Mi sto rendendo conto di che vita sto vivendo.

Inviata da Do · 30 nov -1 Psicoterapia

Non saprei che altro nome dare a questo post, la faccenda è un po' lunga e, quindi, proverò ad andare per in ordine cronologico.
Premetto che non ho mai parlato di questa cosa, almeno nell'intero, a nessuno e non sono mai andato da uno psicologo o cose del genere.
Sono un uomo ed ho ventitré anni.

Fin da bambino sono stato quello diverso dagli altri e con difficoltà a socializzare, soprattutto dopo due degli eventi che più hanno segnato la mia infanzia...
Il primo è l'esser stato "drogato" (o, come credo io tutt'ora, "maledetto") da una vicina di casa per chissà quale motivo, e la cosa ha portato a delle pesanti conseguenze nel mio corpo ed il secondo evento è quello dell'aver subito un abuso da parte di un mio familiare.
La mia famiglia non è mai stata tranquilla, praticamente litigavano (e litigano tutt'ora) tutti i giorni tra urla, minacce e quant'altro e ciò, ovviamente, ha influito.
Insomma, non è facile vedere il proprio padre cercare di picchiare tua madre o lui che ti insegue per tutta casa con quella cinghia in cuoio nella mano, provando ad irrompere in camera tua mentre tu provi a tenere chiusa la porta con il tuo stesso corpo e, non riuscendoci (grazie all'intervento di mia madre), sentire le cinghiate contro di lei e non contro di me.
A seguito del primo evento sono stato preso di mira a scuola, diventando un po' lo zimbello della classe e, dunque, vittima di bullismo per praticamente tutto il percorso scolastico, subendo violenza psicologica e, talvolta, anche fisica.
Gli insegnanti hanno sempre preso il tutto molto alla leggera perché, bene o male, tutta la classe era d'accordo e vigeva una sorta di omertà (si sa come funzionava/funziona il tema del bullismo nelle scuole Italiane) ed io mi sono sempre sentito in difetto, o sbagliato, nel chiedere aiuto. (anche perché ogni volta che lo facevo i miei non facevano altro che peggiorare le cose e, quindi, spesso e volentieri evitavo di raccontar loro quanto accadeva sia per questo ma anche perché mi sentivo debole nel chiedere aiuto. C'era qualcosa che mi bloccava.)
Più passava il tempo, più mi chiudevo in me stesso, più preferivo isolarmi, imparanoiarmi e starmene chiuso nella mia stanza.
Tra un padre dalla mentalità retrograda e molto violento (non sono state rare le volte in cui ha provato a mettere le mani addosso a mia madre, ha picchiato me e spaccato roba in giro per casa) ed una madre che, purtroppo, ha un disturbo mentale (e soltanto di recente ho capito il perché di molti suoi comportamenti tra cui l'estrema ansia, il non volermi mai farmi "allontanare" troppo da lei ed il suo, mi dispiace dirlo, non essere proprio un genitore modello. Tarpandomi, magari inconsapevolmente, le ali. Tutt'ora mi tratta come un ragazzino.)
Alcuni aspetti del suo carattere (soprattutto l'ansia e le paranoie) sono stati trasmessi, inevitabilmente, anche su di me.

Con le scuole superiori la cosa non è andata meglio: non ero più vittima di bullismo tanto quanto prima ma, avendo saltato la scuola un giorno sì e l'altro pure tra elementari e medie (detestavo andare a scuola per le ragioni già scritte) mi sono sempre mancati fondamenti di base per proseguire gli studi e, così, sono stato bocciato due volte prima di prendere la decisione di lasciare gli studi (mi pento tutt'ora di questa cosa), standomene in casa a non fare assolutamente nulla da quando avevo circa sedici anni fino a, praticamente, un paio di anni fa.
Mi sono portato dietro sempre questa stanchezza, più mentale che fisica, e soltanto di recente sto realizzando la situazione che ho vissuto, tutti gli sbagli commessi e quanto la mia vita sia, in parte, già "fottuta" (nonostante io stia provando a rimettermi in piedi, a modo mio e con i miei tempi considerando la situazione in cui tutt'ora vivo)

Non voglio entrare troppo nei dettagli o descrivere le cose troppo accuratamente ed ho deciso di scrivere questo sfogo (non so nemmeno se otterrò risposta) dopo l'ennesimo evento dove mio padre non ha perso tempo nell'umiliarmi e farmi sentire una m*rda per gonfiare il suo ego e sentirsi più "uomo".
In pubblico è sempre così gentile e paziente, un Santerellino elogiato da tutto il paese... ma appena varca la soglia di casa cambia totalmente.
Con il familiare che abusò di me anni fa ho avuto modo anche di confrontarmi di recente, ma ha voluto farmi credere una versione dei fatti tutta sua, negando anche alcune cose.
E, forse, a sua volta è stata vittima di abusi e per questo si comporta così.

Comunque, mi sento ancora bloccato in questo limbo dove le decisioni sbagliate prese in passato vanno, in un modo o nell'altro, a inficiare sul mio futuro.
Chissà come andrà a finire... spero soltanto di potermi allontanare il più velocemente possibile da tutto questo e poter, finalmente, avere una vita tutta mia ed essere autonomo, anche se mi dispiacerebbe lasciare mia madre in balia del mostro che è mio padre.

Una delle tante conseguenze di questa storia è la mia pessima memoria (sia a breve che a lungo termine, difatti molti eventi traumatici sono sì ancora presenti ma sepolti chissà dove nella mia mente e, in parte, è meglio così) ed, inoltre, provo una profonda invidia nei confronti di tutte quelle persone che hanno potuto vivere una vita "normale" e non hanno dovuto sopravvivere giorno dopo giorno, privi di obiettivi, speranze ed una famiglia normale.
Alle elementari mi ero convinto che alle medie sarebbe andata meglio, alle medie mi ero convinto del fatto che alle superiori sarebbe andata meglio e che avrei potuto, finalmente, iniziare la mia "vera" vita da lì (vivendo, magari, le prime infatuazioni e quant'altro) ma così non è stato e mi sono scontrato con la dura realtà del fatto che, a volte, la vita è semplicemente così e non puoi farci nulla, o quasi.
E, per farcela, serve una profonda forza di volontà e, talvolta, anche una dose di fortuna.

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