Devo lavorare ma le situazioni sociali mi terrorizzano

Inviata da Foglia Secca · 14 ago 2024 Relazioni sociali

Salve, so che non potete certo offrire soluzioni sotto un post, so che certe cose richiedono un percorso, ma sono comunque curiosa di sentire un vostro parere, per quanto striminzito possa essere.

Credo di avere un problema.
Mi sento bloccata. Sono adulta e dovrei essere al 100% indipendente, tuttavia se non fosse per il supporto di alcuni famigliari, non riuscirei a mantenermi da sola. Non ho qualifiche particolari, perciò posso solo cercare lavori umili che non mi permettono di vivere in modo indipendente. Sono single e non ho alcun interesse a trovare qualcuno con cui condividere le spese al di fuori della mia famiglia, vorrei poter pagare tutto io ed essere d'aiuto per gli altri. Il problema è che ho come una sorta di terrore verso le altre persone che scatta se ci sto a contatto troppo a lungo. A volte sorge anche solo se sono per strada a camminare, non so cosa sia, ma la sento da anni, da quando ero piccola. Ho avuto diversi pensieri suicidi durante la mia vita, da bambina ho provato a "terminare" il mio percorso, per così dire, usando una corda. Da sempre provo una profonda angoscia, ma negli ultimi tempi è diventata più manifesta e mi sono accorta che non riesco a tenere un lavoro per troppo tempo se questo mi costringe a parlare con persone o semplicemente starci in mezzo. Avrei voluto seguire studi migliori ma sono sempre stata troppo distratta a pensare ai problemi che avevamo in famiglia quando ero ragazza, perciò non riuscivo a concentrarmi sui libri e ho sempre dormito male. Durante il giorno provo una stanchezza che non mi spiego, l'ho sempre sentita. Mi sono rivolta ad uno psicologo solo una volta adulta e per una singola seduta, perché non era una cosa vista di buon occhio in casa, ma ora sento di averne la necessità. Purtroppo da sola non riesco a migliorare, ci ho provato ma non ci riesco. E non ho nemmeno i soldi per pagarmi un percorso di guarigione. Non voglio chiedere i soldi ai miei famigliari perché mi sento già un peso così. Ho cercato di lavorare in un settore che mi tenesse lontano dalla gente, ma le entrate sono insufficienti. Pensare di fare un lavoro che mi faccia stare a contatto con la gente mi angoscia, preferirei buttarmi sotto un treno a dire il vero, l'ho fatto per 10 anni e ho esaurito il mio livello di sopportazione che già prima era bassissimo. Potrei farlo ancora, ma il fatto è che quando sono sotto stress mi scatta qualcosa in testa, e inizio a parlare e pensare in modo diverso, mi sembra come se ci fosse un'altra persona che prende il comando, e in quello stato so che rischio di fare casini, scatenare litigi o altro. Chi mi conosce da vicino mi ha fatto notare che sembro un'altra persona quando succede. Non voglio che succeda davanti a persone che non conosco, per me è terribile perdere il controllo della situazione.
Sono cresciuta in una famiglia violenta, non vorrei che mi capitasse qualcosa di brutto prima o poi. Io non voglio fare del male a nessuno ma non voglio nemmeno che gli altri ne facciano a me.
É una situazione indescrivibile, non so dove sbattere la testa.
Un'altra cosa che mi succede è che non riesco a smettere di pensare, è come se avessi una seconda persona che mi parla di continuo. Ho dialoghi anche molto lunghi con questa persona, ovviamente tutto nella mia testa. Come se non bastasse ho anche problemi di memoria. Ci sono cose che ricordo con una certa precisione, e interi periodi della mia vita che sono confusi. Ricordo cose accadute quando avevo 2 anni ma non riesco a ricordarne altre più recenti.
Non so se sia normale o meno, comunque in genere durante la giornata mi sento fiacca, depressa, confusa e spaventata. Una volta la mia unica consolazione era il momento in cui andavo a dormire, ma ora ho iniziato a provare dolori dietro la schiena che mi svegliano la notte e il malessere è aumentato. Per un po' di tempo ho avuto dei "tic" in faccia, che poi sono spariti dopo qualche mese.
Che cosa mi potete consigliare così a bruciapelo? Dovrei prendere il primo lavoro che mi capita che possa offrirmi un guadagno decente e usare i soldi il mese successivo per comprarmi degli antidepressivi o uno psicologo fregandomene di quello che potrebbe succedere a lavoro rischiando di rovinare rapporti e la mia immagine?
Dovrei rivolgermi al medico di famiglia? C'ero già stata, ma mi sento a disagio perché tende a chiacchierare molto. É un bravo medico, una brava persona, ma mi mette a disagio dover parlare di quello che sento perché è un amico di famiglia da anni. Inoltre avevo già chiesto aiuto per un consulto in un momento di disperazione, ma poi la paura mi ha bloccata e non sono riuscita ad andare allo sportello d'ascolto. Non riesco a chiedere aiuto ai miei genitori perché al mio malessere hanno sempre risposto con ironia o talvolta violenza e perché mi sento troppo grande per chiedere a loro. Comunque non posso chiedere ad entrambi perché uno dei due non è disponibile, l'altro si vergogna di me anche se mi vuole bene ( ci ha tenuto a farmi sapere entrambe le cose ).

