Buongiorno,
sono una ragazza di 25 anni e scrivo per avere un parere circa i miei attacchi di panico. La mia situazione ha inizio quando avevo circa 20 anni, avevo un rapporto davvero molto complicato con i miei genitori tanto da decidere di prendere una decisione sicuramente scomoda, e di cui non ne vado particolarmente fiera, ma che mi ha permesso di capire ciò che sono e soprattutto mi ha permesso di crescere.
A seguito di una bruttissima situazione lavorativa, intrapresa indirettamente per scelta dei miei genitori, ho iniziato a soffrire di gravissimi attacchi di panico (premetto che ho chiesto aiuto in tutti i modi ricevendo in cambio solo silenzio) fino a quando ho conosciuto un uomo, un uomo però più grande di me, con cui ho iniziato una bellissima relazione e che mi ha permesso di vivere, di scoprirmi, mi ha permesso di raggiungere i miei sogni, sogni che ad oggi sono diventati la mia più grande soddisfazione: tipo quella di laurearmi, quest’ultima, una scelta che ancora oggi i miei genitori in parte criticano e rispetto alla quale non ho mai avuto molto supporto da parte loro.
Conoscendo la mia famiglia, e soprattutto dopo averne parlato senza alcuna soluzione con mio padre, ho messo in atto (mi permetta il termine perché è proprio quello che più esprime come mi sento) una tecnica difensiva: vivo da 3 anni all’interno di un enorme bugia, una realtà parallela all’interno della quale mi sono rifugiata e che mi ha permesso di tornare a sorridere.
Sono a scriverle perché sono arrivata ad un punto in cui questa enorme bugia deve necessariamente terminare ma io sono sempre più confusa, ansiosa e terrorizzata, sento che sono nuovamente all’interno di un grosso tunnel nero dal quale non riesco ad uscire.
Le scrivo perché, nonostante provo un forte rammarico nel riaprire tutti i cassetti più dolorosi del mio passato, penso di non essere più così lucida nel sapere cosa voglio, cosa è meglio per me, cosa devo fare, e soprattutto, come reagire agli odiosi attacchi di panico che si sono ripresentati, spero che lei riesca in qualche modo ad aiutarmi nel rispondere a questi grossi interrogativi.
la situazione ad oggi è compromessa dal fatto che sono prossima alla laurea e ho il terrore che i miei genitori in occasione di quel giorno possano scoprire l'enorme bugia. Ho delle amiche a cui ho confidato questa situazione che sono disposte a aiutarmi per quel giorno in modo da riuscire a superarlo nel migliore dei modi, già nonostante non faccio altro che immaginare le situazioni peggiori e così mio vita ai miei attacchi di panico che non riesco a controllare.
non so davvero cosa pensare e cosa fare al momento per riuscire almeno ad arrivare alla laurea e poi risolvere il tutto.
In attesa di una sua gentile risposta le auguro una buona giornata.
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11 DIC 2019
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Salve, non so cosa riguardi questa bugia, in ogni modo si comprende che lo stato di angoscia in cui vive andrebbe approfondito in sede psicoterapeutica. Cosi anche il difficile rapporto con i suoi genitori e il rapporto con la persona con cui ha intrapreso una relazione. Mancano comunque elementi per poter rispondere alla sua domanda sul cosa fare. Resto a disposizione se volesse darmi ulteriori elementi. Dott.ssa Masserdotti Giulia
11 DIC 2019
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Cara Mirella, è comprensibile che in questo momento sia in una situazione di grande ansia e angoscia per il futuro, alla luce di una incertezza che Le consente di progettarsi unicamente nei termini delle peggiori conseguenze possibili - cosa che a sua volta alimenta il circolo vizioso. L'ansia è di per se sempre in funzione di un qualcosa che deve ancora arrivare: un esame, un grosso cambiamento, ecc. Nel Suo caso i suoi che possono scoprire la bugia, insieme con il delicato momento di vita (cosa farà dopo la laurea?) e la sensazione di dover terminare qualcosa che Lei racconta come molto positivo (e in un certo senso al quale attribuisce quasi per intero le ragioni del suo benessere......) creano la situazione attuale. Per poter risolvere tutto questo è necessario indagare: il rapporto con i suoi, con questa persona, che cosa significa "mi ha permesso di" e che cosa comporta perderla tramite la scoperta del segreto. E che cosa comporta perdere i Suoi tramite essa in questo momento di vita (quindi anche gli scenari che si immagina quando parla con le Sue amiche). Questo perché il quadro, di per se già delineato sopra, va declinato nello specifico della Sua storia di vita per comprendere quali significati Lei attribuisce e per poter creare un percorso che La porti a riconfigurare correttamente le esperienze che Lei ora racconta in modo disidentitario, ricomponendo quella frattura che causa l'impossibilità di riconoscere l'arousal emotivo che crea il panico. Si rivolga il prima possibile a un terapeuta e riprenda in mano la Sua vita in un momento così delicato ma anche così opportuno: è alla vigilia di un turning point importante e non c'è occasione migliore per progettarsi in modo autentico e identitario. Cordialità. in bocca al lupo. DMP
11 DIC 2019
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Buon giorno Mirella, gli attacchi di panico, spesso accompagnati da ansia, sono il sintomo di una relazione disfunzionale in età molto precoce ( dalla nascita ai 5/6anni. E lo si legge chiaramente in quello che descrive della relazione attuale con i sui genitori, che è l continuazione, anzi la ripetizione mascherata di vissuti traumatici inconsci.
Per risolvere tutta questa matassa occorre un psicoterapia psicodinamica profonda, altrimenti detta psicoanalisi.
