Ho una compagna che ha sofferto di anoressia e bulimia

Inviata da claudio · 3 ott 2016 Anoressia

Salve,
mi scuso ma non so come funziona questo posto, cerco un aiuto per la mia compagna che sta vivendo un'esperienza molto forte e carica di stress ed ansia con la madre che si sta curando con chemio. Lei ha vissuto un periodo di circa 5 anni di anoressia e bulimia tuttora le sono ripresi degli attacchi, con tutte le difficoltà e complicazioni dopo un lungo periodo di malattia, che oltretutto è riuscita a superare da sola. Per la situazione di sua madre è molto tesa e credo in depressone. L'altra notte ha avuto un incubo, come molte notti succede. Grida ed è come se ci si rivolgesse ad una persona con paura la vuole cacciare e grida di non voler essere toccata e picchiata. Ho cercato di parlare della situazione ma si chiude completamente. Alcune volte sono riuscito a parlare e capire che lei ha subito una violenza. Sono 15 anni che stiamo insieme, abbiamo una bambina di 7 anni che sta vivendo in maniera troppo oppressiva la paura del cibo. Comunque stringendo l'altro giorno mi ha confessato una voglia di essere aiutata. Vorrei essere indirizzato su uno specialista e credevo anche ad una terapia di ipnosi regressiva. Salve grazie per la vostra disponibilità e comprensione.

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Miglior risposta 3 OTT 2016

Caro Claudio,
se sua moglie ha espresso la volontà di essere aiutata, il consiglio che posso darle è quello di rivolgersi ad un esperto della sua zona specificamente formato in disturbi alimentari. Non è facile aiutare le persone che ne soffrono perchè molto spesso non credono di avere un problema. La cosa che mi presoccupa è che anche sua figlia sta sviluppando un rapporto complicato con il cibo quindi è meglio chiedere un consulto subito, in modo da poter intraprendere un percorso, magari anche con la figlia.

Cari saluti
Dott.ssa Carla Francesca Carcione

Dott.ssa Carla Francesca Carcione Psicologo a Capo d'Orlando

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5 OTT 2016

Se permetti ti esprimo il mio parere personale che è anche condiviso da molti miei colleghi. Premesso che non esiste la "malattia mentale" dato che non esiste alcun microbo che lo generi bensì esistono i Disturbi del Pensiero dovuti ad eventi frustranti accumulati nel corso della nostra vita (In parte rimossi, cioè spostati ma pur sempre presenti; ad esempio gli incubi notturni di tua moglie) che a causa dei "significanti emotivi" associati a essi (Rabbia trattenuta, Sensi di Colpa, Dispiaceri, Timori e Paure) "Dissociano" e "Scindono" il pensiero che diviene "incongruente" e genera dei Comportamenti Disfunzionali (ad esempio l'Anoressia). Gli psicofarmaci riducono la percezione dei "significanti" (che si manifestano come risultante nel "sintomo") ma non li consumano e quantomeno possono agire sulle cause frustranti accumulati nel corso del nostro vissuto. La Psicoterapia, specie se si utilizzano strumenti regressivi quali l''Ipnosi riesce a "resettare" il pensiero consumando i significanti, consentendo la rielaborazione degli eventi e quindi l''associazione del pensiero. In altre parole, è come se tu tornando a casa dovessi trovare nella cucina tanto vapore e le pareti bagnate perché hai lasciato una pentola piena d'acqua che bolle sopra il fornello. Tu che faresti? Apriresti le finestre per eliminare il vapore, metteresti il coperchio (lo Psicofarmaco) sulla pentola per "comprimere la pressione" del vapore e non renderlo manifesto. Poi quando tutto il vapore nella stanza sarà tutto uscito fuori dalla finestra e le pareti si saranno asciugati ti illuderai di aver risolto. Ma dopo un po'' la pressione dell''acqua che bolle dentro la pentola farà vacillare il coperchio (lo psicofarmaco) e tu lo sostituirai con un coperchio più pesante ( uno Psicofarmaco più potente ). Questa storia può durare all''infinito; ogni volta cambi coperchio. E c''è sempre il rischio che la pentola " esploda ". Solo se tu vai a spegnere la " fiamma " che si nasconde " sotto " la pentola ( cioè vai a spegnere la causa profonda tramite una Psicoterapia ) potrai dire di aver " definitivamente "risolto il problema. Nel corso di una Psicoterapia si può, per un breve periodo, utilizzare anche uno Psicofarmaco ( è un po'' come " La Novalgina che abbassa la febbre ) ma non può certo sostituire la Psicoterapia ( l''antibiotico che cura ). Purtroppo la nostra società è sempre più orientata a risolvere gli " effetti " e non le " cause " che sono più impegnative da risolvere. Vi sono poi delle vere Malattie Mediche su base metabolica, anatomica ( es. lesioni da trauma cranico, Tumori, ecc), microbica ( Meningiti ecc ) la cui cura deve essere affidata solo e soltanto al Medico e non certo allo Psicologo Psicoterapeuta a cui però andrebbero di diritto affidati i Disturbi del Pensiero. Spero di aver fatto chiarezza, una volta per tutte, su questo ricorrente argomento, che purtroppo spesso si presta a scelte confusionali da parte degli Utenti che " soffrono di dispiaceri " confondendo il " malessere psicologico " per il " dolore fisico di una malattia " e ciò prolunga all''infinito la risoluzione dei Disturbi Psicologici. Pertanto, ti consiglio di affidare ( al più presto ) tua moglie a uno Psicoterapeuta Ipnologo. Ciao, resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dr. Febo Artabano