Che cosa posso fare? Non voglio finire a piangermi addosso tutta la vita o finire per strada, o peggio ancora non vorrei che in uno dei momenti in cui perdo il controllo mi capiti finalmente di buttarmi dalla finestra. Ci ho pensato tantissime volte, da ragazza risolvevo un po' chiudendomi in bagno e pungolandomi le braccia con le forbici o prendendomi a pugni, ma ora non me lo posso permettere, visto che alcune persone a me vicine credo lo noterebbero.
Non voglio creare ulteriori sofferenze a chi mi sta vicino, incluso il fatto di farla finita, anche se per me sarebbe una liberazione.

Avete mica qualche consiglio da darmi? E chiedo scusa sia per il papiro, sia se sono risultata melodrammatica.

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Miglior risposta 30 AGO 2024

Buongiorno Gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso con sincerità il suo vissuto e pensieri. È evidente che sta vivendo un periodo estremamente difficile e che la sua sofferenza è reale e profonda. Anche se qui posso solo offrirle delle riflessioni generali, spero che possano esserle utili come primi passi per affrontare questa situazione complessa.

Prima di tutto, voglio riconoscere la forza e il coraggio che ha mostrato nel parlare apertamente di queste sfide. Capisco che il suo percorso finora sia stato segnato da difficoltà significative, tra cui traumi familiari, angoscia cronica e problemi di salute mentale che l'hanno accompagnata per molto tempo. È un carico pesante da portare, e il fatto che stia cercando di trovare una via d'uscita dimostra la Sua volontà di lottare per una vita migliore.

Ecco alcune riflessioni che potrebbero aiutarla a fare chiarezza e a orientarsi verso un percorso di supporto e guarigione:

1) Riconoscere l'importanza di chiedere aiuto: sebbene possa sembrare un'idea spaventosa o imbarazzante, rivolgersi al suo medico di famiglia potrebbe essere un buon punto di partenza. Capisco che l'idea di parlare con una persona che conosce bene possa metterla a disagio, ma consideri che i medici hanno il dovere professionale di aiutare i pazienti in situazioni di sofferenza mentale, indipendentemente dai legami personali. Potrebbe anche valutare la possibilità di cercare un medico di base diverso se pensa che questo potrebbe farla sentire più a suo agio nel condividere i suoi problemi.

2) Accesso a servizi di supporto gratuito o a basso costo: esistono risorse e servizi di supporto psicologico gratuiti o a basso costo in molte città e regioni, come centri di salute mentale pubblici, organizzazioni no-profit, o servizi di supporto online. Anche linee di ascolto per il supporto psicologico possono offrire un primo aiuto. Rivolgersi a questi servizi potrebbe permetterle di iniziare un percorso di supporto senza il peso economico.

3) Affrontare i sintomi fisici e psicologici con un approccio combinato: i sintomi che descrive (stanchezza cronica, dolori fisici, tic, disturbi del sonno, pensieri ossessivi, problemi di memoria, e periodi di dissociazione) indicano la presenza di una sofferenza complessa che richiederebbe un supporto professionale. Un medico può aiutarla a escludere cause mediche per alcuni sintomi fisici e, se necessario, può indirizzarla a un supporto psicologico specialistico. Ad esempio, potrebbe essere utile considerare una valutazione psichiatrica per comprendere meglio le cause dei Suoi sintomi e per valutare l'utilità di trattamenti specifici, che possono includere la terapia o la farmacoterapia.

