Buongiorno,
Soffro da 3 anni di ansia acuta e attacchi di panico che mi hanno rovinato la vita
Ho paura a dormire fuori casa (ho convissuto con il mio ragazzo per 5 anni ma a causa dell’ansia sono dovuta tornare a casa) ho paura ad andare in vacanza e molto altro.
Ho 25 anni e sono fidanzata da 11..ho sempre visto il mio ragazzo come “l’uomo della mia vita” ne abbiamo passate tante, abbiamo imparato ad amare incondizionatamente molto presto e per me questo é sempre stato un pregio..in questa vita schifosa lui è sempre stato l’unica cosa certa e bella per me..siamo dovuti stare separati per due mesi per la quarantena.. andava tutto bene lo sentivo via cel o video chiamata, mi mancava etc
Poi dal 4 (cioè quando ho potuto rivederlo) sono iniziati inizialmente forti dubbi, mi martellavo il cervello chiedendo a me stessa “lo amo?” Perché provo questo? E ora dopo 1 mese emmezzo credo di essermi autoconvinta del fatto di non amarlo più..parlo di auto convinzione perché dentro di me so di amarlo solo che questo sentimento è schiacciato da qualcosa è come se qualcosa me l’avesse strappato via con la forza..sono seguita da due anni da una psichiatra di cui mi fido..prendo xanax 50 gocce al giorno ma dopo che è successo tutto ciò mi ha prescritto cipralex poiché pensa che i miei pensieri siano ossessivi e non reali..lei conosce alla larga la mia storia e sa che lui é l’unica cosa che conta per me e aver messo in dubbio ciò mi ha portato ad una forte depressione..mangio poco sono apatica verso qualsiasi cosa anche verso di lui
Soprattutto verso di lui
Siccome non lavoriamo e abitiamo a 30km di distanza per paura di confermare i miei pensieri vado da lui tutti i giorni credo sia una compulsione..
Il cipralex me l’ha prescritto 3 settimane fa ma non l’ho ancora preso perché ho paura
Lei dice che mi farebbe bene perché mi farebbe vedere le cose in modo più lucido ma appunto per questo ho paura
E se prendendo il farmaco mi accorgo che il mio non è doc come lei pensa? E se il mio star così male è normale dato che siamo insieme da 11 anni e ho messo in dubbio progetti etc? E se il farmaco mi farà sentire ancora più apatica?gia ora mi sento come obbligata a doverlo lasciare (anche se non lo farei mai ora come ora)
Ho sempre demonizzato gli anti depressivi perché penso che non sia bello essere felici grazie ad una pillola
Credo sia più rispettoso provare ciò che provo ora in modo sano e lasciarlo pur non volendo piuttosto che annebbiarmi il cervello e stare con lui
Sono anche seguita da una psicologa da due anni e lei mi ha detto che purtroppo in questo stato non riesce a lavorare con me poiché dice che sono troppo in ansia e che devo prendere il cipralex per calmare la situazione
Vorrei solo amarlo
Lui è tutto per me più di tutto
Aiutatemi vi prego
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6 GIU 2020
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buongiorno, copisco il suo stato d'animo e la confusione mentale.
Il primo consiglio che le do è di fidarsi dei professionisti che la seguono. Il secondo consiglio è quello di mettere ordine, sono le paure e l'ansia che creano confusione in tutte le vicende della sua vita compresa la relazione con il suo fidanzato.
Non si focalizza sulla relazione ma sul prendere in mano la sua vita e sono sicura che starà meglio.
Cari saluti!
12 GIU 2020
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Isa94 quanti pensieri ci sono nella tua testa? Troppi! È tu trascorri la tua giornata a stare dietro a tutti e la conseguenza è la totale confusione, perdita di energia e malessere totale. Io ti consiglio di prendere da subito un appuntamento con un terapeuta cognitivo comportamentale e di iniziare a lavorare sui tuoi pensieri. Sono a tua disposizione con una terapia online molto efficace. Comincia adesso! La sola terapia farmacologia non ti aiuta suoi tuoi pensieri e il panico.
Dr.Romina Bove
Terapeuta cognitivo comportamentale, mindfulness e EMDR ( Modena)
6 GIU 2020
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Isa,
la tua richiesta è molto articolata e ricca di dettagli che denotano la sua capacità di razionalizzare quello che leè successo nella vita e la storia con il tuo ragazzo.Vi siete conosciuti in adolescenza, avete trascorso insieme anni che sono fondanti per una persona in cui si strutturano i capi saldi della nostra identità. al di là del fatto che avrai sicuramente approfondito le ragioni della tua ansia e dei tuoi pensieri ossessivi essendo seguita da una collega e anche da una psicoterapeuta, penso che tu faccia bene a seguire il suo consiglio di intraprendere una terapia farmacologica, vedendola anche come un supporto temporaneo così da trovare il giusto equilibrio che ti potrà permettere di continuare il lavoro sulla tua vita e la tua storia.
Un grosso in bocca al lupo per tutto
6 GIU 2020
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentilissima Isa,
ho letto con interesse la sua richiesta, molto chiara ed articolata. La prima cosa che mi ha colpito è la precocità di questa relazione e la sua durata così lunga, che ha accompagnato praticamente tutta l'adolescenza. Immagino pertanto che tutte le esperienze di questo periodo così tumultuoso, ed a volte complicato, siano state svolte insieme. D'altronde, nel corso di questo periodo di forzata separazione lei ha contattato dei dubbi rispetto alle emozioni che realmente prova verso il suo compagno.
Mi permetto di lanciare l'ipotesi che tali perplessità non siano direttamente rivolte 'alla persona' del suo compagno, ma ad 'aspetti della relazione' che sono forse troppo soverchianti. Il pensiero ossessivo rappresenterebbe in questo quadro una sorta di compromesso, un loop, che non le permette in realtà di contestualizzare meglio gli aspetti, forse eccessivamente dipendenti, che caratterizzano la sua relazione. Vede, lei ha affermato che il suo compagno è stata l'unica cosa bella che le sia accaduta in una vita altrimenti 'schifosa'; bene, credo che varrebbe la pena affrontare con la sua terapeuta dove ha imparato che la vita era così schifosa, cosa l'ha resa tale, quanto la sua relazione ha rappresentato uno scudo da tutto ciò e quanto ancora sperimentare che può in realtà farcela da sola - come è accaduto - in una situazione di pericolo oggettivo, le ha fatto mettere in discussione le valenze protettive di questo rapporto.
In riferimento agli psicofarmaci: si fidi. Se una psichiatra è arrivata a prescriverli e se una psicoterapeuta che la conosce da tempo addirittura vincola la prosecuzione del lavoro terapeutico all'assunzione della terapia farmacologica, forse varrebbe la pena iniziarla. Sono terapie in genere temporanee, che la aiuteranno a ritrovare i giusti equilibrio e distanza emotiva per affrontare questa fase di crisi, crisi che in genere, se colte, rappresentano importanti opportunità per il cervello di ristrutturarsi ed evolvere.
Un ultimo suggerimento: declini il suo desiderio anche in prima persona 'vorrei amarmi', ciò le permette di individuare meglio i suoi bisogni senza confonderli con l'attaccamento ad una relazione, che comunque sembra meritare di essere vissuta.... serenamente.
Le auguro il meglio!