Occorre determinazione, impegno di tempo e risorse, e naturalmente l'aiuto di un bravo psicoanalista.
E' inutile dare suggerimenti sui sintomi.
Mi rendo conto che la mia risposta può apparire un po distaccata e sbrigativa. Ma non è così.
Se ha la tosse e va dal medico, non le dà una pacca sulla spalla, Le dice che può essere magari polmonite e che occorre intervenire in modo appropriato.
Resto a Sua disposizione, anche per chiarimenti via mail o di persona e Le porgo un cordiale saluto.
Dr. Marco Tartari, Roatto Asti
11 DIC 2019
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Gentile Mirella,
Immagino quanto sia difficile sostenere quello che scrive, mi sembra sia diventato insostenibile e alla luce di ciò e del lungo tempo di convivenza con le manifestazioni emotive di disagio credo le sarebbe utile un aiuto psicoterapeutico per dare significato e conoscenza. Gli attacchi di panico sono il segnale di un disagio interiore, che va conosciuto nella sua origine e può aiutarla a fare chiarezza, recuperare risorse per affrontare, sostenere la sua individualità. Continuare a vivere una vita parallela non aderente alle sue parti è una condizione faticosa che accentua il suo disagio. Riaprire i cassetti, guardare quello che c’è e quello che ha accantonato con l’aiuto di un professionista credo sia da considerare.
Disponibile per approfondimenti
Dr.ssa Elisabetta Ciaccia
11 DIC 2019
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Buongiorno Mirella, la situazione che sta vivendo è estremamente pesante: vivere in un mondo parallelo costruito da menzogne è stata evidentemente l’unica cosa che ha sentito di poter fare di fronte ai silenzi e al bivio fra non essere se stessa restando nella verità o essere se stessa ma dovendo difendersi mettendosi all’interno di una bolla di bugie che però adesso la pressa e da cui vorrebbe uscire. È importante che abbia delle amiche che la sostengono tuttavia credo che siamo fondamentale ciò che ha scritto:” questa enorme bugia deve necessariamente terminare”. Si lasci aiutare Da uno psicologo a gestire questa situazione e ad uscirne. Io naturalmente sono a disposizione come molti altri colleghi che potrà contattare. La saluto cordialmente. Dott.ssa Daniela La Porta
11 DIC 2019
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Carissima Mirella,
sembra che la vita Le stia dando molte soddisfazioni ma che non riesca a viverle serenamente.
Non esplicitata la bugia inconfessabile pertanto è complicato comprendere a fondo il Suo quesito.
È molto probabile che gli attacchi du panico siano comparsi nuovamente in concomitanza del venir meno di questa difesa.
È evidente, così come Lei racconta, che il rapporto con i Suoi genitori sia molto conflittuale. Quando i conflitti ledono la libertà di scelta soggettiva si creano problematiche importanti.
Le consiglio di intraprendere un percorso terapeutico per sciogliere i nodi con i Suoi genitori: loro probabilmente non cambieranno ma Lei potrà trovare un modo nuovo per vivere questa difficile relazione.
A disposizione
Un caro saluto
Dott.ssa Fornari Daniela
Iseo (BS)
11 DIC 2019
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Buongiorno Mirella,
la difficoltà che si trova a vivere adesso nasce dal senso di colpa per aver mentito.
Lei si è semplicemente assunta la responsabilità della sua vita e delle sue scelte. È vero, non ha avuto il coraggio di affermarle davanti ai suoi genitori, sentendo chiaramente la loro opposizione, per questo si sente colpevole ma lo ha fatto al momento in cui ha deciso di continuare ciò nonostante, senza l'approvazione dei suoi.
La vera colpa è nei confronti di se stessi, quando non si ascolta la voce del proprio Sè per esempio, cercando di compiacere gli altri. Quella è una colpa grande nei confronti della propria vita. Lei non è solo figlia dei suoi genitori, ma anche persona, una giovane adulta. La scelta che ha fatto e che la rende soddisfatta adesso incontra il sabotaggio della colpa e della conseguente paura di una punizione, un'aspetto puramente espiativo. Ripari la sua colpa invece di espiarla e accetti di essere diversa dai progetti che forse i suoi genitori avevano per lei.
Le faccio i miei migliori auguri e resto a disposizione.
Dr.ssa Francesca Brabanti
11 DIC 2019
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Buongiorno, l'impossibilità di svelare al mondo chi sei, soprattutto ai tuoi genitori ti carica di ansia e insicurezza nel tuo corpo emozioni ed anima. Occore trasplformare le tue insicurezze e senso di impotenza in possibilità di scelta e sicurezza. Ho gli strumenti per trasformare queste energie vitali attraverso soprattutto la psicosomatica e LEMDR. rimango a disposizione.
11 DIC 2019
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Gli attacchi di panico che ha e che si sono ripresentati sono la manifestazione di un malessere che lei vive e che si sta portando dietro da molto tempo. Vivere una realtà parallela richiede molto più sforza dell'affrontare la realtà, il giudizio e la probabile delusione dei suoi genitori. L'attacco di panico le impedisce a tutt'oggi di fare delle scelte, e la blocca in questa posizione di incapacità ad affrontare la realtà, con tutte le sue conseguenze. Sta correndo un rischio in entrambi i casi, rimanendo in questa posizione rischia di non vivere mai veramente, e quindi continuerà a chiedersi cosa vuole davvedo, chi è e dove sta andando. Aprendo il vaso di pandora rischia il rifiuto, la colpa, il rancore, il giudizio e la disapprovazione, ma allo stesso tempo inizierà a fare pace con se stessa e a capire meglio chi è. Il mio consiglio è di farsi aiutare in questo momento da una psicoterapeuta. In bocca al lupo,
Saluti.