4) Considerare un percorso terapeutico strutturato: nonostante i Suoi timori riguardo ai costi, la terapia può fare una differenza significativa nel suo benessere. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT), ad esempio, può aiutare a lavorare sui pensieri negativi e intrusivi, mentre altre forme di terapia, come quella basata sul trauma (ad esempio, la terapia EMDR), possono aiutare ad affrontare il passato traumatico. Molti terapeuti offrono tariffe scalari o basate sul reddito, oppure potrebbero esserci associazioni locali che offrono servizi terapeutici a costi ridotti.

5) Gestire la paura del contatto sociale: la paura intensa di interagire con gli altri e il sentirsi sopraffatta dal contatto sociale potrebbero essere parte di un disturbo d'ansia sociale o un problema più complesso come un disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Una strategia utile potrebbe essere quella di lavorare gradualmente sulla tolleranza al contatto sociale attraverso esposizioni controllate, possibilmente con il supporto di un terapeuta.

6) Creare una rete di supporto sicura e positiva: è essenziale circondarsi di persone che possano offrirle sostegno emotivo senza giudizio. Anche se la Sua famiglia potrebbe non essere in grado di fornirle questo tipo di supporto, potrebbe trovare conforto in amicizie solide, gruppi di sostegno per persone che hanno vissuto esperienze simili o comunità online che offrono spazi sicuri per esprimersi e ricevere supporto.

7) Focalizzarsi su piccoli passi e auto-cura: in momenti di forte angoscia e disperazione, provi a concentrarsi su piccoli passi che può intraprendere giorno per giorno per prendersi cura di se stessa. Anche attività semplici come brevi passeggiate, tecniche di respirazione, scrittura espressiva o pratiche di mindfulness possono offrire una tregua temporanea dai pensieri negativi e aiutarla a ritrovare un po' di pace.

8) Non sottovaluti i suoi sentimenti e bisogni: il suo desiderio di non voler creare ulteriori sofferenze alle persone a lei vicine è comprensibile, ma è importante ricordare che anche lei ha diritto a ricevere aiuto e a prendersi cura di se stessa. Chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma di forza.

Infine, voglio dirle che non è sola in questa esperienza, anche se può sentirsi isolata. Molte persone attraversano situazioni simili e trovano la loro strada verso una vita più serena e appagante. Anche se il percorso potrebbe essere lungo e difficile, è possibile trovare modi per stare meglio. Consideri l'opportunità di rivolgersi a un professionista che possa accompagnarla in questo percorso.

Se desidera ulteriori informazioni o se posso fare altro per aiutarla, rimango a disposizione. Le auguro coraggio e forza nel Suo cammino verso la guarigione.
Dott. Luca Vocino

Dott. Luca Vocino Psicologo a Bergamo

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6 SET 2024

Gentile Foglia Secca,
Capisco quanto sia difficile per te affrontare questa situazione, e riconosco il grande coraggio che hai avuto nel condividere il tuo malessere. Da quello che descrivi, sembri essere in un momento di profonda sofferenza, emotivamente e fisicamente, e sentire il peso di ciò che hai vissuto nel corso della tua vita, specialmente le esperienze traumatiche legate alla tua famiglia, sta condizionando anche il tuo presente.

La sensazione di sentirsi bloccata, incapace di trovare una via d'uscita, e il fatto che tu stia lottando con pensieri oscuri e difficoltà nel mantenere un lavoro o rapporti sociali, richiede sicuramente attenzione e supporto. Nonostante il disagio che potresti provare nel cercare aiuto, è fondamentale che tu non lo faccia da sola. Affrontare queste emozioni e queste difficoltà richiede il supporto di un professionista che possa aiutarti a esplorare e a capire le cause profonde di quello che stai vivendo, e a trovare delle strategie per migliorare la tua qualità della vita.

Spesso, quando ci si sente intrappolati in queste dinamiche, può sembrare che non ci siano vie d’uscita, ma il primo passo verso il cambiamento è riconoscere il bisogno di aiuto, come stai già facendo. Anche se le risorse economiche sono limitate, esistono servizi di supporto che possono essere accessibili, e non è necessario affrontare tutto da sola. Se è difficile per te parlare con il tuo medico attuale, potresti provare a cercare un altro professionista, o considerare l'opzione di servizi pubblici di assistenza psicologica.

