiutare il vostro amico comune ma forse lui non è pronto per un cambiamento così grande nè è molto chiaro se gli avete parlato della vostra proposta e cosa lui abbia risposto.
Poichè, a quanto pare, Luca è un giovane studente e quindi non autonomo, più che con il suo psicologo o con la sorella, potrebbe essere da voi fatto il tentativo di parlare amichevolmente con i genitori della vostra idea se lui personalmente non se la sente ed ascoltare il loro parere.
Se il vostro trasferimento è inevitabile, non credo possiate fare più di tanto oltre che continuare ad assicurargli la vostra amicizia e il vostro affetto : quando non si può fare il meglio, si cerca di fare il possibile.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
2 LUG 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara utente, la situazione del vostro amico non è purtroppo semplice. Tuttavia, fortunatamente, viene seguito sia da uno psicologo che da uno psichiatra. in quanto sue amiche quello che posso consigliarvi e di essere per lui un punto di riferimento se ha bisogno di essere ascoltato senza giudicarlo. Per quanto riguarda l'idea di parlare con il suo psicologo vi direi di chiedere prima il permesso al vostro amico. Quello della terapia è uno spazio privato e in questo potrebbe correre il rischio di sentirsi invaso da voi nella sua privacy.
Vista la complicanza della situazione, fate certamente bene a spronarlo ma vi inviterei anche a rispettare il suo desiderio di non parlare di certi argomenti che per lui sono delicati. Si vede che forse non è ancora pronto per parlarne liberamente. Siate per lui una rete di sicurezza su cui poter contare se ne ha bisogno. Se la situazione disagiante del vostro amico dura da tanto tempo, allora a bisogno di tempo per stare meglio. Certamente avere amici come voi che si preoccupano per lui lo aiuterà molto.
2 LUG 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno emergono diverse problematiche di Lavoro di Luca
Da quello della trascuratezza che .hanno fatto i loro genitori con lui ad altre cose.
Consiglierei di parlare con lo psicologo per spiegargli le cose.di Luca
Consiglierei a Luca di trovarsi un Lavoro per essere autonomo.
Continuare con la psicoterapia, luca ha bisogno di riprendersi la Vita
Dottoressa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma
1 LUG 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Tina,
sembra una situazione molto pesante, per Luca ma anche per voi che vorreste aiutarlo. Luca sembra avervi dato dei segnali di confine quando cercate di aiutarlo. Da psicologo vi dico che pare una situazione delicata e non vorrei che tentativi attivi da parte vostra (come ad esempio consigli e incoraggiamenti) portassero Luca a sentirsi non accettato. Piuttosto potreste alleggerirlo, non vedendolo come una persona da aiutare, ma come un amico di cui avete piacere di stare in compagnia. Sarebbe da capire poi se lui nelle uscite con voi lamenta la sua situazione oppure se preferisce evitare l'argomento. In entrambi i casi potrebbe essere utile da parte vostra "fare meno": nel primo caso lo aiutereste a vedersi come agente attivo nel cambiamento e/o sentirsi ascoltato e nel secondo caso gli dareste spazio e libertà di decidere se trattare o meno l'argomento con voi.
Spero di essere stato d'aiuto
Un caro saluto
Dott. David Maddalon
1 LUG 2024
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Salve,
la situazione raccontata è molto difficile, sento molto forte anche dallo schermo il suo senso di preoccupazione per il vostro amico.
Penso che l'aiuto farmacologico per Luca possa essere intanto una buona mano per aiutarlo a trovare le energie per poter prendere in mano la sua vita, ricordando che non sarà "per sempre" molto probabilmente.
Comprendo come la paura di Luca di un cambiamento così grande, come l'uscire di casa, possa bloccarlo, l'unico consiglio che posso darvi è continuare a stargli vicino e poterlo sostenere emotivamente, anche a distanza. Può essere d'aiuto la presenza della sorella maggiore se il rapporto tra di loro è positivo.
Rimango a disposizione
Dr. Alessandro Gherlenda
1 LUG 2024
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Buongiorno,
quella descritta è una situazione molto particolare e difficile.
Lo psicologo essendo tenuto al segreto professionale probabilmente si troverebbe in difficoltà nell’aiutarvi.
Il primo ad essere convinto e ad aver necessità di prendere coscienza di una decisione così importante deve essere il vostro amico. Potreste aiutarlo in questa “trasformazione” della sua vita poco alla volta; inizialmente facendogli provare autonomia nel nuovo contesto, e magari potrebbe essere d’aiuto farvi aiutare dalla sorella se lui ha buoni rapporti ed è una buona risorsa.
Alcune decisioni hanno necessità di essere rielaborate e non possono essere drastiche ed improvvise, soprattutto data la difficile situazione.