consigli per bimba di 3 anni

Inviata da Caterina · 24 giu 2024 Psicologia infantile

Buonasera, mia figlia ha 3 anni e 3 mesi, è molto tenera come bambina, delicata. Purtroppo sto notando che nel gioco con i coetanei (che cerca tanto) è sempre un po’ remissiva, fa quello che fanno gli altri, se propone qualcosa e non viene seguita desiste e segue il gruppo, si fa togliere i giochi dalle mani e da un po’ comincia a rimanere male se si sente rifiutata cercando di trattenere le lacrime che però poi vengono fuori. Un esempio, oggi si è fatta togliere l’altalena dalle mani da una amica e ha pianto perché il suo migliore amico non voleva che lo spingesse. Vorrei che mia figlia fosse più sicura di se stessa, vuole essere per forza amica di tutti anche se la trattano male. Spero di averle fatto capire cosa intendo dire, grazie

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Miglior risposta 25 GIU 2024

Buon pomeriggio,
la situazione che descrive riguardo sua figlia è molto comune tra i bambini di questa età. È naturale che, a 3 anni, i piccoli inizino a sviluppare le prime competenze sociali e a confrontarsi con le dinamiche del gioco di gruppo. La sua osservazione che sua figlia desidera molto giocare con i coetanei ma tende ad essere remissiva e facilmente influenzabile è comprensibile, e il fatto che si senta male quando viene rifiutata è parte del processo di sviluppo delle abilità emotive e sociali.
La cosa più importante in questo momento è supportare sua figlia nella costruzione della fiducia in sé stessa e nella gestione delle sue emozioni. Ad esempio può risultare utile lodare sua figlia quando prende iniziative, anche piccole, nel gioco. Questo rinforzo positivo può aumentare la sua autostima e incoraggiarla a continuare a esprimere le proprie idee e desideri.
Mostrare attraverso il gioco come negoziare i turni e come gestire i conflitti in modo assertivo ma gentile. I giochi di ruolo possono essere un ottimo strumento per insegnare queste abilità in modo sicuro e divertente.
Un'altra cosa importante é riconoscere e validare i suoi sentimenti quando è triste o frustrata. Esprimere empatia per la sua esperienza le insegna che i suoi sentimenti sono importanti e degni di attenzione, contribuendo a rafforzare la sua autostima.
Potreste leggere insieme libri che trattano di amicizia, condivisione e risoluzione dei conflitti può aiutare a modellare comportamenti positivi. Le storie possono offrire esempi concreti di come affrontare situazioni simili a quelle che lei vive.
Ricordi che ogni bambino ha i propri tempi e modalità di apprendimento delle competenze sociali. Il supporto affettuoso e paziente da parte sua sarà fondamentale per aiutare sua figlia a crescere sicura di sé e capace di gestire le relazioni sociali in modo equilibrato e sereno. Se dovesse notare che la situazione non migliora o che la sua bambina manifesta un disagio crescente, potrebbe essere utile confrontarsi con un professionista per valutare insieme ulteriori strategie di supporto.