La tua esperienza è valida, e anche se ti senti isolata, ci sono possibilità di miglioramento e persone che possono aiutarti. Non sottovalutare l’importanza di prendersi cura di te stessa e delle tue emozioni. Con il giusto supporto, è possibile trovare un modo per affrontare il dolore e l'angoscia che stai vivendo, per ritrovare serenità e un nuovo equilibrio.

Dott. Cristian Conforti Psicologo a Rende

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25 AGO 2024

Gentile utente,
da quanto lei ha scritto si capisce che è vissuta purtroppo in un contesto familiare sfavorevole e traumatico che le ha causato ferite difficilmente sanabili e contemporaneamente una situazione di forte ambivalenza, come una sorta di "sindrome di Stoccolma".
Ciò le ha causato un malessere psicologico profondo, complesso ed eterogeneo, fatto di ansia sociale, autolesionismo/depressione e sintomi riconducibili al disturbo borderline di personalità per i quali è necessaria una terapia integrata farmacologica e psicoterapeutica.
Essendovi però problemi di natura economica che le rendono difficile curarsi privatamente, il suggerimento è quello di rivolgersi, tramite il suo medico di famiglia, al CSM (Centro di Salute Mentale ) della sua ASL di appartenenza ove potrà trovare assistenza al suo disagio.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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25 AGO 2024

Gentile utente,
da quanto lei ha scritto si capisce che purtroppo è vissuta in un contesto familiare sfavorevole e traumatico che le ha causato ferite profonde e contemporaneamente una situazione di forte ambivalenza reciproca paragonabile, a mio parere, ad una sorta di "sindrome di Stoccolma".
Ciò le ha causato un malessere psicologico elevato, complesso ed eterogeneo, fatto di ansia sociale, autolesionismo/depressione e sintomi riconducibili al disturbo borderline di personalità per i quali è necessaria una terapia integrata farmacologica e psicoterapeutica di durata adeguata.
Essendovi anche problemi di natura economica che rendono difficilmente praticabile una cura privata, il suggerimento è di rivolgersi direttamente o tramite il medico di famiglia al CSM (Centro di Salute Mentale) della sua ASL per poter avere idonea assistenza al suo disagio.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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24 AGO 2024

Buonasera,
in merito alla sua richiesta di consigli, in questa sede ne ha ricevuti molti e tutti validi sia in termini pratici che non. L'ASL, Csm, sportello d'ascolto, consultorio di quartiere e altre realtà che può trovare in rete, forniscono gratuitamente la possibilità di trovare un aiuto iniziale. Occorre però che il primo passo lo faccia lei trovando la forza di superare la paura, o farsi accompagnare da una persona di fiducia. Per quanto riguarda il suo medico di base questi é tenuto, per legge al segreto, professionale e lei può metterlo al corrente dei sintomi che ha e che non vuole che la famiglia ne venga a conoscenza e può prescriverle le visite delle quali sente la necessità. Se non se la sente di parlare scriva ciò che vorrebbe dirgli a voce e poi glielo legge. Questo aiuterà a capire il livello della sua ansia e a non sottovalutarla. Lei ha bisogno di un supporto sia psicologico che medico, come riconosce, per affrontare e superare questo duro malessere che si porta dentro da molto tempo. Questo é uno dei motivi che la possono motivare per il primo passo verso una delle possibilità espresse sopra.
Quello che desidero comunicarle é che la sua scrittura é tutt'altro che melodrammatica ma ,anzi, lucida, precisa ed efficace. Questa é una abilità e capacità che lei ha e che "deve" coltivare in quanto é un "talento" maturo e che ,espresso, può aiutare a mettere in luce la sua personalità e a fare uscire ciò che viene tenuto dentro di sé. Inizi a scrivere tutto ciò che sente e le passa per la mente, tutto ciò di cui sente la necessità, le sue paure e timori, le sue ambizioni, desideri e quant'altro. Lei é una foglia tutt'altro che secca, ma anzi, ricca di linfa, che chiede solo di poter aver modo di esprimere se stessa e le sue potenzialità, trovando un aiuto per superare questo blocco che prova nell'iniziare il primo passo.
Con molta stima la saluto cordialmente.
Dott. Giancarlo Mellano

