Conviventi da anni, vogliamo vivere in posti diversi
Salve,
sto con la mia ragazza da 10 anni, entrambi da 7 ci siamo trasferiti da Palermo a Milano per continuare l'università e poi ci siamo rimasti per lavoro. Da 5 anni conviviamo lavorando entrambi da casa e non ci sono mai stati problemi o litigi, così come in tutti questi 10 anni sempre d'amore e d'accordo a parte qualche rara e normalissima sciocchezza.
Il problema è che io, passati i primi mesi, mi sono reso conto di odiare Milano e di non vedere un futuro qui per tutta una serie di motivi oltre ai gusti personali, tra cui il costo della vita, da buon fuorisede le ferie da sacrificare per passare dei giorni in famiglia che potrei dedicare a scoprire il mondo, l'assenza di una rete sociale di supporto (amici, famiglia), l'incompatibilità con i miei interessi e le mie passioni legate al mare e alla natura, oltre ad alcuni progetti imprenditoriali personali che negli anni sono rimasti parcheggiati perché non li voglio costruire a Milano. È una situazione che vivo male, a cui penso continuamente e che si ripresenta con maggiore forza attraverso nervosismo e stress ogni volta che devo tornare a Milano dopo i mesi estivi passati a Palermo (in cui torniamo a vivere separati a casa dei nostri genitori perché non abbiamo altre case, e questo è un altro motivo che mi dà sui nervi). In sintesi, io vorrei tornare a Palermo e in questi anni non l'ho fatto per aspettare lei che prima non aveva un lavoro che le permetteva di trasferirsi e dopo perché voleva ambientarsi meglio tra i colleghi che vivono in gran parte in Lombardia.
Lei invece a Milano si trova bene, si rende conto di alcuni limiti ma per adesso non vuole tornare a Palermo perché pensa che limiterebbe la sua crescita lavorativa e la città non la stimolerebbe quanto Milano (anche se in realtà prevalentemente lavora e va in palestra, rarissimamente sfrutta ciò che offre Milano).
Secondo me la sua visione di Palermo è distorta dal fatto che si spaventa a guidare e che quindi si sente bloccata in casa con i suoi ogni volta che sta qui, e che teme la presenza della mia famiglia che a volte è un po' invadente. La realtà dei fatti è che non ha mai provato cosa vorrebbe dire convivere in una casa nostra qui e che per adesso non lo vuole provare, e che io non posso fare nulla per farle cambiare idea soprattutto sull'aspetto lavorativo.
Il punto è che io a Milano non voglio più starci, ho raggiunto il mio limite di sopportazione e di sacrifici di tempo e di risorse economiche che i miei valori possono tollerare. Fra due settimane ci tornerò e sono già di cattivo umore e il corpo mi manda segnali di stress. Conosciamo entrambi le situazioni altrui e ne abbiamo parlato, ma purtroppo non esistono vie di mezzo che non comportino il sacrificio di uno dei due o che ognuno rimanga nella città che preferisce.
Io la amo, non riesco a immaginarmi la vita senza di lei e non riesco a lasciarla da sola a Milano anche se lei me l'ha ripetuto più volte, ma so pure che faccio del male a me stesso restando. Tra l'altro lasciare la casa di Milano vorrebbe dire per lei doversi trovare una nuova sistemazione in condivisione o fuori città (cose che so già la farebbero stare male, abituata a vivere senza estranei in casa), perché non potrebbe permettersi di pagare l'affitto da sola e io dovendomi trovare un affitto a Palermo non la potrei aiutare.
Cosa mi consigliate di fare? Io non voglio ferirla o farle del male, ma forse sto iniziando a stare troppo male io.
Grazie