Dott.ssa Jessica Pierobon

Dott.ssa Jessica Pierobon Psicologo a Torino

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30 GIU 2024

Buonasera, capisco la preoccupazione dal punto di vista di madre, ha spiegato molto bene la situazione. Ognuno nasce con un proprio temperamento, che è innato, la personalità poi si sviluppa gradualmente con la crescita sulla base delle esperienze di vita, in primo luogo all’interno della famiglia, poi nel gruppo dei pari, attraverso il confronto con l’altro ed è in continuo divenire. Mi sento di rassicurarla per il fatto che sua figlia ancora è piccola e probabilmente sta affrontando le prime difficoltà, che possono essere del tutto naturali. Il fattore che mi sembra emergere principalmente è l’accondiscendenza e la difficoltà a farsi portavoce dei propri bisogni e desideri nella relazione con l’altro. Mi chiedo come siano le relazioni all’interno della famiglia, se questo elemento di accondiscendenza sia presente in qualche misura nella coppia genitoriale, verso la bambina o se emerga anche all’interno delle relazioni con gli adulti di riferimento. In ogni caso per aiutarla si possono valorizzare momenti in cui esprime la sua individualità anche in contesti che non siano prevalentemente con il gruppo dei pari, validando le sue emozioni, specialmente la rabbia che è un’emozione che aiuta a mettere i confini personali. È molto importante farle capire che può manifestare qualsiasi emozione e non solo quelle “socialmente comode”. Inoltre, può essere utile affrontare alcuni temi relativi all’amicizia e l’autostima attraverso albi illustrati o giochi con personaggi, inscenando alcune situazioni e aiutandola a elaborare esempi concreti di risoluzione del conflitto o delle difficoltà relazionali che si possono incontrare. Nel caso in cui con piccoli accorgimenti e maggiori esperienze di vita la situazione si intensifichi e la sofferenza influenzi anche altre aree o renda il rapporto con gli altri molto difficoltoso, potrebbe essere utile intraprendere un percorso di supporto psicologico.

Dott.ssa Ilaria Calabrò

Dott.ssa Ilaria Calabrò Psicologo a Cesena

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27 GIU 2024

Cara mamma, ogni bambino ha un temperamento diverso: alcuno sono più docili e remissivi, altri sono più reattivi e potenti. E’ quindi normale che la bimba possa sperimentare tristezza e frustrazione, ma queste esperienze sono necessarie proprio per costruire la sicurezza che Lei vorrebbe. La sicurezza in se stessi si costruisce all’interno del percorso di sviluppo, che quanto più trova accoglienza e ascolto delle emozioni e delle esperienze della bimba, tanto più è sano. Quello che possono fare i genitori è aiutare la bimba guidandola all’interno di quella emozione a cercare delle reazioni che rispettino lei e gli altri, lodandola quando ci riesce e rassicurandola quando non ci riesce che è normale. Dr.ssa Patrizia Garna

Spazio LaBel Psicologo a Belluno

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26 GIU 2024

Buonasera Caterina,
vorrei tranquillizzarla sul fatto che queste dinamiche sono comuni nel gruppo dei piccoli . Potrebbe essere che queste difficoltà rappresentino una fase transitoria per sua figlia e che stia manifestando la necessità di essere supportare nella creazione di un senso di sè efficace. È bene che lei non si sostituisca a sua figlia, che validi le emozioni che manifesta e che venga normalizzato il fatto che non sempre il tuo migliore amico ha voglia di giocare con te. A questa età i bambini iniziano anche a dire "no" e questo no è un'affermazione di se stessi. Far capire a sua figlia che un rifiuto nel gioco non significa un rifiutare lei in quanto tale, potrebbe aiutarla a vivere più serenamente certe situazioni sociali e a costruire un'immagine positiva di sé.
Inoltre il fatto che lei voglia essere amica di tutti non potrebbe essere in qualche modo legato al fatto che sente una certa pressione circa la sua buona riuscita sociale?
Tenga a mente che ogni bambino ha i suoi tempi di sviluppo e un supporto costante, empatico e sintonizzato da parte dell'adulto di riferimento è fondamentale per la creazione di un sé sicuro.

Saluti,
dott.ssa Chiara Slavazza

Dott.ssa Chiara Slavazza Psicologo a Cerro Maggiore

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25 GIU 2024

Buongiorno mamma
La timidezza a 3 anni può essere normale.
Le consiglio di fare fare a sua figlia la pre danza. O la pre ginnastica artistica
Che l'aiutano a sbloccarsi.
Dottoressa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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25 GIU 2024

Buongiorno Caterina,
certo capisco. Il mio consiglio è di non intervenire in sua difesa ma di aiutarla a riconoscere le emozioni che sta vivendo e a individuare comportamenti alternativi che lei possa provare a mettere in atto da sola. Se non le riesce facile capire come applicare il tutto può contattarmi e ne parliamo meglio in consulenza.
Saluti
Serena Costa psicologa dell'infanzia e blogger di Connettiti alla psicologia dei bambini

Dott.ssa Serena Costa Psicologo a Giovo

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