Dott. Giancarlo Mellano Psicologo a Padova

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20 AGO 2024

Gentilissima,
grazie per aver condiviso apertamente il tuo vissuto. Da quanto descrivi, sembra che tu stia affrontando una situazione molto complessa, e riconosco quanto sia coraggioso da parte tua chiedere aiuto. Anche se è difficile trovare una soluzione completa in un solo messaggio, voglio offrirti alcune riflessioni che potrebbero aiutarti a iniziare un percorso di miglioramento.
Quello che stai vivendo sembra essere legato a una fobia sociale, che può manifestarsi attraverso una forte ansia quando sei a contatto con altre persone. Inoltre, i pensieri ruminanti e intrusivi, i dialoghi interni, e i sintomi fisici come la stanchezza, i tic e il dolore alla schiena, indicano uno stato di stress e ansia molto elevato. Questi sintomi sono spesso associati a condizioni come il disturbo d'ansia generalizzato e il disturbo ossessivo-compulsivo, che possono richiedere un trattamento specifico.
Il primo passo che ti consiglio di fare è quello di rivolgerti a un professionista della salute mentale, come uno psicoterapeuta o uno psichiatra. So che hai già tentato di cercare aiuto in passato, ma la paura ti ha bloccato. Questo è comprensibile, soprattutto considerando il contesto familiare difficile in cui sei cresciuta. Tuttavia, è importante superare questo blocco, perché un percorso terapeutico potrebbe davvero fare la differenza nella tua vita.
Anche se parlare con il tuo medico di famiglia ti mette a disagio, potrebbe comunque essere utile discutere della tua situazione con lui. Potrebbe consigliarti di iniziare con una terapia farmacologica temporanea per gestire i sintomi di ansia e depressione, e potrebbe anche indirizzarti verso un servizio di psicoterapia accessibile. Se il fatto che sia un amico di famiglia ti crea disagio, potresti chiedere di essere seguita da un altro medico.
Esistono diverse opzioni per accedere a un supporto psicologico anche se le risorse economiche sono limitate. Potresti cercare centri di salute mentale pubblici o associazioni che offrono servizi di psicoterapia a basso costo o gratuiti. Alcuni enti e organizzazioni non profit forniscono assistenza psicologica a chi è in difficoltà economica. Ti incoraggio a esplorare queste opzioni, perché la tua salute mentale è una priorità.
Affrontare la tua fobia sociale richiederà un percorso graduale, ma con il supporto giusto, è possibile migliorare.
Voglio anche ricordarti che non sei sola in questa situazione. Esistono persone e professionisti pronti ad aiutarti, e anche se il percorso sembra difficile, ogni passo verso la ricerca di aiuto è un passo verso il miglioramento. Non esitare a chiedere aiuto, sia a un professionista, sia a persone di fiducia che potrebbero sostenerti in questo processo.
Meriti di vivere una vita serena e di sentirti bene con te stessa. Anche se il percorso può sembrare lungo e difficile, è importante che tu non perda la speranza. Rivolgiti a un professionista per iniziare a lavorare su questi problemi, e ricorda che ogni passo verso la guarigione è un grande successo.
Sono qui per ascoltarti e supportarti, e ti incoraggio a fare il primo passo verso il miglioramento.
Cordialmente,
Dott. Cristian Chiappini

Dott. Cristian Chiappini Psicologo a Perugia

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20 AGO 2024

Buongiorno a mio modo di vedere il percorso da seguire è chiedere al suo medico di medicina generale una prescrizione per una visita psichiatrica al fine di rivolgersi ad un Centro di Salute Mentale in cui le facciano una corretta diagnosi differenziale, cioè individuino con precisione la patologia di cui è affetta. I sintomi che riferisce sono molto compositi e riguardano sia la sfera emotiva, sia quella fisica ed in parte cognitiva. Pertanto c'è da considerare che non si tratti di una depressione classica da trattare con antidepressivi. Nel CSM troverà professionisti che l'ascolteranno, la supporteranno, la valuteranno e le forniranno la corretta terapia farmacologica per stabilizzarla e permetterle di preservare se stessa da eventuali atti lesivi, nonché per ridurre quel terrore di cui parla rispetto alle relazioni consentendole così di lavorare.
Se la situazione economica migliorerà, le suggerisco di affiancare all'intervento farmacologico con un trattamento psicoterapico funzionale all'elaborazione dei traumi subiti in età evolutiva (l'EMDR è uno dei trattamenti d'elezione). Inoltre, il trattamento psicoterapico dovrà essere ritagliato in maniera personalizzata in funzione del suo stile di personalità e della patologia di cui è affetta emerse dalla valutazione del CSM o da una seconda valutazione condotta da uno/una psicoterapeuta.
Comprendo che il primo passo è il più difficile e delicato, probabilmente le servirà supporto per superare la vergogna e lo stigma sociale. Se non ha nella sua rete di relazioni qualcuno che la possa supportare mi può contattare per ricevere orientamento e incoraggiamento. Lelio Bizzarri.