Anonimo-128190 Psicologo a Pescara

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5 OTT 2016

Caro Claudio,
se sua moglie ha espresso il desiderio di essere aiutata, è perché lo vuole realmente.
Una richiesta di aiuto, specie in situazioni come la sua, è un prezioso punto di partenza.
Il mio consiglio è quello di rivolgersi ad un terapeuta in zona, per iniziare un percorso di psicoterapia.
Mi occupo di pazienti oncologici, essendo una Psico Oncologa, e so quanto la diagnosi ed il trattamento del cancro incidano non solo sul paziente ammalato, ma anche sui parenti che si trovano in una situazione nuova con conseguente perdita del normale "assetto familiare".
Resto a disposizione per chiarimenti, consigli, approfondimenti.
Un caro saluto.

Dott.ssa Marilù Altavilla Psicologo a Vignola

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4 OTT 2016

Buongiorno Claudio,
immagino che per Lei debba esser molto doloroso, preoccupante e viva la situazione con la sensazione di poter far poco o nulla a riguardo. Come compagno può sicuramente accompagnare la Sua compagna ad una scelta per un possibile esperto che possa far al caso suo ma è importante che la scelta di un inizio di terapia sia di ognuno, voluto e desiderato nel profondo. A tal proposito mi permetto di dirLe che l'ipnosi regressiva è una tecnica "molto forte"se funziona, la persona deve essere preparata e pronta e con un livello di conoscenza e consapevolezza di sé buono. Personalmente la sconsiglio come primo approccio ad un nuovo percorso. Piuttosto, visto che Lei parla di difficoltà di alimentazione anche da parte della vostra bambina e della disagio nel chiedere aiuto ed "aprirsi" della Sua compagna le proporrei di pensare ad un primo pezzo di terapia famigliare in modo che l'approccio sia benefico a tutti i membri del nucleo, più soft per la Sua compagna e che la sua compagna possa, nei suoi personali tempi e modi, aver la volontà di un percorso personale.

Cordiali Saluti,
studio dott. Gramaglia

Gramaglia Dr. Giancarlo Psicologo a Torino

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3 OTT 2016

Gentile Claudio,
è comprensibile che il periodo attuale sia particolarmente difficile per la sua compagna a causa della malattia della madre e questo rischia di comportare la recidiva dei precedenti problemi alimentari e fa riemergere dall'inconscio nei sogni vecchi traumi mai elaborati ma solo rimossi.
Il suggerimento è di cogliere il momento favorevole della maggiore disponibilità a farsi aiutare da parte della sua compagna e sostenerla per iniziare al più presto un percorso di psicoterapia (non necessariamente ipnosi) anche per tutelare sua figlia da ulteriori ripercussioni negative delle problematiche materne.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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