Dott. Lelio Bizzarri Psicologo a Roma

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19 AGO 2024

Gentile utente, dalle sue parole emerge una storia di forte sofferenza che va avanti da tanto è che merita attenzione.
Partirò con i problema economico. Se sente di volersi trovare un lavoro per pagarsi lo psicologo questa potrebbe essere una strada, in molti lo fanno. Se non dovesse riuscirci potrebbe provare a rivolgersi al Centro di Salute Mentale della ASL oppure a cercare strutture convenzionate sempre con la ASL che potrebbero venirle in contro sulla questione del prezzo. Il settore pubblico economicamente è più accessibile di quello privato, ma a volte le liste di attesa potrebbero richiedere tempo. In ogni caso un aiuto psicologico nella sua situazione serve.
Viste le problematiche da lei descritte la inviterei anche a prendere in considerazione un consulto psichiatrico per un possibile aiuto farmacologico. Anche in questo caso per diminuire i costi per lo psichiatra potrebbe rivolgersi al settore pubblico.
Per quanto riguarda il suo dolore e i suoi pensieri suicidari la invito a non vergognarsene affatto e di parlarne liberamente con il suo medico o con uno psicologo, in queste situazioni qualsiasi tipo di percorso parte dal sentirsi liberi di parlare dei propri problemi.
Infine se lei ne sente il bisogno di aiuto ha tutto il diritto di rivolgersi ad uno psicologo, indipendentemente da cosa ne pensino gli altri.
Dalla sua storia sembra averne passate parecchie quindi si merita ora di stare meglio, ma da sola può essere molto difficile. Spero riesca a trovare un professionista che sappia aiutarla a ritrovare la serenità.

Distinti saluti, dr. Morgione Massimo

Dottor Massimo Morgione Psicologo a Torino

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16 AGO 2024

Buonasera
Penso che le sarebbe utile . effettuare dei colloqui con uno psicoterapeuta per superare le sue problematiche,. pendersi a pugni, tagliarsi, pungolarsi con le braccia non risolve il problema.
Nella vita i problemi vanno affrontati, se la persona non riesce, chiede aiuto ad un esperto.
Dott.sssa Patrizia Carboni
psicologa psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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16 AGO 2024

Puoi rivolgerti al Csm.
La tua sofferenza è davvero troppa per non darle spazio…

Dott.ssa Barbara Durand Psicologo a Torino

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16 AGO 2024

Partirei prendendo spunto dal nome che ha usato per identificarsi che mi ha colpito molto. Forse e' proprio così che si sente... come una foglia secca caduta a terra calpestata dalle pressioni sociali e dalle richieste della vita.. e' comprensibile sentirsi così quando si cresce e si devono affrontare le sfide della vita, soprattutto quando non si ha avuto un contesto familiare supportivo.. il fatto che lei abbia scritto qui vuol dire che anima in lei una speranza di cambiare, di affrontare le difficoltà che vive. Ma per cambiare davvero bisogna affidarsi a un professionista e farsi guidare in tutto ciò di cui si ha bisogno. In un percorso individuale potrà sperimentare la libertà di esprimersi e non sentirsi mai giudicata, accedendo pian piano a una nuova visione della vita e soprattutto di sé stessa. Ci provi! Non e' facile all' inizio ma vedrà che non se ne pentira'. Dopo l'autunno e l'inverno viene sempre la primavera..
Dott.ssa Ilaria Cutugnino

Dott.ssa Ilaria Cutugnino Psicologo a Pescara

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15 AGO 2024

Buonasera!
Dalla sua condivisione emerge una chiara e determinata volontà di stabilire se stessa e le sue difficoltà come priorità: ottimo! Basta lei stessa per validare le sue emozioni, non è necessario che ci sia qualcun altro a riconoscerle perché contino e siano accolte. A questo punto, provi a scrivere una lista di cose che può fare per ricercare e ricevere l'aiuto che merita: esistono servizi di supporto psicologico a prezzi più accessibili o gratuiti nel sistema pubblico (a questo fine potrebbe chiedere al suo medico di base - si ricordi che, come ciascun medico, ha l'obbligo al segreto professionale); penso che un percorso strutturato di Psicoterapia sia ciò che fa al caso suo - potrebbe informarsi per un primo colloquio, dedicato anche alla definizione del contatto terapeutico, anche nei suoi termini economici; quale sarebbe la più piccola azione da cui potrebbe provare a partire senza eccessiva difficoltà per avere dei guadagni da parte che possano aiutarla? La faccia. Non conosco i rapporti interpersonali che caratterizzano la sua sfera relazionale, tuttavia individui anche solo una persona cui provare a rivolgersi con apertura, sincerità e sicurezza e provi a raccontare di come si sente, di cosa prova, di cosa vive, di cosa avrebbe bisogno.
Resto a disposizione qualora necessario,
In bocca al lupo,
Dott.ssa Federica Favro

Dott.ssa Federica Favro Psicologo a Busto Arsizio

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15 AGO 2024

Gentile Utente,
Non è facile parlare di certe cose, e il fatto che tu lo stia facendo dimostra che hai una grande forza, anche se magari in questo momento non ti sembra così.
Il percorso che descrivi è davvero difficile, e ci sono molteplici fattori che contribuiscono al tuo stato di malessere, sia fisico che mentale. Quindi, cercherò di offrirti dei consigli pratici che potrebbero aiutarti a muoverti nella direzione giusta.
Capisco il tuo disagio nel parlare con il tuo medico di famiglia, specialmente se è un amico di famiglia. Tuttavia, se ti senti troppo a disagio con lui, potresti considerare di cercare un altro medico, anche solo per avere un parere esterno e più distaccato. Parlare apertamente dei tuoi sintomi (sia fisici che psicologici) è il primo passo per ricevere l'aiuto che meriti.
Esistono organizzazioni e servizi che offrono supporto psicologico gratuito o a costi ridotti. Potresti cercare in rete o chiedere al tuo medico di base se ci sono opzioni disponibili nella tua zona. In Italia, ad esempio, alcune associazioni offrono servizi di consulenza psicologica a tariffe accessibili o addirittura gratuite per chi si trova in difficoltà economica. Non devi affrontare tutto da sola.
Quando tutto sembra schiacciante, anche piccoli passi possono fare una grande differenza. Potresti provare a stabilire una routine quotidiana, anche semplice, per darti una sensazione di controllo. Ad esempio, dedicare un po' di tempo ogni giorno a un'attività che ti calma, come leggere, scrivere, o fare una breve passeggiata, potrebbe aiutare a migliorare il tuo stato d'animo.
So che può essere difficile, ma se c'è una persona nella tua vita di cui ti fidi, considera di parlarne con lei. A volte, condividere il proprio peso con qualcuno può alleggerirlo, anche se solo un po'.
I dolori alla schiena e la stanchezza cronica che descrivi potrebbero essere correlati al tuo stato mentale, ma potrebbero anche avere una componente fisica che necessita di attenzione. Non ignorare questi segnali e cerca di parlarne con un medico.
Infine, è importante ricordare che non sei sola. Le tue esperienze sono valide e meriti di ricevere il supporto necessario per migliorare la tua qualità di vita. Prendere il primo passo, anche se piccolo, può aprire la strada a un percorso di guarigione.
Spero che questi suggerimenti possano esserti utili e ti incoraggino a cercare l'aiuto che meriti. .
Ti auguro forza e serenità nel tuo percorso.
Dott.ssa Pinella Chionna

Dott.ssa Pinella Chionna Psicologo a Mesagne

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15 AGO 2024

Buongiorno, Lei potrebbe provare a conoscere la sua Anima e a capirne le necessità profonde. Finche ciò non avverrà, l'altra parte (inconscio) busserà alle porte della sua coscienza in cerca di spazio e comprensione.
Si prenda cura di Lei.
Saluti
Dott. Fabrizio Celletti

Fabrizio Celletti Psicologo a Frosinone

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